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Autore: Lilith82    06/05/2011    6 recensioni
Nonostante il titolo, questa è una long-fic su Taylor Lautner!
Taylor è a LA per Halloween, ospite della famiglia del suo migliore amico che sta organizzando una festa degna dell'evento.
Tutto perfetto, ma... il "ma" di Taylor si chiama Cristina ed ha gli occhi color del cielo! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bene bene...
questa storia è un regalo
un regalo che mi è venuto spontaneo fare!
e ...spontanea, semplice, pura... sono buoni aggettivi per questa storia e per i suoi protagonisti!
mi auguro che facciano felici voi, quanto hanno fatto felice me!
fatemi sapere
Lilla ;-)

ringrazio Krissi per la copertina e tutto il resto!

..il mio "ma" ha gli occhi color del cielo!

HALLOWEEN 2010
Los Angeles, California
http://www.youtube.com/watch?v=lJhNBqQXjLA

“Ciao, tesoro, sei arrivato?”
“Sì, mamma, sono già in macchina”

“Oh... Tay, mi dispiace tanto! Tu sei a casa e noi...”
“E voi siete in Nevada, per sostenere la mia sorellina, proprio come avete fatto con me, mamma, non ti preoccupare!”
“Oh... amore, tu stai da Carlo però, vero?”
“Mamma so badare a..”

“Oh.. lo so che sei grande e che sai badare a te stesso, ma mi sentirei meno in colpa se tu fossi a casa dei Silvestri per il week-end”
Sospiro “Tranquilla, mamma, ho già detto di sì a Carlo, quindi, ormai.. non posso tirarmi indietro..”
Non che il pensiero di trascorrere il fine settimana a casa del mio migliore amico possa mai sembrarmi una cattiva idea ma...
“Ma.. non fate tardi stanotte, Tay!”
“Mamma...”
“E... e... insomma... sta attento...”
“Mamma!” protesto, deciso.
“Beh... alla tua età, non è mai detto che non succeda...”
“Oddio mam...”

“Di sicuro t’imbatterai nelle tue ammiratrici anche a LA, no?!”
“Sì, mamma, ma...”
“Ma?”
“Ma non mi sembra il caso di parlarne con te!” concludo, serio ed imbronciato.
“Bah... per me c’è un altro “ma”... di cui non vuoi parlare con tua madre...”
“...”
Accidenti all’istinto materno!
“Devo andare, cucciolo, ci sentiamo dopo”
“Ok, saluta tutti e... mamma...”

“Dimmi, amore”
“Almeno tu... non chiamarmi cucciolo!”
Ride.. lei!
“Ciao Tay, ti voglio bene!”
“Anch’io mamma”
Ma.. sei veramente troppo perspicace, lo sai?!

Eccola qua!
La tipica villetta residenziale americana.
La tipica villetta residenziale americana a Los Angeles.

Intonaco perfetto, tendine perfette, temo che la padrona di casa tenga in riga anche le tegole del tetto.
Eppure.. sono italiani, caspita!
Sorrido.
Devono star sistemando il giardino perché ci sono un paio di sacchi colmi di terra sotto al grande albero.
Per il resto, è tutto come l’avevo lasciato.
Respiro e mi lascio riscaldare dai tiepidi raggi autunnali.
Sono fiducioso: sarà un gran fine sett..
Oh.. ma che c^..?!

Non ho nemmeno finito di formulare il mio “pensiero positivo” che una specie di onda anomala mi sorprende completamente, alle spalle.
Un’onda anomala ghiacciata!
“AH.. AH.. AH.. BENTORNATO M.T. !!”
La risata arriva dalla stessa direzione del getto freddo ed è.. inconfondibile!
“Oh... Tay, come sei secsy con la maglietta bagnata!!”
Carlo mi si para davanti mimando un attacco d’isteria degno di una tredicenne impazzita.
 “Oh... guarda che tartaruga... oddiomioooo!!”
Enfatizza passando un dito sul cotone fradicio.
“Sei sempre il solito cazz^ne,  lo sai?!”
Sorride sarcastico.
“Oh... sì che lo so! E tu, invece, tu sei diventato un ragazzo serio, vero TayTay?”
Stringo i pugni e lo punto accigliato.
Sta giocando col fuoco.
E lo sa!
“Tu ora devi essere un... esempio... per i tuoi giovani fans, giusto?”
“Sì, infatti, non credo che mi prenderò il disturbo di spezzarti un braccio, se è quello che intendi, M.C.” pronuncio velenoso.
“Proprio quello che intendevo” ghigna facendo spallucce “voglio dire: per lo scherzetto di un cazz^ne immaturo come me...” e si indica muovendo qualche passo in tondo verso destra “...non ti conviene sporcarti le mani per così poco, non è vero, cucciolo?!”
Solo sentire quel soprannome fa partire un ringhio in automatico.
Il corpo scatta verso l’idiota solo un istante dopo.
Ma Carlo è più veloce!
Più veloce del mio verso e del mio gesto.
E, senza nemmeno sapere come, mi ritrovo ricoperto di terriccio.
“AH.. AH.. AH.. AH.. te l’ho già detto: BENTORNATO M.T.?!”
Terriccio che si è attaccato alla pelle e ai vestiti bagnati.
“Ora sì che sembri una creatura dei boschi... AH AH AH!!”
Adesso basta!
Mentre è intento a godersi il suo “momento di gloria”, per un secondo, solo uno, lascia che la guardia si abbassi.
Tanto basta.. ad un campione mondiale di arti marziali!
Solo un momento e M.C. si ritrova con la faccia dritta dritta nel cumulo di terra.
“AH.. AH.. AH.. amico.. ride bene..”

“Chi ride ultimo!” grida assalendomi.
Carlo è un atleta, come me.
E’ stato in palestra che ci siamo conosciuti.
Lì è cominciata questa assurda amicizia che dura da dieci anni.
E’ in gamba, lo è sempre stato, e, nonostante non l’abbia scelto come carriera, ha continuato a tenersi in forma.
E si sente!
Cioè... lo sente la mia schiena mentre impatta violentemente sul prato tagliato di fresco!

Sfortunatamente per Carlo, io sono sempre stato più forte di lui!
“AH.. ahi! Amico, fa male!”
“Davvero?” mi schernisco tirando il suo braccio ancora un po’, verso di me.
Un piede sul tronco per immobilizzare lui, supino, col suo arto in trazione posteriore.
“Se fa male, allora... forse... potresti ammettere che hai perso”
“MAI!”
Tiro di più.
“Che sei un gigantesco idiota cazz^ne...”
“MA... aaaahiii!!”
Ancora di più.
“E che non avrai mai più il coraggio di chiamarmi “cucciolo”!”
“Scord.. AAAAAAAAAAAAAAHHHHHH ok... ok... io...”
“Oh... Tay, Carl, che succede?!”
Micaela Silvestri accorre verso di noi, trafelata.
Sono costretto a mollare il braccio di suo figlio che sogghigna soddisfatto.
“Mammina... Tay mi voleva spezzare un braccino!” mugola il cretino.
“Carlo, smettila di fare il ragazzino!” lo rimbrotta lei.
“Oh... Tay, come ti ha conciato!”
“Non si preoccupi, signora” la rassicuro.
“Oh... vieni dentro a darti una pulita” m’incita.
“Le imbratterò tutta la casa” provo a obiettare ma lo sguardo azzurro e deciso della signora Silvestri sancisce definitivamente che non ho scelta.
Io e Carlo la seguiamo, mansueti, fino all’uscio oltre il quale poggiamo i piedi su di un grosso tappeto.
“Toglietevi le scarpe, ragazzi, arrivo” ordina.
“Ma come ha fatto?!” bisbiglio a Carlo.
“Lo tiene qui per papà, quando torna dai lavori in giardino” sussurra lui.
“Oh... amore” il profumo di Cloe precede appena l’arrivo dei riccioli biondi e delle esili braccia che si avvolgono attorno al corpo del mio amico, assolutamente incuranti di quanto lui sia sporco...

“Patatina... hai visto cosa mi ha fatto questo cattivone?” si lagna l’impunito facendo sporgere il labbro inferiore.
Lei lo bacia, dolce e leggera come sempre.
“Patatone... guarda che ti ho visto progettare tutto quanto...” sorridono “...perciò non dare la colpa al povero Tay! Guarda come l’hai ridotto!”

“Oh... grazie, Cloe! Anch’io sono felice di rivederti!” la schernisco sorridendo.
“Mi sei mancato, TayTay” fa abbracciandomi.
“Ehi... ehi... fine delle smancerie, ok?” si acciglia il suo ragazzo.
“Il mio amore è geloso!” fa lei ri-agganciandosi alla sua vita.
“Non ci provare” s’imbroncia lui ma con un mezzo sorriso già sulle labbra.
“Eccomi qua! Oh... Cloe, anche tu!” Micaela è disperata.
“Mi perdoni, signora” l’addolcisce la bionda.
“Oh.. va bene! Prendete questi per togliere il primo strato, poi... voi vi laverete qui nella vasca e Taylor userà il tuo bagno, Carl”

“Mmm... agli ordini, mamma!” e le rivolge il saluto militare.
“Se ciò che vuoi è che io usi la vasca da bagno in compagnia di questa splendida ragazza, credo proprio che saremo molto... puliti... quando... finiremo...” ridacchia mentre la faccia di Cloe si fa paonazza.
“Carlo Umberto Silvestri” lo ammonisce subito la padrona di casa “i miei nipoti non verranno concepiti nel bagno del pianterreno di casa mia, intesi?!”
Il figlio deglutisce a vuoto, intimorito come tutti, dal tono e dall’aura della sua genitrice.
“Ok... mamma...”
“Perdonalo, Tay” aggiunge la signora Silvestri mentre restiamo da soli “e non pensare che io sia una madre sconsiderata, per favore...”

“No, che dice, sign...”

“Solo...” sospira “mi tocca fare i conti col fatto che è cresciuto anche lui” scuote la testa e sorride, poi porta su di me il suo sguardo dolce e serio “...col fatto che tutti voi siete cresciuti!”
M’imbarazzo.. e non so perché!
“Bene... qui ci sono gli asciugamani” e me li porge “ti ricordi qual’è la sua stanza, vero?”
“Certo, signora. A dopo”
“A dopo, Taylor”

Maledetto.. maledetto stupido idiota cazz^ne!!
Maledetto...
Ho terriccio ovunque!

Maledizione!
Quando mi sono tolto la maglietta è stato come aver lanciato in bagno una bomba al fango.
Accidenti!
E i jeans non erano certo messi meglio...
Cacchio!!
Ne ho persino nei boxer!
Merd^!!
Beh.. se non altro dopo li posso buttare.. che bianchi non mi sono mai piaciuti..

Infilo le dita tra la pelle dei glutei e il cotone, faccio per sfilarli via ma..
Ma...
Il mio “ma” ha gli occhi color del cielo!

E sono proprio davanti a me...
Gli occhi grandi, limpidi e cristallini che possono farti sentire in bilico.
In bilico su un cornicione, ondeggiante ed insicuro...
Gli occhi che mi hanno sempre fatto sentire... ad un passo dal cielo...
“Che... cioè...” prova a dire mentre quegli stessi fari celesti saettano dalla mia faccia al resto.
E poi al contrario.
Solo quando lo fanno ancora una volta realizzo che è il caso di rilasciare l’elastico del poco tessuto che ancora mi copre.
Che copre M.T. e nient’altro, in verità...
“Bene” chiude gli occhi e si concentra.
No! Non lo fare, ti prego!
Quasi mi sporgo verso di lei, ma il mio sguardo è più veloce.
Il suo corpo si materializza nel mio campo coscenziale.
E non solo lì, per l’esattezza...
Longilineo e morbido, piccolo e forte, esile ma non troppo.
Bello... quello sì... troppo!
E pure scoperto... decisamente troppo!!  
I pantaloncini sono piuttosto -ini e la canotta più che altro è una canottier-ina.
Rilascia le palpebre di scatto.
“Avevo bisogno di una doccia” pronuncia secca, scocciata.
“Ma vedo che il tuo... bisogno... è più impellente del mio, quindi...”
Fa saettare un’ultima volta lo sguardo su di me, poi si volta.
Quasi sparisce dietro l’uscio.
“Ah... ricordati, per favore, che questo bagno ha due porte” aggiunge senza guardarmi “e di chiuderle entrambe, per favore!” ribadisce, facendo scattare il pomello.
“Io... io...”
Che gran discorso, MT, l’hai proprio incantata!
Accidenti!
Ora mi odia, lo so!
Ca^^o!!

E guarda in che condizioni mi ha trovato, accidenti!

Con tutti questi muscoli addosso...
Maledetti! Non li sopporto più!
E poi... i boxer bianch...
Oh... oh... no! Ditemi di no!
Ditemi che NON mi ha visto!!
Qualcuno dall’alto mi assicuri che non ha visto ME... anzi M.T. in queste... CONDIZIONI!!

NOOOOOOOO!!!
Com’è potuto accadere?!

Cioè... lo so com’è accaduto...
I pantalonc-ini ini ini... e la magliett-ina ina ina...
Oddio! No!
M.T. non peggiorare la situazione!

NO! Ti prego!
Oddio!
Cuccia M.T.!!
CUCCIA!

Oh... meglio provare a entrare in doccia!

Forse, con un bel getto freddo...
Brrrrrrrrrrrr...
No! Di onde ghiacciate ne ho già prese due, oggi!
Quella di Carlo.
E quella di sua sorella!

...Cristina...

I suoi occhi... DIO!
NO! NO! M.T. per favore!

Oddio... lo so, amico, che sei a riposo da... vabbé... un po’, però...
Tu devi tornare giù, capito?! GIU’!
Oh... non possiamo, amico, no!

Serro le palpebre sperando di riuscire a smettere di parlare mentalmente al Maggiore Taylor ma..
Il mio “ma” ha gli occhi color del cielo!
E sono ancora davanti ai miei, anche mentre sono chiusi.
E sono qui da non so più quanto tempo.
E sono qui, ma non davanti a me.
Non lo sono stati mai davvero...
Oh...

E ci sono le sue mani: lunghe, bianche, sottili...
E la sua pelle: chiara come latte!
E il suo profumo: buono come lo zucchero a velo..
Ma che pizzica sotto il naso, come la cannella...

Oddio!!

NO! M.T. non possiamo!
E’ il suo bagno!
La sua doccia.
La doccia in cui..
Oh... no! NO!!

Realizzare che lei è stata chissà quante volte, qui dentro, ed immaginarcela davvero... è un istante!
E’ un istante... e lei è qui!

Davanti a me...
Sopra di me!

La sua bocca di fragola
Sopra di me!

No! Non posso!
Io non sono il tipo... insomma...
Sono un bravo ragazzo io!
...ma...
Il mio “ma” ha gli occhi color del cielo!

  
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