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Autore: Lady Amber    22/05/2011    6 recensioni
"Perché sta indossando una giubba da Ufficiale Medico?"
Il sorriso di Kirk si congelò all'istante. Abbassando lentamente lo sguardo, il capitano notò finalmente l'innaturale colore azzurro della propria maglietta, probabilmente anche troppo piccola di una taglia visto il modo in cui gli tirava sul petto. "Beh..."
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Messaggio dell'autrice: Ehm... *fa un timido passettino in avanti* ... buonasera, ragazze... quaaaaanto tempo! XDDD Finalmente riesco a connettermi un po' più spesso (sto cercando di recuperare le fic che mi sono persa in queste settimane di assenza ;P) e oggi mi sono pure rimessa a scrivere qualcosa... spero che il risultato non faccia troppa pena! -____-" Come sempre, mi rimetto al vostro impareggiabile giudizio! *3*







“Personale completamente attivo e ai posti di combattimento in poco meno di un minuto e quindici secondi, signore” esclamò Uhura in tono deciso. Osservando anche l’ultima spia del reparto ingegneria accendersi sul pannello davanti a lei, la donna in rosso si voltò verso la postazione del capitano in attesa di nuovi ordini.
“Molto bene, tenente” disse Spock con aria soddisfatta rilassandosi contro lo schienale della grande poltrona del comando. “Stacchi pure l’allarme, ora. Ha qualche osservazione da fare, ammiraglio Richardson?”
“Decisamente nessuna, signor Spock” rispose piacevolmente stupito un paffuto uomo di colore dallo schermo principale. “A parte il fatto che la velocità di reazione del vostro equipaggio è stata a dir poco rapida. La definirei quasi sconcertante in effetti  – nel senso positivo del termine, ovviamente.”
“Non dimentichi che sull’Enterprise prestano servizio i migliori uomini della Flotta” gli fece notare Spock. “Da questo punto di vista risultiamo considerevolmente avvantaggiati rispetto alle altre navi.”
“Noto con piacere che non ha perso la sua modestia” sorrise Richardson mentre Spock annuiva impercettibilmente. D’improvviso, il volto simpatico dell’ammiraglio si rabbuiò. “Tuttavia, non ho ancora avuto modo di vedere il capitano Kirk…” iniziò facendo scorrere lo sguardo lungo tutta la plancia. “È per caso indisposto?”
Spock corrugò la fronte. In effetti lo aveva notato anche lui: l’assenza di Kirk in un momento importante come quello era senz’altro una cosa inusuale, per l’Enterprise. “Non che io sappia” ammise cautamente. “Ad ogni modo, non c’è di che preoccuparsi. Credo di poter affermare con sufficiente sicurezza che arriverà in plancia a momenti.”
Non aveva ancora finito di pronunciare la frase che la porta della sala controllo si aprì di colpo. “Cos’è successo?” esclamò Kirk irrompendo rumorosamente nella stanza e guardandosi intorno con aria preoccupata. “Perché avete dato l’allarme rosso?”
Facendo tranquillamente voltare la sedia girevole, il Primo Ufficiale fece per rispondere al suo superiore.
Nello stesso istante in cui i suoi occhi si furono posati sul capitano, però, ammutolì.
Come lui, anche la maggior parte dei presenti squadrò Kirk con aria piuttosto confusa.
“Allora?” incalzò Kirk avanzando verso il suo amico.
Richardson rise. “Vedo che ha finalmente deciso di allietarci con la sua presenza, Capitano” scherzò.
Kirk notò solo in quel momento il volto tondo dell’ammiraglio che gli sorrideva dall’altra parte dello schermo. “Ammiraglio Richardson!” esclamò meravigliato.
“Dalla sua espressione deduco che non si aspettava di vedermi” constatò l’uomo con aria incerta. “Credevo che fosse stato avvisato, avevo dato personalmente l’ordine di inviarvi per tempo un messaggio in codice per informarvi di questa simulazione.”
“Ma certo, la simulazione!” esclamò allora Kirk battendosi una mano sulla fronte. “Diavolo, non so proprio come ho potuto dimenticarmene… sono desolato, signore. Ultimamente sono stato parecchio occupato…” Scoccò a Spock un’occhiata indecifrabile. “… E la cosa deve essermi sfuggita di mente. Voglio sperare che sia andato tutto bene, comunque.”
“Alla perfezione, capitano” assicurò Richardson. “Come sempre. Avrei solo un’unica domanda da farle, se non sono troppo indiscreto.”
Spock lanciò a Kirk un’occhiata inquieta, ma il capitano non colse l’avvertimento nello sguardo dell’amico. “Ma certo, chieda pure.”
“Perché sta indossando una giubba da Ufficiale Medico?”
Il sorriso di Kirk si congelò all’istante. Abbassando lentamente lo sguardo, il capitano notò l’innaturale colore azzurro della propria maglietta, probabilmente anche troppo piccola di una taglia visto il modo in cui gli tirava sul petto. “Beh…” iniziò lentamente mentre un leggero colore rosso cominciava a farsi strada sulle sue guance. “Vede, signore, si da il caso che oggi sia il giorno di una… particolare ricorrenza vulcaniana in cui, ehm… ci si scambia gli abiti in segno di amicizia…” Kirk si girò parzialmente verso Spock, in una muta e disperata richiesta d’aiuto. “Qual’era il nome preciso della festività, Spock?”
Tratto in causa senza alcun preavviso, il vulcaniano si irrigidì di colpo. “Non saprei, capitano…” rispose cautamente.
“Massì” incalzò Kirk, “era qualcosa come…” E borbottò qualche sconclusionata parola senza senso.
Spock sospirò impercettibilmente. “Intende forse dire Di’kizh t’ved?”
“Sì, esatto, proprio quello!” esclamò il capitano sollevato battendo una mano sul bracciolo della poltrona.
Di’kizh t’ved?” ripeté allora Richardson meditabondo. “Il giorno dello scambio? Strano, da giovane passai parecchi mesi in tirocinio su Vulcano, e non mi è mai capitato di sentirne parlare.”
Ci mancò poco che Kirk inciampasse nei suoi stessi piedi. “Davvero?” chiese cercando di nascondere il proprio sconcerto. Con il solito finto sorriso stampato in faccia, si voltò nuovamente verso Spock lanciandogli un’altra occhiata urgente.
Il vulcaniano serrò la mascella e guardò ostentatamente da un’altra parte, non intenzionato a inventarsi ulteriori balle per coprire il compagno.
Stringendo i pugni, Kirk si voltò nuovamente verso Richardson. “Beh, immagino che sia… normale che non abbia mai sentito parlare, ammiraglio. Dopotutto è una tradizione abbastanza illogica, immagino che gli stessi vulcaniani esitino a parlarne con persone estranee alla loro cultura. Se ha passato tanto tempo su Vulcano, allora capirà benissimo quanto la loro razza sia riservata e orgogliosa” concluse lanciando a Spock un’occhiata tagliente.
“Già, sono fin troppo consapevole di queste loro caratteristiche…” sorrise ancora Richardson. “In questo caso, posso chiederle perché lei sta ancora indossando la sua normale giubba di ordinanza, signor Spock? Non intende forse onorare la tradizione?”
Il vulcaniano sembrò esitare, ma un’occhiataccia di Kirk lo convinse suo malgrado a stare al gioco. “Il mio… turno qui in plancia non è ancora finito. Ovviamente mi unirò al capitano quanto prima mi sarà possibile.”
“Lei mi stupisce, Kirk!” esclamò allora Richardson scuotendo la testa contrariato. “Come può mantenere in servizio il suo unico Ufficiale vulcaniano durante una festività vulcaniana come questa?”
Kirk aprì e richiuse la bocca un paio di volte, mortificato. “Lei ha pienamente ragione, signore. Sa una cosa? Provvederò subito a mandare il signor Spock in licenza per l’intera giornata.”
“Bene” esclamò l’ammiraglio annuendo compiaciuto. “Riferirò al Comando che l’equipaggio della U.S.S. Enterprise è più in forma che mai e che la simulazione ha avuto buon esito. La prossima volta, però, le consiglio vivamente di ricordarsi dell’appuntamento che le forniremo.”
Kirk chinò leggermente il capo a mo’ di scusa. “Certamente, ammiraglio. Mi rincresce davvero molto di non essere stato presente durante la prova.”
“Non importa, per questa volta chiuderò un occhio. Fortunatamente il signor Spock ha fatto le sue veci in maniera eccellente… non per niente è considerato il miglior Primo Ufficiale dell’intera Flotta.”
“Grazie, signore.”
“Bene…” L’ammiraglio fece il classico saluto militare. “Allora buon Di’kizh t’ved, signori! Richardson, chiudo.”
Non appena il collegamento video si fu interrotto, Kirk esalò un profondo sospiro e si appoggiò stancamente allo schienale della poltrona chiudendo gli occhi.
“Posso parlarle in privato, Capitano?” sibilò Spock a denti stretti.
Kirk annuì. “Tenente Uhura, chiami subito il signor Scott. Cedo a lui il comando. E la smetta di ridacchiare, per favore, è un suono alquanto irritante” sbottò infastidito sorpassando la sussultante tenente e dirigendosi assieme a Spock verso il turbo ascensore.
Quando le sottili porte argentate si furono richiuse alle loro spalle, Spock bloccò il macchinario e si voltò per fronteggiare Kirk. “Perché ti sei messo la giubba di Leonard?” esordì in tono calmo ma accusatorio.
“Non lo so, Spock, non me ne sono neanche accorto… L’allarme rosso ci ha colti di sorpresa, ho indossato la prima cosa che mi è passata per le mani!”
“Ti rendi conto che mi hai spinto a mentire davanti a un ammiraglio della Flotta Stellare?” continuò il vulcaniano imperterrito.
“Avanti, cosa vuoi che sia…” sorrise allora Kirk scrollando le spalle. “Non è niente di grave, abbiamo semplicemente inventato un’innocua festività inesistente. Ho fatto di peggio, lo sai.”
“Ma io no” puntualizzò Spock, gli occhi lampeggianti di ira.
“Non capisco perché tu te la stia prendendo tanto” brontolò allora Kirk squadrando il volto affilato del vulcaniano. “Di solito non… aspetta un momento.” D’un tratto, un lampo di comprensione illuminò il suo vivace sguardo dorato. “Tu sei geloso!” constatò incredulo. “Sei geloso perché io e Bones ce la stavamo spassando senza di te!”
“La gelosia è un’illogica emozione umana, Jim” ribatté seccamente Spock. Nonostante la sua presunta indifferenza però, le sue guance assunsero una lievissima, quanto evidente, tinta verdognola . “I vulcaniani non sono gelosi.”
“E non mentono mai, giusto?”
“Esattamente.”
“Però l’hai appena fatto, con Richardson.”
Spock sgranò leggermente gli occhi, colto in fallo. Accigliato, incrociò le braccia e rivolse a Kirk un’occhiata irritata.
Allora il capitano si sollevò lentamente sulle punte dei piedi, sorridendo. “Spock, sei il nostro Compagno” gli sussurrò dolcemente ad un orecchio. “Non hai alcun motivo di essere geloso di Bones.”
Il Primo Ufficiale chiuse gli occhi e si lasciò abbracciare. “Ne sono pianamente consapevole.”
“Bene” ridacchiò Kirk scostandosi leggermente e rimettendo in moto il turbo ascensore.
“Posso essere messo a parte della nostra corrente destinazione?” chiese il vulcaniano con calma.
“Mi sembra ovvio, signor Spock…” rispose il capitano con aria grave. “Siamo diretti ai miei alloggi. L’allarme rosso è scattato ad un momento estremamente poco opportuno, temo che il nostro Ufficiale Medico Capo necessiti del nostro… aiuto.”
“Capisco…” Un lievissimo sorriso balenò per una frazione di secondo sul viso affilato del Primo Ufficiale. “Una questione di fondamentale importanza, dunque.”






N.B.:  Ovviamente Richardson è un personaggio tanto inventato quanto inutile! U.U (poveretto... XDD) Avevo bisogno di un ammiraglio, ma andare a far ricerche su Internet mi costava troppa fatica... per cui ho optato per una creazione di fantasia! (Ehhh, la pigrizia... una brutta bestia, davvero -____-")
   
 
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