Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Gwen Chan    19/05/2011    3 recensioni
Concetti impossibili, abitudini assurde, cittadini strambi, alzatacce, libri compromettenti, litigi e rappacificazioni. La vita a casa di un filosofo non è per nulla facile.
Parlare di filosofia a un tizio che si rimirava allo specchio con evidente soddisfazione, non sembrava un buon punto di partenza per ottenere un qualsiasi risultato. Specialmente se il tale si chiamava Gilbert Bellshmidt e considerava se stesso come la cosa più meravigliosa al mondo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Die Nation und der Philosoph'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PUNTUALITA’

I cittadini di Koenigsberg erano persone normali, tolto il fatto che regolavano l’orologio non su basi meccaniche o scientifiche, come tutto il resto del mondo, ma sull’orario della passeggiata di Immanuel.
Alle 15 e mezza, ogni giorno.
Gilbert si meravigliava di tale abitudine, ne sorrideva tra sé e si domandava come si sarebbero comportati alla morte del loro pendolo di fiducia. Nel mentre di cosiddette considerazioni, le lancette segnavano le 15 e 35.
“O l’orologio è avanti o tu sei in ritardo.” commentò con noncuranza, guardandolo mentre si faceva passare il mantello da Lampe.
“La prima” rispose in totale sicurezza.

SONNO

Gilbert, quando non aveva impegni, considerava sacrosanto per il magnifico lui concedersi qualche ora di sonno in più.
Ne aveva a bizzeffe di alzatacce sui campi di battaglia che presidiava un giorno sì e uno no.
Ma a villa Kant i pisolini mattutini non erano contemplati né per il padrone di casa né per eventuali ospiti.
Alle sei Lampe se ne usciva con un poderoso grido: “Signore!” che finiva con lo svegliare anche Prussia.
“Domani devo tornare a Berlino” commentò durante la colazione.
Il filosofo alzò la testa dalla tazza di caffè che stava sorbendo. “Impegni?”
“No, vorrei solo dormire!”

SUBLIME

Parlare di filosofia a un tizio che si rimirava allo specchio con evidente soddisfazione, non sembrava un buon punto di partenza per ottenere un qualsiasi risultato. Specialmente se il tale si chiamava Gilbert Bellshmidt e considerava se stesso come la cosa più meravigliosa al mondo.
Immanuel Kant, tuttavia, forse per fede al suo caro imperativo categorico, non demordeva. “Capisci quello che intendo? Il sublime è ciò che fa sentire l’uomo infimo e lo priva delle facoltà intellettive. Prussia, mi stai ascoltando?”
Gilbert fissava imbambolato lo specchio, con la bocca scioccamente spalancata, chiaramente preda degli effetti del sublime. Il sublime lui.

PACE

Trovare quel libro era stato un tale shock da fargli rifiutare qualsiasi contatto con il suo ospite.
Perché Prussia amava la guerra, vi trovava la sua ragione di vita e quel volume era stato un colpo troppo duro. Si era sentito tradito.
“Herr Bellshmidt, tutto bene?”
La voce di Immanuel gli giunse attraverso il legno della porta. Per tutta la sera il filosofo aveva mandato Lampe perché facesse uscire Gilbert dal suo rifugio, salvo poi assumersi personalmente l’onere.
“Vattene!” urlò, mentre un oggetto non identificato planava per la stanza e si depositava ai piedi di Kant.
Per la pace perpetua.

PASSEGGIATA

Kant faceva otto volte avanti e indietro lungo il suo viale preferito; e Prussia aveva otto argomenti di cui cianciare. Apriva la bocca non appena l’altro azzardava il primo passo e continuava imperterrito fino alla fine della passeggiata.
Prussia parlava di quanto fosse awesome, di Ungheria, di quanto fosse carina, dell’ingiustizia che Ungheria amasse Austria, di quanto fosse piacevole combattere Austria, di West e di come stesse crescendo bene.
Cambiava discorso a ogni dietro front per tacere di botto non appena l’altro si fermava.
Un giorno o l’altro Immanuel gli avrebbe intimato di smetterla, già, un giorno o l’altro, sicuramente….

EGOCENTRISMO

Prussia ultimamente irrompeva nel suo studiolo, afferrava una sedia e restava lì, a fissarlo, in attesa. Finché Kant non chiudeva il libro e cercava di introdurlo nella selva dei concetti filosofici. Eppure in un modo o nell’altro si tornava sempre al punto di partenza.
“E’ una rivoluzione, capisci? È l’oggetto che si adatta al soggetto. La persona diventa il centro della conoscenza” tentava di spiegare.
“Come il magnifico me”
Oppure: “Il bello è oggettivo. Qualcosa di bello non può non piacere.”
“Come il magnifico me”
Al che Immanuel si arrendeva. “Come il magnifico te, Gilbert.”

Note: beccatevi queste 6 drabbles e ce ne sono altre in cantiere. Prima o poi esaurirò l'ispirazione, ma per ora non voglio pensarci.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Gwen Chan