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Autore: Dhialya    16/05/2011    2 recensioni
Spin-off di "Narnia's Spirits". Una breve anteprima riguardante la Festa di cui avevo parlato e che tratterò anche nella long principale. Collegata alla storia principale perchè qui entra in gioco una nuova presenza che avrà a che fare con quella maschile presentata nel quarto capitolo.
Strinse la presa sul sassolino appena raccolto, mentre un'ennesima scossa d'irritazione e gelosia le annebbiava la mente al ricordo di due occhi grigi. Lo gettò nel liquido trasparente con un gesto seccato e rabbioso, mentre degli zampilli le bagnavano il volto, rigandolo di lacrime invisibili. Sorrise appena, tristemente e rassegnata mentre quello sprofondava fino a toccare il fondo. Il fondo, lei lo aveva già raggiunto pochi anni prima.
[Pairing: Edmund/Evelyn - Incesto!] [Altri generi: Slice of Life - Generale - Sentimentale]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
- Questa storia fa parte della serie 'The Spirits Within - The Just and the Sly special moments.'
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Narnia's Spirits
[Spin-off]


Water Heart














Sospirò, abbassando lo sguardo e distogliendolo dal suo volto riflesso nel vetro. Voltò le spalle all'oggetto che occupava un buon metro della parete totale e che in altezza la superava di almeno tre spanne buone.

Sospirò. Di nuovo.

Era almeno la quinta volta nel giro di pochi minuti che sospirava. Di che cosa nemmeno lei ne era a conoscenza precisamente. Sapeva che però quei sospiri erano un misto tra l'affranto e il sollevato, niente a che vedere con quelli emozionati delle dame che parlavano con colui che amavano.

Amavano.

Che potevano amare. A cui potevano rivelare ciò che provavano.
E con cui si sposavano, se la fortuna era dalla loro parte e i padri favorevoli all'unione.

Ogni volta che espirava rilassava le spalle, calmando il pulsare alle tempie e il battito agitato del cuore.

Dannato muscolo.

Perchè doveva correre così veloce senza motivo?


Motivo...

Una ragione invece c'era, e lo sapeva bene.
Era inutile nascondersi dietro un velo di falsità irreale e pronta a sgretolarsi al minimo tocco.

Quante volte aveva mentito perfino a se stessa?

Era stanca, stanca di portare quella maschera.


No, non è come sembra continuava a ripetersi.

Era stanca, di dover subire qualcosa che all'inizio non voleva.


Non è possibile, non è così si consolava, nonostante fosse proprio come doveva essere. L'amore è bello, qualcosa di unico e speciale le diceva la mamma, quando le chiedeva su lei e suo padre.

Mamma. Papà.

Ebbe un fremito al pensiero dei suoi genitori, mentre un singhiozzo mal trattenuto non poté fare a meno di uscire e risuonate tra le pareti della sua camera.
Chissà come stavano, nell'altro mondo… era da tanto, che non pensava a loro. I suoi fratelli non ne parlavano quasi più, nonostante all'inizio quei pensieri fossero comuni tra tutti loro. Era come se nel corso degli anni se ne fossero dimenticati…

Eve si portò una mano alla bocca, a lasciare che le dita le sfiorassero le labbra semichiuse, gli occhi improvvisamente sgranati, accorgendosi dei pensieri a cui era rivolta la sua mente. Li scacciò, scuotendo la testa.

Il mal di testa. Era il mal di testa, a fare brutti scherzi.

Sospirò. Nuovamente.

Strinse i pugni, irritata dalle sue stesse azioni, mentre la melodia della festa le arrivava alle orecchie attraverso la finestra aperta. Le persone dovevano divertirsi a quella specie di allegra riunione. Balli, cibarie, vivande… il parlottare dei nobili e le risatine delle dame. Oh si, lei odiava quelle cose. Le mal sopportava, perchè in pubblico c'era un'etichetta da seguire, almeno a grandi linee. E lei non sopportava dover sottostare a delle regole.

Ed inoltre… finiva con il soffrire sempre, a quelle feste.

Si portò le mani al petto, posandole l'una sull'altra quasi chiuse a pugno, cercando di trattenere ciò che restava del suo cuore. Chiuse gli occhi, mentre la scena le ripassava davanti. Nulla di grave se confrontato con altre cose ben peggiori, ma che a lei aveva aperto una nuova cicatrice.



***



-Peter, hai visto Edmund?- la voce di Evelyn gli arrivò alle orecchie, riscuotendolo dal suo stato di torpore. Il Pevensie aveva una coppa in mano e stava sorseggiando il liquido rosso all'interno, mentre vicino ad una vetrata della grande sala osservava lo svolgersi della festa. I musicisti suonavano ad un ritmo ballabile, e molte coppie al centro del salone avevano iniziato da poco una nuova danza.

Sembrava andare tutto bene, e i nobili si stavano divertendo, a vedere i loro volti.

Il Magnifico si girò verso la sorella, che si trovava a pochi passi da lui e le sorrise.

-L'ho perso di vista, mi spiace- le confessò, mentre la invitava a passeggiare per il bordo della sala, evitando i vari gruppi di aristocratici che parlottavano tra loro bonariamente o le dame che facevano le misteriose nascondendo i volti dietro i ventagli.


-C'è qualcosa che non va?- Peter si preoccupò di porre quella domanda ad Eve non appena l'aveva vista scrutare attenta intorno a loro.
La ragazza sussultò appena, mentre con un debole sorriso si girava verso il fratello.

-No. Ho solo un po' di dolore alle tempie, e tutto questo svolazzare di vestiti e colori non mi aiuta molto- proferì, stando attenta a non farsi sentire dagli invitati per non sembrare scortese.
I due scorsero Susan ballare con un nobile di Archen in mezzo al salone, mentre Lucy si divertiva con il signor. Tumnus dalla parte opposta alla loro.

-E perchè cerchi Edmund?- indagò Peter, mentre cambiava il calice vuoto con uno pieno grazie ad un servo che passò li vicino con un vassoio. Eve rifletté qualche attimo, prima di iniziare a parlare.

-E' lui quello bravo per gli infortuni, basti vedere le volte in cui ti rimette a posto il polso quando te lo sloghi e il medico non è nelle vicinanze- il Re annuì, intuendo -quindi magari poteva farmi un massaggio per il mal di testa, in modo da attutirlo- finì di spiegare, continuando a guardare per la sala o a terra.


-Si, non hai tutti i torti- si ritrovò a concordare il Pevensie, sorridendo appena.
Facevano male i rimedi di Edmund, però erano efficaci.

-Oh, eccolo- le disse, indicando con un cenno della testa la posizione del Giusto alla sorella. Quella alzò il volto da terra, curiosa, un lieve sorriso di riflesso. Questi le sparì subito dopo aver visualizzato la scena.

Edmund stava facendo il baciamano ad una dama, galante e con un mezzo sorriso, per poi invitarla a ballare.

Quella ragazzina… aveva circa diciannove anni, dei morbidi boccoli biondi raccolti in un'intricata acconciatura e due innocenti occhi di un caldo grigio sasso, diversi da quelli di Susan. Ed era li, a ballare con suo fratello perchè…

Perchè se tutto andava come doveva andare, si sarebbe sposata con Edmund entro l'anno.

Sposarsi. Entro l'anno. Con Edmund.

Mazzata.

Fu come ricevere un pugno in pieno stomaco, rivedere quella consapevolezza che aveva voluto cancellare quando gliela avevano accennata qualche tempo prima.


Evelyn ebbe un capogiro, mentre indietreggiava leggermente, barcollando, le gambe che non riusciva più a sentire. Non poteva staccare lo sguardo dalle mani intrecciate dei due, e i volteggi che in poco tempo avevano preso a fare per la sala, mischiandosi con gli altri invitati.

-Eve?-

I vestiti delle persone le sembravano della macchie di colore indefinite, il parlottare le arrivava ovattato e lontano, per poi rimbombarle nella testa come una bomba che esplode, la vista si stava facendo appannata e il fiato corto.

-Eve? Stai bene?- s'interessò Peter, vedendola improvvisamente pallida e con lo sguardo assente.

-S-si- mugugnò questa, riprendendosi, voltando il capo in un'altra direzione.


-Vedo che è impegnato- gelidamente fece quella constatazione, un sorriso nervoso che andava a sostituire il mordicchiare a sangue il labbro inferiore. Le mani le tremavano per la scossa di calore che era divampata dentro di lei, causata dalla rabbia, e un blocco allo stomaco le impediva di respirare appieno.

Sospirò chiudendo gli occhi, in un vano tentativo di calmarsi.

-Se non ti dispiace mi ritiro, non mi sento bene- proferì, contraddicendo la risposta affermativa di pochi istanti prima.


Aveva voglia di urlare. Urlare, battere i piedi per terra fino alla nausea, strapparsi i capelli, fare una scenata isterica per scaricarsi. Prendere qualcosa per romperlo in mille pezzi, o incidersi a sangue la carne per attutire il dolore che sentiva al cuore.

-Ma certo- il Magnifico acconsentì, sorridendole comprensivo e ricambiato per un minimo. Evelyn si avviò poi a testa bassa fuori dalla sala, il passo accelerato e il respiro affannoso.

Aveva bisogno d'aria.

Non riusciva a piangere, gli occhi invece di essere lucidi erano secchi, bruciavano per quello. Aveva una voglia matta di sciogliere quel nodo che le stava salendo in gola, e che sentiva essere vicino allo scoppiare come non mai.

Di nuovo.

Rotto.


Un'altra volta.


Aveva sentito distintamente il suo cuore fare Crack.
Nuovamente.



***



Fortunatamente aveva trovato una scusa per andarsene. Quando poi era tornata in camera sua si era appoggiata alla porta appena chiusa, lasciandosi scivolare fino a toccare il pavimento.

E tutto il nodo che prima l'aveva assalita, quella voglia matta di sfogarsi con qualcosa o se stessa era scemata via, lasciandola li, rannicchiata, con le gambe e le braccia improvvisamente deboli, come se avesse lavorato per giorni.


Tornò nuovamente ad osservare il suo riflesso, senza un pensiero preciso, come poco prima stava facendo.

Aria.

Il bisogno del suo elemento si fece sentire nuovamente.

Aria.

Senza pensarci uscì in giardino, incontrando per i corridoi di Cair Paravel solo qualche fauno di vedetta. Raggiunse la fontana a più piani che spiccava al centro dello spiazzo verde, l'acqua che trasudava magia tanto da sembrare viva. Evelyn si sedette sul bordo di cemento, strappando leggermente l'orlo del vestito azzurro per il movimento brusco di voler accavallare le gambe.

Maledizione.

Possibile che non gliene andasse bene una, quel giorno?


Si rese conto di aver raggiunto l'esterno in pochi minuti, il suo corpo si era mosso da solo tra le varie stanze e porte. Era scattato nella sua stanza, dandole l'impulso di seguire il suo istinto. E si era lasciata dietro la festa, la musica, il ricordo di quel momento e tutto ciò che seguiva.

Un pesce saltò fuori dall'acqua per un salto, creando dei piccoli schizzi di liquido trasparente che sfiorarono la guancia di Evelyn, riportandola al presente.

Lacrime?

Lei scosse la testa, rassegnata, mordicchiandosi un'unghia con fare nervoso. Non aveva più lacrime da versare. Era stanca anche di fare quello.

Però... però non funzionava.

Non stava funzionando, osservare la superficie liscia dell'acqua. Non la calmava.

Si alzò di scatto, la sua mente che s'illuminava di un pensiero, tutto ciò che l'aveva assalita che premeva per tornare.

Ferma.

Come l'acqua, calma e immobile, doveva restare indifferente. Apparentemente ferma, anche se sotto era un tumulto di emozioni.


Voltò le spalle alla grande fontana, pronta per tornare dentro con la posatezza di sempre, come il pelo dell'acqua apparentemente immobile. Dopo pochi passi si fermò, si chinò e raccolse un sassolino da terra. Se lo rigirò tra le mani, osservandolo e tastando la sua superficie liscia, studiando la forma circolare. Strinse la presa, mentre un'ennesima scossa d'irritazione e gelosia le annebbiava la mente al ricordo di due occhi grigi.

Dannazione.

Lo gettò nel liquido trasparente davanti a lei con un gesto seccato e rabbioso, mentre degli zampilli le bagnavano il volto, rigandolo di lacrime invisibili. Sorrise appena, tristemente e rassegnata mentre quello sprofondava fino a toccare il fondo.

Il fondo, lei lo aveva già raggiunto pochi anni prima.

Onde e cerchi concentrici regnavano sovrani sulla superficie trasparente. Il pelo dell'acqua ora increspato e in tumulto esprimeva perfettamente ciò che provava il suo cuore.

















































































***Ci sono riuscita! *Esaltata* Sono riuscita finalmente a pubblicare la shot di cui avevo parlato! *Stra-esaltata della cosa* Ok, passo a spiegare un paio di cosette, prima che voi mi uccidiate giusto per qualche elemento presente qui ^^' *Opsss*
Evelyn: le reazioni che ha Eve sono molto sentite e impulsive, come si può notare. Sono quelle che solitamente si hanno in queste situazioni, quindi abbastanza naturali, se così vogliamo definirle. E sono quasi completamente diverse da come invece le conosciamo nella long effettiva insieme ai suoi pensieri. Questo perchè qui era "agli inizi", nella storia principale invece ha già "accettato" la cosa. Vediamo, come dire... non è che lei in Spirits è innamorata di Edmund perchè ormai lo è. Lo è, però si è in qualche modo rassegnata che davanti ha un muro e basta. Qui invece, agli inizi, cercava di aggirarlo, l'ostacolo.
Non perchè non è innamorata di Edmund o non vuole esserlo, ma perchè spera in qualche modo di uscirne, diciamo.
Poooiii: Il matrimoio di Edmund. Il Matrimonio di Edmund. *Ghigna sadica* Quanto adoro torturare i miei personaggi... ovviamente, come si sarà capito da Spirits, non ci sarà nessun matrimonio. Però, però, però, la nuova conoscenza maschile del capitolo "I ricordi che aleggiano tra le rovine" e questa ragazzina qui - di cui non sapete il nome, sia suo che dell'altro, mi piace farli rimanere nel mistero xD - , sono collegati. O meglio, si collegheranno, ma non voglio dirvi altro. U.U
Poi? Ah, si: credo si sarà capito il paragone dell'acqua con Eve, il suo comportamento e ciò che prova il suo cuore, quindi evito - ma se avete domande nessun problema -.
Vi ringrazio per aver letto, e ringrazio anche chi segue le altre mie storie o legge i miei scleri. Grazie mille <3
Ci sentiamo con Spirits, spero il più presto possibile ^^
D
   
 
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