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Autore: SunnySideOfTheStreet    10/05/2011    5 recensioni
Crossover fra “Peter Pan nei Giardini di Kensington” e “Harry Potter”, in quanto Draco Malfoy, insieme a un'amica, incontra Peter Pan. Credo che sia necessario aver letto il libro di Barrie prima di leggere questa storia, perché anche come stile ho cercato di rimanere fedele al suo. Detto questo... tuffatevi nella neve!
Questa storia ha partecipato al Battleship contest di Fabi_ classificandosi quinta.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Questa storia si è classificata quinta al Battleship Contest di Fabi_, classificandosi quinta su undici posizioni, e vincendo il bellissimo banner che trovate poco sotto. Alla fine della storia riporterò il giudizio ^^
Nessuno, e ripeto nessuno, mi aveva chiesto di scrivere un cross-over. Ma avevo ricevuto come prompt "Londra" e la foto della ragazza piena di neve che c'è anche nel banner, e chissà come mi è balenata nel cervello l'idea "Ambientiamola nei Giardini di Kensington!!!" e da cosa è nata cosa. Ho messo l'avvertimento AU perché tecnicamente saremmo nell'Inghilterra vittoriana, e non quella degli anni Novanta, perché considero sempre Barrie il narratore di questa storia. Detto questo... buona lettura!


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Naturalmente, non è stata soltanto Maimie a vedere Peter Pan e le fate, nei Giardini di Kensington. Anche Draco Malfoy ha visto quello che succede ai Giardini dopo l’ora di chiusura, e questo perché era accompagnato da Linette Claridge-Quartay.
Immagino che conosciate parecchi ragazzi come Draco Malfoy. Forse persino vostro fratello maggiore gli assomiglia, a tratti, quando vi prende la palla e la mette su uno scaffale alto, dove voi non potete raggiungerla, o quando vi ruba l’ultimo biscotto da sotto il naso, anche se lui ne ha già mangiati tantissimi, o quando insiste per prendere il vostro vecchio libro di fiabe perché deve fare una “ricerca per la scuola” (qualunque cosa voglia dire), quando invece non gli serve e lo fa solo per darvi fastidio. Draco Malfoy è un ragazzo presuntuoso e spocchioso, che ama fare il prepotente con i più deboli e il servile con i più forti.
Linette Claridge-Quartay, invece, è molto diversa. Anche lei è una ragazza più grande di voi, e forse può assomigliare a una delle vostre sorelle maggiori – a Johanna, per esempio: vi ricordate com’era, prima che si sposasse? Forse no, eravate troppo piccoli. Linette è molto dolce e ha sempre la testa un po’ fra le nuvole. Le piace leggere, suonare il piano e cantare, ma non sopporta il ricamo né la conversazione perché, dice, sono attività troppo noiose. Lei non fa mai dispetti ai ragazzini più piccoli, anzi spesso si sdraia sul tappeto a giocare con le sue cuginette, anche se la sua mamma storce il naso, perché ha già sedici anni e non può più comportarsi così.
Quella di Draco Malfoy e di Linette è una delle storie preferite di David, perché c’è una cosa importante da dire sul loro conto: sono entrambi dei maghi! A David vengono sempre gli occhi rotondi come piattini da tè quando racconto questa parte della storia, perché gli fa impressione pensare che quando cammina per la Passeggiata Grande sta ripercorrendo lo stesso percorso di due maghi. In effetti, sia Draco che Linette andavano in una scuola di magia, Draco in una che si chiama Hogwarts ed è in Inghilterra, mentre Linette in una che si chiama Beauxbatons ed è in Francia. Nessuno di quelli che non ci sono mai stati, però, sa dove di preciso si trovino quelle scuole; quindi non ve lo posso dire.
Le famiglie di Draco e Linette erano amiche, e un pomeriggio pieno di neve durante le vacanze di Natale, la mamma di Linette invitò la mamma di Draco a prendere il tè, e la signora Malfoy fece venire anche il figlio e il marito.
Provate a chiudere gli occhi, come fa David, e a immaginarvi la scena: il papà di Draco e quello di Linette che si appartano e si mettono a parlare di quelle cose complicate e noiose di cui parlano sempre i padri, la mamma di Draco e quella di Linette che, tutte sorridenti, si mettono a parlare di quelle cose complicate e allegre di cui parlano sempre le madri, e Linette e Draco e rimangono sulla porta del salotto, a guardarsi imbarazzati.
Si conoscevano già, quando si videro in quel pomeriggio nevoso e buio, perché le loro mamme erano amiche da molti anni, ma non si conoscevano molto, perché non andavano nella stessa scuola: Linette, pur vivendo a Londra, andava a scuola in Francia, perché la sua mamma era francese. Erano dunque un po’ imbarazzati e non sapevano cosa dirsi; infine, Linette propose di uscire e di andare a fare una passeggiata ai Giardini di Kensington. I maghi hanno abitudini diverse dalle nostre, e per loro va bene che una signorina di buona famiglia esca da sola, senza la governante, a passeggio con un giovanotto; per cui né la mamma di Linette né quella di Draco trovarono nulla di disdicevole in quell’idea e, dopo essersi assicurate che i ragazzi indossassero i loro mantelli di pelliccia – perché le mamme dei maghi sono straordinariamente simili alle mamme normali, a volte –, li lasciarono andare tranquillamente.
 
Linette e Draco uscirono da casa di Linette, e la casa si ritrasse nel muro, fino a scomparire. Ebbene sì: era naturalmente una casa magica e appariva soltanto se si sapeva dov’era; bisognava pensarci intensamente, e allora le due case affianco si spostavano, lasciandole lo spazio necessario a comparire; poi, dopo che ci si era entrati, si ritraeva e scompariva di nuovo. Questo era per impedire che le persone non-magiche la potessero trovare. Ce ne sono molte di case così, a Londra. Si dice che ce ne sia una anche in Grimmauld Place, per esempio – ma non vi consiglio di andarla a vedere, perché i maghi che la abitano potrebbero non esserne troppo contenti.
Linette, essendo una creatura magica, sapeva riconoscere le fate, e passeggiando per i Giardini di Kensington le indicava a Draco (sottovoce per non farsi sentire da loro), ma Draco faceva finta di non esserne interessato e rispondeva sbadigliando. Invece ne era molto colpito.
Quando si era ormai prossimi all’ora di chiusura, Draco e Linette avevano già fatto tutto il giro del parco. Era ormai buio, e tutti i lampioncini lungo i viali erano accesi della loro tipica luce gialla. Linette aveva raccontato a Draco della vita che le fate conducevano quando i cancelli dei Giardini erano chiusi e di Peter Pan, che girava per il parco con la sua capra. A Draco venne la curiosità di vedere tutto ciò, e propose a Linette di nascondersi e rimanere nel parco dopo la chiusura. Linette dapprima pensò che non fosse una buona idea, perché le fate si sarebbero arrabbiate, ma Draco tanto disse e tanto fece che la convinse. Si appostarono dunque dietro un cespuglio e aspettarono che i cancelli venissero chiusi.
 
Linette e Draco, come vi ho detto, erano maghi; ma siccome erano maghi minorenni, che non avevano ancora conseguito il diploma, non potevano fare magie fuori da scuola; per cui, anche se avevano molto freddo, non potevano creare un piccolo fuoco magico per scaldarsi; rimasero lì a soffiarsi sui guanti, e non appena furono chiusi i cancelli, si misero a correre per riscaldarsi. Draco correva più veloce di Linette, ma lei inciampò in una radice nascosta dalla neve e gli franò addosso.
Si rialzarono faticosamente, tutti coperti di neve. Draco lanciò un’occhiata a Linette, e la vide di profilo, con i bei capelli neri che le cadevano boccolosi sulle spalle, il viso pallido e le labbra rosse, circondata da fiocchi di neve, e in quel momento, il suo cuore acido ebbe un balzo, e pensò che dopotutto Linette non gli dispiaceva poi così tanto. La cosa non dovrebbe sorprendervi: anche vostro fratello John, che vi prende sempre in giro per la vostra timidezza e vi fa sempre arrabbiare per quanto è dispettoso, arrossisce e diventa tutto uno zucchero quando viene in visita la signora Spinner con la figlia maggiore. Draco aiutò cavallerescamente Linette a rialzarsi, e altrettanto cavallerescamente le offrì il braccio per camminare. Linette osservò questo cambiamento e sorrise tra sé, ma non disse nulla.
Seguirono uno dei nastri che portavano al ballo delle fate, e quando videro il cerchio rimasero immobili dietro un albero a osservare. Le fate stavano già ballando, con Peter che suonava il flauto e le faceva impazzire di felicità. Ma questa osservazione di nascosto durò poco, perché ben presto Peter si accorse di loro; smise di suonare e disse: «Guardate, degli umani!». Tutte le fate si voltarono subito nella direzione indicata da lui e si spaventarono moltissimo, prendendo a correre da tutte le parti. Vedete, le fate hanno di solito a che fare con bambini come voi, mentre Draco e Linette erano molto più alti e grandi di così: la loro vista le aveva assolutamente terrorizzate. Ma Linette sapeva come trattarle, perché le era già capitato di parlarci, quando era più piccola; solo che le fate non se ne ricordavano, perché sono creature smemorate e distratte, che alla sera non si ricordano cos’hanno mangiato al mattino. L’amica francese di Draco si chinò per arrivare quasi all’altezza delle fate e si presentò gentilmente alla regina, facendole subito un complimento per il suo bel vestito; questo bendispose Sua Maestà, che diede ordine alle altre fate di calmarsi.
«Vostra Maestà, noi siamo maghi» spiegò Linette alla regina.
«Davvero? E allora che ne dite di farci una bella magia?» rispose la fata, molto colpita.
«Non possiamo,Vostra Grazia, noi siamo maghi minorenni, purtroppo
«Ah, sì? Che peccato!» la regina e tutte le fate sembrarono afflosciarsi per la delusione.
«Lo so, Maestà, mi dispiace molto»
«Ma perché siete rimasti dopo la chiusura? Lo sapete che non si può!» protestò dunque la minuscola creatura, battendo un piede per terra.
«Sì, Vostra Maestà; ma il mio amico Draco Malfoy era così curioso di vedervi danzare... le danze delle fate sono una gioia per gli occhi!»
La regina - già potete immaginarlo - fu molto compiaciuta per questo nuovo complimento che le fece dimenticare subito la stizza e la delusione, per cui si consultò un momento con il gran ciambellano e infine sorrise: «In virtù della mia magnificenza e date le vostre buone intenzioni, non vi condanneremo a morte e vi concederemo di rimanere a guardare la nostra danza!»
«Oh, grazie, Vostra Maestà! Vi ringraziamo tantissimo!» esclamò Linette sollevata.
Draco, che fino ad allora era rimasto in disparte a subire le occhiate malevole delle guardie reali, fece un passo avanti e, togliendosi il cappello come l'educato signorino che era - e che sarete anche voi, un giorno -, ringraziò a sua volta, molto compuntamente. La regina ne fu molto soddisfatta; fece cenno a Peter e lui ricominciò a suonare il suo flauto. Le fate non aspettavano altro: completamente dimentiche dei due visitatori inattesi, si scatenarono di nuovo nelle danze.
Il ritmo era rapido, la melodia era allegra, le fate piroettavano lungo il perimetro del cerchio: era davvero una gioia per gli occhi! Draco si aprì, per la prima volta da quando era arrivato a casa di Linette, in un vero sorriso di felicità; si avvicinò a Linette, le fece l'inchino e il baciamano e la invitò a ballare; Linette sorrise, arrossì e accettò; e uno, due, tre, eccoli lanciati in un valzer leggermente più scatenato di quanto si sarebbero permessi di fronte ai loro genitori... ma la musica delle fate era così trascinante che non si poteva andar lenti! Quando le fate si accorsero che anche Draco e Linette stavano ballando, si fermarono curiose a guardarli e quando la melodia suonata da Peter finì, applaudirono tutte con grande entusiasmo. I due maghi, un po' imbarazzati (non si aspettavano nemmeno di venir notati, figurarsi gli applausi!), si inchinarono sorridendo.
Peter anche applaudiva e nel suo cuoricino, a vedere quella coppia, si fece strada un nuovo sentimento, come di nostalgia, di tristezza indefinita; si ritrovò a pensare a Maimie e al divertimento e alla dolcezza di quella sera; e fu quel sentimento che lo spinse a dire: «Perché non vi date un ditale?».
Tutte le fate si azzittirono subito per ascoltare Peter; poi, come una sola testa, si voltarono verso Draco e Linette.
Draco era confuso e guardò la sua amica per ricevere spiegazioni; Linette gli sorrise e gli disse quello che voi già sapete: «Per ditale Peter intende bacio».
Draco arrossì vistosamente, proprio come fate voi quando la tata vi dice di cogliere una margherita o un dente di leone per la figlia minore della signora Gordon, incontrandola mentre passeggia per i viali dei Giardini, scortata anche lei dalla bambinaia. Si sentiva imbarazzato e timido, e le fate non contribuivano per niente a calmare il suo stato d'animo, perché si misero tutte ad applaudire e a gridare «Ditale, ditale!». Linette gli sorrideva dolcemente e sembrava dirgli: «Se non vuoi non mi offendo»; fu tentato di calciare della neve su quegli esserini e di scapparsene via, ma poi guardò la guancia della sua amica, così liscia e chiara, solcata da una piccola tenera fossetta, e prima di rendersene conto le prese le mani fra le sue, si sporse e la baciò. Le fate esplosero in un tripudio di gioia, Peter suonò una marcia di trionfo con il suo flauto; Linette si appoggiò a Draco e gli sussurrò in un orecchio, in modo che sentisse solo lui: «E' stato bello ballare con te... grazie»
«E' stato un piacere, proprio come baciarti» sussurrò lui di rimando, sentendo il bisogno di rimanere abbracciato a lei ancora per molto, molto tempo.
«E' ora di andare, non credi?» disse Linette dolcemente.
«Oh, sì... ma come facciamo, visto che i cancelli sono chiusi?» chiese Draco.
«Le fate sapranno aiutarci» rispose lei, si staccò da Draco - oh! quale tristezza!, pensò il suo cavaliere, già completamente conquistato - e poi raggiunse la regina e le fece una profonda riverenza, rivolgendosi a lei in questa  maniera: «Graziosissima Maestà, ci siamo veramente divertiti a partecipare al vostro ballo, ne terremo per sempre nel cuore il ricordo e non finiremo mai di ringraziarvi per il grandissimo onore che ci avete concesso, ma si è fatta ora di andare...».
La regina e tutte le fate con lei si afflosciarono di nuovo a questa notizia: «Possibile?», «Davvero?», «Di già?», «Così presto?».
«Purtroppo sì» confermò Linette annuendo e assumendo un'espressione altrettanto sconsolata. «Ci dispiace tanto»
«Dispiace tanto anche a noi!» esclamò la regina scoppiando in lacrime (tutte le altre fate la imitarono prontamente) «Ma tornerete presto, non è vero? Era così bello vedervi danzare!»
«Torneremo senza dubbio, Maestà, ve lo promettiamo» rispose Linette, senza però sbilanciarsi troppo sul "presto": dopotutto lei e Draco dovevano tornare a scuola di lì a breve, e chissà quanto tempo sarebbe passato prima di potersi rivedere!
Le fate costruirono velocemente (con la stessa abilità con cui costruiscono le case per i bambini che si smarriscono nei Giardini) un'alta scala per Linette e Draco, affinché potessero scavalcare i cancelli, facendo attenzione a non farsi male nel calarsi dall'altra parte.
Dai due lati del cancello, i due maghi e le fate si salutarono commossi; infine, Draco offrì il braccio a Linette e si avviò con lei verso casa. La neve fioccava ancora, dolce e silenziosa, e a Draco Linette sembrava ancora più bella con i fiocchi impigliati fra i capelli.
Arrivarono a casa appena in tempo, perché i loro genitori si stavano già preoccupando; la famiglia Malfoy si congedò dunque dalla famiglia Claridge-Quartay. Draco baciò rigidamente la mano di Linette, ma i loro occhi sorridevano; e per quanto in seguito i suoi genitori gli chiesero che cosa fosse successo durante la loro passeggiata, lui mantenne sempre il più serio silenzio; ma ora aveva una persona in più a cui scrivere, una volta tornato in collegio.




Giudizio di Fabi_

Grammatica e sintassi: 14,1/15
Lessico e stile: 9,8/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione dei personaggi: 13,5/15
Sviluppo della trama: 9,5/10
Gradimento personale: 8,5/10
Punti per le caselle: 12
               
Totale:  77,4


Una storia sicuramente originale quella che hai scritto per questo contest. Ammetto che l'idea mi è piaciuta molto. I mondi che hai scelto di unire sono compatibili in modo quasi completo. Si integrano alla perfezione.
La trasposizione temporale è ben riuscita. Hai usato uno stile che richiama l'inizio del secolo, hai scritto le frasi in modo molto curato, mantenendo il linguaggio ad un livello che ho trovato adatto al contesto, ai personaggi e all'epoca.
Ho trovata molto indicata la scelta di Draco, l'hai affiancato ad un OC che secondo me poteva essere approfondito un po' di più. Non è infatti la caratterizzazione l'aspetto migliore della storia. L'ho trovata a tratti abbastanza curata ma un po' superficiale. Non è che Draco sia mal caratterizzato, soltanto che nel mantenere l'atmosfera un po' fiabesca secondo me sei un pochettino finita OOC con Draco, che mi è sembrato un po' troppo romantico.
Le caselle sono ben inserite, sia l'immagine, sia il personaggio che i prompt sono parte integrante della storia.
La tua storia mi è piaciuta davvero molto, anche se non mi sono sentita coinvolta fino in fondo, forse proprio per la velocità con la quale i due si congedano dalle fate e con cui il loro incontro finisce.
C'è anche qualche piccolo errorino di grammatica: 'affianco', si dice 'a fianco'; intendebacio, errore di battitura; 'un'alta scaa', battitura di nuovo.
Lo stile come ho già detto è molto curato, ma in alcuni punti le frasi non mi hanno convinta del tutto. Ti faccio qualche esempio: 'Draco correva più veloce di Linette, ma lei inciampò in una radice [...]', sinceramente non ho colto cosa leghi le due parti della frase. Non mi pare che la costruzione spieghi bene quello che succede. L'immagine è ben definita, però il fatto che Draco corresse più veloce è un po' slegato dal resto, non so se mi spiego.
Un'altra cosa: Peter Pan, da quello che ricordo, chiama 'baci' i ditali, e non il contrario. Purtroppo non avevo il libro per controllare e non l'ho trovato, credo che nessuno lo noterebbe in effetti, però te lo volevo chiedere anche per una curiosità personale a questo punto.
In sostanza: una buona storia la cui unica pecca è la velocità con la quale hai espresso la caratterizzazione dei personaggi, che presenta comunque una buona trama. Ben scritta e godibile.


Gli errori rilevati dala giudicia sono stati corretti. Peter chiama "baci" i ditali, quindi chiama "ditali" i baci. ^___^ Grazie per la lettura, gente!
  
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