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Autore: Mizar19    08/05/2011    7 recensioni
[Terza classificata al Laughing contest indetto da Trich]
Perchè le incomprensioni fra madre e figlia posso avere conseguenze sconvolgenti!
[...]«Sto... morendo.» esalò coprendosi gli occhi con le piccole mani di bambina.
«Fatina, ma cosa stai dic... Per mille lepricani! Dovresti essere felice: il marchese è finalmente venuto a farti visita!» trillò la signora Weasley battendo le mani.
La figlia la osservava in tralice, ancora confusa. Marchese? Qualche marchese?
«Ehm... sì. Mamma, c’è del... sangue» obiettò la bambina sconvolta.
[...]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Storia partecipante al Laughing contest di Trich!

Titolo: Il Marchese
Autore: Mizar19
Personaggi: Famiglia Weasley
Genere: Comico
Rating: Verde
Avvertimenti: Flashfic
Nda: questa storia nasce dal doppio senso che la parola marchese può assumere, ovvero un determinato tipo di rango nobiliare, oppure un nome popolare per indicare le mestruazioni. Bene, tutta la storia si basa su questa follia! Un’altra precisazione: Ginevra nella mia storia ha le prime mestruazioni nel dicembre della sua “quinta elementare”, potrebbe apparire un po’ inverosimile ma mi sono basata sulla mia personale esperienza, in quanto anch’io sono sottoposta a tale tortura dalla stesso tempo! Sì, un trauma che mi porto appresso tutt’ora.

 

IL MARCHESE

 

«Mamma, mamma! Ti sto implorando, spegni quella radio!» si lamentava un tredicenne Fred, le mani sulle orecchie e il volume della voce parecchi decibel oltre la norma nel tentativo di sovrastare il tremendo concerto di Celestina Warbeck che sua madre stava cantando a squarciagola rammendando un paio di calzini polverosi.

«Non essere sciocco, gnometto, è Natale e ascoltiamo ogni anno il suo concerto!» sorrise con dolcezza Molly Weasley, per poi riprendere ad intonare, o meglio, a stonare le struggenti canzoni della Warbeck.

Prima che Fred potesse anche solo pensare di inscenare una crisi epilettica per distrarre la madre, un grido sovrastò qualunque voce, umana o meno.

«Ginevra!» sussultò la madre lasciando andare calza ed ago per poi correre affannosamente al piano superiore, dove la figlioletta stava dormendo fino ad un attimo prima.

L’ultimogenita Weasley, nonché prima femmina nata dopo molte generazioni di fulvi maschioni, sedeva sul letto, le gambe incrociate e le coperte per terra, il volto sconvolto e gli occhi sgranati.

«Mio piccolo pallido acido, cosa succede?» domandò apprensiva la madre, avvicinandosi al letto della ragazzina.

«Sto... morendo.» esalò coprendosi gli occhi con le piccole mani di bambina.

«Fatina, ma cosa stai dic... Per mille lepricani! Dovresti essere felice: il marchese è finalmente venuto a farti visita!» trillò la signora Weasley battendo le mani.

La figlia la osservava in tralice, ancora confusa. Marchese? Qualche marchese?

«Ehm... sì. Mamma, c’è del... sangue» obiettò la bambina sconvolta.

«È normale, piccola puffola. Ora aspettami qui» le intimò la madre prima di precipitarsi fuori dalla stanza canticchiando “Un calderone pieno di forte amor bollente”.

Ginny Weasley non poteva restare immobile ad osservare il suo corpo dissanguarsi. Non sapeva chi fosse questo marchese ma era senz’altro una persona scortese e non gradiva per nulla la sua presenza.

Si sfilò i pantaloni gettandoli in un angolo, piuttosto contrariata per quel dispetto gratuito di questo nobile sconosciuto. Afferrò un paio di pantaloni puliti e scese le scale di corsa.

In salotto i suoi fratelli maggiori stavano oziando coricati sul tappeto, come George e Charlie, o si dedicavano allo studio, come Percy, la cui piuma poggiata sull’orecchio e la macchia d’inchiostro che gli rigava la guancia come una cicatrice gli conferivano un’aria da poeta maledetto d’altri tempi.

«Ragazzi, fate attenzione: è arrivato il marchese!» annunciò la piccola di casa concitata.

«Chi?» domandò perplesso Fred, che era seduto sul davanzale della finestra e stava infastidendo il gufo Errol toccandogli ad intermittenza il capo con la punta dell’indice: il povero animale oscillava come un pupazzo a molla.

«Lui, il marchese!» insistette Ginevra alzando gli occhi al cielo, frustrata dall’ottusità del fratello che pareva non aver afferrato la gravità della situazione.

«Ginny, hai fatto un brutto sogno? E’ per questo che urlavi?» domandò apprensivo Percy alzando gli occhi dalla pergamena.

«Secondo me è solo stupida» ridacchiò Ron con voce stridula da prepubere.

«Ronald Bilius, io sono sanissima! Quando morirai dissanguato per colpa del marchese ti riderò in faccia!» si scaldò la piccola agitando i pugni, mentre le sue guance diventavano dello stesso colore dei capelli.

«Ginevra, dove sei finita?!»

La voce della madre la raggiunse dal piano superiore. Corse rapida verso il fondo delle scale e avvertì la madre che era scesa.

«E perché mai?» rise divertita Molly.

«Per dirgli di fare attenzione» sussurrò la piccola, come se avesse avuto paura di essere udita.

«Ginny, non essere sciocca: quale sarebbe il problema?»

«Ma mamma! C’è un nobile strano e invisibile che va in giro a dissanguare la gente!» esclamò scandalizzata dall’insensibilità della madre.

«Chi?» domandò stupita la signora Weasley raggiungendo la figlia e abbracciandola.

«Il marchese! E se facesse del male anche a loro?» s’affannò pestando i piedi e scansando la madre.

La signora Weasley scoppiò in una forte risata, rovesciando il capo all’indietro.

«Questa... questa... ah! Tesoro, zuccotto, devo farmi un sorso di Whiskey Incendiario» sospirò improvvisamente stanca e abbattuta.

Ginevra seguì la madre preoccupata che quel cattivo marchese facesse del male anche a lei e i suoi timori erano giustificati pienamente dal volto cinereo della signora Weasley. Dopo aver aperto un armadietto della cucina ed essersi versato due dita del liquido trasparente in un bicchiere afferrato dal lavandino, si sedette su una sedia e, sospirando, osservò la figlioletta.

Dieci anni. Era tempo di spiegazioni.

«Ginevra, ora la mamma ti racconta una divertente storia sui fiori e sulle api, ma prima tu devi andare di sopra a lavarti e metterti qualcosa di pulito»

«Le api? E se arriva il marchese?!» esclamò aggrappandosi con forza alla maniglia della cucina, decisa a non seguire la madre al piano di sopra.

«Sì, rospetto, api. E il marchese è già arrivato»

Ginevra strillò a pieni polmoni attirando l’attenzione di tutto il parentado Weasley, che accorse nella stanza.

«È arrivato il marchese?!»

«Qualcuno si sta dissanguando?»

«Se la vedrà con me!»

I fulvi fratelli erano pronti a combattere: Charlie unico membro della famiglia con la bacchetta spianata in quanto maggiorenne, gli altri contorti in buffe pose da karateka, eccezion fatta per Percy, che dall’atteggiamento assunto pareva voler accecare il fantomatico nemico con la piuma d’oca.

«Cosa state facendo?! Spaventate Ginevra!» li rimproverò la madre avvicinandosi minacciosa.

«Ma... ma... Ginny ha detto che... il marchese... sangue... morte...» balbettò Percy vergognoso, arrossendo e abbassando le orecchie come un cane bastonato.

«Percy Ignatius Weasley, sei un perfetto idiota. E ora fuori! Qua dobbiamo parlare di cose serie!» li scacciò mamma Weasley agitata, spingendoli verso il salotto.

Quando finalmente i cinque scalcinati ragazzacci furono relegati nel loro habitat naturale, Molly poté parlare con la figlia.

 

Dopo quella giornata, Ginevra Weasley non fu più la stessa ed iniziò a sviluppare una forte fobia per le api, che evitava come la peste. Per non parlare di tutti coloro che portavano marchese come titolo nobiliare.

   
 
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