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Autore: Annabel Lee    09/05/2011    3 recensioni
Primo giorno e sfida contro il tempo
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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USA, California, Los Angeles, Hollywood. Ore 7:30

 

Il telefonino ronzò sulla scrivania con quella canzoncina che adora tanto, ma di prima mattina è orribile:
Do what you want, ‘cause a pirate is free,YOU ARE A PIRATE!Yar har, fiddle di dee,Being a pirate is alright to be,Do what you want ‘cause a pirate is free,You are a pirate!
Con gli occhi ancora chiusi Anna si alzò dal letto, rendendosi conto di avere un crampo al polpaccio e una mano addormentata.

“AAAAHHHHHHIIIAAAAAA!!!!!PAPAAAAAAAA’!!!!!”Urlò ricadendo nel letto. Intanto il telefonino continuava il suo concerto:

Yar har, fiddle di Dee, Being a pirate is alright with me! Do what you want '‘cause a pirate is free, You are a pirate!Arr yarr, ahoy and avast,dinky-dink-dink-a-dinkadefast!Hang the black flag At the end of the mast!You are a pirate!”

La porta si aprì di colpo, un uomo entrò correndo e guarda la ragazza, che alzò la gamba dolorante digrignando i denti.

“Fa male…”mormorò. Il padre alzò gli occhi al cielo,mentre si avvicinava al letto, borbottando:

“E’ la terza volta consecutiva!”cominciò un massaggio al polpaccio.

“Non dirlo a me!”sibilò lei.

“Va meglio?” la ragazza annuì e il padre se ne andò dicendo:

“Spegni quella raganella!” Anna si alzò dal letto e spense la sveglia del cellulare,poi aprì la tapparella completamente abbassata e la finestra. Il suo più grande sogno era vivere a Los Angeles e lavorare lì,diventando una grande stilista,come la nonna. Ora che era lì,però,odiava tutto di quella città. Il caldo soffocante ti entrava nelle ossa,le ragazze ti guardavano con un aria di superiorità che farebbe abbassare lo sguardo anche alla regina d’Inghilterra e aveva la sensazione che gli ubriaconi stavano perennemente sotto casa sua. Si era trasferita dopo il diploma con tutta la famiglia:mamma Rosa,donna amante della campagna e dei posti caldi (in effetti,era più entusiasta lei che la figlia di trasferirsi in California),papà Carlo,più bianco di un finlandese amante della montagna,Nicole,neo-lureanda in veterinaria e alla fine Anna. Sin da piccola disegnava vestiti di tutti i tipi e questa passione non è mai scemata. Oltre la moda,le sue più grandi passioni erano scrivere,il pattinaggio sul ghiaccio e Harry Potter. E ora,era diventata assistente personale di Jany Temime,costumista dei film della sua saga preferita. Quando era arrivata la lettera per l’assunzione aveva cominciato a ridere e a saltare come una pazza per tutta casa.

Riprese in mano la lettera e la rilesse.’La aspettiamo alle 8:00 negli Studio.’ diceva.

Frena.

Che ore sono?Anna alzò lo sguardo e controlla l’orologio. Le 7:35.

OH. MERDA.

Fece un calcolo veloce. Per arrivare agli Studio ci volevano 10 minuti con il motorino e la borsa era già pronta. Bene,aveva 15 minuti per prepararsi.

NON CE LA FARO’ MAI!

Si precipitò in bagno e cominciò a lavarsi senza pensare,come un automa. Mentre saltellava su un piede per infilarsi i jeans,ricontrollò l’orologio. Erano le 7:45. Sorrise,ma cadde rovinosamente a terra a gambe all’aria.

“Attenta!”sentì la sorella.

“Zitta e torna alle tue capre!”disse rialzandoti e la sorella le rifilò un gestaccio che lei ricambiò con un labiale che significava:’ficcati quel dito nel culo.’.Nicole se ne andò indignata.

GRAZIE RAGAZZI! Ringraziò mentalmente i suoi vecchi compagni di liceo che le avevano insegnato i peggiori insulti. Aprì l’armadio e prese la prima maglia che vide:la maglia dell’Inter con il numero 10 di Sneijder,regalo per il diploma. Sorrise al ricordo del suo esame orale e delle facce sgomente dei professori durante l’esposizione della sua tesina:’La magia. Esiste veramente il mondo di Harry Potter?’ .Aveva lavorato per tutto l’anno scolastico su quella tesina e nemmeno lei sapeva come aveva fatto a collegare matematica e fisica con quell’argomento.

Raccolse i capelli biondi in una coda disordinata e corse in cucina.

“Giorno tesoro!”la salutò la madre.

“ ‘Orno…”bofonchiò mentre beveva succo di mele dal cartone poi fuggì letteralmente dalla stanza prendendo la borsa,le chiavi e il cellulare che squillava. Era Fiona Weir:

“Pronto?”rispose,ovviamente in italiano.

“Miss Oron?”chiese la Weir.

“Oh!Mrs Weir!Goodmorning!”si ricordò di parlare in inglese.

“Buongiorno anche a te,cara. Posso sapere se ti sei già avviata?”

“Oh…ehm…”MENTI!NO, DI’ LA VERITA’!”Certo!solo che c’è del traffico in strada…Non so se arrivo proprio alle 8…”

“Veramente volevo dirti che noi ci troviamo nel bar a due isolati prima degli Studio e volevo chiederti se ti volevi unire a noi per fare colazione…”

“Oh, non si preoccupi ho già fatto colazione. Ci vediamo direttamente agli studio.”

“D’accordo. Bye bye!”trillò la signora.

“Bye!”e chiuse il telefono mentre cercava di accendere la Vespa direttamente portata dall’Italia.

“Cavolo cavolo cavolo…ACCENDITI!”Urlò tirando un calcio al ciclomotore e quello si accese.

“Ah!Ci vogliono le maniere forti con te?”partì con un borbottio del motorino,che oramai era diventato un pezzo d’antiquariato.

In effetti,in strada c’era un po’ di traffico,ma Anna andava tranquillamente a 35 km/h,velocità quasi massima per quel due-ruote di 60 anni.

Dopo un tempo record di 8 minuti arrivò agli Studio. Erano dei container enormi e grigi con tante porte gialle. Mettevano tristezza. Tanta tristezza.

“Ehi!Bel motorino!”sentì urlare. Sbuffò

ED ECCO CHE ANCHE IN AMERICA C’E’ QUALCUNO CHE DEVE PRENDERMI IN GIRO PER LA VESPA! Si girò per ‘regalare’ all’ ‘ammiratore della sua adorata Vespa’ uno sguardo assassino,quando si accorse chi era l’ammiratore e si ritrovò ad invidiare la sua stessa Vespa.

Tom Felton si stava avvicinando a grandi passi verso di lei e con un gran sorriso sulla faccia. Era una sua grande fan,ma non avrebbe mai cominciato a urlare o a ridere isterica,almeno non in pubblico.

“Ciao,sono Tom Felton.”le porse la mano e lei ricambiò il saluto

“Anna Oron,sono la nuova assistente di…”

“Jany Tamime,lo so. Ti aspettavamo!”Anna si sorprese e il ragazzo capì:”Sei la prima italiana a lavorare con noi…e si vede…”si spiegò guardando prima la Vespa e poi la maglia della piccola italiana. Direttamente dal suo stomaco stava uscendo un insulto,ma si trattenne e cercò di sorridere.

“Bene,entriamo?”chiese l’attore indicandole la strada. Si avviarono fianco a fianco,in silenzio e il cuore di Anna voleva uscire dal suo petto per attaccarsi a quello del ragazzo,e anche lei l’avrebbe voluto fare.

 

 

 

ANGOLO TUTTO MIO!

Ciao a tutti!questo è l’opera della mia mente contorta e spero vi piaccia…vi prego di recensirla!un bacio. Per chi ha già letto questa storia,ho cambiato i nomi dei non-famosi,per questioni di privacy! Un bacio

Yaz

   
 
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