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Autore: Lea__91    20/05/2011    8 recensioni
Jacob alza la testolina dalla chioma corvina, perdendosi negli occhi profondi di quella donna meravigliosa. Con le dita paffute ne accarezza il volto bello, reclamandone l'attenzione.
La donna lo lascia fare, ritornando concentrata sull’unica cosa realmente importante.
“Dimmi tesoro”.
“Ti voglio bene, mamma”.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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A te, anche se non lo sai.


Lontano dai tuoi angeli

lontano dai tuoi angeli

Jacob

E’ straziante, come ogni anno. Il vento è un ululato nella notte tenebrosa, ed io cammino senza sapere dove realmente andare, in compagnia solo del buio e delle stelle nel cielo.
Stelle…
Jacob, fai attenzione! Lo sai che ti fai male con quegli attrezzi?”
Lo so, ma continuo a giocarci lo stesso, mamma. Continuo a giocare con quello che mi può ferire, ma ora tu non puoi più dirmi di interrompere quel gioco assurdo e pericoloso. Ho ancora il vizio di barare con la vita e col destino, continuo a provare e riprovare, cercando scorciatoie che ormai non mi posso più permettere.
Cosa devo fare? Tu lo sapresti, hai sempre saputo come aiutarmi. E ho paura, ancora quella paura di dormire che avevo da bambino. Non voglio addormentarmi perché ogni secondo è prezioso, lei potrebbe scomparire.
E’ così magra… così trasparente…
Non la posso salvare, così come non sono riuscito a trattenere te.
La mia stella, lo sei ancora. Ti vedo brillare nel firmamento immenso. Sei la più luminosa, come lo era il tuo sorriso.
Mi manchi! Ti penso poco, sai? Fa troppo male il tuo ricordo, fa troppo male menzionarti, descriverti agli amici quando con imbarazzo inciampano nel tuo discorso.
Annuisco e devio l’attenzione, ma dentro non devio niente. Sorrido perché non so che altro fare, se solo provassi a parlare sarebbero le lacrime a fuoriuscire al posto delle semplici parole.
Mi fai male, ogni giorno. Mi fa male vedere la casa vuota. Non sentire l’odore di torta da te preparata. Mi fa maledettamente male anche solo dover dare spiegazioni agli estranei che non sanno farsi i fatti loro.

Ho tante maschere e devo ammettere che non ti assomiglio in questa cosa. Tu eri sempre te stessa, dopo un litigio o una brutta giornata, rimanevi sempre tu, mamma.
Io invece devo fingere, fingere e cambiare ruolo in continuazione. Vorrei essere come te, ma la vita non me lo permette. Come posso mostrargli il mio dolore ora che ogni respiro potrebbe essere l’ultimo?

E tu, ogni giorno mi manchi come il sole che s'appoggia all'orizzonte immenso e blu. Ed io mi sento perso quiQui, senza di te.

Quante volte avrei voluto raccontargli di te, per mostrargli l’anima fragile che nascondo. Ma non potevo, non ho mai potuto. Era lei e solo lei che aveva bisogno di aiuto. Io sarei sopravvissuto, come sempre.
Ma ho sbagliato e me ne rendo conto solo ora che la sto perdendo. Avrei dovuto dirle di te. Di te magnifica e genuina che mi sorridevi la mattina appena sveglio. Di te dal cuore grande e generoso che non mi negavi mai un biscotto se per piacere te lo chiedevo.
Di te, mamma.
Non conoscerà mai quella parte di me che ancora ti appartiene… In fondo è come se mi avesse conosciuto solo per metà.
Dovevo sforzarmi, dovevo dirle… l’affetto. Il dolore che mi provochi ancora oggi a distanza di anni, a distanza di secoli.

A cosa pensi in quella foto con me in braccio sulla spiaggia?

Eravamo così uniti, noi.

Io ci provo a vivere.
A cambiare.
A credere
in qualcosa che assomigli a quella tua semplicità.

Dove sei?
Ho bisogno di te, dei tuoi rimproveri e delle tue raccomandazioni.

Sono uno spettacolo, mamma. Sono uno spettacolo tragico e ridicolo e avrei voglia di scambiare la tua vita con la mia. Di tornare a correre dietro le lucertole a quegli anni incancellabili che ancora io mi porto dentro.

E mezzanotte e non so nemmeno se la ritroverò viva, ma vagare è indispensabile stasera. Non so nemmeno il perché. Non è l’anniversario della tua morte. E’ solo un giorno qualsiasi di un anno senza te. Eppure la ricordo come fosse ieri quella giornata trascorsa insieme, solo tu ed io a giocare insieme con la sabbia.

Ho ancora dentro il cuore il ritmo delicato dei tuoi passi e le parole che mi hai detto prima che ti addormentassi.

E lei non sa di me, della pena eterna e perenne che mi porto dentro.
Dio quanto fa male! Pensarti o sussurrare il tuo nome imprigionato nel tempo.
Dove sei? Mi sei accanto in questo inferno?

Ho sempre dovuto essere io il più forte, mostrargli un sorriso rassicurante perchè era lei che rischiava di cadere in pezzi ogni giorno. Non potevo permettermelo... non potevo permettermi di vederla sgretolarsi sotto i miei occhi che amorevolmente l’osservavano.
Tante volte avrei voluto
portarla da te… Te, che abiti la luna. Ma nel mio dolore mai nessuno è entrato. Una porta chiusa a chiave di cui persino la serratura è andata smarrita. Luogo proibito fatto di nulla. Ricordi nascosti e mai svelati di quel giorno vicino e lontano.
E ora c’è spazio, c'è tanto spazio nella mia mente fatta di oblio ed incertezze.

La amo, lo sai? La amo e mi fa male questo amore irraggiungibile.
Ormai l'ho persa. Se ne sta andando da questo mondo abbandonandomi a me stesso.
Ti prenderai cura di lei? Ho bisogno di credere che è con te che trascorrerà l'eternità.

Non voglio perderla, mamma! Non voglio, non voglio, non voglio!
Non posso perdere anche lei...
E' una condanna forse, perdere chi amo? Una tragedia senza fine chiamata vita?
La mia vita.
E lotto, grido, combatto, mi arrabbio... spaccherei il mondo se solo potessi e forse ne sarei in grado. Ma il coraggio? Quello mi manca, perchè non ho il coraggio di vederla morire. Non ho il coraggio di allontanarmi da lei, di dirle addio e lasciarla alla non vita che ha scelto.

Che ha scelto... bruciano ancora nella mia gola queste parole ignobili ed invadenti.
Non era così che sarebbe dovuta andare... no, niente di tutto questo doveva accadere. Non dovrei trovarmi qui, a camminare nel dolore insieme a te che nemmeno mi ascolti. Come fai ad ascoltarmi? Quando nemmeno le lacrime fanno parte di te...

Tu non piangi più e resti sempre giovane.

Aiutami, ti prego! Non ho idea di cosa fare, di come sopravvivere. Questa volta so che non ce la farò. E' una battaglia troppo.... Troppo. Non esiste un troppo per descriverla.

Se potessi almeno rivederti, anche solo per un momento.

Vorrei solo stare tra le tue braccia, un’ultima volta. Accoccolarmi sul tuo seno e sentirmi ancora un bambino, quando la vita era più facile.
Torno da lei, in quella casa disgustosa. Vedi? Non so starle lontano, anche ora che in grembo porta il frutto della morte. Torno da lei a straziarmi il cuore, ma è di te che avrei bisogno.

Se credessi a quell'idea che tu,
ogni giorno tu,
ancora mi proteggi
mentre invece so che non puoi farlo più.
Ed io mi sento perso qui.
lontano dai tuoi angeli.

“Promettimi una cosa, Jacob.”
“Qualunque cosa, mammina!”
“Promettimi di combattere sempre. Di non lasciarti andare alla sofferenza. Di sorridere alla vita anche se questa non ti darà nessun motivo per farlo.”
Il bambino osserva la mamma con aria interrogativa, non capendo le sue parole. Lui vuole solo continuare a giocare con la sabbia in quella spiaggia deserta, ma non direbbe mai di no a quella donna meravigliosa dagli occhi grandi.
“Va bene, mamma. Te lo prometto. Sorridere mi piace!”
E sorride. Sorridono insieme, stringendosi in un abbraccio senza tempo.
“Il mio ometto! Farai strage di cuori, ed io sarò gelosa di tutte…”
La donna di nome Sarah sospira, felice. Stringe tra le braccia la sua ragione di vita e si chiede chi un giorno riceverà l’amore di suo figlio. Immagina dei volti, ma nessuna è all’altezza.
Il suo bambino è speciale, ha il sorriso del sole.
Jacob alza la testolina dalla chioma corvina, perdendosi negli occhi profondi di quella donna bellissima. Con le dita paffute ne accarezza il volto bello, reclamando la sua attenzione.
La donna lo lascia fare, ritornando concentrata sull’unica cosa realmente importante.
“Dimmi tesoro...”
“Ti voglio bene, mamma.”






*Angolo autrice*

Questa shot mi sta particolarmente a cuore. Forse perché tratta di un argomento delicato. Forse perché l’ho scritta davvero con il cuore in mano. O forse perché è dedicata ad una persona speciale.
Ispirata dalla canzone di Marco Masini “Lontano dai tuoi angeli” ho voluto dare spazio ai pensieri di Jacob riguardo a sua madre, la cui la perdita è stata, a mio avviso, poco trattata nei libri della Meyer. Le parti in corsivo sono parti del testo della canzone che vi consiglio di ascoltare… 
Ambientata in uno dei momenti più difficili della vita di Jacob, Breaking dawn. Quando rischia di perdere l’altra donna per lui più importante.
Mi auguro di avervi emozionato, almeno un po’.

Un abbraccio

Lea



   
 
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