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Autore: piccolalettrice    17/05/2011    7 recensioni
Storia partecipante al contest "in un giorno di pioggia"... classificata ben penultima, un bel pugno nello stomaco, direi
"...“è morto, Percy”
Non so cosa dirti.
È morto, è vero, da eroe anche.
E tu piangi per lui."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Perchè non esistiamo che noi.'
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SPAZIO AUTRICE:
 
ciao, questa è stata la mia prima storia che ha partecipato ad un contest (insieme ad un’altra) questa sera arriveranno i risultati, ma mi hanno dato il via libera per pubblicare anche adesso e quindi volevo qualche rassicurazione prima di constatare che sono arrivata ultima (perché sono sicura di essere arrivata ultima, e non scherzo)
vi risparmio tutta la tabellina con “autore, titolo,.. ecc” fatemi sapere perché è importante,
buona lettura
piccolalettrice
 
.... quando si dice “una brutta sensazione”...
Eccomi qui con i risultati...
E... penultima.
Non posso dirmi propriamente felice, ma me lo sentivo.
Mi brucia solo il fatto che abbiano definito Annabeth poco IC, ma non voglio annoiarvi con le mie motivazioni su quanto possa essere IC o meno (ma ho in mente una bella one-shot al proposito)
 
 
LACRIME E PIOGGIA
 
Gli hai risposto.
Ti ho sentita.
Ora è morto
Sei qui.
E piangi.
Ti guardo, la pioggia scende.
Perché sei così addolorata?
Cosa significavano quelle parole?
Perché le lacrime ti solcano il viso e piangi?
Perché non mi dai spiegazioni?
“piove” ti dico “ andiamocene”
Siamo fuori da quella che fino a qualche minuto prima era la dimora di Crono.
È tutto finito.
Ma so che tu non vuoi andartene.
“è morto, Percy”
Non so cosa dirti.
È morto, è vero, da eroe anche.
E tu piangi per lui.
Anche a me dispiace, almeno un po’, in fondo ci ha salvati.
Ma se le lacrime riuscissero a  uscire dai confini imposti dalle mie ciglia sarebbero di una natura diversa dalle tue.
Voglio andare via, La pioggia è fastidiosa.
Come le lacrime. Come le tue lacrime.
Perché quelle lacrime mi danno così fastidio?
Lo so, non sono uno stupido.
Quel “come un fratello” era una falsità, non è vero?
Una falsità crudele che hai detto solo per me, lasciandolo morire con una bugia.
Ingiusta, ecco cosa sei stata.
Sia con me, perché pensi che non lo sappia, sia con lui perché l’hai lasciato morire senza la verità.
Ho visto come lo guardavi.
E so perché piangi così.
Mi inginocchio nell’erba accanto a te, nessuno di noi due ha la forza per dire qualcosa, ma devo fartelo sapere.
“tu lo amavi” ti dico dolcemente; non voglio accusarti.
Mi guardi con i tuoi occhi tempestosi e pieni di lacrime, mi fissi.
Non sai cosa dire, nemmeno io lo so.
Lui è morto ed io sono qui. Ed ora tu sei tornata a pensare a lui.
“sì” dici alla fine. “lo amavo”
In fondo l’ho sempre saputo.
Ti posso accusare? Ti posso aggredire?
No, e non ci riuscirei nemmeno se volessi.
La pioggia è fastidiosa, voglio andarmene.
“andiamo” ti ripeto, “sta piovendo”
“non voglio”
Mi arrendo, tanto è inutile, lo so:
“ok”
Vedo che sei fragile. Alla fine non resisto e ti stringo a me.
I tuoi singhiozzi si fanno più incontrollati.
Penso a te e penso a voi.
No, per te non era solo come un fratello. Un tempo avevo letto qualcos’altro nei tuoi occhi.
E so che quel qualcosa poi è stato dedicato a me.
Ma all’inizio era per lui.
È crudele da parte mia pensare alle tue parole quando la tristezza per la morte di tutti coloro che sono morti, lui compreso, dovrebbe essere al pari del sollievo per la fine di tutto.
Ma non riesco a smettere di pensare ai tuoi occhi mentre lo vedevi morire, alle tue urla.
E so che le mie braccia sono un freno, una barriera, tra te e quello che di lui ti rimane.
Ma ti devo riportare alla realtà.
“sono qui” ti sussurrò all’orecchio, sfiorando i tuoi capelli bagnati.
“non ti lascio... sono qui”
Tu piangi, distinguo le tue lacrime solo perché bruciano contro la mia guancia a differenza di quelle ghiacciate che scendono dal cielo.
Perché anche quelle sono lacrime, lacrime degli dei, credo. Anche loro piangono la morte di un eroe.
Ma a te fa più male.
So che l’hai amato, di un sentimento innocente e dolce.
Uguale, per natura, eppure tanto diverso da quello che provi per me.
Ma io ci sono, la mia spalla è un porto sicuro per te, sappilo.
E ci sarò anche se il suo ricordo ti coinvolgerà come ti ha coinvolto un tempo.
Perché non posso fare diversamente, perché ti amo, lo sai.
C’ero quando ho visto i tuoi occhi perdersi nei suoi, all’inizio di tutto.
C’ero quando lui ti voleva dalla sua parte, quando ti ha fatto delle promesse.
C’ero quando lui ti ha chiesto di fuggire via dalla guerra, da tutto e da tutti... da me.
Ci sono adesso che rimpiangi quel no, perché ora, forse, lui sarebbe in questo mondo se mi avessi lasciato.
Ma non lo hai fatto, perché ero, e sono io adesso che tengo tra le mani il tuo cuore, come tu tieni il mio.
E ci sono adesso, quando piangi per la sua morte ed io non sono altro che la mano a cui ti aggrappi e non posso essere altro, forse non lo voglio nemmeno.
Ciò che provi e provavi per Luke non era altro che una semplice pallida, inconsapevole introduzione a quello che c’è adesso tra noi.
Suonerà male quanto vuoi, ma è così, lo sappiamo entrambi.
E tu ti senti in colpa per questo, perché se il tuo cuore fosse rimasto nelle sue mani a quest’ora sarebbe salvo.
Ma non puoi ordinare al cuore in che mani andare.
Quello che c’è tra noi non è sbagliato, e, per quanto odi ammetterlo, nemmeno quello che lui provava per te poteva esserlo.
I tuoi singhiozzi si sono placati, mi scosto dall’abbraccio, ti guardo.
Hai gli occhi arrossati, ti prendo il viso tra le mani e asciugo una lacrima con il pollice.
Vorrei dirti tante cose, tante, davvero.
Ma ho come la sensazione che tutto al di fuori dello sguardo che ci stiamo scambiando sia fuori luogo, sbagliato.
I nostri occhi parlano per noi.
Il cielo sulla nostra testa si rischiara, improvvisamente, è azzurro.
Il sole tenta di splendere, timido.
Anche tu ti sei rischiarita, almeno un po’, lo sfogo ha fatto il suo effetto, lo vedo.
Sei ancora triste, ma stai meglio.
Ci vogliono sia il sole sia la pioggia per fare un arcobaleno... e forse, dopo tutto questo dolore, anche per te, e per noi, potrà tornare, se non l’arcobaleno, almeno il sole.
 
 
 
  

   
 
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