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Autore: LivingTheDream    22/05/2011    16 recensioni
-La Strada per El Dorado-
"Tullio era fermo, sul parapetto della nave per il nuovo continente. Tra pochi giorni sarebbero giunti a destinazione, di nuovo.
Ancora nella terra di El Dorado.
Ma adesso era concentrato sul ricordo del suo amico.
Perché Miguel, alla assurda affermazione del suo migliore amico, aveva fatto quello che si fa quando ci si fida.
Lo aveva ascoltato.
Era sceso dalla nave."
Se non si è vicini a chi si ama, allora nessun luogo può essere chiamato Casa.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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  N.d.a. Se a qualcuno interessa, la canzone è  Someday out of the Blue di Elton John, scritta apposta per il film.



Some day out of the blue
In a crowded street or a deserted square
I'll turn and I'll see you
As if our love were new
Some day we can start again, some day soon

 

Tullio gettò un ultimo sguardo alla casa, se così poteva essere chiamata, in cui aveva abitato con Chel in quegli ultimi dieci anni.

Non era di lusso, ma nemmeno modesta. Non era niente, quattro muri, con un tetto sulla testa. Non potevano continuare a vivere così, non con quello che sarebbe successo tra non molto.

Ecco perché aveva deciso di imbarcarsi, sarebbero andati via, nel nuovo mondo. Avrebbero anche loro colonizzato il Sud America, come molti, per moda o per necessità, stavano facendo.

Richiuse la sacca con le poche provviste e gli oggetti per loro più importanti, pagò l'imbarco con gli ultimi risparmi in casa, e si unì agli altri emigranti.
Man mano che la nave si allontanava dal porto, la tristezza cresceva: dopotutto, povera o ricca, quella era la terra che lo aveva visto nascere, e crescere. Ma adesso, per il bene di Chel e del bambino che portava in grembo, dovevano cambiare aria.

Non si era mai sentito così demoralizzato. O meglio, solo un'altra volta, ma quella era stata diversa.

Quell'altra volta non stata triste, quell'altra volta aveva solo desiderato di morire.

 

Si lasciò cadere sull'erba, fresca e incolta, godendo del fin troppo familiare tepore del sole che filtrava tra gli alberi. Dopo poco, però, facendo leva sul braccio, si rialzò. Scosse i capelli biondi, sistemandoli, e riprese il sacco pieno di oro che si portava dietro.

Miguel era stanco, stanchissimo. Ma non per il fatto che avesse camminato per settimane sotto sole, vento e pioggia, di certo non perché non mangiava come ad El Dorado, e ovviamente non a causa dei piedi doloranti.

Era stanco di aspettare. Dopo dieci anni di vita da dio, aveva deciso di cambiare.

Un dio sarebbe asceso al cielo, ma lui era un comune mortale, quindi doveva camminare.

Ci sarebbe voluta ancora una settimana scarsa, prima di arrivare al villaggio portuale. Poi, non sarebbe stato più stanco.

L'intenzione era semplice e chiara: tornare in Spagna. Tornare a casa, finalmente. I soldi non gli mancavano, gli abitanti della sua città erano stati fin troppo generosi, e, con tutto quello che si portava dietro, sarebbe andato avanti agiatamente per anni.

Dieci anni.

Gli erano sembrati una vita, ed invece erano passati solo dieci anni. Chissà com'era diventato il mondo fuori.

 

Here comes the night
Here come the memories
Lost in your arms
Down in the foreign fields
Not so long ago
Seems like eternity
Those sweet afternoons
Still capture me

 

«Coraggio, Capo, al mio segnale! Pronti? Giù le colonne!» Stavamo andando via, via da El Dorado, via dalla città dei sogni, per inseguire un capriccio. Un mio capriccio.

«Adesso!» La voce tuonante del Capo mi risuonò nella cassa toracica, come se lo avessi detto io. Adesso, adesso è finita.

Fumo, macerie, rocce in frantumi. Tutto troppo velocemente, niente secondo i calcoli. Non ce l'avremmo mai fatta.

«Troppo in fretta!»

«Tullio! La vela!»

«Si è incastrata!» Credevo di morire, lì, nella città dei sogni. Bella fine, per uno degli dei.

«Non ce la faranno mai! Altivo!» Poi, la voce bassa e calda di Miguel, nell'aria, come se mi stesse accanto in quel preciso istante.

Arriva, corre, ci salva. Non l'avevo mai visto così, magari lui è davvero un dio, e non me l'ha mai detto.

«È impazzito!» Atterra sulla montagna d'oro che avrebbe fatto la mia ricchezza in Spagna, procurandosi non poco dolore.

«Scendi dalla barca, Miguel, o non rivedrai mai più la città!»

 

Tullio era fermo, sul parapetto della nave per il nuovo continente. Tra pochi giorni sarebbero giunti a destinazione, di nuovo.

Ancora nella terra di El Dorado.

Ma adesso era concentrato sul ricordo del suo amico.

Perché Miguel, alla assurda affermazione del suo migliore amico, aveva fatto quello che si fa quando ci si fida.

Lo aveva ascoltato.

Era sceso dalla nave.

Tullio lo aveva visto tuffarsi, elegantemente, lasciando il mantello bordato d'oro che ancora adesso portava piegato accuratamente insieme agli altri oggetti per il nuovo mondo.

Lo aveva visto risalire a riva, aiutato da alcuni sudditi, da alcuni amici.

Lo aveva visto da lontano, le guance bagnate dall'acqua del lago. Poi, non lo aveva visto più.

 

Some day out of the blue
In a crowded street or a deserted square
I'll turn and I'll see you
As if our love were new
Some day we can start again, some day soon

 

Sarebbe tornato in Spagna, sì, dove c'era la sua anziana zia, quella che si era presa cura di lui fino ai tredici anni. Dove c'erano le strade da lui conosciute e le locande meglio frequentate, belle donne e cose per cui spendere tutti quei soldi.

Dove c'era anche, lampo a ciel sereno, c'era anche Tullio.

Si bloccò, così, nel bel mezzo dell'immensa foresta tra la zona abitata e El Dorado.

Si bloccò, ma non posò nemmeno il sacco. Rimase fermo, a fissare il vuoto, stringendo tra le dita un laccetto di caucciù consumato e sfibrato, quello che aveva sfilato per sbaglio dal polso di Tullio, poco dopo essere atterrato sulla montagna d'oro.

Si bloccò, e ripeté lo stesso gesto di dieci anni prima, dopo essere sceso dalla nave del suo migliore amico.

Pianse.

Per fortuna che quella volta era zuppo, nessuno lo aveva notato. Per la stessa fortuna, stavolta, era solo.

Almeno così nessuno gli avrebbe fatto notare che era quello che lo rendeva stanco, da dieci anni.

Da dieci anni era malato della mancanza di Tullio.

 

I still believe
I still put faith in us
We had it all and watched it slip away
Where are we now
Not where we want to be
Those hot afternoons
Still follow me

 

«Terra!» Si udì nell'aria.

Si voltò verso la sua Chel che, dopo tanti anni, sorrideva sollevata, portandosi la mano destra al ventre non poco gonfio.

Emise solo un sospiro, ma fu chiara. Erano mesi che Chel non parlava. Sospirava, fischiava, gemeva, ma rare erano le parole di senso compiuto.

Anche Tullio sorrise, ma amaramente. Portava ancora il ricordo di quelle spiagge, non lo avrebbe mai abbandonato.

Chissà se El Dorado era ancora sotto la guida del grande dio Miguel.

Ma tanto, questa era una domanda a cui non avrebbe mai saputo dare una risposta.

El Dorado era il passato, per lui. Chel e il bimbo, il futuro.

Scesero dalla nave, si accalcarono sulla banchina, uno dopo l'altro, e si diressero in cerca di una locanda dove stare, prima di prendere casa.

Tra la folla e la calca,fu difficile riuscire a scegliere una direzione, e Chel, non molto alta, scomparve un paio di volte dalla vista di Tullio.

Alla terza volta, passarono i minuti, ma i suoi lunghi capelli neri e il volto eburneo non ricomparvero.

E questo, a Tullio, non piacque.

 

Some day out of the blue
Maybe years from now
Or tomorrow night
I'll turn and I'll see you
As if we always knew
Some day we would live again, some day soon

 

Finalmente il villaggio. Finalmente il porto.

Finalmente il futuro, il destino e la fine. Sarebbe partito il giorno successivo, su una nave che aveva appena portato un bel po' di spagnoli nel Nuovo Mondo.

Si strofinò le guance umide, e si infilò nella calca di gente. Il che gli diede non poco fastidio, non era abituato alla folla.

Spintonò due o tre uomini, scostò delle donne e scivolò tra fanciulli ridacchianti, poi, arrivato in un punto dove la calca sembrava diminuire, posò il sacco a terra e prese un attimo il fiato.

Nemmeno il tempo di tirare il terzo respiro, che una donnina minuta inciampò e rischiò di cadere ai suoi piedi.

Miguel mollò subito il sacco, che si rovesciò a terra, e afferrò la ragazza.

Un rumore metallico, poi una voce dimenticata.

«Chel! Finalmente ti ho trovata, mi hai fatto spaven-» Tullio afferrò il piatto largo e pesante, fatto interamente d'oro, con su incise le tipiche decorazioni del popolo di El Dorado.

La voce gli morì in gola due o tre volte, rimase immobile, non voleva alzare la testa.

Non voleva illudersi.

Sentì Chel alzarsi, poi, per la prima volta dopo mesi, parlò di nuovo. Ma non disse molto.

«TULLIO!» urlò, portandosi le mani alla bocca, e scoppiando a piangere.

Solo in quel momento Miguel riconobbe una adulta e sofferente Chel, e anche lui ebbe un tuffo al cuore.

Alzò di poco gli occhi, e gli parve di scorgere una camicia blu.

Tullio mosse leggermente la testa, e scorse una maglietta rossa.

Due cuori iniziarono a battere all'impazzata.

Due voci non volevano uscire.

Due teste si alzarono, lentamente, e due sguardi si incrociarono.

Il piatto d'oro venne lasciato nuovamente cadere a terra, e nessuno si vergognò di piangere davanti all'altro.

Un abbraccio, dopo dieci anni. Un abbraccio senza alcuna parola, fu tutto quello che servì.

 

I still believe
I still put faith in us

 

Miguel seppe che non sarebbe partito, Tullio che sarebbe rimasto, per sempre.

Entrambi, in quel momento, si sentirono finalmente a casa.

 

I still believe
I still put faith in us

 

 



N.d.A. Sono onorata di inaugurare questo fandom! Non so perché, non ci sono storie su questo grandissimo film, forse è di troppi anni fa!
Chissà, magari, leggendo, a qualcuno verrà voglia di scrivere sui nostri due eroi!
Ho altre storie, in cantiere, e spero di inaugurare presto un fandom ufficiale! Grazie di aver letto!
Dream.
-P.s. un enorme grazie a minnow, che mi ha betato questo sclero! (Scusa per il "Dio" e i tempi verbali.) Sei un tesHolo.-

  
   
 
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