Harry, poi, la trattava come se fosse l'amica di tutti i giorni, quella strega davvero più brillante delle sue coetanee e sì, ancora era così. Se c'era una cosa che Hermione non aveva perso era la sua naturale bravura, quella capacità di imparare senza nemmeno faticare, e quell'amore per i libri che, forse, era solo superato da quello per Ron.
Le Fiabe di Beda il Bardo le conservava nel baule ai piedi del letto e qualche volta, nel bel mezzo della notte, Ron cliccava il suo Deluminatore e insieme ripercorrevano quelle pagine che, da sola, aveva tradotto per entrambi. Non amava leggerle ai propri figli, questo è da precisare. Rosie, dal canto suo, non le amava particolarmente, se non fosse per le rune che già cominciava ad ammirare. Hugo, al contrario, le adorava, e spesso era Ron a leggergliele perché, lei diceva, - Ron ha quella naturalezza d'animo a vedere il bello in tutte le cose, anche se traspare la tristezza. Io non riesco a distaccarmi da quel mondo reale come fanno i bambini.
- Hugo, è ora di andare a dormire! -, lo avvertì Hermione finendo il suo tè.
Dal salotto si sentì un mugugno strano, poi un tonfo e infine un principio di soffocamento.
- Niente scuse, non imitare tuo padre e a letto, op, op!
Hugo si rialzò rassegnato e si trascinò in cucina, sorridendole col sorriso migliore che poteva esprimere. Aveva quattro anni e le lentiggini sulle guance, aveva quattro anni ed era suo figlio. La abbracciò tre secondi e poi shizzò al piano di sopra, i capelli rossi fuoco, gli occhi oceanomare di Ronald. Hermione lo seguì con gli occhi e sorrise a sua volta, brillò.
Se c'era una cosa che però adorava in maniera smisurata erano proprio i suoi bambini. I suoi tesori, li chiamava. Quei doni che la vita ti regala dopo che hai lottato per lei una vita intera.
Hermione, che dire:
è me.
mi somiglia da far paura
o io somiglio a lei.
vedetela come volete :3
-sue