Lentamente,
scivolerò al suolo.
Percepirò
sensazione mai provate, guarderò il mondo da un’ angolazione
che mi è sempre stata preclusa.
Quella dei
deboli.
Come appaiamo
grandi, noi forti, da questa posizione così scomoda.
Eppure tu
sei grande, come sempre.
Non
importa che tu sia sdraiata, o riversa per terra.
Ti ho
sempre vista in piedi, le braccia conserte, e un’ espressione
greve sul volto, quasi di rimprovero.
Ma adesso
sei sporca di sangue, del mio sangue.
Ma la
grazia che avevi, quella di un felino che maestoso si muove fra le serpi…
Oh, quella
non l’hai mai persa.
Hai forse
uno sguardo ferito, o sorpreso?
No, vi è
solo orgoglio in quello sguardo dorato. E il sangue che ti contorna gli occhi,
rendendoli magnetici, non fa nient’altro che renderti più regale.
Si,
Hermione Jane Granger, tu lo sarai sempre.
Regale.
Mentre ti
muovi fra i corpi inermi dei tuoi compagni, il tuo passo non è pesante. È
aggraziato, come solo tu potresti essere in questa situazione. Controlli,
cerchi, mai annaspando, sempre con ordine, chi ancora respira.
Qui, qui
ci sono io, Hermione.
Ferito,
stanco, sporco.
Sono qui,
ti prego, soccorrimi!
Sono qui,
dalla parte sbagliata, ma tu non sei come me.
Tu sei
grande, fiera, e pietosa.
Salvami!
Regina del
Grifondoro, orgoglio e coraggio, oltrepasserai il campo di battaglia per
aiutarmi? Per farmi sopravvivere?
Ma poi mi
rendo conto che, come una regina, sei padrona di quello che provi.
Così, con
un mezzo sorriso, oltrepassi il grido della pietà che ti squassa le viscere, e
mi guardi, mentre mi passi accanto.
Come sei
grande, Hermione.
Lo sarai
sempre.