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Autore: _Miss_    17/05/2011    9 recensioni
"L'amicizia può battere l'amore? E l'amore può battere l'amicizia? Tanti sono gli interrogativi che si formano nella testa di Hannah ripensando al suo passato. E poi quella telefonata. Il suo migliore amico. O chiamarlo l'unico amore della sua vita? Il passato, dopo quasi tre anni, torna a farle visita. Ed è un pò scomodo e un pò piacevole. Lui, Robert, è diventato un attore di grande successo. E lei, a fatica, è riuscita a superare gli anni addietro: vero e proprio inferno. E ora che si sono ritrovati.... cosa accadrà?" Questa è l'introduzione della mia prima fanfiction su Robert Pattinson. La vita di Hannah è molto difficile e lentamente s'intreccerà, di nuovo, nella vita di Robert completamente differente dalla sua. Quell'amore che Hannah prova sarà ricambiato? Leggere per sapere come si concluderà la storia tra i due!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 39

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Importanti Decisioni

 

Scoprire di essere incinta aveva cambiato totalmente la mia vita. E anche le mie aspettative per il futuro erano cambiate. Non m’importava neanche più il non avere un lavoro e l’avere solo 20 anni. Avevo Robert al mio fianco. Lui lavorava e aveva un sacco di soldi per poter crescere suo figlio.
Ero al sesto mese di gravidanza. Erano passate ben due mesi e mezzo dal giorno in cui Robert era stato messo al corrente della gravidanza.
Il giorno seguente alla sua dichiarazione pubblica il mio telefono aveva preso a squillare all’impazzata.
Mia madre mi aveva chiamata, promettendomi un suo immediato ritorno a Roma e stavolta aveva mantenuto la sua promessa.
Mi aveva chiamato Lucas, congratulandosi con me e con Robert.
Anche Mary, con cui mi ero sentita qualche volta, dopo averla incontrata a Londra qualche mese prima, mi aveva chiamata e fatto gli auguri.
La gravidanza procedeva nel migliore dei modi. Avevo scoperto che ero incinta di ben due gemelli. Quando quel giorno la mia ginecologa me lo aveva detto mi arrabbiai tantissimo con Robert che non era lì con me a condividere quel bel momento.
Si fece perdonare arrivando a Roma il mattino seguente e non m’importò che mi avesse svegliato, valeva la pena stare con lui e con il suo lavoro i momenti erano davvero pochi. Tra l’altro, aveva rifiutato diversi film pur di starmi accanto. E mi aveva promesso che avremmo cresciuto i nostri figli insieme.
Tante erano le volte in cui mi lasciavo prendere dallo sconforto, e attribuivo tutta la colpa ai miei ormoni impazziti. Mi chiedevo se sarei stata in grado di essere una buona madre quando ancora, probabilmente, sentivo ancora il bisogno di essere coccolata e viziata dalla mia di madre.
E poi ero felice che fossero due figli, anche se l’idea del parto mi spaventata tantissimo. Frequentavo un sacco di corsi pre-maman e soprattutto mi documentavo su Internet ma andavo più che altro incontro ad esperienze personali e, chissà per quale motivo, inceppavo soltanto in esperienze negative e dolorose.
Una sera ne parlai con Robert e minacciò di sequestrarmi il pc se non mi toglievo dalla mente quelle idee malsane e stupide, come le aveva definite lui. 

A questo ripenso mentre sono seduta sul mio divano, con una mano a carezzarmi il pancione che è troppo grande. Sembro di nove mesi ma la ginecologa mi ha spiegato che è normale dato che porto in grembo ben due bambini. Non abbiamo voluto sapere il sesso e abbiamo un problema un po’ più grande da affrontare, oltre al comprare tutine e lenzuoli rosa o azzurre.
I suoi genitori vogliono vedermi e lo stesso le sue sorelle che mi chiamano ogni giorno. Vogliono che torni a Londra e Robert mi dice che sono crudele a togliergli la possibilità di fare i nonni e le zie a tempo pieno. Soltanto una volta in tutti questi mesi trascorsi ho sfiorato l’argomento con mia madre. Secondo lei devo tornare a Londra e mi ha anche fatto capire che mi avrebbe seguita. Però mi dispiace strapparla alla sua nuova vita, in fondo sta bene adesso, e chiederle di seguirmi sarebbe egoista da parte mia e andarmene senza farla venire via con me comporterebbe non farle fare la nonna.
Lei è entusiasta della mia nuova condizione, di avere bambini da viziare e coccolare e io non posso che sorridere davanti alla sua premura. Mi cucina ogni cosa di cui ho voglia e tormenta Elisa facendola andare in giro per tutta Roma alla ricerca delle cose più disparate di cui mi viene voglia.
Elisa un giorno ha minacciato di togliermi di torno il televisore e i libri, artefici indiretti delle mie strane voglie. Però è felice anche lei per me, per la strada che sta prendendo la mia vita.
È  strano che voltandomi indietro vedo soltanto la ragazzina che a Londra si ubriacava nei locali assieme a Robert e a Tom e adesso, guardando avanti, mi vedo una mamma sorridente accanto ad un uomo che l’ama. Di tutto il tempo trascorso lontano da Robert, trascorso qui a Roma, neanche me ne ricordo. Sembra esserci un salto temporale nella mia testa.
Ho involontariamente eliminato dalla mia testa i brutti ricordi facendo ripartire la mia vita dall’ultima volta in cui sono stata felice.
E ora lo sono.
Sono  riuscita anche a superare la morte di mio padre. Mi manca, mi dispiace non averlo al mio fianco e non vederlo coccolare i suoi nipoti come ha fatto con me ma ho capito che indietro non si può più tornare, lui è andato via e non tornerà. Sento una lieve tristezza e basta. Niente più sensi di colpa o senso di inadeguatezza.
-Ehi, adesso arriva il vostro papà.- parlo alla mia pancia come mi ha consigliato di fare la dottoressa e spesso suono per loro oppure gli faccio ascoltare la musica di Robert.
Robert quel giorno sarebbe arrivato a Roma per restarci fino a dopo la nascita dei bambini. Sono così entusiasta e felice di questa notizia. Ha finito di girare Bel Amì e ha detto stop a tutte le proposte. Il suo agente non è stato per nulla felice della sua decisione ma Robert lo ha liquidato dicendogli –Ti pago lo stesso, che problema hai?-.
Sento la porta di casa aprirsi e mi alzo, anche se un po’ a fatica, sicura che si tratta di Robert dato che mia madre è andata a cena con quelle sue amiche del viaggio ed è uscita poco prima.
Percorro il corridoio a piccoli passi, poggiandomi una mano alla base della schiena, sentendo il peso del mio pancione proprio sulla colonna vertebrale e sulle mie gambe.
E trattengo a stento un urlo quando vedo un ragazzo di spalle, che non è decisamente Robert, chinato su delle valigie e una di queste è anche aperta e lui vi sta cercando qualcosa all’interno.
-Chi sei?- chiedo cauta guardandomi intorno alla ricerca di qualcosa da utilizzare contro di lui dato che nelle mie condizioni non sarei neanche in grado di sferrargli un calcio o scappare via.
Lui si volta di scatto togliendosi al tempo stesso il berretto da basket che ha in testa. E lo riconosco.
-Cazzo Sturridge! La prossima volta avverti che sei qui!- lo apostrofo senza neanche salutarlo.
-Scusa ma ti volevo far vedere una cosa.- si discolpa lui. Lo scruto, attendendo ulteriori informazioni e mi appoggio al muro ricordando le precedenti volte in cui è volato a Roma assieme a Robert.
La prima volta si è presentato a casa con una vaschetta di gelato da 5 kg perché secondo lui i bimbi sono golosi e per parlare di tutto il tempo perso avremmo avuto bisogno di gustarci del gelato. Sulle prime non avevo capito se stesse scherzando o facendo sul serio.
Lo vedo continuare a rovistare nella valigia, in mezzo a jeans strappati e magliette così vecchie che ne adocchio una che io e Robert gli abbiamo regalato  al suo sedicesimo compleanno. Divertita scuoto un po’ la testa.
Alla fine si alza con un’espressione trionfante in viso e mi porge una busta. Mi invita ad aprirla e non perdo tempo a farlo.
Quando mi accorgo che si tratta di alcune bavette sorrido.
-Oh, ma non dovevi Tom, grazie. Che pensiero carino!- mi sporgo per abbracciarlo ma mi ferma.
-Donna incinta leggi cosa c’è scritto.-
Sono tre. Le appoggio sul mobiletto al mio fianco e leggo le scritte.
La prima ha la scritta “Baby Pattinson” e il viso di Robert da piccolo.
La seconda invece ha la scritta “Baby Pattinson is a girl?” ed è tutta rosa e la seconda e celeste e ha la scritta “Bady Pattinson is a boy?”.
Scoppio a ridere, sinceramente divertita.
-Ma dove le hai trovate? Ma scusa, la gente compra queste cose?-
-A quanto pare si. Comunque in un negozietto a Londra. Non me le ha neanche fatte pagare la commessa perché sapeva che le avrei portate a te.- mi spiega abbassandosi a chiudere la sua valigia.
-Dì pure che ha detto a Robert.-
-Non ricordo cosa abbia detto con esattezza.- la sua espressione corrucciata mi fa capire che è vero che non lo ricorda. –Comunque Robert si è fermato in garage per salutare il cane e mi ha fatto portare tutte le valigie sopra, che stronzo!- rido e rimetto le bavette nella busta e mi muovo in direzione della cucina seguita da Tom.
-The?- chiedo già sapendo di avere una risposta positiva come infatti accade e metto a scaldare l’acqua per tutti e tre.
Mi chiedo cosa debba fare con il cane e i suoi cuccioli che ormai si sono fatti abbastanza grandicelli ma smetto di pensare quando lo vedo entrare in cucina. Sorrido istintivamente e mi avvicino a lui.
Quando i miei occhi incrociano i suoi è come se il tempo si fermasse o che, al contrario, riprendesse a girare nel modo giusto. Mi posa le sue mani sulle spalle e mi avvicina a se, baciandomi la fronte. Mi lascio cullare per qualche secondo dal suo abbraccio fino a quando lui non posa le mani sulla mia pancia.
-Ma è cresciuta così tanto..- la sua voce è stupita e felice.
-Si amico, bravo, falla sentire pure una balena!- lo rimprovera Tom e io scoppio a ridere.
-Vedi che non mi ha offeso e poi è vero che lo sono, quindi!-
Robert ignora completamente Tom sussurrando qualcosa contro la mia pancia dopo essersi piegato sulle ginocchia e quando si alza, una volta finito il suo ragionamento con i nostri pargoletti, mi attira a se facendo scontrare le nostre labbra, facendo entrare in contatto le nostre lingue che si assaggiano e si riscoprono con bramosia fino a che dei colpi di tosse da parte di Tom ci fanno allontanare.
-Invidioso.- sbuffa Rob al mio fianco passandomi un braccio attorno alle spalle. –Come stai amore, tutto ok? La dottoressa che dice?-
Gli faccio un breve riepilogo di ciò che ha detto la dottoressa, sul cosa devo e non devo mangiare. Di non fare troppe scale o di camminare troppo. Di non indossare niente che possa stringermi la pancia e di essere sempre pronta perché i bimbi crescono mese dopo mese sempre di più.
-Alla fine hai deciso se farai parto normale o cesareo?- chiede il nostro amico mentre siamo tutti e tre seduti attorno al tavolo a sorseggiare il the caldo e la mia mano è intrecciata a quella di Robert.
-Cesareo. Non ce la farei mai, altrimenti.. E la ginecologa è anche d’accordo con me.-
Alla fine passiamo il resto della giornata in salotto, a parlare di stronzate e a ricordare i vecchi tempi. 

-Sentite, lo zio Tom vorrebbe dormire perché è stremato e quindi dovete sgomberare il divano.- io e Robert ridiamo e lui si alza e mi tende una mano, aiutando me a fare lo stesso.
-Allora andiamo a letto, sai che se ti serve qualcosa puoi venire in camera.- dico a Tom che è già stato più volte ospite sul mio divano.
-Dici? Non è che vi trovo intenti a fare le prove per i prossimi figli?- scherza lui ma io inorridisco al solo pensiero di dover fare altri figli.
-Sei proprio scemo, Sturridge!- gli dico alzando la mano in cenno di saluto.
-Quoto la mia fantastica ragazza! Notte!- anche Robert lo saluta e ci dirigiamo a letto.
Ci metto un po’ di tempo a spogliarmi e ad infilare il pigiama perché il pancione mi rende più difficili i movimenti. Sento comunque il letto abbassarsi e mi volto vedendo che Robert si è infilato sotto il piumone.
Fa freddo stasera, ed è anche normale visto che siamo ai primi di Dicembre.
Quando finalmente indosso il pigiama raggiungo Robert sotto le coperte, stringendomi a lui che mi ha accolto tra le sue braccia.
-Non riesco a pensare che per i prossimi tre o quattro mesi dormiremo assieme..- dico con voce bassa che s’intona alla fioca luce dell’abat-jour.
-Già. Ma sarà così. E non staremo insieme soltanto alla notte..- mi risponde carezzandomi il braccio con le dita e vedo il suo sguardo vagare per la stanza e faccio lo stesso.
-Dove metteremo le culle?- chiede improvvisamente. Mi acciglio alla sua domanda e noto che le tre pareti sono tutte occupate. Da un lato il letto, poi l’armadio, la scrivania e un altro comodino con mille cose sopra.
-Io.. non ci ho pensato.- ammetto sentendomi in imbarazzo. Ecco, devo diventare madre e ancora neanche penso a dove dovranno dormire i miei figli. –Sarò una pessima madre, lo so.- mi stringo nelle spalle e sento immediatamente gli occhi inumidirsi. Dannati ormoni!
-Ehi, cosa dici? Non dire assurdità, per favore! Pensavo che probabilmente dovremmo prendere una casa solo per noi due.-
-Si. E dove?-
-Dove vuoi tu. Non è detto che debba per forza essere Roma o Londra però pensaci, Han.. Non abbiamo mai avuto a che fare con i bambini. Non sapremmo neppure da dove iniziare. Abbiamo bisogno dei nostri genitori.- mi puntello sul gomito per poterlo osservare bene in viso.
-E a Londra avremmo anche le tue sorelle. Per non parlare del fatto che sono due bimbi e sarà ancora più dura. Qui invece mia madre sarà.. sarà com’è lei, piuttosto farfallona e magari sempre in giro per mare o non lo so..- parlo sapendo che quello che ho detto è vero. E in fondo, non ci sarebbe nulla di male a tornare a Londra. Tornare a casa sarebbe la cosa più giusta per essere davvero felice perché la mia città mi è mancata e adesso, a mente lucida, è stato anche stupido non voler tornare anche se partire è stato necessario all’epoca.
-Non voglio forzarti a fare nulla, lo sai, vero?- mi dice avvicinandosi al mio viso.
-Lo so. Facciamo nascere questi due piccoletti sul suolo inglese?- domando sorridendo contro le sue labbra.
-Direi che è perfetto. Tra l’altro i miei ci hanno invitato a passare il Natale da loro.-
-Allora direi che dobbiamo trasferirci prima di Natale.- asserisco seria e non gli do modo di rispondere perché soffoco qualunque parola stesse per dirmi con la mia bocca.

 

Ciaooo! *___*
Stavolta non vi ho fatto attendere tre o quattro mesi per un nuovo capitolo!
Devo ammettere che quando ieri l'ho scritto tutto di getto, ne ero soddisfatta anche perché era anche lunghetto, poi rileggendo ora, non lo ero poi così tanto ma è andata.. diciamo che è un capitolo riepilogativo e che soprattutto ci fa strada verso gli ultimi capitoli della storia.
Ebbene si, Hannah andrà a vivere a Londra e si, sono due gemelli! Maschi o femmine? Eheheh!! Booooh!

Che dire, grazie perché c'è ancora chi mi segue nonostante tutto..
Un grazie particolare ad  emy cullen  che mi ha betato il capitolo con la quale scrivo l'originale  Over The Rain che viene aggiornata tutte le domeniche!

Ah, grazie anche alle 17 persone che hanno cliccato il 'mi piace' al precedente capitolo.
Giuro che arriverò presto con un nuovo capitolo! :D

Un bacione a tutti!! <3 

   
 
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