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Autore: a Game of Shadows    09/05/2011    8 recensioni
Scuoti la testa mentre ti avvicini al Royal. Watson e Mary hanno deciso che terranno lì la cena prima delle nozze e tu, non sai perché, ci stai andando. Ti eri promesso di no, che non avresti messo piede né li né nella cattedrale ma vai perché sai che la tua assenza lo ferirebbe.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Songs for rationality.'
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Amici come prima.
Ti bacia.
Senti il suo cuore battere sopra al tuo,
veloce quanto il tuo, nonostante le sue promesse ad un’altra, promesse che presto, troppo presto farà davvero.
Ti guarda negli occhi ma non capisce, crede che quelle lacrime siano dovute al dolore e rallenta il ritmo delle spinte.
Ma non è questo.
Lui non capisce.


Scuoti la testa mentre ti avvicini al Royal. Watson e Mary hanno deciso che terranno lì la cena prima delle nozze e tu, non sai perché, ci stai andando. Ti eri promesso di no, che non avresti messo piede né li né nella cattedrale ma vai perché sai che la tua assenza lo ferirebbe.
Ti stampi in faccia il tuo miglior sorriso quando lo vedi venirti incontro. Sorride anche lui, ma lo faceva già prima che ti vedesse, quel sorriso non è per te.
“Holmes!” ti stringe la mano come se davvero tra voi non ci fosse mai stato niente più dell’amicizia “Non ci speravo che sarebbe venuto!”
Continui a sorridere, fingi per rendere bello il suo mondo mentre il tuo va in pezzi.
“Non avevo niente di meglio da fare”
Lui la prende come uno scherzo e ridacchia, trascinandoti tra i suoi vecchi commilitoni per presentarti, non capisce che hai sperato fino all’ultimo che ti si presentasse un caso all’improvviso o qualunque altra cosa che ti avrebbe potuto tenere lontano da Londra in quei giorni.
Tutti ti stringono la mano, congratulandosi per il servizio che rendi allo Stato, contenti di conoscere il migliore amico dello sposo e un uomo di fama internazionale e tu continui a dispensare sorrisi, intrattenendoli con la tua solita ironia, mente in realtà guardi Watson, il tuo Watson allontanarsi dal gruppo per andare incontro alla sua Mary che scende dalla carrozza.
Entrate tutti dentro e tu sei costretto a sedere di fianco a lui in qualità di suo testimone.
Anche tuo fratello è invitato e ti guarda storto dall’altra parte del tavolo. A lui ne hai parlato, Mycroft sa cosa c’è stato tra te e il Dottore prima che lui incontrasse Miss Mortstan, lui è l’unico in grado di capire come ti senti e cerca di darti il suo sostegno con lo sguardo, non potendo avvicinarsi senza destare sospetti, sguardo che tu distogli, volendo tenere tutto quello che senti per te.

Scusa
So che è soltanto un’altra scusa.
Ti siedo di fianco ed è come se non fossi qui.
E parli.
Non riesco a sentirti ma tu parli.

Non presta particolare attenzione se non alla sua futura sposa, stringendole la mano in bella vista sul tavolo, parla un po’ con tutti, ride e scherza, forse ha bevuto troppo.
E tu ti eri illuso che, per l’ultima volta, ti avrebbe dedicato quell’attenzione particolare che era solito riservare solo a te, ti eri illuso che avrebbe dato le spalle alla sua donna per parlarti.
Invece adesso è seduto lì, a capotavola, con le spalle appoggiate allo schienale della sedia, mentre si tappa la bocca con una mano per impedire ad una risata forse troppo forte di uscire, sarebbe una cosa troppo maleducata per un gentiluomo come lui.
Continua a ridere per quella battuta detta da chissà chi al tavolo, poi inizia a parlare, scatenando la risata argentina della sua dolce metà.
Parla, parla, parla, ma non riesci neanche a distinguere le sue parole, non capisci quello che dice. Senti solo un fischio continuo che annulla tutti gli altri suoni, lo guardi con aria confusa come se davvero fosse incomprensibile quello che dice, ma nessuno lo nota.
Non rientri minimamente tra le sue attenzioni, adesso, lui guarda solo Mary. E’ giusto così, infondo. Adesso a lei e voi avevate sempre detto che quello che c’era tra di voi non era serio. Un gioco. Sei stato tu a dirlo e lui ha annuito. Adesso ha lei e tutto è tornato alla normalità. Forse.
Non se ne accorgerebbe neanche se tu te ne andassi.
Non se ne accorgerebbe nessuno e tu stai davvero valutando la possibilità di farlo.
Basta.

Amici come prima,
Mi costa una fortuna riuscire ad ammettere che
E’ stato solo un gioco, un affare da poco.
Ma sono innamorato di te.


Nascondi le mani sotto il tavolo per assicurarti che nessuno ti veda mentre distruggi il tovagliolo per il nervosismo.
Dicesti che era un gioco perché non riuscivi ad immaginarti un futuro diverso da quello che era il vostro presente, credevi che niente sarebbe potuto cambiare, credevi che sarebbe rimasto lì con te a Baker Street per sempre. Ti sembrava già di vedervi, vecchi, ma ancora insieme.
Non era necessario dire la verità, non credevi che fosse necessario dirgli che era riuscito a sciogliere quella gelida morsa sul tuo cuore.
Sarebbe stato ridicolo, tu saresti stato ridicolo. Il grande Sherlock Holmes così sentimentale.. credevi che si sarebbe preso gioco di te tutta la vita per mera vendetta ma adesso ti penti di non averlo fatto.
Forse avresti dovuto davvero.
Magari adesso sarebbe diverso. Magari adesso non ti avrebbe lasciato o, semplicemente, avrebbe avuto abbastanza rispetto per il tuo dolore da non invitarti.

E’ tardi.
Per tornare indietro adesso è tardi.
Vorrei riempire il vuoto
Che ora lasci qui dentro di me.

Deglutisci, ma nessuno ti sente in mezzo a quel chiasso. Tutti ridono, scherzano, si divertano, c’è perfino chi, nei tavoli vicini, sente qualche battuta e cerca di non ridere o chi si lamenta per il chiasso. Tutti si divertono tranne te e tuo fratello, che passa la serata ad osservati, senza mai perderti d’occhio in caso tu abbia bisogno di aiuto. Lui sa che sei innamorato di Watson.
Ti dispiace per lui, gli sta rovinando la serata.
Sistemi silenziosamente le tue cose e ti prepari a metterti il cappotto per andartene il prima possibile. Non vuoi rimanere, vuoi tornare a casa.
Quella stessa casa che un tempo rappresentava la vostra segretezza, il vostro rapporto, e che adesso non farà che ricordarti quanto in realtà tu sia solo.
Watson continua a parlare e tu non capti che poche parole.
“Da domani si cambia vita!” dice sorridendo, alzando il bicchiere per un brindisi.
No.
Questo è troppo.
E’ felice di cambiare vita, è felice di andarsene da te quindi.

Mi alzo da questa sedia, vado via di qui.
Non mi volto mentre dici così.

Appena dopo queste parole, si volta verso Mary e la bacia. Ne approfitti, adesso che non guarda, per alzarti e dirigerti verso l’uscita. Sei anche abbastanza sicuro che Mycroft ti raggiungerà.
Ma lui non si accorgerà che te ne sei andato. Sfortunatamente, però, incroci lo sguardo di Mary, quando ti alzi, quindi affretti il passo, andandotene.
Lei di sicuro dirà a Watson che te ne stai andando e lui cercherà di fermarti. Non se ne sarebbe accorto neanche da solo.
Ti metti il cappotto senza fermarti quando sei già fuori, l’aria fredda ti investe ma la ignori, continui per la tua strada, con la testa bassa e lo sguardo sulla strada. Andrai a piedi, hai bisogno di respirare.
“Holmes!”
Ti fermi quando senti la sua voce. Sapevi che sarebbe venuto ma non eri abbastanza pronto. Quasi speravi che ti avrebbe lasciato andare via.
Non ti volti neanche, non vuoi vedere il suo viso. Vedere la sua espressione, sai che, nonostante sia stata Mary a dirgli che te ne stavi andando, gli dispiace.
“Perché?” chiede, rimanendoti qualche passo dietro.
Non capisce, non capisce, non capisce. Lui non capisce.
“Non ce la faccio” rispondi.
Lui non capisce.
“Holmes, ne abbiamo già parlato fin troppe volte, perché non vuole capire che-”
“Capisco invece” lo interrompi, mentendo. Non vuoi sentire altro, non vuoi sentirlo dire ancora una volta che non hai alcuna autorità sulla sua vita. Questa volta ti volti verso di lui, quando parli e Watson sembra rimanere paralizzato nel vedere quanto i tuoi occhi siano spenti adesso. “Semplicemente… non ce la faccio”
Rimane a guardarti qualche istante, ogni traccia della gioia di quella sera scomparsa dal suo volto. Non riesci neanche a sentirti in colpa. Non lo merita neanche.
“Torni dentro per favore”
Ti limiti a scuotere la testa.
“Non ci sarò, domani” rispondi invece.

Mi chiedi di capirti e non è facile dire di sì.
Mandi in pezzi il mio cuore e pretendi di
Di potertela cavare così?

Sta per dire qualcosa, si avvicina di qualche passo, tendendo una mano verso di te, che rifugi le tue nelle tasche del cappotto, dove non può raggiungerle.
Non dice niente.
Non capisce.
Sposti lo sguardo oltre la sua spalla, sulla porta del ristorante, da cui vedi uscire Mycroft in tutta fretta. Supera il medico senza dirgli una parola, neanche un saluto, mantenendo forse un distacco per rispetto verso di te.
Ti raggiunge, ti afferra per un braccio ma sempre con quella certa delicatezza che si riserva solo ai fratelli e cerca di portarti via.
“Andiamo, Sherlock” ti dice con tono dolce.
Lanci un ultimo sguardo al Dottore. Sembra che stia per piangere.
Forse ha capito.
Ti volti e ti lasci portare via da tuo fratello.
 

Amici come prima, 
Non vale più la pena 
Considerando il fatto che è stato solo un gioco 
Ti sarai divertito, 
Ma ti amo e non so neanche perché.


[NdA]
La canzone è "Amici come prima" ma non so di chi sia O.o Io, nell'iPod, ce l'ho cantata da Max Pezzali, ma non so di chi sia originariamente.
La canzone è stata smantellata per adeguarla alla fic.
   
 
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