Le gambe di Chuck, che si erano fermate per qualche istante, si mossero da sole ed iniziarono a correre all'impazzata, il cervello completamente in black-out e il cuore che correva all'impazzata peggio di un treno ad alta velocità. Un paio di volte rischiò che un'auto lo investisse in pieno, ma fortunatamente gli autisti ebbero il sangue freddo di frenare appena in tempo; questo però non fermò assolutamente la corsa di Chuck, mentre sirene della polizia sfrecciavano verso l'incrocio.
"BLAIR!!" : quando aprì la portiera posteriore, Blair era rannicchiata su essi in posizione quasi fetale,e tremava come una foglia, "Blair,stai bene?? Ti prego rispondimi!"
La giovane non sapeva più dove fosse, o meglio, forse non voleva proprio ricordarselo. Riusciva soltanto a sentire il suo cuore che,per quanto aveva battuto forte negli ultimi secondi, adesso sembrava quasi non battere affatto. Sentiva il proprio corpo immobile, inerme, paralizzato dalla paura e dal dolore. Fu la SUA voce a riportarla alla realtà. A spingerla ad alzare lo sguardo: e appena lo fece, vide il Suo pieno di lacrime e colmo di angoscia.
"Chuck...", poi si voltò indietro "Papà..? Papà!"
Blair sentì le Sue braccia afferrare dolcemente le proprie braccia, mentre il suo sguardo era fisso sul padre semi accasciato su di lei, senza dare il minimo segno di Vita: il suo cuore iniziò di nuovo a battere ma dal terrore. Mentre Chuck la tirava fuori dall'auto, mentre lei cercava disperatamente di portare fuori con se' pure il padre, la testa della ragazza iniziò a girare vorticosamente. Per pochi secondi.
"Blair. Blair, guardami! Hanno chiamato l'Ambulanza, arriverà a momenti. Calmati. Andrà tutto bene."
Lei lo guardò veramente negli occhi in quell''esatto momento, e le sue mani indugiarono sopra al suo viso, mentre tremanti lo carezzavano con dolcezza accennando un sorriso: in quei pochi secondi che aveva passato in quel Taxi, aveva temuto di non vederlo mai più ed ora, eccolo lì, davanti a lei che la teneva fra le braccia.
"Chuck. Sei qui..."
"Sì, sì sono qui Blair. Non ti lascio.", disse lui sorridendo tra le lacrime, " Non ti lascio, stai tranquilla."
"O mio Dio..."
Chuck alzò lo sguardo e vide tre ragazzi più piccoli di lui, fissare l'incidente e il TAXI sconvolto e in lacrime, con le mani tra i capelli. Erano scesi dalla Berlina.
"Che cosa avevate in mente?!";gridò, " Volevate forse provare... il brivido nel passare un incrocio senza rispettare il semaforo??! Complimenti. Guardate che cosa ha causato la vostra bravata! Vi ritenete soddisfatti spero!"
"No... No!! Non volevamo questo!"
Blair li guardò furiosa.
"Se a mio padre succede qualcosa... state certi che verrò a cercarvi personalmente!!", urlò.
"Blair. Sht, calmati."
Quando sentì le sue mani carezzarle i capelli con tenerezza, non ci fu più nient'altro a cui pensare. Niente che contasse davvero. I suoi occhi incrociarono di nuovo i suoi, un solo istante e bastò:la sua mente fece tabula rasa, i rumori attorno erano lontanissimi: c'erano soltanto loro. In un Tempo sospeso. Era il momento di parlare, era il momento di dirgli ciò che aveva dentro, poteva non esserci altra occasione, sarebbe potuto andare via, appena arrivata l'Ambulanza avrebbe potuto alzarsi da lì e andarsene via.
"Chuck. Chuck, devi ascoltarmi."
"Non adesso, Blair. Devi prima farti vedere dai medici.", disse lui, "Non devi agitarti. Sta' calma. Ti prometto che dopo parleremo."
Lei scosse la testa.
"No! No, no non posso aspettare. Non più. Io...",lo guardò negli occhi fra le lacrime e i singhiozzi ,"Ho sbagliato tutto quanto, Chuck. Tutto. Ho buttato via tutto quanto per... Niente! Sono stata una vera idiota,non avevo capito... niente! Non me ne sono andata per la ragione che ti ho detto, Chuck. L'ho fatto... per paura. Paura di essere finalmente al posto giusto, con la persona giusta, e... Quando sono arrivata a Parigi, e ho conosciuto Louis"
"Ti prego, non"
"No, no ascoltami. Ho capito immediatamente che con lui... non potevo essere felice. Sono andata via per ritrovare me stessa, ma... La verità è .... che non lo ero più. Non potrò MAI essere Blair Waldorf senza Chuck Bass."
Nello stesso istante in cui gli disse quelle parole, il cuore di Chuck prese a battere come da TROPPO Tempo non batteva: stava battendo per Amore. Quell' Amore che non aveva mai provato per nessun'altra, che non fosse lei.
"Ho... finto per mesi, Blair. Di poter stare lontano da te, di poter ...amare qualcun'altra ma... La verità é che semplicemente ... non posso. Amare qualcun'altra e' una cosa impensabile.", disse, "Sei tutto ciò di cui ho bisogno, tutto ciò che voglio. Sei la donna che voglio al mio fianco.", poi sospirò, "Ma so perfettamente che ora tu stai con"
Blair sorrise.
" Non l'hai ancora capito? Ho lasciato Louis. Per tornare da te... se tu"
Le sirene dell'Ambulanza che si faceva strada fino all'incrocio, le bloccarono le parole in gola, e fu allora che si ricordò di non essere sola in quel Taxi: si voltò verso la vettura, da cui due medici stavano tirando fuori suo padre sopra una barella.
"Papà!! Papà!"
" Signorina, deve venire anche lei. Dobbiamo fare degli accertamenti.", disse un Medico, "Qualcuno può venire assie "
"Io."
Blair sentì la sua mano avvolta in un'altra, calda, forte ma dolce, e sorrise mentre il suo cuore esplodeva di gioia. E seguì il medico dentro l' Ambulanza, dove si fece mettere seduta su di una specie di sedia e le fu messa un'agocanula. Mentre Chuck si sedeva accanto a lei ,e il padre di lei veniva steso sopra un lettino.
"Chuck..."
"Sono qui, amore, sono qui.", rispose stringendole la mano.
"Chuck io"
All'improvviso sentì il suo cuore diminuire i battiti, sentì la testa girare in modo vorticoso e un lieve senso di nausea pervaderla, chiese più ossigeno ma non riusciva a parlare, e allora provò a stringere invano la mano di Chuck. O forse non invano. Perché lui capì che qualcosa non andava, non staccava gli occhi da lei da quando erano saliti.
"Blair?"
Soltanto in quel momento il Medico notò che qualcosa non andava, e si avvicinò a lei.
"Sta sudando freddo. Terence, ci serve l'ossigeno.", disse, "La ragazza sta perdendo conoscenza."
Sentì i suoi occhi chiudersi lentamente, vide lo sguardo angosciato e allarmato di Chuck e voleva restare sveglia, voleva rassicurarlo, dirgli che andava tutto bene, che era soltanto un malore passeggero che non sarebbe svenuta. Ma era troppo tardi, i suoi occhi si chiusero e tutto ciò che ricordò fu il grido di Chuck.
"Blair!!"
"Stia tranquillo, signor Bass.", disse il paramedico mettendole la maschera di Ossigeno, "E' normale, ha avuto un orrendo trauma emotivo, il suo corpo sta soltanto reagendo. La sua mente sta solamente reagendo per autodifendersi ."
Lui assentì.
" Devo... Ha bisogno di qualche dato? Voglio dire... Ha le informazioni che le servono?" , chiese poi. Doveva restare lucido. Per lei.
"No.", sorrise lui, " Sappiamo chi sono. Il Signor Waldorf e sua figlia sono stati nostri pazienti per anni. O per meglio dire... Noi abbiamo seguito il Signor Waldorf fin da piccolo, veniva da noi se aveva bisogno, e si rivolgeva a noi anche per sua figlia."
"Bene.", fece lui.
Per tutto il tempo che impiegarono ad attraversare Manhattan fino all'ospedale, tenne la mano di Blair sempre, senza lasciarla un solo istante,sussurrandole parole dolci all'orecchio, e per un paio di volte lei si svegliò, ma per pochissimi secondi in cui lui le mormorava sempre "sono qui". Il Signor Waldorf era il più grave, e Chuck ogni tanto si sedeva accanto a lui dicendogli di non mollare, di tener duro per sua figlia e per se' stesso. E poi tornava da Blair.
E pregava.
Quando riaprì gli occhi, e vide tutto bianco, e il primo pensiero fu di terrore, finché non sentì una mano tenere la sua: avrebbe riconosciuto ovunque quella mano calda, dal tocco gentile ma autorevole, e sorrise. Tentò di parlare ma non ci riusciva.
Poi sentì le sue lacrime sulla mano.
"Apri gli occhi. Ti prego non mi lasciare Blair. Non vivo senza te, non puoi lasciarmi di nuovo... Sei tutta la mia Vita.", stava sussurrando il giovane fra i singhiozzi, "Per favore... TI supplico. Apri gli occhi, parlami! Ho bisogno di te, Waldorf. Rhaina, lei non é niente non lo e' mai stata. Ma questo tu già lo sai, vero? Tu sei l'unica. Sei sempre stata l'unica. Blair Waldorf... e Chuck Bass. Non potrebbe essere altrimenti. Noi siamo"
"siamo destinati."
Gli occhi di Chuck si alzarono per incontrare i suoi , aperti seppur lievemente. E rise di gioia, asciugando le lacrime.
"Sì. Sì, amore mio lo siamo. Ora e sempre."
"D..dove sono? In Ospedale?", chiese disorientata.
Lui annuì. Baciando la sua mano devotamente e con tenerezza.
"I medici dicono che sei fuori pericolo. Ti hanno messo una flebo soltanto per poterti riequilibrare gli zuccheri nel sangue. Hai avuto un... trauma emotivo, dovuto allo shock. E di conseguenza un abbassamento di pressione, e un calo di zuccheri.", sorrise, "Ti é successo tante volte, ricordi?"
"Sì.", poi si alzò a sedere, "Dov'è mio padre?"
Chuck sospirò e si sedette sul letto, prendendo la mano di Blair anche con l'altra sua mano. E la guardò accennando a un sorriso.
"Ho... chiesto ai medici di essere io a... Tuo padre si é messo davanti a te per proteggerti, Blair. L'auto l'ha preso... In pieno. E' in Terapia Intensiva.", nel vedere il respiro di lei farsi irregolare, le posò una mano sul viso, "Ehi. Ehi, respira. Calmati, calmati tesoro. Ti porto da lui."
Blair si lasciò prendere in braccio, vista la debolezza, e mettere a terra sempre sorretta da lui che le teneva un braccio attorno alla Vita e tenendola per la mano dolcemente, mentre avanzavano verso il Reparto di Terapia Intensiva. Venne loro incontro un Medico, che Blair riconobbe subito: l'aveva tenuta in cura da quando era bambina, era il suo Medico di Famiglia, che appena la vide aumentò il ritmo dei suoi passi. Conoscendosi da una Vita, era un amico di Famiglia oramai. Come un secondo padre .
"Blair! Tesoro, come ti senti?"
"Bene. Thomas... come sta papà?", chiese con voce tremante, " Non nascondermi nulla, per favore. Dimmi le cose come stanno. Ti scongiuro."
"Mai mi sognerei di trattarti come una bambina, Blair.", e sospirò, "I Valori di tuo padre sono stabili. Per adesso va tutto per il meglio, siamo riusciti a rimetterlo in sesto almeno teoricamente. Adesso sta a lui fare la sua parte."
" E' un uomo forte, tesoro. Ce la farà.", le bisbigliò Chuck. E Lei annuì.
" Ti voglio tenere in osservazione un paio di giorni, Blair. Nella tua stanza hanno portato il 'vestito' comune a tutti i pazienti.", disse Thomas sorridendo, "E' rosso chiaro. Come piace tanto a te. E'... solo per precauzione."
La giovane assentì.
"Sì. Sì, d'accordo. Le... mie Valigie?"
" Le sta portando qui Serena, con l'auto. Il tuo cellulare ce l'ho io nella giacca, che è rimasta in stanza.", le rispose Chuck, " La riporto lì."
Thomas annuì.
" Grazie mille Chuck. Bene. Passo da te tra un paio d'ore. Riposati un po' ."
Blair si voltò ancora una volta verso la stanza di Terapia Intensiva, posando una mano sul vetro mentre calde lacrime scendevano copiose sopra al suo viso gia' rosso e bagnato. Se soltanto non avesse insistito perché il TAXI partisse, se non fosse stata talmente... isterica, l'Autista forse avrebbe frenato all'arancione, e niente di tutto quello sarebbe accaduto. Sentì Chuck che delicatamente le prendeva la mano e che la portava nella sua stanza, nuovamente.
"Ehi.", lo guardò, " Non é tua la colpa. Se non mi fossi comportato da stupido orgoglioso, in Hotel, tu"
"Sono andata via... Non avrei dovuto. La colpa, come vedi, è mia.", ribatté lei. Interrompendola .
Chuck le prese il viso tra le mani.
" Cessa di tormentarti.", poi sorrise "Ti aiuto a indossare la tua veste personale."
Blair si asciugò le lacrime, sorridendo, e si sedette sopra al letto dove, lentamente, iniziò a sfilarsi la giacchetta verde e sbottonare la camicetta, mentre Chuck la osservava: pensava. Rifletteva. Erano passati mesi, eppure il suo corpo era splendido come sempre! Il collo così liscio, che scendeva fino alle spalle, il seno ben scolpito che tanto adorava, giù fino all'addome e al ventre, piatti ma non troppo, sui quali innumerevoli volte aveva posato la testa. Le gambe affusolate... E lo colpì la gelida fitta della gelosia: quante volte quel Principe Francese...?
"Chuck?"
Il giovane scosse lievemente il capo, e la guardo: era in piedi vicino al letto in biancheria intima.
"C..osa ? "
"Ho... un po' freddo..."
"Oh. Sì. Scusa!", disse lui avvicinandosi con la veste, "Mi... Stavo riflettendo e non ti ho sentito. Perdonami."
Blair sorrise mentre alzava le braccia e il suo ragazzo... o meglio, il suo ANCORA EX ragazzo... le infilava la sua veste rossa chiaro. Non distoglieva lo sguardo dal suo un solo attimo: aveva colto qualche cosa di stranamente... quasi sinistro. O forse era...? ?
"Stai bene?", chiese abbassando alfine le braccia.
"Sì. Sì, sto bene . Tu, piuttosto?"
"Io sto bene", rispose lei osservandolo. "Ti prego.... dimmi che"
"Quante volte?"
"Cosa..?"
Chuck le prese le mani dolcemente, baciandole con amore e devozione .
"Scusa. Scusa, io..", la guardò, " Sto diventando PAZZO, Blair. Letteralmente! Penso a te, e... a LUI... insieme... a quante volte ti avrà... Toccata. A quante volte avrete"
"Mai."
Chuck la guardò dritto negli occhi.
"Che... cosa"
"Mai.", sorrise lei scotendo la testa leggermente, " Non mi sono MAI concessa a Louis. Neanche una volta. Sì, ci sono state... carezze e... forse qualcos' altro, ma... Non potevo fare l'Amore con lui, Chuck. Io appartengo solo a te. "
Chuck sentì il cuore andare a fuoco: da anni non era così tanto caldo. Mai si sera sentito così, tranne... quando stava con Blair. Improvvisamente non seppe se piangere o ridere di gioia: e fece entrambi, tutto insieme. E baciò di nuovo le mani di Blair, che tirò su il suo viso baciandogli quelle calde bellissime lacrime.
"Ehi. Ehi, é tutto apposto. Chuck. Sono partita perché non ce la facevo più. Neanche a sopportare la più piccola carezza. Era... tutta una bugia! Quando mi toccava, mi sfiorava... immaginavo te! Per questo, sono tornata. Se... ancora mi vorrai. Ma sappi che ho capito una cosa fondamentale. Non posso più fingere, Chuck. Mi manchi da impazzire, mi é difficile persino ... respirare,lontana da te. Ho bisogno di te per vivere, ho bisogno di te al mio fianco Chuck. Lo so... che sono imperdonabile, per tutto ciò che ti ho fatto. Ti ho fatto soffrire più di ogni altra persona che conosci. Ma io"
Le dita di Chuck si posarono sulle sue labbra, dolcemente.
"Sht. Va tutto bene, adesso. Sono qui. Siamo qui, tutti e due. Nessuno ci separerà più.", disse lui ,"Ora che sei tornata, andrà tutto al suo legittimo posto. Credimi. Ti fidi di me, vero?"
Blair annuì felice. Ridendo,.
"Certo! Ma... Rhaina come"
"Non importa. L'ho già lasciata. E mentre dormivi, mi sono fatto portare una cosa.", disse infilando la mano in tasca, " Sin dal primo momento, quando ho finalmente ammesso di amarti, ho capito che voglio TE al mio fianco, SOLO Te."
Quando vide tra le sue mani un cofanetto nero, il cuore di Blair fece un balzo fuori dal petto. Prendendo a tamburellare in modo irregolare, estremamente irregolare.
"Chuck..."
Il ragazzo sorrise, e tenendola per la mano le s'inginocchiò davanti. E la guardò diritto dentro ai suoi magnifici meravigliosi occhi profondi. ..
"Ti amo, Blair Waldorf. Mi fai l'immenso onore... di"
"Sì.", poi rise, "Scusa!"
Chuck anche rise, e scosse la testa.
" La solita... Ti amo anche per questo, comunque. Quindi..?"
"Sì. Sì, mille volte sì Chuck Bass. Ti sposo!", rispose lei entusiasta.
E lui, euforico, le mise l'anello di fidanzamento al dito , anulare della mano sinistra, e si alzò per poi circondare i suoi fianchi con un braccio, attirandola maggiormente a sé, mentre l'altra mano si infilava tra i suoi morbidissimi capelli neri boccolosi. E la baciò. Con Amore. Dolcezza. Passione. TEnerezza .
Blair corrispose, ovviamente, circondando le sue spalle con le braccia, col cuore che batteva all'impazzata. Lo sentiva di nuovo suo. Di nuovo vicino. Era in pace finalmente, con se stessa. Con il Mondo. Lui era il suo Mondo.
Destinati.
Sempre.