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Autore: hotaru    12/05/2011    7 recensioni
- Ecco, ce l'ha fatta! - un sorriso soddisfatto si disegnò sulle labbra di Michiru, i cui occhi rimasero tuttavia fissi sullo specchio – La cenere è caduta proprio sugli occhi della principessa -.
Le tre si scambiarono uno sguardo di trionfo, poi Rei raddrizzò la schiena e si rivolse al fuoco.
- Allora andiamo a incominciare... -.
"Se il sogno muore, che ne sarà del sognatore? E se muore il sognatore, che ne sarà del sogno...?"
Prima classificata al contest "Era un Sogno" di Fabi_Fabi e seconda classificata al contest "Mondi Paralleli" di Kiki e Red Diablo
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chibiusa, Michiru/Milena, Minako/Marta, Rei/Rea, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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1- Sogni di cristallo
Sul filo del sogno

Sogni di cristallo

"Hoc argumento eum capiunt:
puellam virginem ducunt in illum locum ubi moratur et dimittunt eam in silvam solam."

[Con questo stratagemma lo catturano:
conducono nel luogo dove quello dimora una fanciulla vergine e la lasciano sola nella selva]

(dal "Fisiologo" latino)

Sul filo del sogno



- Quando ci rivedremo ancora noi tre, con tuoni, lampi o raffiche di pioggia? -. (¹)
- Direi che tutta l'acqua che sta venendo giù sia più che sufficiente, Minako – fece una giovane donna la cui lunghissima chioma nera si confondeva con l'oscurità della grotta – Odio tutta quest'umidità, guarda i miei capelli! -.
- I miei sono perfetti come sempre, invece – replicò una terza donna, rimirando le proprie ciocche ondulate nello specchio intarsiato che portava sempre con sé – E poi il sole secca la pelle e la invecchia -.
- Ma rende i miei capelli ancor più luminosi! - protestò la ragazza che aveva parlato per prima, facendo scorrere fra le dita alcune ciocche color dell'oro – E poi il problema della pelle secca si presenta solo con l'età -.
- Come ti permetti? - fece, gelida, la donna con lo specchio – Ti ricordo che nemmeno tu sei più una fanciulla in fiore -.
- Ma ho sempre un paio di secoli meno della nostra Michiru. Giusto, Rei? -.
- Silenzio, ora – ordinò la giovane di nome Rei, puntando gli occhi scuri come la notte nel fuoco che ardeva in mezzo a loro – Phobos e Deimos l'hanno trovata -.
- Era ora – commentò Minako, accarezzando il gatto bianco che teneva in grembo – Pensavo fossero annegati nella notte tempestosa -.
Si beccò un'occhiata bieca di Rei, mentre Michiru controllava la situazione nel suo specchio.
- Sì, li vedo – disse infine – Sono riusciti ad entrare -.
Minako e Rei tacquero, pendendo dalle labbra della loro compagna: dalla missione affidata ai due corvi dipendeva il successo del loro piano.
- La bambina dorme profondamente, come previsto – Michiru continuò a descrivere la scena – Ora Phobos sta planando su di lei... no, un momento! Si è rigirata nel letto in quest'istante, la ragazzina! -.
Una smorfia alterò i tratti delicati della donna, che tuttavia si ridistesero subito dopo.
- No, ecco, è tornata nella posizione di prima. Ora, pennuto, ora! -.
- Un po' di rispetto per i miei corvi! - pretese Rei.
- Ecco, ce l'ha fatta! - un sorriso soddisfatto si disegnò sulle labbra di Michiru, i cui occhi rimasero tuttavia fissi sullo specchio – La cenere è caduta proprio sugli occhi della principessa -.
Le tre si scambiarono uno sguardo di trionfo, poi Rei raddrizzò la schiena e si rivolse al fuoco.
- Allora andiamo a incominciare... -.


Il fastidio improvviso che aveva sentito agli occhi era scomparso quasi subito, non appena li aveva aperti. Ma ora non capiva dove si trovasse.
Era un posto che non aveva mai visto prima, e forse nemmeno esisteva. Somigliava ad un bosco, questo sì, come quello che circondava il castello e il villaggio, ma gli alberi erano come ricoperti di vetro. Inoltre non aveva idea di cosa fossero quelle strane forme luminose che spuntavano qua e là... sembravano dei cristalli.
E quei colori così strani, che non parevano essere affatto provocati dalla luce del sole che filtrava tra le fronde. La prima consigliera di sua madre, che si occupava anche della sua educazione, non le aveva mai parlato di una cosa del genere. La foresta intorno a lei sfumava nei colori più vari: dall'azzurro, al giallo tenue, al rosa che sembrava lo stesso dei suoi capelli.
Abbassò lo sguardo sui propri abiti: indossava ancora la camicia da notte ed era scalza, eppure non sentiva minimamente freddo. L'erba della notte non era umida di rugiada, come le diceva sempre Ami, e nemmeno il paesaggio circostante era così buio. Sembrava brillasse di luce propria; o forse erano quegli strani cristalli, chissà.
Poi alzò gli occhi al cielo, e fra le stelle della notte scorse come delle onde di luce colorata, somiglianti alle pieghe di grandi drappi di seta, che non stavano ferme un momento. Erano uno spettacolo meraviglioso, e in quell'istante miriadi di stelle si staccarono dalla loro posizione nel firmamento, iniziando a cadere verso la terra in una scia luminosa: Chibiusa non ne aveva mai viste così tante tutte in una volta.
Sentì un rumore dietro di sé e, quando si voltò, vide qualcosa di bianco stagliarsi in quello splendore di luci.


- Potrebbe trattarsi dell'aurora boreale – ipotizzò Ami quella mattina. La prima consigliera della regina, con profonde conoscenze in qualunque campo del sapere, era anche la sua insegnante privata – Anzi, ne sono piuttosto sicura -.
- L'aurora... boreale? - Chibiusa sapeva che l'aurora era il momento che precedeva l'alba e il sorgere del sole, ma... - Cosa significa? -.
Ami aprì uno degli enormi libri in cui, secondo Chibiusa, era contenuto tutto il sapere dell'umanità.  
- Le aurore boreali sono un fenomeno ottico dell'atmosfera caratterizzato da bande luminose di colore rosso-verde-azzurro. È causato dall'interazione di particelle cariche di origine solare con la ionosfera terr... - Ami si interruppe, notando che Chibiusa era ammutolita – Sì, beh... dobbiamo ancora arrivarci. Di solito compaiono molto più a nord, comunque, e se chiedi in giro ti diranno che sono i riflessi degli scudi delle Valchirie... -.
Ami sospirò. Che fatica, il progresso della scienza.
- Però è strano – commentò poi – Come hai fatto a sognarle, se non le conoscevi? -.
- Non lo so -.
- Non è che hai sbirciato in qualcuno dei miei libri e ne hai visto un'immagine? -.
- Ecco, io... - in effetti l'aveva fatto, e più di una volta: i libri di Ami erano la cosa più affascinante che avesse mai visto. Ma non le sembrava di aver mai trovato niente su quelle "aurore boreali".
- Va bene, non importa. Adesso apri il tuo libro: eravamo rimaste all'area del triangolo, ricordi? -.


Le bastò dare un'occhiata intorno per rendersi conto che quello era lo stesso bosco che aveva sognato la notte prima. Ma non c'erano più quelle strane fasce luminose che danzavano nel cielo, semplicemente trapunto di stelle come quello che conosceva.
Tuttavia dei cristalli luminescenti continuavano a spuntare qua e là fra l'erba, alla stregua di funghi o fiori, e quella luce soffusa era sufficiente ad illuminare il bosco quel tanto da non averne paura.
Ora che lo guardava meglio, somigliava parecchio a quello che circondava il castello, nonostante lei non lo frequentasse più di tanto. C'era lo stesso profumo: quell'odore fragrante di muschio, alberi e piante selvatiche, così intenso da avvolgerla. Malgrado si trovasse in un bosco, di notte, sentiva di non avere la minima paura: era tutto immerso in un silenzio ovattato, il silenzio del sonno. Un silenzio talmente profondo che il nitrito che si udì sembrò lacerarlo all'improvviso, come il primo raggio di sole squarcia le tenebre della notte.
Chibiusa non capiva certo il linguaggio degli animali, ma all'udire quel verso voltò lo sguardo in ogni direzione, cercando di capire da dove provenisse. Non sapeva perché, ma le era sembrato che stesse chiamando qualcuno; che stesse chiamando proprio lei.


- Quanto ci vorrà? - domandò Minako, attorcigliandosi una ciocca di capelli intorno a un dito con aria annoiata.
- Poche notti saranno sufficienti – rispose Michiru, continuando a seguire Chibiusa nel suo specchio – La piccola sembra decisamente ammaliata -.
- Comunque continuo a non capire perché non posso farlo io. Non ci saremmo risparmiate un sacco di scocciature? - insistette la fanciulla, che adesso aveva preso a tirare scherzosamente la coda al suo gatto bianco.
- Ci serve una vergine, Minako – sbottò Rei, alzando per un momento gli occhi dal fuoco ed interrompendo gli incantesimi che stava bisbigliando alle fiamme.
- Come se una vergine potesse essere più bella di me! -.
Rei sbuffò, mentre Michiru non riuscì a trattenere una risatina divertita.
- Suvvia, questa ragazzina non è tanto male – commentò, osservandola nello specchio e alzando un sopracciglio un po' scettica – Certo, non fosse per quest'assurdo colore di capelli... -.
- Che poi chissà da dov'è saltato fuori – rincarò Minako, che si lanciava in appassionate discussioni non appena rintracciava nell'aria il minimo sentore di pettegolezzo – Poteva averli scuri come suo padre, o biondi come quelli di Usa... -.
- Non pronunciare quel nome! - la ammonì Rei, gli occhi improvvisamente affilati e pericolosi – I traditori non vanno nemmeno nominati! -.
Nessuna replicò; in effetti pronunciare il nome della loro antica compagna di fronte a Rei non era mai una buona idea.
- Beh, sorelle, sbrighiamoci – fece Minako con nonchalance, cambiando discorso in men che non si dica – La mia pelle inizia a sciuparsi; diamoci una mossa a trovare quella specie di equino col corno -.







(¹) Citazione dell'inizio del "Macbeth", Shakespeare: "When shall we three meet again, in thunder, lightning or in rain?"



E con questa sono a quattro storie che contengono nel titolo la parola "filo". Non so perché finisco sempre su questo termine, se vogliamo ricco di metafore... magari perché sono nipote di una sarta, chi lo sa.
Comunque sia, questa storia si è classificata prima al contest "Era un Sogno" di Fabi_Fabi, dove dovevo prendere spunto da questa frase: "Se il sogno muore, che ne sarà del sognatore? E se muore il sognatore, che ne sarà del sogno...?" di Arthur B. Chandler. Inoltre dovevo inserire le parole: gatto, corvo, fuoco, occhi, tempesta e ombra.
Si è inoltre classificata seconda al contest "Mondi Paralleli" di Red Diablo e Kiki: qui si doveva ambientare la storia in un universo alternativo a scelta, e io ho optato per il Mondo Fantasy.
Anche se alla voce "Personaggi" c'è scritto "Un po' tutti", metto le mani avanti e vi dico subito che in questa storia non ci sarà traccia di Makoto, Hotaru o Setsuna. Più che altro non mi servivano per i ruoli che avevo in mente, perciò spero non ne rimarrete troppo delusi. Ami stessa, in realtà, non viene nominata più di tanto.

Questa fic trae spunto da una leggenda medievale (vedete la citazione in alto) secondo la quale, per catturare un unicorno, bisognava mandare una vergine- meglio se bambina- da sola in un bosco. Solo lei sarebbe riuscita ad ammansirlo, e in questo modo lo si sarebbe potuto catturare.
Ho poi aggiunto delle invenzioni mie, ovviamente, ma rimango dell'idea che nel realizzare la quarta serie di "Sailor Moon" si avesse bene in mente questa leggenda medievale occidentale...
   
 
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