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Autore: Cee4    12/05/2011    2 recensioni
Innamorarsi di una rockstar: niente di più banale. Un viaggio atteso, un' amicizia partita da 'Butterflies and Hurricanes' e, ovviamente, i Muse e il loro universo al gran completo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Ciao malata ”.                                                                                                                                                                                   

“ Ehilà psicopatica. Davvero un bel modo di salutare la tua migliore amica che fa i salti mortali per potersi connettere e parlare con te, anche se solo attraverso la webcam ” .                                                                                                

“ Ma quali salti mortali se usi internet a scrocco, all’insaputa dei tuoi vicini tra l’altro”.                                                                                 

“ Da un certo punto di vista potresti anche avere ragione cara la mia Bea, ma, essendo una povera studentessa fuori sede, devo risparmiare  per l’affitto, le bollette, i libri e … il prossimo concerto ”,  le rispondo,  guardandola con sguardo innocente.                                                                                                                    

“ Non guardarmi così, sai che con me non funziona ”.

Già con lei non ha mai funzionato quella espressione che ho imparato ad adottare in alcune situazioni di estrema necessità.  Testa appena appena inclinata da un lato, un accennato sorriso racchiuso da labbra leggermente umide e ,alla fine, occhi che chiedono  velatamente comprensione.                                                                     Una tecnica affinata col passare degli anni, dal chiedere perdono a mia madre perché a 5 anni e mezzo le avevo colorato la parete del salotto con i colori a cera a quando fingevo mi importasse davvero il parere dei professori del liceo. Quell’espressione dietro cui ho saputo nascondermi fin troppo bene, quell’espressione dietro cui solo pochi hanno saputo osservare.

“ Comunque quale concerto di grazia ” risponde Beatrice con tono ironico.

“ Lo sai quale, non fare la finta tonta ”.

“ Non so dico stai parlando Ali ”.

“ Ma  il prossimo di quelli. Si insomma, di quei tre  poveretti del Devon o giù di lì ”.

“ Per il prossimo credo dovremo aspettare  un bel po’ ” , mi risponde seriosamente.

“ E’ qui che ti sbagli. Sono sicura che entro l’anno faranno un concerto in Inghilterra al quale noi andremo ”.

“ Con quali soldi? ”.

“ Ho già pensato a tutto, non preoccuparti ”.

“ E’ proprio di questo che mi preoccupo. Conoscendoti…”

“ Per tua informazione non sono stata io quella che si è sentita male il giorno prima del concerto a Milano”, le dico sapendo di smuovere il suo orgoglio

“ Potevi andarci benissimo da sola. Vogliamo parlare della possibilità di avere biglietti gratis a Bologna. Chi ha declinato l’invito per colpa di quella specie di cretino che si portava appresso come boyfriend o quasi?”, mi secca lei.

“ Per Bologna hai ragione, ma per Milano dovevamo essere noi due insieme al concerto”.

“Alice ti rendi conto che stiamo discutendo su un concerto che molto probabilmente avverrà solo nella tua testa contorta”.

“ Si lo so, mamma Bea ”.

“ Brava bambina. Non fare i capricci”.

“ Va bene. Senti devo andare a comprare i libri. Ci sentiamo domani , ok? A proposito, scusami se ogni tanto dò di matto”

“ Ogni tanto? Ormai c’ho fatto l’abitudine. Ciao. A domani”

 

 

 

Dall’altro lato del pianeta , in una altro emisfero, in un posto  imprecisato del Sud America…

“ Muovetevi. Tra dieci minuti dobbiamo stare allo stadio per le prove” prorompe Chris spalancando la porta della stanza d’albergo. Matthew e Dominic sono seduti l’uno di fronte all’altro su delle poltrone di color rosso porpora.

Matthew ha la schiena piegata  in avanti, gomiti poggiati sulle ginocchia e ha tra le mani un nuovo giocattolo tecnologico.

Dominic, invece, è seduto sul bracciolo della poltrona con le gambe penzoloni e la testa rivolta verso il soffitto proprio come un bambino che attende che smetta di piovere per andare fuori a giocare.

Il moro e il biondo si girano distrattamente verso Chris  e continuano come se lui non fosse mai entrato.

Dopo 5 secondi esatti, Matt scoppia a ridere.  

Dom si alza di scatto e proclama a gran voce: “ Ho vinto caro mio, stasera ti tocca”. Chris, esterrefatto di come non sia cambiato niente rispetto a quando è iniziato tutto, dice seriosamente : “ Ma che cavolo combinate? Mi avete sentito? Non vi posso lasciare un attimo soli che perdete quel poco di maturità acquisita”.

Dom va incontro a Chris, lo abbraccia e, tirandogli un pizzicotto alla guancia, gli dice:“ Eh bravo, Chris con l’età stai diventando pure saggio”.

Chris si allontana, incrocia le braccia, guarda prima Dom e poi Matt: “ Per forza, voi due siete i soliti cretini. L’ultima vostra trovata è il gioco del silenzio!”.

Matt ride e si alza,  prende dal tavolino di vetro lì vicino  una bottiglietta d’acqua , fa per bere.

“Resta il fatto che io ho vinto” dichiara Dom e, indicando con il dito Matt, “ e ora tu paghi la scommessa”.

“Ovvero?” pronuncia il cantante preparandosi per uscire.

“Ovvero mangerai quel coso dal nome impronunciabile che ci voleva offrire ieri il proprietario del ristorante. Tutto questo senza lamentarti”.

“Sono un uomo di parola io. Con chi credi di parlare Howard? Da domani, però, niente scommesse cretine perché arriva Kate. Perciò, caro mio, cercati qualcun altro da torturare”.

Dom, mentre Matt pronuncia queste parole, scosta le tende velate della  finestra e vede un gruppo di ragazze che non aspettano altro che poter avere un autografo o, magari, una fotografia con i propri idoli.

“Non preoccuparti Bells. Troverò un altro passatempo”.

Il povero Chris spazientito prende entrambi per il collo. “ Devo proprio usare le maniere forti con voi due. Andiamo che ci aspettano. Dom, mi raccomando non combinare casini ormai hai una certa età”.

Il batterista esce per primo dalla stanza e dice acidamente: “Senti chi parla. Io almeno mi tengo in forma”.

Nella stanza non c’è più nessuno e, intanto, si sentono delle voci urlare da fuori albergo una sola parola…Muse.

Precisazioni: alcuni personaggi  e alcune circostanze sono veri. Ciò che c’è scritto non è reale, ma assolutamente frutto di un patto sconsiderato e di una mente contorta.  È la mia prima fanfiction, quindi, sono ben accette le critiche.

 

 

 

 

   
 
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