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Autore: Slits    15/05/2011    1 recensioni
« Decisamente non sono omosessuale » disse Nakatsu Shuici mentre cercava di sistemarsi il reggiseno in una maniera, se non proprio comoda, per lo meno decente.
L'efficacia di una sperimentazione sta nel riscontrare nella realtà gli stessi risultati ottenuti nella teoria. O no?
[Hanazakari no Kimitachi e] [!Live Action]
[Nakatsu-centric] [!Soft Shonen]
[Introspettivo]
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sperimentazioni [Quando un corpo immerso in un fluido]


- Decisamente non sono omosessuale – disse Nakatsu Shuici mentre cercava di sistemarsi il reggiseno in una maniera, se non proprio comoda, per lo meno decente.
Non gli importava sapere quello che faceva né se le voci che dal giorno della macchina della verità avevano incominciato a girare sul suo conto erano vere o false. Kayashima avrebbe potuto continuare a dormire in bagno fino alla fine dei tempi, per quello che lo riguardava. La cosa non gli importava granché.
Nakatsu Shuici voleva soltanto capire fino a che punto quelle nuove pulsioni sessuali sarebbero state parte integrante della sua vita. Senza inutili sotterfugi. Senza segreti.
Aveva semplicemente bisogno di sperimentare. Nient’altro.
Sperimentare. Una parola in grado di far tremare le ginocchia nel suo caso.
Prima di alzarsi, allacciò le dita sotto il mento e ripetè mentalmente la storia della sperimentazione con aria imperturbabile. Lasciò la propria camera augurandosi che fosse tutto così facile come autoconvincersi.

Attraversò il corridoio a passo marziale sotto lo sguardo vigile degli altri studenti. La porta della camera 205 se ne stava socchiusa, aperta a sufficienza da far filtrare a malapena uno spiraglio di luce. Nakatsu non ebbe bisogno di indagare oltre, sebbene le sue doti gliene dessero ampiamente la possibilità, per capire che Sano e Ashiya avevano di nuovo finito col litigare. Si ricordò che ogni volta che i due si azzuffavano, per il salto in alto o per gli appellativi che finivano col rilanciarsi l’un l’altro, Mizuki usciva dalla camera sbattendo la porta talmente forte che questa automaticamente si chiudeva e si riapriva.
A volte l’ex atleta si alzava dalla postazione su cui aveva scelto di passare l’ennesimo pomeriggio in stato catatonico e la richiudeva, per puro volere di costume. Il gesto si riduceva ad un rituale ormai assodato, che si concludeva puntualmente con la scelta del moro di battere in ritirata nel bagno della camera. Non ci voleva molto a immaginare che Sano Izumi anche quella volta aveva deciso di demolire l’ennesima muraglia di testosterone tirata su all’interno di una doccia grande poco più di un metro e larga meno di due.
Nakatsu percorse a grandi passi il perimetro della camera, mentre dal bagno la pistola della doccia continuava a sputacchiare pallottole su pallottole. Decise di non porsi ulteriori domande su quello che sembrava evidente.
Adesso, si trattava unicamente di sperimentare. Il discorso del resto a conti fatti aveva una sua logica.
Sano era un uomo. Un uomo anche piuttosto piacente nella fattispecie, a detta di parametri che lui non aveva mai compreso e mai meno come in quell’ultimo anno avrebbe voluto cercare di comprendere.
Ashiya, a dispetto della taratura di bambino di asilo, era un uomo a propria volta. Il ragionamento gli sembrò più lineare e giusto che mai. Se per l’uno sentiva le campane, alla vista dell’altro - in quello stato soprattutto - avrebbe dovuto sentire l’intera Sagrada Familia riecheggiare a festa.
Sì, il ragionamento non faceva una piega. Tutta quella farsa era in fin dei conti una semplice sperimentazione scientifica. Nient’altro. Lo avrebbe fatto per amor di scienza. Per far muovere un altro piccolo passo a quell'umanità a cui voleva così tanto bene.
Con quell'insignificante esperimento avrebbe semplicemente scoperto a quale parte ne avrebbe dovuto volere di più. Sano poi, che era pur sempre un suo amico, non avrebbe avuto niente da ridire. Anzi!, forse lo avrebbe perfino compreso.
Ma sì, ma sì.
Una pacca sulla spalla e via, tutto come prima.
- Sano, ti prego di perdonarmi! Ma questo lo devo alla scienza! -
Nakatsu spalancò la porta del bagno ed entrò nello stanzino con la determinazione di un bulldozer e la tremarella di un bambino. Sano Izumi rimase immobile per una discreta manciata di secondi ad accartocciare quello che rimaneva del flacone di shampoo, che in mano stava ormai diventando un tuttuno con il suo palmo. Per essere un uomo dal sangue freddo, a riaversi impiegò più tempo del necessario.
Forte di quell'inaspettata grazia, l’epifania ci mise relativamente poco a raggiungere il calciatore.
Il tempo di una nuova occhiata ai bassifondi soltanto.
- Non sono gay! Non è meraviglioso, ne Sano? -
Quando tornò con lo sguardo al viso dell’amico, una buona ventina di centimetri al di sopra di dove i suoi occhi si erano precedentemente posati, Nakatsu ostentava un’espressione ottimista e fissava poco oltre le mattonelle del bagno. Un vero peccato.
Da dove guardava, non poteva vedere Sano che pretendeva a gran voce di congratularsi con lui. Con una pacca, certo, ma non sulla spalla e no, non a palmo aperto.

Nakatsu Shuichi sopportò il colpo con il coraggio che accomuna tutti i veri uomini. Quelli integri, tutti d’un pezzo.
Che poi alla vista del sangue svenne sul pavimento della camera 205, beh, quello è un altro paio di maniche.

   
 
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