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Autore: emmevic    15/05/2011    5 recensioni
Cit. "Niisaaaan!" aveva gridato Sasuke con entusiasmo , "Niisaaaan!" aveva continuato a strillare dal soggiorno. "Niisan, Auguri!" aveva infine concluso il marmocchio, accostandosi alla porta della camera di Itachi e appoggiando l'orecchio alla porta.
Le grida di Sasuke rimbombavano ancora fra le mura della casa, ma dalla camera di Itachi non proveniva alcun rumore.
Sasuke sbuffò, che stesse ancora dormendo?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Ieri'
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Auguri



«Nii-saaaan!» gridò Sasuke con entusiasmo, «nii-saaaan!» continuò a strillare dal soggiorno, «nii-san, auguri!» concluse infine il marmocchio, accostandosi alla porta della camera di Itachi e appoggiando l'orecchio alla porta.
Le grida di Sasuke rimbombavano ancora fra le mura della casa, rimbalzando da parete a parete, ma dalla stanza di Itachi pareva non provenisse alcun rumore.

Il bambino sbuffò, che il fratellone stesse ancora dormendo?

Ma Itachi, lui non era affatto nel mondo dei sogni. Era desto, destissimo, peccato solo che il risveglio non fosse stato dei migliori ― le urla di Sasuke non preannunciavano mai nulla di buono, soprattutto quando erano urla di quel tipo; perchè quando strillava a quel modo l'adorabile mocciosetto era terribilmente pericoloso.

Era quindi sotto le proprie calde coperte, quando la consapevolezza che lui stesse arrivando colse Itachi di sorpresa. Quell'uragano fatto a bambino stava avanzando, ne era perfettamente conscio e, quando la minuta figura del fratellino aprì timorosamente la porta per poi, una volta preso coraggio, fiondarsi sul letto a tutta velocità, Itachi capì che per quella mattina aveva dormito a sufficienza.
Ciononostante lui ci provò, tentò di ignorare il dolce peso di Sasuke, che a quel punto gravava sul suo petto, ma il bambino non se ne andò né sparì magicamente.

Non voleva proprio lasciargli ancora qualche minuto di sonno e, dopo qualche secondo cominciò palpitante a saltargli (addirittura) addosso.
Svogliatamente, sollevandosi sulle braccia, allora il maggiore tentò di fermarlo, di bloccare quel catastrofico di Sasuke, ma quello, imperterrito, continuò a saltellare e non accennò minimamente a smettere.

«Grazie, otouto» bofonchiò quindi, con la bocca ancora impastata per il sonno.

«Ehi, nii-san!» e Sasuke smise di saltare sul letto e su di lui, «te la ricordi? Ti ricordi la promessa?» domandò sorridente.

«Promessa?»

Sasuke gonfiò le guance irritato. «Sì,» strillò, per poi aggiungere «la promessa!»

Itachi, assonnato, lo guardò e provò a ripensare agli ultimi dialoghi avuti con il marmocchio, ma non servì a niente. L'unica cosa che gli venne in mente fu la torta preparata da sua madre il giorno prima, quella che stava in soggiorno ad aspettare solo lui.

Giunse così alla constatazione che tutta la stanchezza accumulata durante le missioni doveva avergli di certo giocato brutti scherzi.

Ora nemmeno ricordava le cose, e quella promessa proprio non accennava a tornargli alla mente.

«Otouto» sospirò.

«Si?»

«Mi puoi rinfrescare la memoria?» chiese con calma.

«Ti sei dimenticato la mia promessa!» cominciò a lagnarsi Sasuke, capriccioso, voltando la testa di lato per protesta.
Itachi si portò una mano al capo, diplomatico.

«Sasuke, se mi dici la promessa, potrò mantenerla.»

Sasuke lo guardò, poi «No, non te lo dico!» affermò serio, «e, siccome l'hai dimenticata, farai quello che dico io per farti perdonare!» aggiunse poco dopo.
Itachi sorrise.

«Non ti sembra eccessivo, otouto?»

Il bambino scosse la testa e lui tentennò.


«E va bene, otouto. Farò come vuoi.»

«Un, due, tre...»

Dei passi frettolosi scandivano il tempo.

«Quattro, cinque, sei...»

«Nii-san, non spiare!» borbottò Sasuke.

«Sette, otto. Ehi, non vai a nasconderti? Nove, dieci...»

«Tanto non mi troverai mai!»

«Quarantasette, quarantotto, quarantanove, cinquanta» finì Itachi per poi gridare «arrivo!»

In tutta la casa non un rumore riecheggiava, nemmeno il ticchettio dell'orologio, ma per Itachi cogliere il lieve respiro affannato del fratellino non fu difficile.

«Chissà. Dove sarà mai finito il mio otouto?» chiese il maggiore alla casa; non ricevette alcuna risposta.

Sorrise.

Quando sentì uno scalpiccio provenire dal salotto, guardò fuori dalla finestra, Itachi, e si allontanò dalla postazione di conta.


Solamente quando sentì tana gridato vittoriosamente dal marmocchio, tornò sui suoi passi e, quando un Sasuke saltellante lo accolse gridando «ho vinto io! Ho vinto io!», rimase in silenzio, per poi esordire con un «bravo Sasuke, sei riuscito a battermi.»

Come avrebbe voluto che tutti i giorni fossero così: il più bel compleanno di sempre.

   
 
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