Ciao :)
Come saprete, oggi, 17
maggio, è la giornata internazionale contro l’omofobia.
Siamo tutti a conoscenza
delle discriminazioni che ci sono in questo mondo contro determinate persone,
solo per il sesso di coloro che amano.
Una cosa ridicola, a parer
mio. Non si può punire qualcuno perché prova amore. Sarebbe più giusto punire
chi non prova questo sentimento, non credete?
Come ha detto Aslan: Che
importa se ami un uomo, una donna o un procione?
Io credo, però, che ci sia
un altro tipo di omofobia che non corrisponda al modello “classico”.
L’omofobia verso se
stessi.
Quanti ragazzi e ragazze
rifiutano il proprio essere perché non corrispondono ai canoni impressi dalla
società? Quante persone si condannano per non essere ciò che gli altri
desiderano che siano?
È a queste persone che
dedico la mia shot, così che decidano di non
rinnegare il proprio essere.
A.
We are beautiful
in every single way
Beautiful
Il grande leone lo
fissava, come in attesa che prendesse la decisione che tanto lo stava
tormentando. Aslan aveva capito? Che sciocchezza, probabilmente lo sapeva già
prima che lui stesso se ne accorgesse. Quasi certamente lo stava guardando per
trovare il modo migliore di commiserarlo, di chiamarlo “scherzo della natura”.
Non era una cosa normale,
Caspian se ne rendeva conto. Non era mica stupido. Pazzo, forse, ma non
stupido.
Era contro natura,
maledizione! Schifosamente contro natura e decisamente inappropriato per uno
come lui.
Non doveva pensarci,
sarebbe passato tutto.
Esattamente come quando
veniva un mal di pancia spaventoso: se non gli si prestava attenzione, il
dolore spariva.
Ma come poteva permettersi
di non pensarci? Come?
Era tormentato. Nel suo
petto si era aperta un’enorme voragine nello stesso momento in cui Aslan aveva
confermato che non sarebbero più tornati.
Si era aperto un enorme
buco nero che stava risucchiando lentamente ogni fibra del suo essere. Piano,
con deliberata lentezza. Più il tempo passava, più il dolore aumentava.
Aveva ricevuto molti colpi
di spada, Caspian, ma nessuno era stato più doloroso della stoccata che il
grande Aslan gli aveva appena inferto.
Il Leone lo fissava con i
suoi occhi d’ambra. Fermo, come una statua o un dipinto. Però Caspian sentiva
il suo essere. Sentiva quella
presenza nel profondo della sua anima, dilaniava tutto ciò a cui andava
incontro, tutte le sue convinzioni.
Era Aslan? Era la sua
ragione che lo abbandonava? Era…
No, non poteva certamente
essere ciò che aveva pensato.
Sarebbe stato estremamente
sciocco, da parte sua, credere una cosa del genere. Impossibile e contro natura.
Per tutti i fauni, gli
veniva da vomitare. La nausea verso se stesso aveva raggiunto livelli
incredibili.
Il Grande Leone distolse
lo sguardo e, con un suo forte ruggito, fece aprire un grande varco nelle acque
che li circondavano, quasi fossero un enorme muro.
Stavano andando via. Non
li avrebbe più rivisti. Non avrebbe più rivisto lui.
Doveva comportarsi da
uomo, da re.
« Voi siete come una famiglia,
per me » affermò, con un pesantissimo groppo che gli bloccava il respiro. Se
avesse continuato a guardarlo per più di due minuti, sarebbe scoppiato a
piangere.
« E tu sei compreso, Eustace » disse allora, per spostare il suo
sguardo e cercare di riprendersi. Non poteva permettersi di fare quello che il
suo cuore - o la ragazzina che era il lui e che era appena saltata fuori - gli
aveva ordinato di fare. Era un re. Un re con doveri e sani principi morali,
maledizione.
Il povero ragazzino sembrò
spaventato dalle fiamme che probabilmente si espandevano nei suoi occhi. Forse
lo credeva pronto ad ammazzare qualcuno.
« Ehm… grazie » rispose,
dandogli una pacca leggera sul braccio e scostandosi, in modo talmente garbato
e pieno di nonchalance che, se non avesse fatto attenzione, neppure Caspian se
ne sarebbe accorto. Sicuramente Eustace aveva capito il motivo del suo
turbamento e provava ribrezzo all’idea di farsi toccare da lui. Caspian aveva
ribrezzo di essere se stesso!
Oppure Eustace era
estremamente timido e non amava particolarmente le dimostrazioni pubbliche
d’affetto, e Caspian si stava facendo una montagna di film mentali.
Non sapeva più nulla, in
quel momento.
Specialmente quando aveva
incontrato nuovamente gli occhi scuri del suo tormento. Gli occhi scuri che
l’avrebbero perseguitato nelle notti più oscure, a Cair Paravel, che non gli
avrebbero mai permesso di crearsi una vita.
Non doveva muoversi. Non
doveva assolutamente toccarlo.
Ma a decidere non era il
suo cervello, il suo cuore aveva le redini. O, quantomeno, sperava fosse il
cuore e non qualcosa di più… privato.
Fu quasi automatico
abbracciarlo. Stringere le braccia intorno a quel busto non estremamente
muscoloso ma che aveva sopportato il peso di guerre, decisioni e situazioni ben
più gravi di quelle che lui aveva ancora solo immaginato.
Un re nel corpo di un
ragazzino.
Mentre lui cos’era?
Un ragazzino - o peggio,
ragazzina - nel corpo di un re.
Sentiva il suo calore
sulla pelle, attraverso quell’insulsa camicia che non gli stava permettendo di
godere appieno di un abbraccio vero. Pelle contro pelle. Cuore contro cuore.
Finì tutto troppo presto,
per i gusti di Caspian.
Edmund si separò,
voltandosi immediatamente verso Aslan e lasciando spazio alla piccola Lucy.
« Mi mancherai tanto,
Caspian » gli sussurrò la piccola regina, tentando invano di non scoppiare a
piangere. Pregò che si trattenesse, lui l’avrebbe seguita senza indugio.
« Anche tu, Lucy » ed era
vero. La piccola gli sarebbe mancata tantissimo, quasi quanto gli sarebbe
mancato lui. Era la sorella che la
sua povera madre non gli aveva mai potuto dare.
I tre si avviarono
lentamente verso il varco. Ogni loro passo era una pugnalata al cuore di
Caspian. Non poteva staccare gli occhi dalla distesa blu che si estendeva
davanti a lui, lontano da colui che avrebbe portato con se il suo cuore.
Erano lontani, ormai. A
pochi passi dal loro mondo, tanti passi lontani da Narnia. Tanti passi da lui.
« Cosa ti sta frenando, Caspian? » domandò
improvvisamente il leone, puntando il suo sguardo ambrato su di lui. Quegli
occhi lo stavano trapassando da parte a parte, senza pietà. La verità si era
rivelata improvvisamente ai suoi occhi.
Aslan sapeva tutto.
« Come puoi dire una cosa del genere? È una cosa
contro natura, ripugnante. Io sono un abominio » sussurrò
tremante il giovane re, tentando di abbassare il più possibile il suo tono di
voce. Non voleva essere ascoltato da altri. Non poteva essere ascoltato da lui.
La sua voce era piena di
ribrezzo, per se stesso e per i suoi sentimenti.
« Sei
innamorato, Caspian? » domandò allora Aslan,
senza fare alcuna piega. Per un momento lui pensò che gli avesse appena chiesto
cosa pensasse del tempo.
Il ragazzo si ritrovò a
riflettere.
Non poteva chiedergli,
così, di punto in bianco, se era innamorato. Anche perché non lo sapeva neanche
lui.
Amare significava reputare
perfetta ogni cosa del suo corpo e della sua anima?
Amare significava passare
tantissimo tempo insieme senza mai annoiarsi?
Amare significava litigare
furiosamente, senza che l’affetto possa esserne scalfito, ma, semmai
rafforzato?
Amare significava voler
dare la vita per salvare la sua? Mettere a repentaglio un popolo per lui?
Se amare era tutto ciò,
lui era perdutamente innamorato.
« Sì. Ma è sbagliato, disgustoso! Questo amore non
può e non deve esistere. Io non voglio essere un mostro »
sbottò Caspian, vomitando tutto il disprezzo che aveva accumulato durante tutto
il viaggio. Dallo stesso istante in cui aveva incrociato il suo sguardo.
« Tu non sei un mostro, Caspian. Nessun essere
capace di provare amore può esserlo. Che importa se ami un uomo, una donna o un
procione? Tu ami. Tu sei capace di provare il sentimento più nobile di tutti,
il patriarca di ogni buona azione. Cosa ti renderebbe un mostro? » rispose allora il leone, impassibile. I tre ragazzi
continuavano a camminare verso quel tunnel. Erano sempre più lontani.
Un passo, una pugnalata.
« È contro natura! Vorrei non essermi mai innamorato
» sbottò allora il re, abbassando il capo per impedire
al vero re di Narnia di vedere i suoi occhi tremendamente umidi.
« Come puoi dire una cosa del genere? Una vita senza
amore non è degna di essere definita come tale. Davvero vorresti eliminare
quello che ti lega a lui? Davvero vorresti considerarlo solo un buon amico?
L’amore non è mai contro natura, Caspian. Che sia per una donna, un uomo, un
procione o una quercia. Cosa importa? L’importante è amare »
lo riprese Aslan, quasi come un padre che riprende il figlio per una marachella
innocente. La tranquillità mostrata stava facendo deprimere sempre di più il
povero re. Il buco nero al centro del suo petto aveva ricoperto il cuore,
impedendogli di battere, ed i polmoni, impedendogli di respirare. Presto
sarebbe arrivato al cervello, ed anche la sua ragione l’avrebbe abbandonato.
« Cosa potrebbe pensare il mio popolo? Il loro re
che… il loro re che ama un uomo! » scoppiò allora lui, esternando quello che davvero era il
suo freno.
Cosa avrebbero detto di lui?
« Davvero ti importa di quello che pensano gli
altri, Caspian? Davvero sei così superficiale e sciocco? Amare qualcuno non
significa accontentare gli altri. Tu non ami per far comodo a qualcun altro, tu
ami per te stesso. Questa è la tua vita, Caspian. La tua. È il tuo cuore che
deve parlare, non la codardia. Non sarà il popolo a dover vivere per sempre
rinnegando i propri sentimenti, con la distruzione presente nel petto. Devi
essere tu a prendere in mano il tuo destino. Il tuo cuore ed il tuo regno sono
due cose separate, è vero. Ma con un cuore felice potrai governare al meglio,
non dimenticarlo » per la prima volta, Caspian aveva
sentito il leone alzare il tono di voce. Sembrava… quasi deluso.
Anche lui lo era, del
comportamento che aveva avuto fino a quel momento. Era stato un codardo. Un
dannatissimo codardo.
Era lui a dover decidere.
Lui, nessun altro.
« Non puoi vergognarti di provare amore. Devi essere
sempre fiero di te stesso e di ciò che provi. Sarai sempre una persona
meravigliosa, non importa quello che gli altri diranno di te »
concluse Aslan, tornando a fissare il trio che era ormai a pochi passi
dall’abbandonare Narnia per sempre.
Sarai sempre una persona meravigliosa, non importa
quello che gli altri diranno di te.
Fu in quel momento che
decise.
Partì con passo svelto e
deciso, ogni falcata sarebbe stata di due, normalmente. La sua velocità
aumentava millesimo di secondo dopo millesimo di secondo. Si era ritrovato a
correre come un pazzo verso di lui. Edmund. Il suo unico e vero amore.
« Edmund! Aspetta! » urlò,
arrivando con il fiatone davanti a loro. Il ragazzi in
questione si separò dal gruppo, preoccupato. Lo raggiunse e gli poggiò una mano
sulla spalla, tentando invano di capire cosa diamine gli fosse successo da
farlo correre in quel modo.
« Che ti
pren… » non lo fece finire. In un attimo le sue
labbra si ritrovarono poggiate ermeticamente si quelle del re Caspian,
coinvolte in un fantastico primo bacio.
Edmund non riusciva a
muoversi dalla sorpresa.
« Ti amo, giusto perché tu lo sappia. Dovevo dirtelo
prima che te ne andassi, perché altrimenti sarei stato sempre con il rimorso
nel cuore. Non potevo lasciarti andare senza farlo, mi capisci? So che mi
starai reputando un pazzo, un maniaco. Magari un abominio contro natura. Però
io dovevo farlo, ne andava della salute mentale »
Caspian disse tutto ad una velocità incredibile, arretrando di diversi passi e
senza staccare gli occhi dal viso di uno scioccato Edmund.
Lui, effettivamente,
impiegò parecchio tempo per assorbire tutte le sue parole e, alla fine, sul suo
viso si formò uno strano sorriso.
« Non ti considero un abominio contro natura, un
pazzo o un maniaco. Sei la persona migliore che io abbia mai conosciuto e che
conoscerò in tutta la mia vita. Ah, ti amo anch’io, giusto perché tu lo sappia » affermò, avvicinandosi al re e continuando a sorridere.
Sorriso che venne subito ricambiato, prima che venisse coinvolto in un altro,
questa volta ultimo e voluto da entrambi, bacio.
« Non ci vedremo più, lo sai? »
disse allora Edmund, sentendosi un po’ sciocco ad affermare qualcosa di scontato.
« Già. Ma sai che ti dico? Non mi importa. Io ti
amo, è tutto ciò che mi interessa » rispose Caspian,
arretrando fino a ritrovarsi accanto al grande leone. Sorrideva tranquillo,
nonostante fosse consapevole che non avrebbe più potuto sfiorare il suo amato.
« Ottima filosofia di vita. Addio »
anche Edmund si voltò, raggiungendo la sorella ed il cugino all’interno del
tunnel d’acqua. Poco prima che questo si chiudesse, con un vortice, alzò una
mano ed urlò « Ti amo! »
Caspian avrebbe sempre
ricordato quelle parole. Sempre. E non se ne sarebbe mai vergognato, non
avrebbe mai perso occasione per far partecipi gli altri del suo sentimento. Non
si sarebbe mai preoccupato delle voci che correvano alle sue spalle. Il suo
modo di essere non sarebbe cambiato in base al suo sentimento. Cosa ci sarebbe
stato di così diverso, se al posto di Edmund si fosse innamorato di Susan?
Dopotutto, un leone molto
saggio gli aveva detto che sarebbe stato sempre una persona meravigliosa, a
prescindere da quello che gli altri avrebbero detto di lui.
You are beautiful
no matter what they say
Words can't bring you down
You are beautiful in every single way
Yes, words can't bring you down
Don't you bring me down today