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Autore: kia84    07/05/2011    7 recensioni
Finn Hudson era proprio un'idiota! O forse l'idiota ero sempre stata io perchè non me ne ero accorta prima ostinandomi che fosse il ragazzo giusto per me? La mia anima gemella? Tutte balle!
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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puckberrystjames
Finn Hudson era proprio un'idiota! O forse l'idiota ero sempre stata io perchè non me ne ero accorta prima ostinandomi che fosse il ragazzo giusto per me? La mia anima gemella? Tutte balle! Erano state soltanto stupide illusioni che mi avevano portato a farmi del male per troppo tempo, a farmi versare lacrime inutili per un rapporto che non sarebbe mai durato. Mai esistito. Lui avrebbe sempre scelto Quinn ed io non potevo gareggiare contro di lei, avrei perso in partenza. Lei aveva tutto quello che una ragazza poteva desiderare: bellezza, popolarità e molti ragazzi che cercavano di rimorchiarla ogni volta che camminava per strada. Io ero soltanto Rachel Berry, la sfigata rompipalle del Glee che tutti prendevano a granite in faccia; ma io avevo un sogno che neppure quell'idiota di Finn Hudson e la sua perfetta ex Cheerios e futura reginetta del ballo Quinn Fabray potevano rovinarmi. Diventare una diva proprio come Barbra e fare carriera come attrice di musical. Nessuno si sarebbe messo in mezzo, poco ma sicuro. Non dovevo distogliere gli occhi dal mio obiettivo, gli amori venivano e andavano in un lampo ma il mio sogno sarebbe rimasto per sempre. Era l'unica certezza della mia vita e quel premio che mi giravo tra le mani era la prova evidente che la costanza premiava. Che un giorno sarei riuscita ad arrivare in alto ed erano stati proprio i membri del Glee club a premiarmi e a farmelo capire soltanto qualche ora prima. Senza di loro non ce l'avrei mai fatta. Neppure senza Finn, dovevo ammetterlo anche a me stessa. Se non fosse stato per lui a incitarmi a scrivere quella canzone di certo non avremmo mai vinto le Regionali, gli ero grata per quello ma la cosa finiva li. Non sopportavo più neanche la sua vista, la sua voce che mi aveva fatto battere il cuore a mille ogni volta che si intrecciava con la mia. Perchè non mi aveva detto di aver ripreso la sua storia con Quinn? Forse ero stata io l'unica stupida a non capirlo prima, eppure anche gli altri sembravano meravigliati alla notizia. Aveva paura che soffrissi? Beh, non aveva risolto granchè questa omissione. Soffrivo e avrei tanto voluto picchiarlo in quel momento, ma a cosa sarebbe servito? A nulla. Io ero Rachel Berry, quella che cantava, non quella che picchiava. Le mie armi erano la voce e il microfono e sapevo usarle bene entrambe. Ma ero stata veramente innamorata di Finn Hudson? O era stata soltanto una mia ossessione visto che eravamo le voci portanti del Glee? Non ci capivo più niente, forse a mente lucida sarei riuscita a ragionare meglio. Adesso avevo proprio voglia di sfogarmi, cantare la gioia per la vittoria e per gli amici che avevo trovato oppure la rabbia per un tizio per il quale non valeva nemmeno la pena sprecare tempo? Ottimo dubbio. La delusione per Finn prese il sopravvento e intonai uno dei miei soliti pezzi da dramma strappalacrime convinta che quella sarebbe stata l'ultima canzone che avrei speso per lui, convinta che finalmente ci avrei messo una pietra sopra cercando di dimenticare la sua esistenza. La sua scelta. Perchè nessuno sceglieva mai me. Nessuno.
So much pain and no good reason why
You cried until the tears run dry
Nothing else can make you understand
The one thing that you held so dear
Is slipping from your hand

And you say
Why, why, why
Does it go this way
And why, why, why
And all I can say is

Somewhere down the road
There'll be answers to the questions
Somewhere down the road
Though we cannot see it now
And somewhere down the road
You will find mighty arms reaching for you
And they will have the answers
At the end of the road

Yesterday I thought I'd seen it all
I thought I'd climbed the highest wall
But now I see that learning never ends
And all I know to do is keep on walking
'Round the bend

Singing
Why, why, why
Does it go this way
Why, why, why
And all I can say is

Somewhere down the road
There'll be answers to the questions
Somewhere down the road
Though we cannot see it now
And somewhere down the road
You will find mighty arms reaching for you
And they will hold the answers
At the end of the road

Somewhere, somewhere down
And somewhere down the road
There'll be answers to the questions
Somewhere down the road
Though we cannot see it now
And somewhere down the road
You will find mighty arms reaching for you
They will have the answers
At the end of the road

They will have the answers
At the end of the road

Somewhere down the road, yeah
Somewhere, somewhere
Somewhere, somewhere, somewhere down the road
Why, why, why
There will be arms reaching, down the road
Somewhere, somewhere, somewhere
Oooh

Quando finalmente ripresi fiato, asciugai la lacrima sul viso e presi il cellulare per mandare un sms all'unica persona con la quale volevo parlare in quel momento. L'unico che mi avrebbe ascoltata, o almeno speravo che fosse ancora così. Dopo l'ultimo duetto che avevamo cantato insieme per far ingelosire Finn, l'ultimo dei miei mille tentativi di rimettermi insieme a lui, Noah ed io ci parlavamo poco a meno che non si trattava delle cose più banali del Glee club dove io parlavo a manetta e al massimo lui rispondeva a monosillabi oppure mi diceva chiaramente che ero logorroica. Senza mezzi termini, lui non ne aveva bisogno. A volte mi sembrava persino che ce l'avesse con me, come se gli avessi fatto qualcosa di grave senza nemmeno esserne a conoscenza. Non ero molto sicura di stare per fare la cosa giusta ma volevo parlare con lui.
"Noah, spero di non disturbare, ma volevo parlarti. E' importante. Sono in auditorium. Rachel." inviai l'sms e fissai il display con una smorfia mordicchiandomi il labbro inferiore dal nervosismo. Effettivamente cosa mi aspettavo con quel messaggio? Ero solo una stupida! Alcuni istanti dopo sentii il suono di un messaggio in arrivo, controllai il display ma non era il mio. Strano...
"Anch'io avevo bisogno di parlarti." sentii una voce profonda alle mie spalle che mi fece sussultare. Mi voltai di scatto e trovai Puckerman proprio sotto il palco con in mano il cellulare e lo sguardo fisso su di me. Impenetrabile.
"Noah...da quanto tempo sei qui?" gli chiesi smarrita e vulnerabile sospettando che avesse sentito più di quello che avrei voluto e lui me ne diede la certezza subito dopo.
"Praticamente dalla seconda strofa. Ti stavo cercando e poi ti ho sentita cantare qui in auditorium e ti ho raggiunta. Bella canzone. Dedicata a qualcuno in particolare?"
"Non hai saputo la novità?" mormorai in tono ironico facendo una smorfia delusa.
"Finnkestain ha colpito ancora, non mi sorprende affatto. Rachel quanto ancora vuoi farti male? Non ti è bastata?" mi chiese lui spazientito
"Credo di essere arrivata al limite, dopotutto sbattere continuamente sulla stessa roccia deve pur essere un segno che c'è qualcosa che non va in me." mormorai con tono di voce basso.
"Non pensi che magari sia Finn quello che si dovrebbe fare alcune domande?"
"Finn voleva Quinn da sempre e adesso stanno di nuovo insieme...sono io quella di troppo che si era fatta soltanto delle stupide illusioni."
"Ma è stato lui a trattarti male, a fare l'idiota facendoti sperare in chissà cosa con quelle sue espressioni da babbeo quando se la spassava con la sua ex. Anche quando avete fondato le nuove direzioni teneva in caldo te quando stava con lei. L'unica tua colpa è stata quella di esserti innamorata di uno per cui non ne valeva nemmeno la pena. Finnkestain ti ha fatto soltanto soffrire fin dall'inizio e non voglio sentire che scusi il suo comportamento da cafone!" si accalorò lui con tono duro. Da dove la prendeva tutta quella rabbia? Perchè sparlava del suo migliore amico?
"Noah come mai oggi sei sul piede di guerra? Hai ancora problemi con Lauren?" gli chiesi curiosa e un pò preoccupata di quello che mi avrebbe risposto. Non mi era mai piaciuto come Lauren trattava Noah e non avevo mai capito l'interesse di lui nei suoi confronti. Ogni tanto mi infastidiva quella sua strana fissazione anche se questo aveva reso Noah più avvicinabile di quando aveva finalmente deciso di entrare a far parte del Glee club. Perchè dopotutto lui rimaneva pur sempre Puckzilla e ci teneva al suo status sociale al McKinley.
"Se il fatto che sono diventato il suo tappetino mentre lei continua a rifiutarmi è un problema secondo te...beh si, lo ammetto, ho un problema che sfinisce i miei pochi neuroni e avvilisce il mio ego." borbottò lui passandosi una mano sulla striscia di capelli che aveva in testa. Sembrava stanco sia fisicamente e mentalmente, avrei voluto fare qualcosa per risollevargli il morale ma in quel momento anch'io non ero messa per niente bene.
"Non è che vuoi stare con lei per il motivo sbagliato? Perchè è l'unica che ti ha rifiutato?" gli chiesi cercando di avere un pò di tatto nell'esporre la mia opinione.
"Se fosse per questo a quest'ora saresti tu a posto di Lauren e di certo avrei avuto più successo! Nessuno rifiuta Puckzilla eppure tu lo hai fatto...voi due lo avete fatto, a causa vostra le mie quotazioni da sex symbol sono calate precipitosamente." si lamentò lui in tono scontroso e scocciato quasi dando la colpa a me e a Lauren per il fatto che non avevamo ceduto al suo fascino, non sapendo che per me rifiutarlo è stato molto difficile in quanto non ero per niente immune a Noah Puckerman. Chi poteva esserlo del resto? Ma lo avevo tenuto alla larga dal mio cuore, prima per Finn poi per Jesse ed infine ancora per il ritorno di Finn. Noah era stato uno dei miei grandi rimpianti ad essere onesta con me stessa, non ci avevo dato nessuna possibilità.
"Quanto mi dispiace Noah, la prossima volta farò più attenzione. Mi dispiace per il tuo ego, ma forse non sei così irresistibile come credi." lo stuzzicai per prenderlo in giro e farlo scendere dal piedistallo. Mi sedetti sul bordo del palco con le gambe fuori mentre Noah mi si fece più vicino assotigliando gli occhi mettendo un finto broncio.
"Così mi offendi Berry. Sono venuto qua per offrirti il mio aiuto e ricevo in cambio soltanto ferite al mio orgoglio di bravo ragazzo ebreo. Così non si fa." scosse la testa sempre più oltraggiato dalle mie parole, trattenei a stento una risata.
"Se tu sei qui non è di certo per aiutare me. Sputa il rospo Noah, cosa succede?"
"Ho riflettuto molto ultimamente, troppe idee tutte in una volta mi hanno fuso il cervello, ma sono arrivato a una conclusione. In realtà ci pensavo già da un pò ma non trovavo il momento giusto per chidertelo. Si tratta di Beth." disse in fretta dimenticandosi quasi di respirare dal nervosismo. Stentavo quasi a crededere a quello che vedevo. Noah Puchkerman a disagio? Avevo per caso battuto la testa?
"Beth...tua figlia? Ed io a cosa ti servo?" gli chiesi disorientata non riuscendo a trovarci un nesso logico nelle sue parole. Non aveva più nominato sua figlia dal giorno della sua nascita in ospedale ma sapevo, conoscendo Noah, che continuava a pensare ancora a lei perchè era una parte di lui e le voleva bene. In fondo Puck non era quello che mostrava alla gente, c'era molto di più profondo in lui e nessuno se ne era mai accorto.
"Vorrei vederla....penso spesso a lei e anche se non ho approvato  del tutto la scelta di Quinn nel farla adottare penso che forse sia stata la soluzione migliore per la bambina. Adesso ha una madre che si può occupare di lei con responsabilità e non due genitori ancora adolescenti e immaturi che non saprebbero nemmeno come cambiarle il pannolino...figurati alzarsi tutte le notti a causa dei pianti e delle poppate. Non credo di esserci portato, ma ciò non toglie che io tengo molto a quella bambina." mormorò lui con convinzione guardandomi intensamente negli occhi come per dimostrarmi che stava dicendo la verità, ma non ce n'era bisogno in realtà. Sapevo che avrebbe potuto essere un buon padre se gliene avessero dato l'opportunità, ovviamente con un pò di pratica e del duro lavoro per tirare su una bambina con amore ma sapevo che per lei ci sarebbe riusciuto.
"Ti manca?" gli chiesi con dolcezza appoggiando una mano sul suo braccio. Non sapevo il motivo ma avevo bisogno di avere un contatto diretto con lui in quel momento. Un gesto di conforto per Noah o per me?
"Si, molto. Ricordo ancora quand'è venuta alla luce...ormai sono passati circa sei mesi o poco più, sarà cresciuta in tutto questo tempo. Assomiglierà ancora a Quinn? Probabilmente si." mormorò lui addolcendo la voce mentre sembrava perso nei suoi pensieri. Aveva mai mostrato questo lato di se a qualcuno prima d'ora? Pian piano mi si formò un'idea in testa che continuò a raffozzarsi sempre di più mentre osservavo la sua espressione. Dovetti trattenermi nel fare un sospiro che forse avrebbe equivocato per noia quando invece era tutt'altro.
"Perchè non sei mai andato a vederla da quando mia madre l'ha adottata?"
"Perchè non ho diritti legali su di lei, perchè non sono più nulla per lei. Non mi conosce...non sa chi sono. Però mi piacerebbe vederla, anche solo per una volta...per mettermi il cuore in pace. Lo so che forse non dovrei farlo e che non dovrei nemmeno chiederlo a te, visto i tuoi rapporti contrastanti con la tua madre biologica, ma sei la mia ultima speranza. Mi basta solo una volta." era quasi una supplica la sue ed io non ero così tanto immune al fascino di Puckerman come tanto dimostravo a gran voce quando eravamo insieme. Dove sarei andata a finire?
"Noah, io ti conosco...sei veramente convinto che ti basterà vederla soltanto una volta?" gli chiesi alzando un sopracciglio con fare dubbioso. Stava mentendo ancora una volta a se stesso ma la voglia di vederla in quel momento superava tutto, persino la sua stessa bugia.
"Devo farmelo bastare. Ti sto chiedendo troppo?" adesso la sua voce era diventata di nuovo titubante non sapendo più che pesci prendere. In tutta questa sua paranoia mentale si preoccupava ancora una volta dei miei sentimenti. Quel ragazzo non sarebbe mai cambiato ed io volevo che restasse così per sempre. C'era solo una cosa da fare.
"Prendi il tuo zaino e le chiavi dell'auto, venti minuti e rivedrai tua figlia." gli sorrisi scendendo dal palco con un balzo per affiancarlo. Lui rispose al mio sorriso con un'espressione di meravigliata riconoscenza, non si aspettava di certo quella risposta da me e un pò quello mi feriva perchè era come se Noah non mi conoscesse veramente come io conoscevo lui. Forse anche quella era stata soltanto una mia illusione tra le mille che ormai mi ero già fatta in precedenza, incassai il colpo con un lieve sorriso sulle labbra. Feci finta di nulla, lasciando da parte la delusione, lo presi per mano e lo trascinai fuori dall'auditorium mentre lui si adattava al mio passo svelto in pochi istanti per starmi accanto. Era strano prenderlo di nuovo per mano, stringere la mia nella sua era un contatto che mi aveva sempre rassicurata. Protetta. Adesso ero io a voler proteggere lui da qualsiasi pensiero negativo potesse avere in merito a sua figlia. Era difficile proteggere Noah Puckerman da se stesso ma ci sarei riuscita, avrei fatto in modo che tornasse a fidarsi di me. Dopotutto ero sempre stata io a creare i problemi tra di noi, lo avevo rifiutato più volte come Finn aveva fatto con me. Scossi la testa con decisione. Non dovevo pensare a me in quel momento, Beth era l'unica cosa importante e aveva la priorità su tutto, persino sui miei stupidi problemi sentimentali con Finn. Noah mi aprì galantemente lo sportello sorprendendomi e fece il giro per poi entrare in auto e mettere in moto. Capii che non aveva bisogno delle mie indicazioni, qualcosa mi diceva che non era la prima volta che si trovava davanti il vialetto di casa della mia mamma. Come se per lui fosse un'abitudine rimanere ad aspettare in macchina senza mai decidersi di uscire per andare a suonare quel maledetto campanello che lo separava da sua figlia. Lo feci io al suo posto, visto che sembrava che tutto il suo coraggio era evaporato come l'aria che respirava. Era strano vederlo così vulnerabile quando a scuola faceva il gradasso, ma questo era il vero Noah e solo io avevo la fortuna di vederlo così. Come se fosse un segreto tra di noi che avrei custodito gelosamente solo per me. Sorrisi a quel pensiero e mi preparai psicologicamente a rivedere mia madre. Ero pronta per farlo? Probabilmente no ma non era per me che eravamo li davanti alla sua porta. Guardai un'ultima volta Noah e ridacchiai divertita dalla sua espressione terrorizzata mentre si asciugava le mani sudate sui jeans consumati.
"Guarda che non morde."
"Chi? Tua madre o il campanello?" sospirò lui facendo una smorfia continuando a guardare quella porta come se fosse il demonio stesso che ci stesse invitando a pranzare nelle fiamme dell'inferno. Sentimmo dei rumori provenire dalla casa, un pianto di bambina irrompere nel silenzio e delle imprecazioni trattenute a fatica di una voce femminile che si avvicinavano sempre di più. Forse Noah non aveva tutti i torti, satana poteva trovarsi a pochi passi da noi. Trattenei il fiato finchè non aprì la porta e mi ritrovai davanti la donna che anni fa mi aveva dato via.
"Ecco...ah, siete voi! Non mi aspettavo questa visita, anche se mi chiedevo quando sareste arrivati...magari non insieme, ma Shuster vi ha insegnato a fare tutto insieme non mi deve sorprendere. Bene. La tata è in ritardo, voi siete sicuramente qui per Beth. E' nel box in sala, avete tutto l'occorente per stare con lei e non dovreste avere problemi. Io vado che sono in ritardo, se avete bisogno il mio numero è sul frigorifero ma Rachel dovrebbe ancora averlo sul cellulare...vi prego, non chiamate. Non vi risponderei. A stasera." non ci lasciò nemmeno parlare, ci superò e quando mi girai verso di lei per fermarla aveva appena chiuso lo sportello dell'auto e messo in moto. Grazie mille mamma, pensai facendo una smorfia esasperata. Il pianto della bambina ci richiamò all'attenzione, non potevamo di certo lasciarla da sola. Presi la mano di Noah e lo trascinai dentro all'appartamento chiudendo la porta dietro di noi.


Ciao a tutti ;) è da un pò che non continuo le mie ff ma ovviamente invece di riprenderne in mano una vecchia ne inizio una nuova come al mio solito. Questo è il mio primo esperimento con Glee e spero possa piacere a qualcuno. Non fatevi ingannare, le coppie non sono ancora state decise...ho solo un abozzo della storia nella mia testa...e vi dico che sono un tipo piuttosto sadico :)  ma capirete che adoro le coppie puckleberry e st. berry cosa ci posso fare?? Mi scuso in anticipo le per canzoni che inserirò se non vi piaceranno ma sono negata a fare il dj nelle ff, prometto che mi farò perdonare con la storia. Visto che siamo in argomento, la prima canzone che Rachel canta è Somewhere Down The Road di Fait Hill...ho cercato di seguire il testo della canzone per metterlo nello stato d'animo di Rachel. Fatemi sapere se la storia vi piace. Bacioni

   
 
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