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Autore: Charly_92    12/05/2011    3 recensioni
La mia prima Klaine, una serie di "fotografie" della storia d'amore tra questi 2 stupendi personaggi. (episodi 2x16, 2x18 e 2x20 SPOILER!!!) Spero che vi piaccia e che commentiate! Grazie!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"We were only waiting for this moment to arise."

1. "Blackbird singing in the dead of night."

Se gliel'avessero detto solo qualche ora prima, Kurt non ci avrebbe creduto.
Solo qualche ora prima, Blaine era il ragazzo bellissimo, gentile, divertente e sicuro di sè di sempre.
E Kurt era, come sempre, pazzamente innamorato di lui.
Passavano molto tempo insieme, questo sì.
Erano buoni amici, ma nulla di più. Fino a quello stesso giorno.
"Tu mi commuovi, Kurt."
Così aveva detto Blaine, perdendo per un attimo la sua solita sicurezza, intrisa d'emozione.
Era così. Aveva sentito Kurt cantare "Blackbird" , sinceramente commosso per la morte di Pavarotti, e aveva capito.

Aveva capito di essere innamorato di quel ragazzo dai lineamenti gentili e la voce d'angelo.
Gliel'aveva detto, senza tanti giri di parole, forte di quel calore che pareva esplodergli nel petto.
Poi si era avvicinato per baciarlo.

E Kurt non avrebbe potuto desiderare nient'altro di così bello.
Tante notti Blaine aveva popolato i suoi sogni, tante volte l'aveva visto sorridere, cantare per lui, per poi avvicinarsi e baciarlo, confessandogli il suo amore. Poi si svegliava nel suo letto, solo.
Deluso, cercava di riaddormentarsi immediatamente per riaggrapparsi a quel sogno così vivido da sembrare reale.

Questa volta non c'era bisogno. Quella era la pura, meravigliosa realtà.
E Kurt temette per un attimo che il suo cuore si fermasse come quello di Pavarotti, di morire per quella gioia ed emozione inesauribile che lo invadeva.

Avevano duettato alle provinciali e avevano perso. Ma non era importante.
Il piccolo merlo aveva trovato un nido tutto per se'.
Non sarebbe più stato solo a cantare d'ora in poi, cercando un suo simile nel buio della notte. Non più.

Felice come mai si era sentito, Kurt strinse forte la mano che Blaine gli porgeva e insieme s'incamminarono, lascinadosi alle spalle la bara di Pavarotti.
Mai nessun canarino avrebbe potuto avere un funerale così dignitoso.
Così come il sole quel giorno non avrebbe potuto illuminare di più i volti già raggianti dei due ragazzi, splendenti nel loro amore appena sbocciato.

 

2. "Somewhere only we know."

Blaine osservava, tenendosi un po' disparte, il ritorno ufficiale di Kurt al McKinley.
Sapeva bene quanto a Kurt fossero sempre mancati i suoi compagni.
Una parte di lui avrebbe voluto tenerlo con sè, proteggerlo dai mille Karovsky che avrebbero potuto attaccarlo, deriderlo, fargli del male o anche solo offenderlo con le parole.
Ma non sopportava più di vederlo triste e nostalgico, di cercare invano di mandare via quell'ombra dal suo volto anche quando sorrideva.
Così si avvicinò, per dargli un degno saluto assieme agli Usignoli.
Cantava Blaine, con tutta la passione possibile, quella canzone che così bene esprimeva ciò che sentiva.
Quel poco di dolore che la separazione da Kurt gli provocava, svanì con quel suo stesso canto.

Sapeva che non poteva cambiare nulla. Ci sarebbe sempre stato un piccolo spazio solo per loro.
Lontano dal mondo, da tutto e da tutti.

E quando Kurt, con le lacrime agli occhi, si avvicinò e lo strinse forte a sè, dicendogli:
"Non ti dirò mai addio." Blaine comprese che non era tanto per dire.
Era la promessa di qualcosa di infinitamente più grande.
Una promessa che, lo sentiva, sarebbe stata mantenuta con lo stesso ardore da entrambi.
Nessun Karovsky avrebbe potuto impedirlo.

3. "Baby, I was born this way!"

Kurt si sentiva diverso. E sapeva perfettamente quale fosse la causa del suo cambiamento: Blaine.
Dal momento del loro primo bacio, quando ancora faceva parte degli Usignoli, per Kurt era come essere stato sbalzato su una giostra lanciata a tutta velocità da cui non aveva alcuna intenzione di scendere.

Blaine lo faceva sentire al riparo e allo stesso tempo sicuro di sè, di ciò che erano insieme.
Ogni piccola cosa era un'emozione che si espandeva dentro di lui: camminare mano nella mano, chiacchierare seduti da Starbucks, guardare le vetrine dei negozi d'alta moda, duettare davanti agli amici.
Ogni tanto si baciavano, ma sempre di nascosto da occhi indiscreti.
Blaine era ben più cauto nel manifestare apertamente il sentimento che li univa.
Kurt invece si conteneva, anche se a fatica.
L'amore che provava gli sembrava così immenso da doverlo urlare al mondo intero senza alcuna paura di essere giudicato. Da quando stava con Blaine, non aveva più paura. Anzi, dentro di lui cresceva l'orgoglio e la soddisfazione per quel coming out che tante volte aveva rimandato.
Ora era diverso. Se gliel'avessero chiesto, lui avrebbe risposto la verità con fierezza: sì, era gay.
Gay e pazzamente innamorato di un ragazzo meraviglioso.

Mentre faceva questi pensieri, indossò la maglietta per l'esibizione.
La scritta era chiara come la sua determinazione: "Gli piacciono i ragazzi."
Kurt avrebbe voluto tenersi quella frase addosso per sempre.
Lui era nato così. E, finalmente, era fiero di ciò che era e non avrebbe voluto cambiare, per nessuna ragione al mondo.

 

4. "Best Prom Queen ever!"

Blaine non aveva avuto il coraggio di dire ciò che sentiva in presenza di Finn e del padre del suo ragazzo.
Ma il suo cuore, quello no, non aveva intenzione di tacere.
Aveva fatto un balzo dentro al suo petto quando aveva visto Kurt vestito per il ballo della scuola.
E Blaine aveva dovuto fare uno sforzo immane per contenere quel sincero "Sei bellissimo" dentro la sua bocca.

Aveva paura, per lui, ma soprattutto per Kurt.
Si era convinto fin da subito di doverlo proteggere. Kurt era così puro, ingenuo e incapace di far del male, mentre il mondo intorno a loro sapeva essere terribilmente crudele.

Avrebbe preferito fare a meno del ballo, di sguardi indiscreti e rischiosi incontri.
Ma la voce di Kurt tradiva il grande desiderio di passare quella serata così speciale per un liceale al suo fianco. Rinunciarci lo avrebbe fatto soffrire.

Così, quando dovette correre dietro a Kurt che si allontava in lacrime dal salone, Blaine sentì di aver fallito. Non era riuscito a proteggerlo dalla cattiveria altrui.
L'avevano nominato malignamente "reginetta del ballo".
E Kurt ora singhiozzava, umiliato e ferito, mentre Blaine lo guardava impotente.
Era pronto a riportarlo a casa, al sicuro, con lui.
Ma, improvvisamente, l'espressione sul volto di Kurt era cambiata.
Ci si leggeva una nuova determinazione.
Con coraggio, rientrò nel salone, pronto a farsi incoronare come una ragazza qualsiasi avrebbe tanto sognato.
"Roditi il fegato, Kate Middleton!" Disse, meritandosi l'applauso dell'intera sala.
Ed ecco che ballavano, al centro di quell'immensa palestra adibita a teatro di sogni adolescenziali per una sola sera, Kurt con tanto di coroncina e scettro.
Blaine lo osservò e gli sussurò all'orecchio una frase che fece ridere il piccolo Hummel.
"Sei la reginetta del ballo più bella che io abbia mai visto!"

Ma dietro al tono scherzoso dell'affermazione si nascondeva il sincero amore che Blaine provava per lui.
Il suo sensibile, tenero, determinato e coraggioso Kurt.

  
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