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Autore: Elos    22/05/2011    15 recensioni
C'è una cosa che bisogna sapere sui ripostigli, ed è che sono piccoli.
C'è un'altra cosa che bisogna sapere sui ripostigli, ed è che, se racconti a qualcuno di esserci cresciuto dentro, nessuno ti crede. Nessuno ti prende sul serio, mai. Dev'essere perché è una cosa troppo assurda, sembra una frottola, e così passa per falsa. [...]
Seconda Classificata al concorso "What's if...?" indetto da CruellaDeVil.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da V libro alternativo
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Alla redazione del Cavillo



C'è una cosa che bisogna sapere sui ripostigli, ed è che sono piccoli.

C'è un'altra cosa che bisogna sapere sui ripostigli, ed è che, se racconti a qualcuno di esserci cresciuto dentro, nessuno ti crede. Nessuno ti prende sul serio, mai. Dev'essere perché è una cosa troppo assurda, sembra una frottola, e così passa per falsa.

Crescere in un ripostiglio significa avere una mobilia che è composta più o meno in questo modo: una vecchia branda da campeggio con un materasso bulboso, una scatola di cartone piena di vestiti, una stecca che una volta serviva ad appendere cappotti e giacche - ma che si rivela anche ottima per stendere gli abiti bagnati ad asciugare - e un paio di vecchie scope. Nel ripostiglio ci saranno anche un sacco di ragni, ragnatele e polvere. Se dei primi due non c'è da preoccuparsi troppo – i ragni sono animali pacifici e abitudinari, e la convivenza con loro è una convivenza tranquilla, se non hai problemi a sentirteli zompettare addosso durante la notte – la polvere è una difficoltà da non sottovalutare: perché fa tossire. Tossire è perfetto se stai bene, o se hai un po' di infreddatura, o se comunque stai vivendo una vita normale in un posto normale. Quando vivi in un sottoscala, invece, e nessuno attorno a te si comporta come dovrebbe, tossire è un piccolo problema che va ad aggiungersi a tutta una pila di grandi problemi, peggiorandoli.
Tossire avendo nei dintorni parenti suscettibili è una fonte indesiderabile d'attenzione. Tossire avendo mangiato poco significa farsi venire i conati di vomito. Vomitare in un ripostiglio senza finestre nel quale si deve dormire è... be', diciamo solo che non è in cima alla lista delle esperienze-da-provare-assolutamente. Non è neanche agli ultimi posti. E' ancora più giù, insieme a farsi azzannare il posteriore da un Basilisco e a trascorrere almeno un quarto d'ora all'anno, dall'età di undici anni, in compagnia di un Signore Oscuro. Io ho sperimentato tutte e tre le esperienze, per cui posso piazzarle tranquillamente e in piena sincerità in fondo alla lista. Be', non proprio tutte e tre: non era al mio posteriore che il Basilisco aveva mirato, più alla giugulare, o giù di lì...
Comunque.
Potrei raccontare molte cose sui ripostigli, specialmente sui ripostigli nei sottoscala: potrei raccontare come la polvere viene giù a grumi quando qualcuno passa (o salta) sui gradini, o come faccia sempre molto freddo d'inverno e molto caldo d'estate, o come le tubature del bagno passino proprio lì accanto, così che, quando qualcuno tira la catena, la persona nel ripostiglio è sempre la prima a saperlo. Ma vi racconterò solo una cosa: le porte dei ripostigli non hanno maniglie sul lato interno.
Per qualche ragione, questa è una cosa alla quale nessuno pensa mai.

Ron è stata la prima persona al mondo a sapere del mio ripostiglio. Non sono del tutto certo del come tutti i miei insegnanti, compagni di classe, genitori dei compagni di classe, nonni dei compagni di classe, bidelli e vicini siano riusciti a non accorgersene mai fino a quel momento, ma così è stato: sono arrivato al mio primo anno ad Hogwarts senza che nessuno sapesse, o volesse sapere, del ripostiglio sotto le scale che ospitava il letto di Harry Potter, undici anni, orfano a carico dei suoi non troppo soddisfatti zii.
Suona un po' strano, no?
Dopo Halloween, tutto quel che Ron sapeva, anche Hermione lo sapeva. Non ricordo chi l'abbia detto a lei, se io o Ron o nessuno dei due - dopotutto Hermione è sempre stata tremendamente intelligente, ed è questo che l'ha uccisa.
Fred e George forse sapevano del ripostiglio. Sicuramente sapevano delle sbarre nella stanza al piano di sopra: sono stati loro a tirarle via, usando la Ford Anglia del signor Weasley per sradicarle. Le sbarre e i lucchetti sono arrivati poco prima del mio secondo anno ad Hogwarts; e nel frattempo i Dursley si erano decisi a spostarmi nella seconda camera da letto di Dudley, nella speranza che così i maghi non pensassero di venire a controllare come venivo trattato e che cosa mi succedeva a casa. Nessuno è mai venuto a controllare, ovviamente, ma i Dursley continuavano ad avere paura... e la paura non è il miglior incentivo ad un'affettuosa tolleranza.
I gemelli hanno riferito alla signora Weasley - dopo aver divelto la grata dalla finestra della mia stanza, avermi caricato in macchina, aver scassinato lo sgabuzzino per recuperare il mio baule e aver evitato che lo zio Vernon impedisse la mia fuga - delle sbarre, dei lucchetti e delle razioni da fame. Io ero presente: l'ho sentito con le mie orecchie. Ma, ancora, nessuno ha mai fatto niente. Non sembra anche a voi che anche questo sia almeno un tantino bizzarro, dopotutto?
E la parte migliore di tutto questo, la parte migliore, sapete qual è? Che tutti, ad Hogwarts, lo sapevano, o lo dovevano sapere, o lo potevano sapere. Che tutti ad Hogwarts sapevano del mio ripostiglio. La mia lettera, dopotutto, era stata indirizzata lì: Signor H. Potter, Ripostiglio del sottoscala.

Nessuno crede al ripostiglio sotto le scale, ma tutti sanno che esiste. C'è un modo di dire babbano che calza come un guanto sulla situazione, ed è il re è nudo. La verità è lì, e tutti possono vederla: solo, ognuno guarda dall'altra parte.

Anche io guardavo dall'altra parte: avevo dodici anni all'epoca, e nessuna idea di quanto sbagliato fosse vivere in un sottoscala. Sono stato rimandato dai Dursley alla fine del mio secondo anno ad Hogwarts, meno di dodici mesi dopo la mia prima fuga, come un pacchetto regalo, incartato con un braccio appena cicatrizzato, contratture su e giù per tutta la schiena per essere stato sballottolato da una parte all'altra della Camera dei Segreti da un Basilisco imbizzarrito, e stanco, irritato, avvilito. I mesi estivi possono essere molto lunghi. Molto. Io ne so qualcosa.
Avevo compiuto tredici anni da meno di una settimana il giorno in cui ho gonfiato la cara, vecchia zia Marge. Non mi pento di averlo fatto: quella donna aveva fatto dell'insulto un arte, e del tormentarmi una missione. Sarebbe filato comunque tutto liscio se lei non avesse cominciato a parlare dei miei genitori e quella... quella... quella è una cosa che non sopporto. Anche il vecchio Faccia di Serpente lo sa, adesso: non c'è stato nessun Ministero della Magia a sgonfiare lui, dopo che aveva detto su mia madre cose che nessuno dovrebbe permettersi mai nemmeno di pensare.
Mi ha avuto sulla punta di una bacchetta, pronto come un maiale allo spiedo ad essere cucinato e servito, e cosa ha fatto il grossissimo idiota? Ha temporeggiato. Mi ha insultato. Mi ha deriso. Ha invitato i suoi fedeli Mangiamorte a ridere di me con lui. Se mi avesse avadakedavrizzato e basta, senza perdere tempo, a quest'ora lui giocherebbe a fare il Gran Cattivone d'Inghilterra ed io sarei morto, punto, e non starei qui a scrivere questa lettera.
Comunque, ho gonfiato la zia Marge e sono scappato. Ho incontrato Sirius, Sirius Black, e non l'ho riconosciuto. Sono stato prelevato alle porte di Diagon Alley come uno scolaretto indisciplinato, rimproverato amorevolmente per essermi messo in pericolo, e infine spedito dal buon vecchio Cornelius Caramell a godermi gli ultimi giorni delle mie vacanze estive in giro per il Mondo Magico.
Ancora una volta, nessuno si è chiesto perché fossi scappato. Voglio dire: non potevo essere l'unico studente cresciuto tra i Babbani di tutta Hogwarts ad aver fatto esplodere un po' di magia involontaria, giusto? E quanti di questi studenti erano fuggiti di casa, subito dopo averlo fatto, senza che i loro parenti li seguissero, li cercassero, si preoccupassero della loro salute?
Nessuno si è chiesto perché. Nessuno ha fatto domande. Il re è nudo, gente, il re è nudo.

Nessuno mai prima che Sirius entrasse nella mia vita mi aveva offerto la possibilità di sfuggire ai Dursley.
I Weasley sono stati sempre grandi con me, davvero. Mi hanno sempre ospitato e trattato come fossi uno di loro, solo un altro fratello Weasley che, accidentalmente, non aveva i capelli rossi e che, sempre accidentalmente, aveva bisogno d'essere accudito un po' più degli altri. Mi recuperavano in genere alla fine dell'estate, e la cucina eccezionale di Molly Weasley si occupava di farmi riprendere un paio di chili prima dell'inizio dell'anno scolastico: così arrivavo ad Hogwarts senza avere un aspetto da povero orfanello denutrito. Ron è stato il mio primo amico. Fred e George mi trovavano simpatico, Bill mi trovava simpatico, Charlie mi trovava simpatico, diamine, Percy mi trovava simpatico (per i primi quattro anni della nostra conoscenza, almeno). E Ginny...
Si comportavano con me come fossi uno di famiglia, ma non si sono mai, mai, offerti di prendermi con loro. Ho scoperto solo anni più tardi che in effetti l'offerta c'era stata, e ripetuta, anche, ed era stata sempre respinta.
Sirius Black è arrivato come un ciclone, piombando nel mezzo del mio terzo anno per scombussolarlo, portando con sé prima una generosa manciata di disappunto (un altro Mago Oscuro pazzo alle mie calcagna? Fantastico, proprio quello che ci voleva!), poi una consistente dose di rabbia (tutti tranne me avevano sempre saputo, e tutti tranne me sapevano sbagliando, che Sirius Black era l'assassino dei Potter), e infine la speranza. Per quanto breve sia stata, per quanto orrendamente sia finita, ogni volta che io penso a Sirius penso a questo: alla sua offerta di vivere con lui, di stare con lui. Non pensava che avrei accettato, ma me l'ha offerto lo stesso. Perché era il mio padrino, perché aveva amato i miei genitori, perché mi aveva tenuto in braccio da bambino. Mi avrebbe preso così com'ero, con Voldemort annesso al pacchetto e tutto, e sarebbe rimasto con me.
Non rivedo più tanto spesso, nei sogni, il suo viso com'era mentre attraversava il Velo, mentre stava morendo e lo sapeva - e lo sapevamo tutti - e poi era andato, non era più lì. Per un paio d'anni l'ho sognato tutte le notti, ma adesso non più. Quando sogno Sirius, oggi, vedo il suo volto così come mi è apparso mentre mi chiedeva di andare a vivere con lui: un volto magro, impietosamente devastato dagli anni e dalla sofferenza, che si illuminava e tornava ad essere giovane e bello mentre io gli dicevo di .

A salvare dal Bacio Sirius Black siamo stati io ed Hermione. Io l'ho ucciso, anche, Sirius, due anni più tardi. Sono stato io: non Bellatrix La Strana, non Severus Piton. Sono stato io. L'ho ucciso con la mia testardaggine e con la mia mania di fare l'eroe. Hermione aveva ragione: io avevo una mania, salvare la gente, salvare tutti. Mi ero visto togliere troppo per poter lasciare senza far niente che mi venisse strappato altro.
Non potevo permettere che dessero Sirius ai Dissennatori. Albus Silente sembrava capirmi: ha armato me ed Hermione di una Giratempo (ce n'erano ancora, all'epoca, prima che io e gli altri dell'ES buttassimo giù tutte quelle che erano rimaste nell'Ufficio Misteri) e ci ha spediti indietro di tre ore, incurante dei pericoli che un lupo mannaro senza controllo e un'orda di Dissennatori costituivano per due tredicenni, per salvarlo. Ci siamo riusciti. Eravamo così orgogliosi, all'epoca, così fieri di noi, ed entusiasti e giovani e pieni di fiducia, che non ci siamo mai fermati a chiedere perché.
Perché non ci pensi tu? Sarebbe stata una domanda ragionevole.
Ma anche perché non hai mai chiesto un processo, prima? Anche questa lo sarebbe stata. Sirius era stato uno dei suoi, uno dell'Ordine. Aveva amato mia madre e mio padre intensamente. Nessuno si è mai fermato a chiedersi se fosse veramente colpevole di quello di cui lo stavano accusando: la gente è sempre pronta a credere il peggio del prossimo, sicuro, ma Silente...?
Silente non ha fatto domande. Silente non ha chiesto un processo. Silente ha spedito Sirius ad Azkaban e me dai Dursley.
Si cominciano a vedere i brufoli sulle chiappe scoperte del re, da qui, eh?

Quando mi sono svegliato, tre giorni dopo l'Ultima Battaglia, ho scoperto che mentre dormivo qualcosa era cambiato nel mondo magico. Io ero ancora il Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto, solo che adesso al titolo era stato aggiunto un Due-Volte.... gente, due volte non si avvicina neanche al conteggio complessivo!
So che hanno inaugurato un nuovo Ordine di Merlino, solo per me e per Silente. Primissima Classe, o qualcosa del genere. Il mio mi è stato consegnato mentre dormivo: l'ho regalato ad uno degli infermieri al San Mungo, che può tenerselo con tutti i miei sentitissimi omaggi. Io non lo vorrei avere alla distanza di un bastone.
Comunque, fin qui era tutto normale. Tutto nelle attese. Qualcuno era morto, su qualcun altro stavano ancora piangendo. Avevano scrostato i resti di Filius Vitious dalle pareti della Sala Grande e disseppellito la McGranitt, Charlie Weasley e Michael Corner, oltre ad una mezza dozzina di altri che non conoscevo, dalle macerie della Torre di Grifondoro. Le Acromantule avevano portato via Hagrid nel mezzo della battaglia, e nessuno l'aveva più trovato. Suppongo sia ancora lì, nella Foresta Proibita, sotto forma di guscio svuotato arrotolato in un involto di ragnatela: l'ultima volta che sono stato ad Hogwarts ho visto Grop cercarlo, il testone chino tra gli alberi mentre ci frugava in mezzo.
Severus Piton non era morto: era sopravvissuto alla guerra. Suppongo che lo rimpianga, ora, o che lo rimpiangerebbe se fosse ancora in grado di provare qualcosa del genere... qualcosa, punto. Severus Piton è stato dato ai Dissennatori cinquantasei ore dopo l'Ultima Battaglia: il Ministero voleva liberarsi di tutti coloro che avevano portato il Marchio Nero, è stato detto, e, mentre l'Inghilterra era impegnata a contare le proprie perdite e a piangere i propri morti, la caccia alle streghe è stata fatta iniziare con l'entusiastica approvazione del pubblico. Erano tutti d'accordo. Che morissero tutti quanti, schifosi Mangiamorte, che avevano ucciso i loro bambini, i loro genitori.
Per la maggior parte di quelli che sono stati condannati al Bacio non avrei sprecato un'occhiata, figurarsi una parola buona, ma Draco Malfoy? Il Marchio Nero lui l'aveva preso a sedici anni! E Severus Piton, miseria dannata, Severus Piton non era un Mangiamorte. Io lo so. Io c'ero. Ero lì mentre Piton, schifoso e untuoso bastardo, l'essere senziente dotato di naso più sarcastico e perfido che io abbia mai conosciuto, si prendeva una Cruciatus al posto mio, nel mezzo della battaglia, e finiva per terra a sbavare e contorcersi. Se non l'avesse fatto, forse non saremmo qui a parlarne, oggi.
Il Mondo Magico deve probabilmente la sua sopravvivenza a Severus Piton: spia dell'Ordine e per l'Ordine, professore di Pozioni, uomo coraggioso e abile mago. Ha pagato cara la propria fedeltà ad Albus Silente... e tutti sappiamo, oggi, come il Mondo Magico ricompensi chi cerca di salvarlo.
Mentre Severus Piton veniva portato via, Albus Silente si doleva di non poter far nulla. Albus Silente. Ordine di Merlino, Prima... scusate, Primissima Classe, Supremo Pezzo Grosso, Grande Eroe, Vincitore di Voldemort e qualunque altra cosa sia adesso, non poteva fare nulla.
Così come non ha potuto fare niente per me. Per Sirius. Per tutti gli altri che non erano abbastanza importanti, che non erano abbastanza servizievoli, che non erano abbastanza disponibili o che erano troppo scaltri.

Severus Piton può essere a tutti gli effetti considerato l'ultima vittima di Albus Silente. L'ultimo che mi ha tolto, ma non il primo: mi aveva tolto anche Sirius (che non sarebbe morto, se non fosse stato tenuto prigioniero nella propria stessa casa, se avesse avuto un processo, modo di difendersi), e mi aveva tolto Hermione.
Dicono tutti che si è trattato di un incidente. Che si era trovata al momento sbagliato nel posto sbagliatissimo, e tutti sanno che questo in guerra è fatale. Che nessuno poteva sapere che i Mangiamorte avrebbero fatto irruzione nell'Atrium del Ministero proprio mentre lei si trovava lì per svolgere delle ricerche per conto di Silente. L'hanno catturata viva, ma noi l'abbiamo ritrovata morta. Lei e Ron si sarebbero sposati alla fine della guerra. Parlavano di andare a vivere insieme ad Ottery St.Catchpole, per poter restare vicini alla Tana, parlavano di avere dei bambini.
Hermione Granger era una strega molto intelligente. Tremendamente intelligente, come ho già detto, troppo per il suo stesso bene. Mi aveva detto che sospettava qualcosa. Mi aveva fatto molte domande sul mio passato, sulla mia vita dai Dursley, sulle conversazioni che avevo sostenuto con Albus Silente prima dell'inizio della guerra.
Mi è arrivata una sua lettera, dopo che... dopo. Spiega molte cose. Molte le sapevo già. Molte non le avevo mai capite. Molte avrei voluto non capirle mai.
E' stata lei, intelligente, intelligente Hermione, a togliere le mutande al re.

Hermione aveva visto il piano perfetto di Albus Percival Wulfric Brian Silente per quello che era. Piton aveva visto il piano perfetto di Albus Percival Wulfric Brian Silente per quello che era, e Piton era un bastardo, sicuro, un gran bastardo con un pessimo senso dell'umorismo, ma era anche una brava persona. Aveva una coscienza, Piton. Piton aveva scoperto la verità, e non gli era piaciuta.
Aveva fatto voto di proteggermi. Aveva giurato sul cadavere di qualcuno che aveva amato molto, davanti a qualcuno di cui si fidava, e questo è un giuramento che non si può spezzare facilmente, nossignore. Io ne so qualcosa.
Quando io avevo sedici anni, Piton aveva salvato Silente la notte in cui questi aveva fatto ritorno ad Hogwarts con una mano carbonizzata da un incantesimo di profonda Magia Oscura. L'aveva curato, l'aveva rimesso in sesto. Alla fine dell'anno gli aveva permesso di sopravvivere ad un attentato che, per quanto goffo, gli sarebbe costato la vita se lui fosse stato debole, malato o morente. Silente l'ha ripagato consegnandolo al Bacio.
Piton non era più abbastanza fedele: dev'essere stato questo che Silente ha pensato. Piton anteponeva la mia vita, il mio benessere, alla fedeltà che doveva a Silente: non mi amava, non gli piacevo, ma lo faceva perché lo riteneva giusto. Sarebbe morto per me. E' morto - peggio che morto - per aver cercato di parlare: mi avrebbe fatto sapere cosa Silente aveva fatto nel corso degli anni, ed io avrei conosciuto la verità, e tutti l'avrebbero conosciuta con me. Ovviamente non poteva essergli permesso, e così via Piton. Era un uomo che non piaceva a nessuno, è stato facile da togliere di mezzo.
Piton fuori dai piedi, Hermione non c'era già più: ma Silente non sapeva che entrambi erano stati più intelligenti di così, e che mi avevano già fatto avere, entrambi, la loro versione della verità.

Albus Percival Wulfric Brian Silente, signori del Mondo Magico, si era tolto di torno il mio padrino, spedendolo ad Azkaban senza un processo, per essere sicuro che io finissi nelle mani dei miei parenti Babbani: sapeva che non mi avrebbero amato, che mi avrebbero odiato, che mi avrebbero trattato come il mago - e il mostro - che pensavano fossi. Ai Weasley non è mai stato permesso di adottarmi perché non gli faceva comodo: sarei stato cresciuto con Ron e come Ron, altrimenti, sarei stato un bambino come tutti gli altri, e non sarei diventato quel che serviva a Silente.
In questo modo sono arrivato ad Hogwarts affamato d'affetto, con un'autostima tanto bassa che potevi camminarci sopra e schiacciarla senza accorgertene, vergognoso anche di respirare senza permesso, stupefatto per essere trattato, lì, più o meno e quasi sempre come tutti gli altri. Nessuno mi toglieva il piatto da davanti alla faccia prima che io l'avessi svuotato, non c'erano pavimenti da lavare o pentole da scrostare. Avrei fatto qualunque cosa perché la situazione restasse questa il più a lungo possibile.
Troppo facile era, in queste condizioni, ottenere la mia fiducia, il mio rispetto. Silente non ha dovuto neanche guadagnarli: gli sono bastate poche parole affettuose davanti ad uno specchio dei desideri, un Mantello consegnato come regalo di Natale, essere lì quando mi sono svegliato in infermeria dopo aver distrutto Raptor e la Pietra Filosofale.
La Pietra Filosofale. Avrebbe potuto fermarmi. Avrebbe potuto fermarci, Dio, sapeva benissimo cosa stava accadendo, ma non l'ha fatto! Ci ha lasciati andare avanti ed è arrivato in tempo per raccogliere gloriosamente i pezzi. E' bravissimo in questo, raccogliere i pezzi.
Mi ha armato con la spada di Grifondoro invece di lasciarmi uno stramaledettissimo modo per contattarlo, poi di una Giratempo... mi ha lasciato fare da esca per i Mangiamorte durante il Torneo Tremaghi invece di impedirlo. Poteva fermare tutto questo! Poteva annullare il Torneo! Non l'ha fatto, non l'ha fatto, non l'ha fatto. Cedric Diggory è un altro del quale avrà il sangue sulle mani, insieme a me. Mi ha lasciato per un anno intero a brancolare nel buio, trattandomi come fossi un bambino e togliendomi quella sembianza di affezione, di vicinanza, che mi aveva sempre offerto: e io mi sono sentito solo, come lui voleva, e disarmato, e quando lui è tornato da me l'anno dopo - malgrado il suo silenzio avesse contribuito a togliere la vita a Sirius - io sono corso da lui pieno di fiducia. Quando Scrimgeour me l'ha domandato, gli ho risposto che sì, io ero l'uomo di Silente, sempre e comunque. Scrimgeour non era una brava persona, e di certo non teneva a me: ma chissà se anche lui almeno una scheggia della verità la conosceva?

Ringrazio i Weasley: senza di loro non avrei saputo che esisteva un altro mondo, un mondo in cui nessuno armava un dodicenne con un cappello e lo mandava a sconfiggere Basilischi e Draghi Oscuri, in cui ad un tredicenne non veniva chiesto di essere responsabile della vita del proprio padrino, ad un quindicenne di essere più maturo degli adulti che lo circondavano.
Senza di loro non avrei saputo riconoscere la verità per quello che era, quando me la sono trovata sotto agli occhi, e avrei pensato che fosse tutto normale.

Se siete riusciti ad arrivare fin qui in questa lettera, avrete visto quanto la mia grafia sia orribile: zampe di gallina, direbbe il professor Piton (e per questo toglierebbe venti punti al Grifondoro, probabilmente), ma non è colpa mia. Le mie mani non hanno più smesso di tremare dal giorno dell'Ultima Battaglia. E' l'effetto che fanno le Cruciatus, dopo un po'. Ne sono uscito fuori sfregiato e in pezzi. La mia gamba sinistra non mi sorregge più come dovrebbe; e probabilmente non risalirò mai su una scopa, perché un incantesimo mi ha fratturato la colonna vertebrale e, malgrado tutto l'aiuto che il San Mungo poteva darmi, non tornerà più come prima.
Ho fatto esplodere Voldemort, ma c'era Silente a raccattarmi e a riportarmi indietro, e a raccontare a tutti come lui avesse protetto Harry Potter, lui lo avesse istruito, accudito, addestrato, lui avesse operato affinché la guerra fosse vinta.
Quando tutto quel che ha fatto, in effetti, è stato arrivare alla fine della battaglia e districarmi dal pasticcio corposo che era il residuato terreno di Tom Orvoloson Riddle.

Questa lettera sarà indirizzata alla redazione del Cavillo. Accluse alla busta potrete trovare una copia della missiva che Hermione Granger mi ha spedito più di undici mesi fa e un'ampolla piena di memorie. Le memorie sono in parte una copia delle mie, in parte una copia di quelle del professor Piton: sono il modo in cui il poveraccio aveva deciso di farmi arrivare la verità. Dio, spero che qualcuno gli faccia la cortesia di ammazzarlo, ad Azkaban, e non lo lasci vivere come un'ostrica spolpata! Lui non lo sopporterebbe.
Che decidiate di crederci o meno, questa è la verità. E' una verità che è stata pagata con il sangue, mio e di altri, ed una volta di più mi trovo ad affidarla alla carta perché non saprei con chi parlarne, con chi confidarmi, a chi rivolgermi: non voglio che sia Ron a morire questa volta, né nessun altro di quelli che amo.

Cari abitanti del Mondo Magico,
che crediate o meno a quel che vi ho raccontato, che vogliate crederci o meno, a me non interessa: perché ho un'ultima cosa, ed è la più importante, da dire a tutti voi.
Cari abitanti del Mondo Magico, avete deciso di essere ciechi come una talpa una volta di troppo, ottusi e idioti come pecore belanti, troppo occupati a correre dietro all'eroe di turno per vedere che cosa nascondeva dietro alle sue scintillanti mutande. Adesso basta. Ho fatto quel che dovevo fare, assolto al mio dovere, ho distrutto il vostro Mago Oscuro.
Al vostro grande campione adesso pensateci voi, perché con questa mia lettera io, Harry Potter, Ragazzo Che E' Sopravvissuto Due-O-Più Volte, Prescelto e Distruttore di Voldemort, Ordine di Merlino di Stramaledettissima Classe, vi sto mandando tutti egregiamente a farvi fottere.

Con i miei saluti,

Londra, Grimmauld Place n.12,
23 Novembre 2000
Firmato,


Harry James Potter








Note della storia: Questa storia ha partecipato al concorso What's if...? indetto da CruellaDeVil, classificandosi seconda. Ringrazio la giudiciA per la bella idea fornita per il concorso, perché morivo da secoli dalla voglia di scrivere qualcosa così. x°°°D
Si tratta ovviamente di una what if...? che considera tutta la serie fino alla fine di Harry Potter e il Principe Mezzosangue, più o meno. Se qualcuno ha notato una certa rassomiglianza con Qualcuno sì, uhm, be', la rassomiglianza c'è. Direi che è voluta, ma sarebbe una bugia: la verità è che ho scritto le due storie in contemporanea, e il risultato è stato che l'una è praticamente una riscrittura in diversa chiave dei temi presenti nell'altra. Signori, avevo passato tre mesi a leggere solo storie in inglese su Harry Potter bambino (la maggior parte delle quali ridefiniva il concetto di angst per farlo assurgere a nuove vette di desolazione & disperazione), ormai ce l'avevo ronzante in testa!


A questo punto, la serie delle domeniche buie (che comprende, per ora, Tutto quel che ha un peso, A che servono i corpi, Pensati così e Alla redazione del Cavillo) non sarebbe ancora finita... ma. La storia che avevo inizialmente in mente per domenica prossima (e ancora da scriversi) era un un pezzo per la serie Come (non) doveva andare; ma, cribbio, mi sono arrivati i risultati di un concorso, ed il buonumore mi ha assalito stamattina sottoforma di té e biscotti, per cui... cosa preferireste? La storia buia o concludere la serie con un pezzo divertente, per tirarsi su il morale?
Se non riceverò pareri in proposito farò ovviamente come mi pare. x°D Mwahahah.
Detto questo, me la lasciate un'opinione? A questa storia sono particolarmente affezionata, perché mescola un po' di povero-Harry-maltrattato, due gocce di mi-chiamo-Silente-e-non-sono-per-nulla-simpatico e una spruzzata di lo-vedete-lo-vedete-Severus-Piton-era-una-Brava-Persona.
A domenica prossima!
  
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