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Autore: Deirdre_Alton    12/05/2011    4 recensioni
Galahad ripensa alla sua vita. Quando fu chiamato a Camelot da Re Artù e dovette abbandorare il monastero in cui è cresciuto, lontano dalla madre e dal padre che non gli hanno mai mostrato l'amore di cui aveva bisogno.
(Il titolo del racconto deriva da un pezzo dei Placebo "I'll Be Yours")
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bedivere, Mordred
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 35 >

Persi coscienza o più semplicemente mi addormentai sfinito, rannicchiato a terra, tenendo sempre la mano di Mordred.
Rinvenni sentendo la voce di Bors, stava parlando con Bedivere. Non riuscivo a comprendere le loro parole, arrivavano a fatica nella mia testa. I corvi gracchiavano, c'erano dei movimenti sul campo, forse stavano spostando i caduti. Guardai il cielo limpido ed indifferente.
Convinci Bors e Bedivere a venire con te.
«Bedivere, c'è una barca, dobbiamo prenderla e andare via. Non c'è più nulla per noi qui.»
«Si è ripreso» disse con cautela Bedivere. Il suo volto preoccupato entrò nel mio campo visivo.
«Vorrei portarlo sul mare, le onde gli ricorderanno la sua casa, i gabbiani lo culleranno durante il viaggio», mi voltai verso Mordred, respirava in modo così flebile.
Era vivo e tutto sarebbe andato bene.
Bedivere mi accarezzò la testa, come una padre accarezza l'amato figlio.
«Galahad, spostarlo gli recherà solo dolore, perchè non lasci…»
«No! Ti prego Bedivere, vai alla barca e chiedi, scongiura, prega, minaccia... ma fatti dare quella barca. Andremo verso il mare seguendo il fiume a valle.»
Lui guardò Bors che gli restituì uno sguardo distante. Bedivere andò verso la riva.
vRimasi in silenzio per un po' studiando Bors seduto a terra, si teneva le ginocchia con le mani, sembrava un ragazzino sperduto.
Il sole iniziava a calare, mi misi a sedere anch'io, mi tolsi il mantello e coprii Mordred sperando che gli desse un po' di calore. Senza togliere gli occhi da lui parlai con Bors.
«Galessin?»
«Era con... Lancillotto», la sua voce si spezzò, «è caduto per cercare di salvare Melou.»
Avevo un groppo in gola.
«Che cosa è successo Bors?» ero svuotato e mi sentivo colpevole senza nemmeno sapere cos'era stata la causa di quello che avevo davanti gli occhi. Bors si passò una manica sul viso e mi raccontò tutto. «In questi mesi in cui sei stato via, più di un anno... ah Mordred... scusami, questo non ha importanza. Lo scorso settembre Artù fu chiamato da Re Hoel nella Gallia per dei problemi avuti sui confini... c'era chi avanzava delle pretese sui suoi territori. Si sapeva già che ci sarebbe stata battaglia. Lancillotto partì con il Sommo Re. Mordred fu nominato Vice Re, rimase a Camelot. Il Principe dimostrò le sue capacità, si comportò in maniera encomiabile.
In Gallia, durante gli scontri Artù fu dato per disperso. Giunse un corriere ufficiale a Camelot con la notizia che il Re era morto. Fu aperto il lascito testamentario, Artù riconosceva ufficialmente Mordred come proprio figlio. Il Duca Costantino era estromesso dalla linea di successione. Puoi immaginare Costantino», lo maledisse a voce bassa, «scusami. Costantino non riconobbe Mordred come successore. Ormai eravamo certi di doverci preparare ad una guerra con lui, il Duca mise anche delle voci in giro su Mordred e... » deglutì, incapace di continuare.
«La Regina» terminai io.
Lui annuì. «Quel bastardo! In realtà era Costantino a volere la Regina Ginevra per sé. Tuo padre rientrò a Camelot, ci disse che aveva perso le tracce del Sommo Re durante uno scontro in Gallia... lì la guerra era vinta ma... non aveva trovato il corpo di Artù. Lancillotto sembrava non fidarsi di Mordred, Bedivere cercò di tranquillizzarlo, in parte ci riuscì.
Artù non era morto, era stato tratto in salvo da pochi uomini, con lui c'erano anche Gawain e Gareth, ci misero del tempo per trovare una nave e salpare verso casa. Ci fu una stramaledetta tempesta. La nave affondò, si salvarono in poco più della metà. Gareth non fu trovato. Il destino... infame», imprecò, «volle che arrivassero sulla costa della Cornovaglia... dal Duca Costantino. Lui parlò con la sua lingua avvelenata, disse delle cose spregevoli su Mordred... che aveva preso la Regina con la forza ed altre mille falsità. Gawain non gli credette, è stato lui a raccontarmi tutto questo... l'ho trovato qui sul campo.» Si asciugò gli occhi. «Artù era troppo confuso e stanco per sapere cosa fare. Gli uomini di Costantino non fecero che alimentare le maldicenze. Si decise per un incontro: Mordred, Artù e Costantino. Mordred diede ordine a Lancillotto di portare al sicuro la Regina, il figlio di Artù ed i suoi.» Fece una lunga pausa ed io pensai a Galessin. Non l0 avevo nemmeno salutato prima di partire e lui aveva dato la sua vita per cercare di salvare la figlia di Mordred.
«Posso dirti quello che vidi da lontano. Al centro del campo, il Sommo Re, suo figlio ed il Duca, disarmati. Artù e Mordred parlarono, Costantino si intrometteva, ma il Re lo zittiva. Stavano per abbracciarsi, tutto sarebbe andato al suo posto... Il Duca, che Dio lo maledica in eterno, tirò fuori un pugnale e colpì al petto Mordred. Il pugnale scintillò potente al sole, quello parve ai soldati da ambo le parti il segnale per l'inizio dello scontro. Fu... una follia incontrollabile.» Non aveva più voce.
«Artù e Mordred?» chiesi, anche se dubitai che potesse sapere chi fosse stato a ferirli.
«Si sono colpiti a vicenda.» Era stato Bedivere a parlare, era tornato, vedevo dietro di lui sul molo alcuni uomini preparare una barca per partire.
Lo guardai sbattendo le palpebre. «Cosa?» chiesi incredulo.
«Non te lo so spiegare... li ho visti... forse nella follia della lotta non si sono riconosciuti.»
Bedivere mi spiegò che aveva convinto alcuni soldati a prendere quella barca, non si sapeva di chi fosse, era in buono stato, ci avrebbe portato senza problemi lontano da lì.
Il capitano era deciso a venire con me. Bors sembrava di sasso, fissava l'erba. Lo scossi più volte.
«Non c'è motivo per andare via, non c'è motivo per vivere ormai.» I suoi occhi erano rossi ma asciutti.
«E se il motivo fosse di fare un ultimo favore a me, Bors?» si alzò, guardò Mordred e ci disse che dovevamo preparare una barella.
Dopo aver caricato Mordred rimasi ad ascoltare il suo respiro, ora affannato e gorgogliante. Partimmo. Pregai che arrivasse almeno al mare, per sentire il profumo della salsedine.
Al porto alla foce del fiume incaricai Bedivere di trovare una nave che ci desse un passaggio verso il continente, lui non mi chiese nulla, deciso forse ad accontentare un povero pazzo quale ero diventato.
Salpammo la mattina seguente, grazie alla marea favorevole, Mordred non si riprese più.
Spirò dopo che avevamo percorso poche miglia.
Se n'era andato sulle onde... Mordred, Medraut... venuto dal mare.
Non avevo più lacrime, le avevo versate tutte su quel campo di morte, rimasi per tutto il tempo con la testa sulla sua spalla singhiozzando come un bambino. Ma le lacrime erano finite e mi sentivo soffocare.
Sapevo dove volevo andare, avevo sentito parlare di un isolotto, Monte Beleno, su cui gli antichi druidi veneravano il sole. Ovvero Dio, il mio Dio. Era un posto perfetto per Mordred... la marea saliva e scendeva veloce e l'isola diventava accessibile o irraggiungibile in base al volere dell'acqua.
Gettammo l'ancora e scendemmo su di una barchetta a remi, solo io, Mordred, Bedivere e Bors. Sull'isola trovammo un anziano eremita che ci accolse con gratitudine, lui era troppo anziano ormai, presto avrebbe lasciato questo mondo. Era felice che Dio gli avesse mandato dei giovani a pregare al suo posto. Ci ospitò nella sua comoda capanna.
Sulla cima del monte dell'isola c'era un piccolo cerchio di pietre, circondato da un incredibile intrico di alberi, le cui fronde s'incrociavano fino a coprire completamente il cielo.
Scavai da solo la terra, lavai il corpo di Mordred, lo baciai sulle fredde labbra, lo deposi.
Stavo per coprirlo quando Bors e Bedivere mi raggiunsero. Bors mi pose uno fagotto. Solo prendendolo in mano lo riconobbi. Pensavo di averlo dimenticato vicino al lago.
«Devi avere più cura delle Sacre Reliquie, Galahad» disse lui con un mezzo sorriso.
Misi il Graal o quello che lo era stato, ai piedi di Mordred. Pensai che avrebbe gradito il dono, con una delle sue rare risate.
Lo coprimmo.
***
E' passato un anno meno un giorno da quando ho sepolto Mordred. Sono venuto qui tutti i giorni a pregare, portare un fiore, parlare con lui.
Domani è il primo di maggio.
Sono seduto di fianco e lui, la luce del sole che filtra attraverso le fronde crea dei bellissimi giochi di ombre sulle pietre.
«Sei stato crudele ad andartene via. Lo so, l'hai fatto per punirmi, perchè sono partito a cercare il Graal e ti ho abbandonato. Perdonami Mordred.»
E' pieno giorno, eppure sento freddo, il sole è alto eppure la vista mi si oscura.
Mordred!
Una speranza fu guizzare il mio cuore.
Sto arrivando da te.

FINE

Note: La questione della “vipera a Camlann” non mi piace, quindi ho optato per una vipera un po' più grossa e con sembianze umane, alias Costatino.
Monte Beleno è l'antico nome di Mont Saint-Michel, fu sede di riti druidici ed eremo per cristiani.
Galahad dopo aver trovato il Graal, ne conosce e vede i misteri ed è destinato a morire. Sarebbe stato meglio che non fosse mai partito.
Il Graal deposto ai piedi di Mordred è una citazione di Jaqueline Carey (il teschio posto ai piedi di Dorelei, Kushiel's Justice).
Grazie infinite a chi ha seguito e letto questo racconto, spero che vi sia piaciuto almeno un pochino. E' stato scritto molto di getto, spero che non ci siano incongruenze e se ce ne sono, anche dal punto di vista arturiano sono dovute alla mia conoscenza non troppo vasta delle leggende. Un grazie particolare a Ailinon, SakiJune e IceWarrior *_*

   
 
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