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Autore: cloe cullen    17/05/2011    79 recensioni
Brandii la forchetta esasperata. “E’ normale, ok? E’ normale infuriarsi se il tuo ragazzo sorride a quelle oche, è normale piangere se sei triste ed è normale vomitare e ingozzarsi se sei incinta ok?” Le parole mi uscirono prima che potessi fermarle o anche solo provare a contenerle. Le sentii riecheggiare nella stanza. O merda… Alzai gli occhi ed incontrai quelli spalancati del mio ragazzo. Mi fissava sconvolto..più o meno inebetito Poi accadde tutto molto velocemente. Sentii due tonfi. Uno provocato dalla forchetta che mi era caduta, sbattendo sul piatto. L’altro da Rob che era…semplicemente precipitato dalla sedia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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OK.. prima di tutto ci scusiamo per il “ritardo” ehm.... 
Tra l'altro abbiamo appena notato che è un mese esatto o__o (ma è stato tutto voluto u.u tanto si sa che con noi è sempre tutto voluto... programmato meeeeesi prima.. u.u *ogni riferimento al capitolo della morte è puramente casuale*hahaha)
In realtà abbiamo deciso di di aspettare perché ci tenevamo ad essere insieme a postare l'epilogo di questa nostra creatura. *__*
Ebbene si.. infatti siamo di nuovo insieme *_* Stavolta io (Fio) mi sono auto-invitata a casa di Cloe u.u quindi stiamo sui monti insieme! Stile Heidi! *__* hahahaha
I monti ci sorridono.. le caprette ci fanno ciao.... ci siamo fatte qualche grammo di cocaina come lei...
Insomma, tutto nella norma u.u
Vabbè.. inutile dire che quando siamo insieme siamo leggermente più sclerate o_O si sarà notato o_O haha Quindi non vi rubiamo altro tempo, vi lasciamo al capitolo... e ci vediamo in fondo per un bel pianto tutte insieme appassionatamente T__T
Ladies and Gentlemen... Ecco a voi l'ADDIO ETERNO a Joy ç___ç





HERE WHERE THE HEART IS (Cloe & Fio)



KRISTEN POV


“Ma porca miseria, no!!”
Scattai seduta sul letto non appena sentii Rob urlare ed imprecare. Come faceva in pratica ogni singola, dannata mattina  da quando eravamo arrivati a Londra durante l’estate.
Anzi, mi correggo, non da quando eravamo arrivati. Esattamente solo dal mese prima, quando Joy aveva scelto il suo nuovo regalo di compleanno.
O meglio, ripensai gettandomi di nuovo fra i cuscini, forse era il regalo che aveva scelto lei.
Letteralmente.
Ma non potei non sorridere ricordando come, quel giorno, la nostra famiglia avesse avuto una nuova splendida aggiunta.
“Joy ma non potevi essere una bambina come tutte le altre e chiedere una bambola per i tuoi tre anni?” sbuffai mentre ci aggiravamo  accaldati e sudati per uno dei numerosi canili di Londra.
Beh, dovevo ammettere che se ci trovavamo lì era fondamentalmente colpa mia. La settimana precedente io e Joy ci eravamo ritrovate davanti alla tv a guardare i cartoni pomeridiani sulla BBC quando, improvvisamente, avevano dato uno spot che mostrava come un canile poco fuori città accogliesse cani abbandonati o randagi provenienti da tutta l’area urbana intorno alla città. Dire che Joy era rimasta scioccata era un eufemismo. Nel corso dell’ultimo anno era diventata una bambina brillante e sensibile e in realtà ero tremendamente orgogliosa del fatto che non si capacitasse di come alcune persone potessero abbandonare un animaletto morbido e carino da solo al suo destino.
E in effetti non lo capivo neppure io, ma se c’era una cosa che avevo imparato essendo famosa era che, molto probabilmente, non avrei mai capito la maggior parte delle persone.
Comunque Joy tanto aveva detto e fatto che, ovviamente, era riuscita a strapparci la promessa di portarla al canile per il giorno del suo terzo compleanno. E Joy, al contrario di molti altri bimbi della sua età, non si dimenticava facilmente delle cose.
“Joy vuole vedele cagnolini!” esclamò iniziando a correre tutto attorno finchè Rob non la afferrò facendole fare l’aeroplanino in aria. La tenne sollevata per pochi secondi prima di rimetterla a terra, fingendo un’aria distrutta ed il fiatone che in realtà non aveva.
“Oddio oddio non ce la faccio. Joy ormai sei così grande. Papà non ce la fa più a tenerti in braccio”
Gli occhi di Joy si spalancarono per lo stupore e vidi un lampo di paura attraversarle il volto. Perché se c’era una cosa di cui ero convinta sin dal giorno in cui aveva emesso il suo primo vagito era che Joy Pattinson fosse una piccola principessa di papà.
“Papà…schezzi, velo?” balbettò
“Mmmmm, non lo so.” Disse accucciandosi a terra “Forse con un bacio molto grosso. Ma intendo enoooooorme allora…”
Mia figlia non gli diede il tempo di finire che si precipitò tra le sue braccia riempiendogli il viso di baci. Rob fece una faccia buffissima, piegando le braccia come se stesse tastando la forza dei suoi muscoli, prima di afferrare Joy, lanciarla un poco per aria, facendola ricadere tra le sue braccia.
A me prese un attimo un colpo per la paura ma lei dovette divertirsi parecchio per continuò ad urlare ‘Ancora, ancora’ finchè Rob non la accontentò svariate volte.
“Grrrrr, visto principessa? I tuoi bacini mi hanno fatto ritornare forte!”
Si strinsero in un abbraccio che mi fece fremere il cuore per l’emozione nel vedere il loro rapporto così solido e profondo. Perché se c’era una cosa di cui ero orgogliosa nella mia vita era la mia famiglia. La mia piccola perfetta famiglia…
Joy scese dalle braccia di Rob solo quando la ragazza che ci accompagnava nel giro annunciò che eravamo arrivati alla zona dove tenevano i recinti dei cuccioli e la mia piccola divenne troppo eccitata per stare in braccio.
Corse davanti a noi, urlando di muoverci e non potei fare a meno di sorridere.
“Che cosa ti diverte tanto?” Rob fece scivolare una mano sulla mia vita, pizzicandomi piano il fianco.
“Al fatto che…il tempo passa così in fretta. E che mi sembra impossibile che siano già passati tre anni”
“Già.”
“Insomma” scherzai “Sono già tre anni che io a quest’ora me ne stavo..vediamo..” controllai l’ora e feci un rapido calcolo “Si mi stavo lentamente e dolorosamente dilatando per mettere al mondo tua figlia. E tu invece gironzolavi per la città cercando di arrivare puntuale da me e con un enorme bernoccolo sulla testa…”
Alzò gli occhi al cielo. “Non me lo lascerai mai passare eh?”
“Direi di no” scoppiai a ridere “Insomma un parto podalico senza nemmeno un po’ di anestesia e un piccolo incidente d’auto. Non ci sono paragoni. Senza contare che il fatto di salire proprio sul taxi che viene tamponato da un auto proprio quando hai una fretta incredibile…beh questa sia chiama sfiga!”
“Ok, ok,ok” alzò le braccia al cielo e poi, veloce come la luce, mi afferrò per i fianchi e mi fece volteggiare “facciamo meno le spiritose signora Pattinson e vediamo di concentrarci su nostra figlia.”
Gli baciai veloce le labbra. “Su nostra figlia e sul fatto che non, e sottolineo non, sceglierà il suo regalo di compleanno in questo posto. Perché ti giuro Rob che se hai già avuto una brillante idea come quella dell’anno scorso e ora oltrepasso l’angolo e mi ritrovo un cucciolo di qualsivoglia razza con un fiocco attaccato al collare con su scritto ‘Buon Compleanno Joy’…beh diciamo che sarai in guai molto molto seri.”
Mi carezzò la gamba quasi completamente scoperta per via dei pantaloncini leggeri che indossavo. “Così seri che mi punirai?”
Gli diedi una manata sulla spalla. “Pervertito.”
“Andiamo…ti piace il mio lato pervertito…Anzi ieri sera mi sembrava ti piacesse molto…”
“Ora Joy” gli sfiorai la guancia con le labbra prima di sussurrare: “Stanotte pensiamo a una bella punizione…”
Non ebbe neppure il tempo di rispondere che la vocina eccitata di nostra figlia ci interruppe riportandoci alla realtà.
“Mamma! Papà! Guaddateeeeeeeeeeeeeee!”
Saltellò felice da un recinto all’altro. I cuccioli erano divisi a seconda della razza di appartenenza e subito notai uno dei numerosi cartelli che invitava le persone a non toccarli senza permesso.
“Joy amore non accarezzarli, mi raccomando. Potrebbero morderti.”
Lei si voltò e mi fissò contrariata “Ma papà lo sta facendo!”
Puntò il dito alle mie spalle e mi bastò un secondo per vedere Rob che si era letteralmente fondato da alcuni cuccioli di Beagle che ora gli leccavano allegramente il viso.
Ecco, io lo sapevo, lo sapevo…
“Non si preoccupi signora. Gli avvisi sono più che altro per proteggere i cani, non le persone. Alcuni bambini tendono a stringerli e schiacciarli troppo e non vorremmo incidenti.” Sospirò “Ma beh…sua figlia sembra una bambina così dolce e affidabile che non ci saranno problemi di sicuro. Mmmm per esempio là ci sono dei San Bernardo…perfetto!”
Sbattè le ciglia un po’ troppe volte perché non capissi che probabilmente il nostro cognome era il solo motivo per cui si facesse un’eccezione alla regola.
“Mamma ti plego potto andale a calezzale i cagnolini??” Joy si aggrappò alle mie gambe alzando il visino su di me e osservandomi da sotto le sue lunghe ciglia chiare. Il sole le illuminava le lentiggini e non l’avevo mai vista più bella e dolce di così.
“Ma sì certo amore” mi accucciai alla sua altezza per abbracciarla forte “Vai a giocare un po’ con i cagnolini, ma fai come ti dice la signorina, capito?”
Annuì rapida, prima di scoccarmi un sonoro bacio e correre via.
Sperai vivamente che non si facesse venire idee strane in mente ma, non appena mi diressi verso Rob, capii che non era Joy quella di cui dovevo preoccuparmi di più.
“Kris guarda che..”
“No” lo bloccai prima che potesse dire altro “Non ti..non ci provare o..”
“Ciao Kris” Rob ricominciò a parlare, questa volta però facendo la vocina triste e depressa che nella sua mente malata sarebbe dovuta appartenere al cucciolotto fra le sue braccia “Sono piccolo…”
“Rooob!”
“…solo…”
“No, smettila, non prenderemo un cane!”
“…abbandonato da tutti. Non vedi il mio sguardo triste e abbattuto mentre me ne sto qui tutto solo? E tutto ciò che chiedo è una famiglia, un po’ di affetto. Guarda i miei occhioni nocciola, guardali …”
“No, non li guardo perché i miei occhi sono chiusi” mi portai le mani al viso “Serrati, cuciti col filo. Pinzati con le graffette, sbarrati a doppia mandata. Non cederò, non cederò e non cederò. Non hai tutto questo potere su di me, bello mio.”
Improvvisamente scoppiò a ridere così forte che mi azzardai a sbirciare e vidi subito che aveva rimesso il beagle a terra e, ora, si teneva la pancia per le risate.
“Che cosa diavolo…”
“Forse IO non ho tanto potere. Ma qualcun altro…”
“Nessuno” ribadii “E ripeto nessuno mi farà prendere un cane. Fine della questione.”
E ovviamente avevo parlato troppo presto.
“Mamma! Mamma!”
Joy percorse la breve distanza che la separava da noi con una corsa veloce, nonostante reggesse fra le braccia un…
Oh, no, ti prego no!
“Mamma, papà!” esclamò “Voio lui”
Ok, Kris, calma, mantieni la calma. Ci sarà un modo ragionevole per spiegare alla tua bimba di tre anni che non puoi prenderle un cane senza sembrare una strega senza cuore, no?
“Amore” iniziai con molta calma “Puoi giocare con lui per un po’ ma…ma lo sai che non possiamo portarlo a casa vero?”
Il suo visino si trasformò in una maschera di delusione. “Pecchè no??”
“Perché noi viviamo lontano lontano durante l’anno. Ti ricordi che mamma ti ha detto che noi veniamo a Londra solo per le vacanze? Ecco….e poi abbiamo Cake a casa ora. E i micini e i cani non vanno molto d’accordo.”
“Ma no!” Joy scoppiò a ridere come se avessi detto una sciocchezza “Gaffield e Odie sono amici!”
Certo la sua logica da bimba di tre anni non faceva una piega ovviamente.
“Mamma ti pleeeeeeego!”
Lancia un’occhiata veloce a Rob, in cerca di aiuto.
“Mamma ti pregooooooo!” disse ripetendo le parole della bimba.
Mi chiedevo io, ma cosa avevo fatto di male per meritarmi quei due uniti in ogni misfatto?
“Ragazzi non è proprio il caso…”
“Ti pregooooo”
“Ti plegooooo. Mamma guadda che bello!”
Beh bello…forse era una parola grossa. Era un cucciolo meticcio, grigio, con varie macchie scure sparse sul corpo. E non mi stupii affatto che Joy avesse notato proprio lui piuttosto che uno dei cani di razza. Mi stupivo sempre di come, alle volte, mia figlia riuscisse a guardare al di là dell’apparenza anche se era ancora così piccola e innocente. Capiva subito se le si diceva una bugia o non si era del tutto sinceri.
“Dai mamma!”
“Ti pleeegooo mamma!” incalzò Rob come se Joy non fosse già abbastanza pericolosa da sola.
Lì, così felice col suo cagnolino ed il suo papà a giocare sul prato. Con i suoi occhioni verdi così simili ai miei , eppure con il viso così simile a quello di Rob. Il suo sorriso dolce, a cui non sapevo dire di no…
“Come ce lo portiamo un cane a LA? Ci saranno vaccinazioni e moduli da compilare e..”
“Abbiamo ancora due mesi prima del ritorno negli USA. Mi occuperò io di tutte le scartoffie burocratiche” Rob mi abbagliò col suo sorriso.
“Ti pleeegooo mamma!”
Non cedere, non cedere.
“Io…”
“Ti pleeeeegooo!”
Ok, stai cedendo.
Cazzo.
Scossi il capo, incredula di ciò che stavo per fare.
“Beh. Benvenuto in famiglia allora!”
Carezzai il musetto del cane proprio mentre lui fuggiva dalle braccia di Joy terrorizzato, visto che lei si era gettata su di me facendomi letteralmente finire a terra. Presto anche Rob si rotolò con noi e si aggiunse a Joy nel baciarmi e abbracciarmi.
“Ti voio bene mamma” mormorò mia figlia.
Rob mi strinse forte e mi posò un lungo e sensuale bacio sul collo.
“Anche io ti voio bene mamma.”
Non riuscii a non scoppiare a ridere. Perché se avere un nuovo animale ad ogni compleanno era il prezzo da pagare per essere così felice beh…allora lo avrei fatto più che volenteri.
“No, no, no! Dannato animale”
Mi rotolai tra le coperte ridendo come una pazza perché sapevo perfettamente cos’era appena successo.
Spaventato dalle urla di mio marito il nostro cagnolino saltò sul lettone, accoccolandosi sotto le coperte contro il mio corpo. Affondai il volto nel suo pelo morbido e tiepido, dello stesso profumo del bagnoschiuma delle principesse Disney di Joy, con cui mia figlia lo aveva lavato la sera precedente.
“Hai combinato un altro casino eh? Devi imparare a chiedere quando devi fare i tuoi bisogni”
Alzò il muso, guardandomi con i suoi occhioni dolci e tristi spalancati, come a chiedermi ‘Scusa Kris’. Come si faceva a restare arrabbiati con uno sguardo simile, come?
“Vabbè non fa nulla dai, imparerai.” Mormorai proprio mentre Joy saltava sul lettone e si accoccolava fregandosi gli occhi dall’altro lato di Bear.
Già, perché il nostro nuovo cucciolo era stato battezzato Bear dopo una lunga camera di consiglio tra Joy e Rob.
Il motivo di tal nome ancora non mi era stato svelato.
“Ho tanto tanto tonno. Pecchè papà ulla?”
“Perchè si è un po’ arrabbiato con Bear. Deve aver fatto di nuovo la pipì in cucina.”
“Beal no” tentò di sgridarlo lei “Devi fale il blavo.”
Proprio in quel momento Rob entrò in camera, passandosi una mano fra i capelli scompigliati, completamente assonnato.
“Mmmm fatemi un po’ di spazio” brontolò avvicinandosi al letto “Mi sono alzato all’alba per controllare se aveva fatto pipì e l’aveva fatta. Sono distrutto…”
Si bloccò quando vide che non accennavamo a muoverci neppure di un millimetro.
“Beh, un po’ di spazio per un uomo che ha fatto tutto il lavoro sporco di pulizia, no?”
“Mmmm” Volevo tenerlo sulle spine e farlo arrabbiare un po’. In fondo era soprattutto colpa sua se stavamo accumulando animali su animali. “No, scusa, usa il divano. Il tuo posto nel lettone è già stato preso da un altro maschio. Vero piccolo, dolce Bear. Ma quanto ti ama Kris eh? Tanto tanto tanto..”
Rispose al mio gesto d’affetto leccandomi il viso.
“ Oh amore mio!” lo vezzeggiai.
“Amore mio?”  Rob alzò un sopraciglio guardandomi scioccato “Cioè..preferisci lui a me?”
“E’ morbido” mi strusciai contro Bear “Caldo, profumato. Tu sei  freddo…no, non ti vogliamo.”
“Joy amore di papà, tu mi vuoi vero”
“Papà vai tul divano. Qui c’è Beal.”
Dovetti affondare il volto sul cuscino per cercare di soffocare le risate ma non vi riuscii e mi ritrovai a rotolare fra le coperte con Bear che abbaiava felice saltellando  e cercando di leccare il faccino di Joy.
“Oh Rob, la tua faccia è ahahah impagabile. Oddio..sei stato rimpiazzato. Non sei più l’uomo di casa. Un nuovo uomo giovane e bello ti ha sostituito. Sorry.”
“Ridi ridi..” mormorò uscendo dalla stanza, non prima , però, di avermi fatto l’occhiolino.
Sicuramente aveva in mente qualcosa. Rob adorava quando lo provocavo soprattutto perché sapeva sempre come vendicarsi.
Ma iniziai a pensare di essermi sbagliata e che forse era semplicemente andato a guardare la tv, quando dopo quasi mezz’ora non sentii alcun rumore.
Tutta la stanza era calma e i raggi del sole del mattino entravano dalle persiane leggermente aperte. Era un’altra bella giornata di sole, forse un po’ anomala per Londra, eppure da quando eravamo arrivati avevo iniziato a pensare che la voce che a Londra piovesse sempre fosse solo un pregiudizio in fondo.
Guardai  l’orologio. Le sette.
Povero Rob, doveva essersi alzato davvero prestissimo per ripulire.
Iniziava quasi a farmi un po’ di tenerezza.
Questo finchè…
“Sei finita piccola!” Qualcosa, o meglio qualcuno, mi afferrò per le caviglie e iniziò a solleticarmi i piedi.
“No Rob, no. Ti prego il solletico noooo!”
“Mi hai rimpiazzato eh. Sono da rottamare ahahah. Ti faccio vedere io”
Si sollevò su di me, schiacciandomi contro il materasso e iniziando a solleticarmi i fianchi.
“No, no. Ti prego faccio…faccio tutto quello che vuoi.”
Si fermò per osservarmi con un’occhiata maliziosa. “Ok, due condizioni. Prima…Mi punisci?”
“Ancora con questa storia?”.
Lanciai un’occhiata veloce a Joy che infastidita di essersi svegliata per colpa nostra ci fissava truce.
Si voltò dall’altra parte coprendosi il capo col cuscino, perché se c’era una cosa che di certo Joy non amava era alzarsi presto la mattina.
“Punizione eh?”
“Ahahah” mi baciò il collo sussurrando: “Con manette e frustino e tutto il resto…”
“Sei serio?”
“Non ti resta che dirmi di sì e scoprirlo mia cara” mi sfidò
Beh, se voleva giocare chi ero io per dirgli di no?
“Ci sto. E la seconda condizione?”
Lasciò una serie di baci che mi fecero tremare.
“La seconda condizione è che…” infilò le mani sotto la mia maglietta “..che veniate subito al parco con me e il cagnaccio, sfaticate!”
Furono le sue ultime parole prima di caricarci a forza sulle spalle tra le nostre urla di divertimento.



http://i56.tinypic.com/8x98xv.jpg“Dai non ci credo, sei ancora geloso?”
Gli solleticai la pancia infilando la mano sotto la sua maglietta.
“Io non sono MAI stato geloso di un cane. E sottolineo mai.”
Ah ah, sì certo, come no…
“Dai lo sai che sei solo tu il grande amore della mia vita, no? L’unico, il solo il migliore per sempre sempre sempre..”
Gli posai un leggero bacio sulla guancia nonostante la cosa non fosse facile visti i cappellini e gli occhiali da sole che entrambi indossavamo. Perfino Joy era dotata di cappello –anti riconoscimento. Purtroppo eravamo stati fotografati poche settimane prima e da allora i paparazzi inglesi cercavano continuamente di beccarci in giro.
Cosa che francamente non capivo. Insomma eravamo una famiglia e se dovevo essere sincera anche una famiglia piuttosto noiosa. Andavamo a cena fuori, a passeggiare, al cinema ma nulla di più. Che cosa credevano? Che avrebbero scoperto davvero uno di noi due mano nella mano con un altro?
Ridicolo…
“Ruffiana” sussurrò mentre mi abbracciava con forza con un braccio e tenendo il guinzaglio di Bear con l’altro. Joy invece era al mio fianco, saldamente ancorata alla mia mano. Tendeva ad eccitarsi per ogni piccola cosa, come la maggior parte dei bambini, e non volevo rischiare che si perdesse mentre inseguiva un gattino o una paperella al bordo del laghetto. E oltretutto Hyde Park era uno dei suoi luoghi preferiti in assoluto a Londra.
D’un tratto Bear si fermò e fece pipì contro un tronco guardandoci, una volta che ebbe finito, con aria soddisfatta.
“Ecco bravo. Qui la devi fare. Non sul pavimento della cucina” sbottò Rob e non riuscii a trattenermi dal tirargli un piccolo pugno sullo stomaco.
“Eddai. Come fai ad essere arrabbiato con un cucciolo così carino!”
“Beh, carino…insomma. Sembra un po’ un cucciolo di iena.”
Joy alle sue parole si fermò e scrutò il padre con sguardo omicida.
“Beal è bellittimo papà! Chiedi scusa tubito. Fai bacio a Beal.”
Prese il cucciolo tra le braccia e lo avvicinò a Rob che fu costretto a abbassarsi e farsi dare una leccatina sulla guancia. In realtà lo vidi immediatamente sciogliersi alle coccole del cane, perché poteva fare il geloso quanto voleva ma io sapevo benissimo che lo amava alla follia.
“Vitto? Beal ti vuole tanto bene!”
“Ma sì, sì, anche io ti voglio tanto bene Bear.”
“Joy amore, prendi il sacchettino” le misi in mano una bustina piena di briciole di pane “Noi stiamo qui sul sentiero con Bear. Tu perché non vai a  dare da mangiarehttp://i56.tinypic.com/jsn9df.jpg alle anatre?”
Joy si illuminò e corse i pochi metri che la separavano dallo stagnetto in cui nuotavano alcuni anatroccoli appena nati con le loro mamme.
“Awwww lo sapevo che amavi Bear. Lo ami tanto tanto tanto!” continuai a prenderlo in girò.
Lui sbuffò, alzando gli occhi al cielo. “Ma certo che lo amo. E’ un po’ come il secondo figlio che non abbiamo.”
Ridacchiò contento, probabilmente senza aver fatto troppo caso a ciò che aveva detto.
Ma io sì…io sì che ci avevo fatto caso.
Non appena le parole gli erano uscite dalla bocca mi ero ritrovata paralizzata, il sorriso che avevo solo pochi istanti prima sul viso, scomparso.
“Kris cosa c’è?”
Scossi il capo. “Nulla. Davvero niente. Solo un’ondata della stessa nausea che avevo ieri sera. Sarà una specie di virus. Certo ad Agosto… che sfiga.”
“Kris non…”
Vidi i suoi occhi spalancarsi nell’esatto istante in cui, probabilmente, si rese conto di ciò che aveva detto.
“Amore…”
“No lascia stare” lo bloccai subito. Avevamo già perso troppe ore a paralare, discutere, cercare rassicurazioni. Non volevo rovinare la giornata anche a Rob per l’ennesima volta.
“Ehi” mi sollevò il volto con le dita finché non mi ritrovai costretta a guardarlo “Vieni qui”
Mi prese teneramente per mano e mi condusse ad una panchina lì accanto, da cui continuavamo comunque a vedere Joy con chiarezza.
Bear si accucciò ai nostri piedi.
“Te l’ho detto, non fa niente.”
“Sì che fa invece. E io sono un grandissimo idiota.”
Ecco, come al solito si dava la colpa per qualcosa si cui non era assolutamente responsabile. Di cui nessuno di noi era responsabile.
“Sto bene Rob. Credimi. E’ stato solo….solo un momento.” Cercai di convincere entrambi “E’ già passato”
Si chinò e mi sfiorò appena percettibilmente le labbra.
“Abbiamo tempo Kris. Tutta la vita è davanti a noi, dobbiamo solo avere un po’ di pazienza. Vedrai, arriverà. E se anche non dovesse essere così…abbiamo sempre noi tre. Anzi, noi cinque con Cake e Bear!”
Scoppiai a ridere proprio mentre Joy si sbracciava verso di noi.
“Papàààà!! Vieni qui! Vieni!”
“Vai Rob” lo incoraggiai “Vorrà che la aiuti a dare da mangiare agli anatroccoli.”
“Sicura?”
Annuii. “Sì, io rimango qui con Bear ancora qualche minuto. Ho davvero ancora un po’ di nausea da ieri…”
“Sicura davvero davvero?” mi carezzò premuroso la fronte “Possiamo tornare a casa se vuoi.”
“ Ma no! Mi basta qualche minuto seduta.”
“Ok”
Si alzò, correndo da Joy e lasciandomi un attimo da sola, capendo che era ciò di cui avevo davvero bisogno.
Insomma, era vero che la sera prima non ero stata molto bene, ma ad essere sincera non sapevo se la sensazione che mi attanagliava lo stomaco in quel momento fosse dovuta solo a quello. O a ciò che aveva detto Rob per sbaglio.
E’ come il secondo figlio che non abbiamo…
Una parte del mio cuore sapeva che era sbagliato sentirsi in colpa ma…ma a volte non riuscivo a non pensare a certe cose. Perché comunque la si rigirasse era il mio corpo che non riusciva ad avere un altro bimbo, era il mio corpo che si sentiva totalmente inutile e sbagliato.
La prima volta che avevamo davvero sperato potessi essere incinta era stato il giorno del secondo compleanno di Joy. Ricordavo ancora perfettamente la mattina in cui avevo subito la delusione di vedere il test negativo. La prima delusione di tante…
E dopo un po’  avevamo detto basta. Basta test, basta pensarci troppo, basta sentirci responsabili di qualcosa che era al di là del nostro controllo.
Avremmo aspettato….e avremmo avuto fede.
E io, nonostante tutto, ancora ne avevo tanta.
Alzai gli occhi e, per un attimo, mi sentii incredibilmente stupida. Era vero, desideravo un figlio. Ma la cosa che più volevo era che la mia famiglia fosse unita e felice e quella sì che era una cosa che già mi apparteneva.
Guardai Rob prendere Joy sulle spalle e aiutarla a gettare il cibo anche agli anatroccoli più lontani. Guardai Bear che scodinzolava felice di fronte a me.
E presi un lungo e profondo respiro.
“Andiamo dalla nostra famiglia, vuoi?”
Mi alzai veloce diretta da Rob e Joy ma, non appena feci un passo, il senso di nausea di poco prima si fece più forte e fu presto accompagnato da una serie di vertigini.
Ok Kris, respira, respira…
“Rob..” cercai di chiamarlo ma era troppo distante per potermi sentire. 
E quando Bear strattonò con forza il guinzaglio mi ritrovai presto a terra, sdraiata tra la polvere del vialetto
.




POV ROB

Quanto tempo era passato da quando eravamo su quell'ambulanza, non lo sapevo né avevo intenzione di saperlo. Non poteva essere quella la mia preoccupazione in quel momento. Non volevo che fosse il pensiero del tempo che passava ad occupare i miei pensieri, avevo paura di scoprire poi che ogni secondo che passava aveva solo peggiorato le cose e non potevo permettermelo, non mentre vedevo gli infermieri facilitarle la respirazione, non mentre le tenevo la mano, e non mentre Joy era rifugiata tra le mie gambe impaurita e spaesata.

Non aveva ancora detto una parola da quando l'ambulanza aveva caricato Kristen su una barella ed eravamo saliti con loro. Immaginavo che vedere la madre così doveva scombussolarla parecchio.. Certo Kristen era stata peggio ma lei non poteva sicuramente ricordarlo.
Lanciai un'occhiata a Bear che era accucciato in un angolo del mezzo e non dava alcun problema per i movimenti e non potei non pensare all'assurdità della situazione.
Forse era un sogno, cercavo di convincermene. Ero riuscito a mantenere il contatto con la realtà giusto in tempo per chiamare l'ambulanza e mia madre. Loro sarebbero di certo arrivati all'ospedale prima di noi per la loro posizione e avevo bisogno che  qualcuno si occupasse di Joy perché io.. io dovevo occuparmi di Kristen, dovevo aprire gli occhi, accettare quello che stava succedendo e ripetermi che non era nulla di grave.
Nulla di grave. Solo uno svenimento. Nulla di grave. 
Sentii Joy stringere le braccine attorno alla mia vita e affondare la testa contro la mia pancia e mi si strinse il cuore.
http://i53.tinypic.com/2lut2xu.jpgLasciando a malincuore la mano di Kristen la presi in braccio e la strinsi a me, cullandola e sussurrandole che andava tutto bene.
“Non è niente amore..” continuavo a dirle mentre lei forzava la presa dei suoi pugni sulla mia maglia, aggrappandosi a me con tutta la forza di cui era capace.
“Papà cos'ha la mamma..?” disse con voce tremante parlando per la prima volta da quando tutto era successo velocemente.
“Niente amore, va tutto bene.. Non ti preoccupare.. Starà benissimo..” fu tutto quello che riuscii a sussurrarle pregando il cielo che fosse vero, pregando Dio di darmi la forza di convincermene.. perché non avrei davvero potuto sopportare oltre.. Sembrava che il mio cuore avesse già vissuto cento anni di vita, con tutte le gioie e i dolori annessi.. Sembrava che stesse invecchiando troppo in fretta non lasciandomi la possibilità di godere le gioie della vita per più di un anno.
Stringevo Joy facendo in modo che non guardasse ancora il corpo di Kristen che giaceva sulla barella, ad occhi chiusi.
Io invece la guardavo.. e più la guardavo più mi sentivo male.
Il percorso fino all'ospedale mi sembrava essere durato una vita e quando scendemmo mi sembrava di non riuscire più a camminare. La sirena ancora rimbombava nella mia testa..
Vedere i miei genitori lì, all'entrata del pronto soccorso, mi portò definitivamente alla realtà e tutto mi sembrò succedere troppo velocemente. Scesero la barella dall'ambulanza dandomi a stento il tempo di andare dai miei genitori per affidargli Joy e Bear.
“Tesoro ma cosa..”
“Non adesso mamma” la interruppi d'un tratto accelerato al massimo. 
“Vi prego, portate Joy a casa. Non voglio che stia qui..”
Le dissi solo questo prima di affidarle la piccola.
“Papà voio lestale con te!” si ribellò lei.
“Tesoro, non puoi. Vai a casa a giocare con la nonna e io e la mamma torniamo tra poco, okay? Fai la brava amore!”
“Robert, facci sapere qualcosa!” urlò mio padre e acconsentii con un cenno della mano mentre seguivo gli infermieri.
Afferrai la mano di Kristen e potei vederla sbattere le palpebre diverse volte.. sembrava che si stesse riprendendo ma non avesse la forza di aprire gli occhi.
Apri gli occhi amore mio.. ti prego.. Apri gli occhi e guardami.
Pensieri muti. 
“Allora qual è il problema?” mi resi conto che ci eravamo fermati solo quando sentii la voce di un medico che tentava di raggiungermi. Forse si era anche presentato e io non lo avevo calcolato nemmeno di striscio; le mie priorità sembravano essere altre.
Riuscii a spiegare di nuovo l'accaduto cercando di ricordare ogni minimo particolare pensando che potesse servire ogni minima cosa per una diagnosi accurata.
“Capisco” disse quello che, da quello che riuscivo a leggere sulla targhetta che aveva al camice, doveva essere il dottor Gregory.
“E lei è?”
“Sono suo marito” risposi pronto presentandomi come non avevo fatto prima.
“Signor Pattinson, mi sembra molto nervoso. Ho bisogno che lei si calmi e compili dei moduli per sua moglie..”
“Si si, tutto quello che vuole, prima però devo sapere..”
“La prego. Si rilassi e compili i moduli. E' necessario per fare le analisi..”
Necessario. Bene, mi piaceva la parola necessario. Era una bella parola. Si, dovevo fare qualcosa di necessario.
Come un automa mi chinai a baciare la fronte di Kristen prima che la portassero via e conducessero me a riempire una serie di fogli senza nemmeno sapere a cosa servissero. Mi limitavo a compilarli finché mi resi conto di non sapere se fosse allergica a qualcosa o no.
In tutti gli anni in cui eravamo stati insieme non c'erano mai stati casi di allergie, ma se non erano capitati non voleva dire che non era allergica a niente.
Dio, perché non lo sapevo? Perché non glielo avevo mai chiesto?
Eppure Kristen era stata ricoverata altre volte. Era la prima volta che vedevo quella domanda oppure non ricordavo la risposta? Cosa avevo risposto altre volte? 
Dio, perché non lo ricordavo?!
Sbattei con rabbia il pugno sul ripiano creando un rumore sordo e attirando l'attenzione della gente attorno a me.
Non alzai il viso e ritirando in dentro rabbia e paura sbarrai quello spazio con una linea obliqua promettendomi di chiederglielo appena l'avrei vista, sveglia.
Perché lei doveva essere sveglia.
Elaborai quel pensiero per la centesima volta quando alzai il capo e vidi il dottor Gregory venirmi incontro con un'espressione indecifrabile sul viso.
Per quanto già potessi sentire la paura far da padrone mi forzai di muovere le gambe verso di lui. Non parlai e non ce ne fu bisogno visto che fu lui ad iniziare e risparmiarmi il dolore di dover chiedere se fosse grave o no.
“Allora..” iniziò calmo mentre esaminava i moduli che avevo compilato e che l'infermiera gli aveva passato. “Non sembra nulla di grave signor Pattinson”
Ancora mi sembrava assurdo che qualcuno vedesse in me un signor e ancora più assurdo era il fatto che quello fosse il mio pensiero in quel momento. “Aspettiamo le analisi del sangue per capire meglio e se sarà il caso farò controlli più approfonditi attraverso le urine. Ad ogni modo vorrei aspettare che si svegli per chiedere a lei stessa..”
“Non è ancora sveglia???” chiesi allarmato.
“Non del tutto.. l'abbiamo sistemata in una camera provvisoria in attesa delle analisi. Diventerà permanente in caso di ricovero..”
“Ricovero? Ma ha detto due secondi fa che non era nulla di grave!”
“Sto facendo delle ipotesi secondo quello che ho avuto modo di vedere.. Ho bisogno del risultato delle analisi per avere sicurezze.. Sia paziente.. Ci vorrà solo qualche ora..”
Qualche ora?! Qualche ora per delle stupidi analisi del sangue?! 
Bollivo di rabbia e frustrazione dentro di me ma decisi di stare zitto ed evitare di dare spettacolo. Kristen divenne di nuovo il mio unico e solo pensiero e chiesi gentilmente di essere accompagnato da lei.
Non era nemmeno una vera camera quella in cui l'avevano momentaneamente sistemata, era molto più piccola ma non c'era nessuno quindi andava bene così.
Avvicinai una sedia al letto e mi misi a sedere.
La guardai per qualche minuto prima di riuscire ad avvicinarmi e prenderle le mano. Avevo quasi paura che potesse sgretolarsi sotto il mio tocco..
Dio.. perché avevo così paura?
Perché.. perché.. “..non lo sopporto più.. La devi smettere di farmi questo. Non m'importa se è un calo di pressione o influenza. Non voglio più mettere piede qui dentro, capito? Quindi smettila, ti prego.. Apri gli occhi e guardami.. Dimmi che stai bene.. che non è niente, così potremmo tornare a casa da Joy e dimenticare questo posto.. Ti prego amore mio.. apri gli occhi.. e dimmi che mi perdoni di non sapere nemmeno se sei allergica a qualcosa..”
Non volevo piangere, non ce n'era motivo perché.. perché non era nulla di grave. Solo uno svenimento. Stress. Pressione. Svenimento. Nulla di grave.
D'un tratto la sua mano strinse la mia, prima piano, poi sempre più forte e sentii il suo respiro crescere e lamentarsi un po' prima di aprire lentamente gli occhi.
“Hey..” sorrisi rilassando ogni fibra del mio corpo. 
“Hey” ricambiò il sorriso per poi strizzare le palpebre come a cercare di focalizzare l'ambiente attorno a noi.
“Dove siamo..che è successo?”
“Sssh.. sei.. sei svenuta.. Niente di grave..”
Scosse la testa prima di annuire debolmente col capo. “Si, ricordo..”
“Cosa ricordi? Cosa hai sentito..?”
“Mah.. ma non lo so.. solo un gran giramento di testa.. e gli occhi pesanti.. tutto pesante. E sono crollata..”
“Oh.. bè.. io te l'avevo detto che tutto quel vino ti avrebbe fatto male..” scherzai ripensando a come, la sera prima, mentre Joy dormiva placidamente nel suo lettino, aveva deciso di ubriacarsi con un calice di vino dietro l'altro per poi sedurmi e giocare alla dominatrice.
Certo non si era ubriacata..  ma aveva decisamente dominato.
“Stai pensando a ieri sera vero?”
“Cosa..?”
“Hai quel sorriso idiota...”
“Smettila, piccola impertinente che non sei altro. Come ti senti?”
“Bene.. solo che mi si chiudono gli occhi.. dici che è normale..?”
Sospirai abbandonando per un secondo il sorriso che avevo ostentato fino ad ora. “Kristen.. devi smetterla di farmi morire di paura in questo modo.. Ti piacciono così tanto gli ospedali da non poterne stare alla larga per più di qualche mese?”
Fui lieto di vederla tirare una specie di sospiro divertito e mettersi meglio a sedere.
“Vieni qui..” sussurrò carezzandomi il viso prima di trascinarlo vicino al suo e lasciarmi un bacio stampato sulle mie labbra, marcato sulla mia pelle come il fuoco.
“Prometto di stare alla larga dagli ospedali se tu prometti di non fare un dramma per un giramento di testa, ok?”
“Svenimento” la corressi poggiando la mia fronte contro la sua.
“Fa lo stesso.”
“Sei proprio assurda.. Vado a chiamare il dottore.. voleva parlarti.. e vedere come stavi..”
“Oh..”
“Ha detto che non è nulla ma ovviamente stiamo aspettando le analisi..”
“Mm-mm” annuì sorridendo contro la mia bocca.
“Tu torni però, vero? Non vai via..?”
Che domanda sciocca. Meritava una risposta altrettanto scontata.
“Dove altro.. potrei andare?” sorridemmo insieme della battuta totalmente casuale.
“Bella risposta.. hai improvvisato..?”
“Ho improvvisato quando era il caso di improvvisare.. Ora dico sul serio..”.
Mi strinse la mano fino a farla salire sul mio braccio e circondarmi per abbracciarmi. Mi strinse a sé e io feci lo stesso lasciando scivolare le mia mani dietro la sua schiena e cingendola fino a farla aderire completamente al mio corpo.
Una cosa sola, un'anima sola in quell'abbraccio.
“Torno subito” dissi mentre le lasciavo un bacio sul capo.
“Rob..” mi chiamò prima che uscissi.
“Si..?”
“Non sono allergica a niente..” disse con un sorriso a cui risposi con un cenno del capo. 
“Non che io sappia almeno..” continuò un po' scettica prima che uscissi dalla stanza.
Trovai il dottor Gregory solo due reparti più in là e stavo per seguirlo in camera quando mi ricordai dei miei genitori che avevo lasciato ignari di tutto e sicuramente preoccupati quanto lo ero stato io.
Chiesi per un telefono e gli dissi che lo avrei raggiunto tra un paio di minuti. Ripercorsi il corridoio e tornai in sala d'aspetto, per rendermi conto che i miei genitori erano lì, di nuovo, con Joy che appena mi vide scappò dalla mano di mia madre per correre verso di me.
Non urlò nemmeno come faceva di solito, si limitò a venirmi incontro e sapevo che avrei solo dovuto chinarmi per prenderla tra le mie braccia e stringerla.. e infatti così feci.
“Papi..” sussurrò infine affondando la testa nell'incavo del mio collo.
“Cucciola che ci fai qui? Dovevi stare con la nonna..”
“Rob, non stava un secondo ferma. Tenerla a casa era impensabile.. Era preoccupatissima.. e anche noi..” 
Annuii alla spiegazione di mia madre e per tranquillizzarli spiegai subito come stavano le cose. Joy aveva alzato il viso e osservava il mio attenta, come se volesse concentrarsi il più possibile per capire.. per sapere.
Mi preoccupai perciò di usare frasi che non potessero allarmarla ma che anzi fossero semplici per lei e la tranquillizzassero sul fatto che la madre stava bene.
“Allola posso andale?”  rispose pronta quando dissi che si era svegliata da poco.
Mi aspettavo che lo avrebbe chiesto ma non sapevo se era il caso..
Anche se in fondo Kristen stava bene e per niente in qualche condizione che potesse impressionare la piccola. Non riuscii a trovare un motivo valido per impedire a mia figlia di vedere la madre.. anzi ero sicuro che a Kristen non poteva che far piacere.
“Plometto che faccio la blava e sto calma calma..”.
E i suoi occhi erano così limpidi e desiderosi mentre mi supplicava che non potei proprio dirle di no.
“D'accordo.. andiamo..”.
Mi abbracciò forte e mi diede tre baci sulla guancia prima di fare ciao con la manina ai miei genitori che avevano ritenuto opportuno non riempire la stanza, già alquanto piccola, e non soffocare Kristen finché non si sarebbe sentita davvero meglio e avremmo saputo qualcosa di più concreto.
“Guarda che bei disegni amore..” dissi a Joy mentre camminando ci trovammo ad attraversare il reparto maternità. Lei tuttavia non alzò il capo e anzi si strinse più forte a me.
“Amore, che c'è?”
“Niente.. non mi piacciono i pedali..”
Conoscendola mi ci vollero appena due secondi per capire che la sua parola storpiata stava per ospedali.
Non le piacevano gli ospedali, e come potevo darle torto? Non piacevano nemmeno a me soprattutto dal momento in cui ci avevo passato più tempo del dovuto.
Quello era infatti l'unico reparto di cui portavo un bellissimo ricordo.
“Non piacciono nemmeno a me..” le massaggiai la schiena. “Però questa cosa è bella..se apri gli occhi ti piacerà..”
Sembrò, stranamente, fidarsi al primo tentativo e abbandonando un po' la presa attorno al mio collo alzò il capo e aprì gli occhi.
“Guarda..” le indicai il vetro dietro il quale erano schierate due file di culle con coperte così colorate da creare un bellissimo effetto arcobaleno nella stanza.
Sembravano tutti abbastanza tranquilli tranne uno che continuava ad agitarsi e piangere.
“Da dove vengono tutti questi bambini?” 
Oh-oh. Non era certo il caso di affrontare 'il discorso' con mia figlia che aveva solo tre anni e non volevo nemmeno profilarle la solita storia delle api o dei cavoli. Per  non parlare della cicogna.. non me l'ero bevuta nemmeno io quando ero piccolo.
“Un bambino arriva quando due persone si vogliono molto bene..” dissi semplicemente sicuro che l'avrei confusa ancora di più.
“Allola anche io posso avele un bambino con te..?”
Sorrisi della sua ingenua intelligenza.
“No amore, io sono il tuo papà. Devono essere due persone grandi...”
“Come tu e la mamma?”
“Esatto.. come io e la mamma..”
“Ma allola.. tu e la mamma non vi volete più bene?”
“Cosa..? Certo che ci vogliamo bene.. ci vogliamo tanto bene..”
“E il bambino dov'è allola?”
Già.. dov'era il bambino? Dov'era il nostro bambino?
In cielo, avrei voluto dirle.
Arriverà, avrei voluto ripetere a me stesso.
Invece non trovai risposta alla sua domanda ma sembrò non curarsene. Con le mani poggiate al vetro era troppo attenta a far vagare i suoi occhi da una culla all'altra.
“Tu lo vorresti un fratellino o una sorellina?” le chiesi baciandole il piccolo collo.
“Piccolo come questi?”
“Si..”
“Mmm... e che piange come quello lì..?”
Risi. “Magari no.. Tu eri proprio così.. piangevi sempre..”
“Davvelo?”
“Già.. quindi forse lui o lei non piangerebbe tutto il tempo..”
“Mmm...” sembrò pensarci qualche secondo. “Allola si. Se non piange tutto il tempo si può fale..”.
Sorrisi e fui lieto di non sentirle esprimere la paura di una possibile carenza d'amore da parte nostra in caso di un nuovo arrivo.
Era un pensiero che non doveva esserle passato per la testa e ne fui felice, anche se sapevo che ciò non escludeva la possibilità di eventuali gelosie in futuro.
Scossi il capo fermando il mio fantasticare su un futuro ancora incerto e imponendomi di tornare al presente.
“Andiamo dalla mamma.. non so se possiamo stare qui..”.
Il dottor Gregory copriva la figura di Kristen che inizialmente non si accorse di noi ma quando mi spostai leggermente potei vedere i suoi occhi illuminarsi alla vista della nostra piccola.
“Guarda chi c'è..” le sorrisi mentre lei si era già messa meglio seduta.
“Oddio, amore mio! Vieni qui!!”
Joy non se lo fece ripetere due volte e divincolandosi dal mio abbraccio come sapeva fare solo lei scese a terra e corse verso il letto, si arrampicò sulla sedia lì vicino e si buttò tra le braccia della madre.
“Mami, mami!”
Sobbalzai quando vidi l'euforia con cui continuava a stringersi a lei ma bastò un'occhiata del dottore per tranquillizzarmi.
“Bene Kristen, allora ci vediamo più tardi con il risultato delle analisi..”
Mia moglie era tuttavia troppo impegnata a godere del corpicino di nostra figlia tra le sue braccia e accennò a stento un sorriso e un grazie veloce.
Accompagnai il dottore fuori la camera per sapere di più ma sembrava che non ci fosse nessuna novità rispetto a ciò che già sapevo.
Quando tornai dentro Joy era a gambe incrociate sul letto e parlava con Kristen di Bear.
“.. allola siamo tonnati a casa dei nonni e l'abbiamo lassato lì.. perché io volevo venile da te.. Poi ha chiamato la zia che voleva venile pure lei.. però la nonna ha detto di no perché se no poi i cuginetti con chi stavano? Però secondo me zia Lizzie viene lo stesso e poi ha chiamato anche zia Vicky perché l'aveva chiamata zia Lizzie che subito l'aveva chiamata.. e allora la nonna ha detto anche a lei non venile.. ma secondo me viene anche lei..”
Sorrisi di quel suo piccolo ed elaborato discorso ma il mio sguardo andò subito agli occhi di Kris che si illuminavano come due stelle quando guardava la nostra bambina.. e rideva anche lei per il suo modo di esporre le cose e la sua parlantina.
Joy continuò a parlare ancora per un bel po' e in un suo momento di distrazione sussurrai a Kristen: “Come ti senti?”
Lei annuì sicura tranquillizzandomi per poi lasciarsi scappare un eloquente sbadiglio.
“Un po' sonno..” ammise ma con voce non abbastanza bassa da non far sentire a Joy.
“Mami vuoi dolmile?”
“Oh no tesoro.. continua a raccontarmi..”
Io però mi alzai e abbassai di poco lo schienale del letto. Fui felice quando rifiutò la coperta che avevo intenzione di metterle. Di solito il freddo non era un buon segno in quelle situazioni, soprattutto a fine Agosto.
“Okay.. tu pelò chiudi gli occhi..”
Kris fece come le aveva detto e Joy si stese accanto a lei, accucciandosi sul suo seno e stringendo un braccio attorno alla sua vita.. quasi come se volesse tornare dentro di lei.
Quella scena per qualche motivo mi causò un grande senso di angoscia accompagnata a tenerezza incredibile. Sapevo che Kristen stava solo dormendo eppure vederla con gli occhi chiusi sembrava mandarmi in paranoia. Decisi di spostare la sedia dall'altra parte del letto, allungai una mano verso la sua libera, quella che non cingeva Joy, e la strinsi per sentirla viva, anche se su quel letto, anche se sapevo che non era nulla di grave. Avevo solo bisogno di sentirla con me.
La sua stretta arrivò immediata accompagnata da un sorriso dolce e lieve, finché Joy continuò il racconto della sua giornata.. 
Era incredibile che avesse così tanto da dire.. incredibile quante cose le passassero per la testa.
Non so quanto tempo passò.. Joy continuava a parlare e io mi lasciavo cullare dalla sua voce insieme a Kristen. Era come un afrodisiaco, un dolce sonnifero.
Il respiro di Kristen era così calmo e rilassato che capii subito che stava dormendo già da molto. Joy si fermò qualche istante per guardare la madre; alzò una mano e prese a carezzarle dolcemente il viso e i capelli.
“Mami..?”
Il respiro di Kristen rispose per lei.
“Mami?” riprovò in un sussurro.
“Papi, si è dormentata..”
“Si..” confermai accompagnando il tono della sua voce e sospirai di tranquillità perché sapevo che non era nulla di grave. Ormai la mia mente aveva elaborato quel pensiero e non c'era altra alternativa a quella.
“Tesoro, vuoi mangiare qualcosa..?”
“Dopo.. voglio stale ancora un po' qui..” bisbigliò con voce labilissima, come se volesse tenere quelle parole solo tra sé e la madre. 
“Com'è bella la mamma..” 
“Si..” sussurrai ancora commosso dalle parole di mia figlia. “E' bellissima..”
Restammo in silenzio per molto tempo. Lei le carezzava il viso e io la mano.. in completa adorazione di quella che era la mia, ma anche la sua, ragione di vita.
“Papi da quanto tempo sta dommendo?” disse non so quanto tempo dopo.
“Da un po' tesoro..”
“Ma.. ma però.. poi si sveglia vero..?”
Alzai il viso per cercare quello di mia figlia che però era ancora catturato verso la madre. Mi alzai dalla sedia lasciando a malincuore la mano di Kristen e girai attorno al letto per potermi chinare su Joy.
“Certo che si sveglia”, la tranquillizzai per poi passare un braccio dietro la sua schiena a prenderla tra le mia braccia. “Andiamo a mangiare qualcosa, su”
“Ma io ho mangiato già papà..”
“Che ne dici di un po' di cioccolata allora?”
“Davvelo?”
“Certo.. non troppa però. Ti concedo due barrette..”
Rise quando le feci qualche pernacchia sullo stomaco e, lieto di averla resa un po' più spensierata, socchiusi la porta della camera e decisi di andare alle macchinette della sala d'aspetto, tanto per poter parlare con i miei genitori che erano ancora lì nonostante non fosse nemmeno necessario. Ma loro erano così.. c'erano sempre.. così come le mie sorelle che, proprio come Joy aveva predetto, avevano abbandonato quello che stavano facendo per venire in ospedale. Le rimproverai dicendo che non c'era alcun allarme e non c'era assolutamente bisogno della loro presenza ma  mi misero subito a zittire come solo loro erano capaci di fare.
Tutti cercammo di distrarre Joy per quanto più tempo possibile ma lei non si era certo dimenticata delle barrette di cioccolata che le avevo promesso.
“Rob, tua figlia si sta infilando dentro la macchinetta..” disse Lizzie molto pacatamente.
“COSA?!” mi voltai e vidi Joy che tranquillamente mi aspettava lì vicino.
Presi un sospiro di sollievo.
“Sei proprio un fesso fratellino..” risero le mia sorelle di gusto. “Ma ti conviene andare o di questo passo ci si infila davvero..”
E senza pensarci seguii il consiglio e assecondai la mia bambina che saltava felice vicino il distributore.
“Alloooora.. abbiamo detto una barretta vero..?”
“Nooooo non blogliare papi! Hai detto due!” esclamò facendo un due con le dita per chiarirmi meglio il concetto.
Risi e le scompigliai un po' i capelli. Dopo almeno un quarto d'ora si decise per un Kit-Kat e un Kinder Bueno. Le scartai il primo quando vidi il dottor Gregory entrare in sala chiedendo la mia attenzione. Mi gelai. Il suo viso era incomprensibile.
“Joy.. vai dalle zie e dai nonni.. arrivo subito..”
Non se lo fece ripetere due volte e notai come tutti avevano lo sguardo fisso su di me mentre mi avvicinavo al medico. Diedi loro le spalle e lo osservai mentre con lo sguardo basso continuava a guardare e riguardare le cartelle e le analisi.
“Allora..” iniziò. “Sua moglie sta bene.. però avreste dovuto avvertirmi delle condizioni in cui era..”
“Che.. condizioni..?”
“Della gravidanza”
Sbiancai. “Che.. che gravidanza..?”
“Cinque settimane.. davvero non lo sapeva?” disse con estrema calma, come se fosse una cosa scontata, e probabilmente per lui lo era.
Le gambe iniziarono a tremarmi. “Io.. credo che ho bisogno di sedermi..” bisbigliai sotto shock ma non lo feci. Non c'erano sedie nei paraggi più vicini.
“Però... mi dispiace davvero..”
O dio, ti prego no. Dispiace.. dispiacere per cosa...?
No.. non potevo sopportare un'altra perdita, semplicemente non potevo. 
“Per.. per cosa..?” 
“Bè.. mi spiace che l'abbia saputo così.. da me.. Magari volevate scoprirlo insieme..”
E fu così che il mio cuore perse cento battiti di vita inutilmente. Sospirai di sollievo diverse volte mentre elaboravo con calma tutte le informazioni che stavo avendo.. anche se in realtà l'informazione era solo una: Kristen era incinta, e io ancora non avevo totalmente realizzato.
“Scusa.. ma.. ha detto.. vuole dire che.. cioè... che lei è..”
“Incinta..” finì per me.
“Incinta..” contemplai la parola.
“Esatto. È alla quinta settimana..”
Ah ecco cosa ancora non avevo registrato.
Cinque settimane.
Non so come fui in grado a fare qualche calcolo eppure riuscii subito a collegare tutto. Doveva essere stata la notte del compleanno di Joy.
Ero appena tornato da alcuni incontri che mi avevano tenuto impegnato cinque giorni a New York.. e i giorni seguenti Kristen aveva avuto l'influenza per cui..
Si.. doveva essere stata quella notte..
Mi trovai a tremare emozionato a quel pensiero. Eccitato per quella notizia che aspettavamo da più di un anno e in cui non avevamo mai perso le speranze, nonostante tutto. Eppure un vecchio ricordo mi invase la mente.
“Dottore.. lei.. Kristen ha avuto un aborto, un anno e mezzo fa. Ci avevano detto che era difficile ma non impossibile.. Ci avevano detto che ci sarebbero comunque stati problemi e complicazioni e.. questo svenimento ora..”
Lui prese un respiro per me e mi invitò a calmarmi. “Le assicuro che sua moglie sta bene.. e certamente sarà una gravidanza da tenere sotto controllo più del normale, ma molte donne portano avanti gravidanze senza problemi anche dopo uno o più aborti..” 
Riuscii a calmarmi con quelle parole e mi rilassai un po'.
“Robert, sua moglie sta bene.. e starà anche meglio quando le darà la notizia..”
“Già..” dissi quasi in trance. “Devo dirglielo..”
“Direi di si..” 
Mi trovai a sorridere come uno scemo mentre ringraziavo il dottore diverse volte, forse lo abbracciai pure e quando mi voltai trovai gli sguardi preoccupati della mia famiglia e sconvolti quando mi videro ridere.
Tutti si rilassarono all'istante ma nonostante le loro domande non avevo intenzione di dare loro una notizia che doveva essere prima della nostra famiglia.
Mi limitai ad abbassarmi di fronte a Joy e stringerla a me più che potei.
“Va tutto bene..” dissi a lei e agli altri. “va tutto benissimo..” ripetei lasciando volontariamente fuori qualche piccola informazione.
“Scusateci qualche minuto” fu tutto quello che dissi per dileguarmi dai loro sguardi attoniti.
Quando entrammo in camera sia io che Joy ci sedemmo sul letto e bastò a far aprire gli occhi di Kristen.
“Hey.. siete qui..”
“Scusa, non volevamo svegliarti..” anche se in realtà pensavo l'esatto contrario.
“Non importa.. tutto bene?”
“Oh si..” non potevo proprio fare a meno di contenere la mia ancora incredula felicità.
“Che succede? Perché quel sorriso a sessantaquattro denti?”
Non sapevo come dirlo.. non sapevo come farlo nel modo più romantico e dolce possibile.. così scelsi la via più normale.
“Perché..” dissi piano passando una mano sulla sua pancia appena scoperta dalla maglia. “Perché sei incinta..”
Il suo sguardo si impietrì e i suoi occhi si incollarono ai miei per capire se stessi scherzando o meno.
“C.. cosa?”
Annuii spostando i miei occhi dalla pancia piatta al suo viso. Annuii ancora mentre dolcemente le scostavo una ciocca di capelli.
“Cosa...?!” esclamò di nuovo ridendo con voce carica di emozione.
“Sei incinta..di cinque settimane..” mi morsi il labbro e corrugai la fronte cercando di non farmi sopraffare troppo dalla sensazione di gioia che stava per portarmi alla commozione.
“Oh mio dio..” sussurrò con voce tremante. “Oh mio dio.. oddio.. non ci credo..” una lacrima le scese sul viso e fu come un segno per me per avvolgerla nelle mie braccia e baciarla ovunque.
“Credici amore.. credici” continuavo a ripetere senza smettere di posare le mie labbra sulle sue, sulla sua guancia, sul suo collo.
Strinse le braccia attorno al mio corpo così forte che quasi mi sentii soffocare ma non importava perché ero più vivo che mai e niente avrebbe potuto uccidermi in quel secondo.
Asciugai le sue lacrime con diversi baci. “Non piangere amore, non piangere..” dissi tra le lacrime.
“Stai piangendo anche tu..” rise.
“Lo so..”
Ridemmo insieme piangendo finché fu Joy a portarci con i piedi sulla terra che avevamo abbandonato da diversi minuti.
“Papà, che vuol dile che la mamma è cinta?”
Mi staccai leggermente da Kristen e anche a lei lo dissi nel modo più semplice che conoscevo.
“Vuol dire che avrai un fratellino..” 
“Davveloooo?? Allola tu e la mamma vi volete ancola bene!!!” esclamò felice ricordando il nostro discorso di un paio d'ore prima.
“Non lo so..” disse Kristen prendendo la mia mano. “Mi vuoi ancora bene, papi?”
“No..io non ti voglio bene.. Io ti amo.. Ti amo da morire” la baciai ancora mentre lei sussurrava contro le mie labbra: “Anche io amore mio.. anche io..”
“E battaaaa!” Joy ci interruppe staccando i nostri visi con le mani. “Voglio vedele il flatellino! Dov'è? Dov'è?!?!” si muoveva euforica sul letto.
“Amore.. non lo puoi ancora vedere.. non si vede..”
“Davvelo? Uffa.. e quando si può vedele?”
“Tra otto mesi tesoro.. ci vuole un po' di tempo..”
“Cosaaa? Così tanto!?! Ma io lo voglio vedere adesso..” disse delusa e un po' triste e io sorrisi insieme a Kristen, felice che il suo pensiero non fosse ancora andato alle possibili complicazioni di una seconda gravidanza. Non era il caso di preoccuparsi;  solo di vivere quel momento.
“Lo so amore.. però sai che facciamo? Te lo faccio sentire.. vuoi?”
“Si!” esclamò lei entusiasta.
“Bene.. vieni qui..”. Kris l'avvicinò baciandole il capo e stringendola a sé. Infine portò una sua manina sulla pancia, proprio accanto alla mia.. proprio accanto a quella piccola, nuova vita che cresceva in lei..
Proprio accanto a quel nuovo cuore che batteva..
“Lo senti amore..?” le chiese premendo un po' la sua manina.
“E' qui” sussurrò. “E' qui dove batte il cuore”
.





                                                                                                                                       THE END




Eccoci qua.. insieme.. alla fine di tutto... 
Madò che depressione T__T no ok ci riprendiamo u.u
Ora che siamo qua in effetti ci mancano un po' le parole.. forse perché questa storia ci accompagna da un anno e mezzo e siamo un po' cresciute con lei e con Joy.
Joy.. ah Joy.. la nostra piccola icona..Ormai tutti ti venerano, tutti ti vogliono... quando ci farai la grazia di venire al mondo?! ç___ç 
Nata un po' per caso, un po' per gioco, un po' per la mente malata della nostra best friend Leti *__* Joy non esisterebbe senza di lei. Perciò grazie di cuore sister *___* Ok, basta venerazione u.u
Ci commuoviamo quasi a ricordare le prime chiacchierate, i primi progetti, la paura e l'emozione nel postare il primo capitolo. E' tutto impresso nella nostra mente come fosse ieri...e non 15 mesi fa. Le faccine spaventate e perplesse quando dicevamo la stessa cosa nello stesso istante.. e il senso di completezza nello scoprire di trovarci praticamente su tutto! (idee sadiche comprese XD). E' davvero difficile trovare persone con cui è “amicizia” a prima vista.. e per noi tre è stato così... Trovare qualcuno con cui condividere qualcosa di così personale come la scrittura è ancora più raro.. e possiamo dire di essere tra le poche fortunate. 
 Siamo diventate amiche grazie a Joy...e abbiamo creato un legame che non avremmo mai mai creduto possibile....e tutto quanto per caso. Tutto per un'idea che ha cambiato le nostre vite *__*
Speriamo che questa storia e questa bimba abbiano dato anche a voi almeno un po' di ciò che hanno regalato a noi. E credeteci....è stato tantissimo. Così tanto che ci spezza un po' il cuore ora a doverla salutare.. Soprattutto ora.. 
Ma come si dice.. all good things must come to an end.. (e speriamo davvero che questa sia stata una “good thing” ..)
Vi ringraziamo tutte di vero cuore! Tutte coloro che hanno letto, che hanno aggiunto la storia nei preferiti, nelle seguite. Un grazie speciale a chi ha commentato ogni capitolo dandoci sempre sostegno e appoggio! (ok.. forse non proprio sempre ma vi perdoniamo u.u hihi). 
E infine un grazie particolare a coloro che hanno segnalato la storia per le scelte *-*
Siete tutte fantastiche!

Sarà meglio che andiamo prima di scoppiare in lacrime..
GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE! T__T

Un bacio mega-grosso!!
Cloe e Fio

ps. E chissà... magari... Ci vediamo a Settembre... forse.. ;) lol
Se non vi siete stancate di noi ovviamente! u.u
Che dite? Volete sapere come procede la storia della piccola Joy? ;D

Alla prossima girls *-*


P.S= Votate per i movie awards mi raccomando!!!!!

AGGIORNAMENTO del 20/10/2011
Abbiamo appena postato il seguito di questa storia ^^
e lo trovate qui > "Ogni battito del mio cuore"
   
 
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