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Autore: Shigun    08/05/2011    2 recensioni
Arriva il momento in cui ogni uomo deve affrontare se stesso , le sue paure ed i suoi incubi.
Ogni persona prima o poi , deve affrontare l’abisso , per poter dire infine “ IO SONO UN UOMO!”
Questa è la storia di come io , coraggiosamente , ho fallito.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arriva il momento in cui ogni uomo deve affrontare se stesso , le sue paure ed i suoi incubi.

Ogni persona prima o poi , deve affrontare l’abisso , per poter dire infine “ IO SONO UN UOMO!”

Questa è la storia di come io , coraggiosamente , ho fallito.
Era una giornata come tante : sveglia alle sette , colazione a base di yogurt e Nutella , controllo delle attrezzature e saluto alla famiglia. Ah ... la famiglia ... ti consola sempre , con parole gentili e dolci. Sa accettare tutto di te : fallimenti e successi.

Infine , dopo essermi curato nell’aspetto , mi accingo verso la vetta.
Per quanto breve sia il tragitto , ogni passo è difficile : da una parte , sento la voglia irrefrenabile di fuggire , di abbandonare tutto e vigliaccamente arrendermi ; ma l’altra , scalpita e mi spinge a farmi coraggio e continuare!

Sulla schiena il fardello della conoscenza , nettare da cui trarre la mia forza contro i nemici che ora , mi preparo ad affrontare.

Giungo al cancello . Stipati e accaldati , i combattenti chiacchierano per ingannare l’attesa. Si leva un leggero vento , sollievo al cocente e spietato Sole. Anche io mi stringo ai miei compagni di sventura , contando i secondi che ci separano dall’inizio della battaglia.

La battaglia per eccellenza : quella dove una sconfitta equivale alla fine di tutto.

Ci si prepara, ognuno sospira , si guarda indietro , si osserva il mondo verde e vivo , il cuore si stringe , si saluta la vecchia vita e si saluta una nuova. Dove non c’è nessuno ad aiutarti, dove ogni scelta che compi è solo tua , dove gli ostacoli sono spesso travestiti da sorrisi e abbracci.
Sollevo il capo “Se dovrò cadere” penso “lo farò in piedi!”

Si passa la stretta volta , gli sguardi minacciosi e divertiti dei guardiani , che godono della nostra disperazione , ci salutano come una dolorosa notizia : “ Troppo tardi per ripensarci ...”

Alcuni attendono prima di seguire la mandria di coraggiosi. Incepisca , rallenta , torna indietro e altri fuggono. Ma il destino è beffardo e non c'è luogo abbastanza lontano dove uno possa nascondersi.

Il mio plotone si sposta alla sezione designata. Si marcia con calma ,si salgono le scale come fossero quelle di un patibolo. I colori intorno a noi si fanno più tristi , come per aumentare il nostro già grande sconforto.
Ed ecco infine , il luogo della disfatta. Come Napoleone osserva i cupi cieli e la verde terra di Waterloo , io osservo il luogo della nostra disfatta.

Chissà se il grande generale vide,come me , i segni di un imminente sconfitta? Anche lui prima di iniziare la battaglia che decretò l'epilogo delle sue vittorie , si guardò indietro osservando ciò che aveva faticosamente conquistato , perso e riconquistato? Anche egli fu colto da malinconia nel vedere i suoi più fedeli cadere nello sconforto della catastrofe ?

Domande che solo il grande generale poteva rispondere ...
Il primo ad entrare è il mio caro compagno XiXXo , di cui coraggio ancora mi sovviene il ricordo.

Tacite parole di conforto ad ogni suo passo , infondono a tutti la forza di continuare.

Si entra. Ma il nemico è lì ad attenderci. Non c'è tempo per creare una strategia efficace , non c'è tempo per modificare tattiche né tanto meno di darsi alla fuga.

Ognuno prende posizione .

Alcuni sorridono : pazzi che affrontano la morte con arroganza , per cadere nel fango puliti.

Alcuni stringono gli occhi e ricacciano dentro le lacrime : hanno lasciato il calore della casa , per il gelo della tomba ...

Alcuni osservano con occhi traboccanti di odio l'Odioso. Si sfoderano le armi , si prega , si bestemmia , ci si lamenta , si ride ancora .

Lo splendore osannato da Amleto ! Nel momento della rovina , l'uomo la affronta ridendo ! Mirabile creatura ! Che si fa beffe del fallimento con un sorriso sulle labbra !

Le armi tremano , il tintinnare delle croci al petto , chi ha gettato le sue difese per stringere una speranza di argento chiude gli occhi e ringrazia di aver mirato le meraviglie del creato.

Infine il Male parla , la sua voce che dilania la carne come un ferro incandescente , che strappa le carni come catene , che stritola la speranza in una stretta inamovibile. Il suo corpo corrotto dalla sua stessa malvagità si leva dal trono , grasso e sgraziato.

“ Sono quattro derivate. Avete un'ora. Buon lavoro!”

Alcuni cadono subito, troppo male in quelle parole , la pazzia li trascina , abbandonano i compagni e in lacrime lasciano cadere il loro corpo nel fango.

“ Fai del tuo peggio , mostro! Nulla è abbastanza , contro di noi ! “Urlo!
E raccolti , le penne in pugno , come lance levate , in carica verso la fine con il vento fra i capelli, ci si gusta gli ultimi istanti della vita.
Questa è la fine , per come la conosciamo noi ...

Quando infine a fatica mi alzai dalla fredda terra , guardai con orrore l'esito della battaglia. Intorno a me , sconfitti e morti , giacevano i miei compagni. Occhi spalancati verso il cielo , muti ed eterni osservatori dell'aere.

Era tutto finito.
IO,unico sopravvissuto di una battaglia già persa. Il mostro non si era fatto scrupoli , non aveva risparmiato nessuno .
Nessuno , tranne me. Una svista forse ? La sua ira forse non era abbastanza grande , la sua crudeltà non era così immensa , da schiacciare la mia volontà?

Un sottile foglio di carta era ancora stretto tra le mie mani.
Un ricordo si fece strada nella mia memoria. Nel momento più disperato , uno dei miei compagni mi aveva gettato la striscia di carta. “Un testamento” pensai “o magari un messaggio da portare!”

Ma scritta , con minuscole lettere nere , c'era la vittoria. Insieme a quella piccola pergamena, la sfida del mostro era fattibile!

Il ricordo svanì come una nuvola. La pergamena era costata la vita al mio compagno. Quei pochi istanti di distrazione lo avevano condotta alla fine.
Il mostro era sconfitto.

Ma quanti eroi si erano sacrificati?

Mi resi conto della mia fortuna. Il mostro durante la schermaglia , mi aveva evitato, dandomi il tempo di portare a termine la mia strategia. Affinchè io prevalessi, tutti i miei amici erano morti!

Al miele della vittoria , ora , si aggiungeva l'amaro dello sconforto.
Non potevo guardare gli occhi dei miei compagni: sembravano mi accusassero di fellonia. Così mi ritirai nelle mie terre.

 Il viaggio fu lungo. Per quanto altri sopravvissuti mi confortassero, il peso della colpa mi straziava.

Giunsi alla soglia della mia magione. Ad accogliermi la famiglia, la cara famiglia!
“Allora ??? Com'è andato il compito”

Il dolore si fece strada ad ogni mia parola . Confessioni che bruciavano come carboni nella mia anima. Lacrime di sofferenza accompagnavano la mia storia. Raccontai la vittoria e la sconfitta. Raccontai del coraggio e della determinazione di quei poveri eroi sfortunati.

“ SOLO 6 ? Ma comeeeeeeeeeeeeeee? Troppo poco!!!!! Non era nemmeno difficile!!!!! “

Stretta intorno a me , caldo abbraccio , la famiglia : accetta tutto di te , vittorie e sconfitte ... e devo ancora dirgli che domani ho il tema di Italiano ...
  
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