Storia partecipante al Laughing contest di Trich!
Titolo:
Il Marchese
Autore: Mizar19
Personaggi: Famiglia Weasley
Genere: Comico
Rating: Verde
Avvertimenti: Flashfic
Nda: questa storia nasce dal doppio senso che la parola marchese
può assumere,
ovvero un determinato tipo di rango nobiliare, oppure un nome popolare
per
indicare le mestruazioni. Bene, tutta la storia si basa su questa
follia!
Un’altra precisazione: Ginevra nella mia storia ha le prime
mestruazioni nel
dicembre della sua “quinta elementare”, potrebbe
apparire un po’ inverosimile ma
mi sono basata sulla mia personale esperienza, in quanto
anch’io sono
sottoposta a tale tortura dalla stesso tempo! Sì, un trauma
che mi porto
appresso tutt’ora.
IL
MARCHESE
«Mamma,
mamma! Ti sto implorando, spegni quella radio!» si
lamentava un tredicenne Fred, le mani sulle orecchie e il volume della
voce
parecchi decibel oltre la norma nel tentativo di sovrastare il tremendo
concerto di Celestina Warbeck che sua madre stava cantando a
squarciagola
rammendando un paio di calzini polverosi.
«Non
essere sciocco, gnometto,
è Natale e ascoltiamo ogni anno il suo concerto!»
sorrise con dolcezza Molly
Weasley, per poi riprendere ad intonare, o meglio, a stonare
le struggenti canzoni della Warbeck.
Prima
che Fred potesse anche solo pensare di inscenare una
crisi epilettica per distrarre la madre, un grido sovrastò
qualunque voce,
umana o meno.
«Ginevra!»
sussultò la madre lasciando andare calza ed ago
per poi correre affannosamente al piano superiore, dove la figlioletta
stava
dormendo fino ad un attimo prima.
L’ultimogenita
Weasley, nonché prima femmina nata dopo
molte generazioni di fulvi maschioni, sedeva sul letto, le gambe
incrociate e
le coperte per terra, il volto sconvolto e gli occhi sgranati.
«Mio piccolo pallido
acido, cosa succede?» domandò apprensiva
la madre, avvicinandosi al letto
della ragazzina.
«Sto...
morendo.» esalò coprendosi gli occhi con le
piccole
mani di bambina.
«Fatina, ma cosa
stai dic... Per mille lepricani!
Dovresti essere felice: il marchese è finalmente venuto a
farti visita!» trillò
la signora Weasley battendo le mani.
La
figlia la osservava in tralice, ancora confusa. Marchese?
Qualche marchese?
«Ehm...
sì. Mamma, c’è del... sangue»
obiettò la bambina
sconvolta.
«È
normale, piccola
puffola. Ora aspettami
qui» le intimò
la madre prima di precipitarsi fuori dalla stanza canticchiando
“Un calderone
pieno di forte amor bollente”.
Ginny
Weasley non poteva restare immobile ad osservare il
suo corpo dissanguarsi. Non sapeva chi fosse questo marchese ma era
senz’altro
una persona scortese e non gradiva per nulla la sua presenza.
Si
sfilò i pantaloni gettandoli in un angolo, piuttosto
contrariata per quel dispetto gratuito di questo nobile sconosciuto.
Afferrò un
paio di pantaloni puliti e scese le scale di corsa.
In
salotto i suoi fratelli maggiori stavano oziando
coricati sul tappeto, come George e Charlie, o si dedicavano allo
studio, come
Percy, la cui piuma poggiata sull’orecchio e la macchia
d’inchiostro che gli
rigava la guancia come una cicatrice gli conferivano un’aria
da poeta maledetto
d’altri tempi.
«Ragazzi,
fate attenzione: è arrivato il marchese!»
annunciò la piccola di casa concitata.
«Chi?»
domandò perplesso Fred, che era seduto sul davanzale
della finestra e stava infastidendo il gufo Errol toccandogli ad
intermittenza
il capo con la punta dell’indice: il povero animale oscillava
come un pupazzo a
molla.
«Lui,
il marchese!» insistette Ginevra alzando gli occhi al
cielo, frustrata dall’ottusità del fratello che
pareva non aver afferrato la
gravità della situazione.
«Ginny,
hai fatto un brutto sogno? E’ per questo che
urlavi?» domandò apprensivo Percy alzando gli
occhi dalla pergamena.
«Secondo
me è solo stupida» ridacchiò Ron con
voce stridula
da prepubere.
«Ronald
Bilius, io sono sanissima! Quando morirai
dissanguato per colpa del marchese ti riderò in
faccia!» si scaldò la piccola
agitando i pugni, mentre le sue guance diventavano dello stesso colore
dei
capelli.
«Ginevra,
dove sei finita?!»
La
voce della madre la raggiunse dal piano superiore. Corse
rapida verso il fondo delle scale e avvertì la madre che era
scesa.
«E
perché mai?» rise divertita Molly.
«Per
dirgli di fare attenzione» sussurrò la piccola,
come
se avesse avuto paura di essere udita.
«Ginny,
non essere sciocca: quale sarebbe il problema?»
«Ma
mamma! C’è un nobile strano e invisibile che va in
giro
a dissanguare la gente!» esclamò scandalizzata
dall’insensibilità della madre.
«Chi?»
domandò stupita la signora Weasley raggiungendo la
figlia e abbracciandola.
«Il
marchese! E se facesse del male anche a loro?»
s’affannò pestando i piedi e scansando la madre.
La
signora Weasley scoppiò in una forte risata, rovesciando
il capo all’indietro.
«Questa...
questa... ah! Tesoro, zuccotto,
devo farmi un sorso di Whiskey Incendiario»
sospirò
improvvisamente stanca e abbattuta.
Ginevra
seguì la madre preoccupata che quel cattivo
marchese facesse del male anche a lei e i suoi timori erano
giustificati
pienamente dal volto cinereo della signora Weasley. Dopo aver aperto un
armadietto della cucina ed essersi versato due dita del liquido
trasparente in
un bicchiere afferrato dal lavandino, si sedette su una sedia e,
sospirando,
osservò la figlioletta.
Dieci
anni. Era tempo di spiegazioni.
«Ginevra,
ora la mamma ti racconta una divertente storia
sui fiori e sulle api, ma prima tu devi andare di sopra a lavarti e
metterti
qualcosa di pulito»
«Le
api? E se arriva il marchese?!» esclamò
aggrappandosi
con forza alla maniglia della cucina, decisa a non seguire la madre al
piano di
sopra.
«Sì,
rospetto,
api. E il marchese è già arrivato»
Ginevra
strillò a pieni polmoni attirando l’attenzione di
tutto il parentado Weasley, che accorse nella stanza.
«È
arrivato il marchese?!»
«Qualcuno
si sta dissanguando?»
«Se
la vedrà con me!»
I
fulvi fratelli erano pronti a combattere: Charlie unico
membro della famiglia con la bacchetta spianata in quanto maggiorenne,
gli
altri contorti in buffe pose da karateka, eccezion fatta per Percy, che
dall’atteggiamento assunto pareva voler accecare il
fantomatico nemico con la
piuma d’oca.
«Cosa
state facendo?! Spaventate Ginevra!» li rimproverò
la
madre avvicinandosi minacciosa.
«Ma...
ma... Ginny ha detto che... il marchese... sangue...
morte...» balbettò Percy vergognoso, arrossendo e
abbassando le orecchie come
un cane bastonato.
«Percy
Ignatius Weasley, sei un perfetto idiota. E ora
fuori! Qua dobbiamo parlare di cose serie!» li
scacciò mamma Weasley agitata,
spingendoli verso il salotto.
Quando
finalmente i cinque scalcinati ragazzacci furono
relegati nel loro habitat naturale, Molly poté parlare con
la figlia.
Dopo
quella giornata, Ginevra Weasley non fu più la stessa
ed iniziò a sviluppare una forte fobia per le api, che
evitava come la peste.
Per non parlare di tutti coloro che portavano marchese
come titolo nobiliare.