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Autore: cutuletta    23/05/2011    17 recensioni
Finalmente Kate riesce a risolvere il mistero che si cela dietro la morte di sua madre. Per lei e per Castle si profila un nuovo inizio.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kate conosceva bene quella sensazione, quella combinazione di soddisfazione e distensione che provava ogni volta che chiudeva un caso, poter guardare negli occhi i familiari delle vittime e dire “l’abbiamo preso”!

Questa volta non era come le altre. Il caso era chiuso, eppure Kate non si sentiva compiaciuta e sollevata, piuttosto era svuotata. Faceva fatica a compiere anche le azioni più elementari; tutta la sua vita le sembrava totalmente incolore.

Aveva finalmente incastrato il mandante di Lockwood. Quel bastardo era stato tradito da un conto off-shore, una banalità per un losco figuro come lui, abituato a spostare soldi sporchi. Lo aveva arrestato e per lui si profilava un regime di carcere duro a vita. Dopo 12 anni di delusioni, aveva avuto la sua rivincita; la silente promessa fatta alla madre era stata mantenuta, liberandola, finalmente, dai sensi di colpa.

O almeno era quello che si aspettava, quello che sperava … Ma non era così!

Sapere chi c’era dietro tutto e averlo assicurato alla giustizia la rendeva solo più stanca, come se in questi anni quel mistero irrisolto le avesse dato un motivo per affrontare un nuovo giorno, l’avesse resa ciò che è: un poliziotto! Quel baratro, che aveva allontanato in passato, la stava miseramente e beffardamente tirando giù di nuovo, se possibile in modo ancora più crudele, minandola nell’essenza e nelle sue sicurezze.

Dopo settimane di riflessioni e una chiacchierata con suo padre, Kate aveva preso la sua decisione. Una scelta dolorosa, quanto inevitabile …

Castle era rimasto al suo fianco, vedeva quanto fosse spenta e si sentiva impotente. Nonostante Kate cercasse di mascherare le sue angosce, lui la capiva e ascoltava il suo silenzio come se urlasse a gran voce. Le notti insonni di Kate erano le stesse di Rick, sebbene fossero a decine di isolati di distanza, era come se dormissero nello stesso letto, agitandosi in sincronia tra le lenzuola, con gli occhi spalancati.

La sentiva distante, aveva l’impressione che la stesse perdendo ancora prima di averla avuta davvero! Kate allontanava costantemente le persone a cui teneva, a cominciare da Josh, con il quale aveva rotto qualche settimana prima. Quando Castle venne a saperlo, da Lanie, per caso, non da Kate, si sentì sollevato; allo stesso tempo un lampo di paura lo scosse, temendo che la stessa sorte, presto o tardi, sarebbe toccata anche a lui; come se Kate, nel suo personalissimo modo di elaborare la vicenda della madre, si stesse chiudendo in una prigione di solitudine.

Voleva ritrovare la vecchia Kate, gli mancava il suo sorriso! Pensò di passare da lei, sabato mattina; aveva pianificato l’intera giornata e soprattutto il gran finale, le avrebbe finalmente confessato i suoi sentimenti, non le avrebbe permesso di tenerlo alla larga, doveva sapere che lui era lì per lei e ci sarebbe stato “sempre”!

Era davanti casa di Kate e si sentiva emozionato come al suo primo appuntamento da ragazzino, aveva le mani sudate e la bocca asciutta. Era uscito di casa dopo una doccia veloce, senza neanche radersi, non voleva sprecare neanche più un secondo senza dirle quello che provava!

“Calmati Richard” continuava a ripetersi e si sentiva tremendamente sciocco per quell’agitazione adolescenziale e perché si dava suggerimenti in terza persona!

Trovò il coraggio di bussare e fortuna volle che Kate fosse in casa e non ci mettesse molto ad aprire
-Castle, che ci fai qui? –Disse Kate con un’aria sorpresa
-Hey, detective, anch’io sono felice di vederti, posso entrare? –Disse cercando di sembrare sicuro, anche se percepiva di non avere il pieno controllo delle sue azioni.
Kate titubò qualche secondo e non si mosse dall’entrata, quasi fosse restia a far accomodare l’uomo in casa
-Ti disturbo? Ho scelto un momento sbagliato? –Disse Rick, cogliendo la sua titubanza
-No, no, è solo che … - Kate si voltò e scrutò dentro l’appartamento, come se fosse imbarazzata da quello che Castle avrebbe potuto vedere, e poi aggiunse – Dai entra!

Castle immaginò una casa in pieno disordine, una specie di cellula sopravvissuta al disastro di Chernobyl, invece si trovò di fronte uno spettacolo che non aveva previsto: la casa era semi-spoglia, non c’erano più i quadri, niente tappeto, foto, soprammobili; era sparito persino il televisore. Quell’appartamento, così terribilmente triste, sembrava riflettere il vuoto interiore di Kate

-Oh mio Dio, ti hanno derubato? Dove sono i mobili? –Cercò di trattenersi, ma le parole gli uscirono di bocca senza freno
Kate non rispose subito, era evidente che il motivo per cui non voleva farlo entrare era che si sentiva a disagio a mostrare una casa tanto spartana. Dopo un attimo di esitazione, disse:
-Ho tolto un po’ di cose che non mi servivano più! –Lo disse con poca convinzione, sperando che Rick non facesse altre domande. Castle colse il disagio di Kate ed evitò di approfondire, sia con lei, sia nella sua mente, anche se quell’ambiente spettrale gli metteva un po’ i brividi, era talmente vuoto che c’era l’eco.
-Ok! Vatti a cambiare, tuta e scarpe da tennis, ti porto in un posto. Dai che facciamo tardi.
-Co…Cosa? Che hai in mente?
-E’ una sorpresa, dai su, sbrigati! Ce l’hai una tuta e delle scarpe da tennis, sì? O anche quelle fanno parte delle “cose che non ti servono più”? – Disse virgolettando l’ultima parte della frase
Kate fece un respiro profondo, si morse una guancia e si passò una mano tra i capelli, sembrava terribilmente indecisa su cosa fare.
-Castle ho un appuntamento tra mezz’ora che non posso rimandare, mi dispiace!
-Oh andiamo! Senti ok, voleva essere una sorpresa ma te lo dico lo stesso: ho affittato il Giant Stadium per questa mattina, tanto la League è ferma questo week-end. Mi insegni a colpire ad effetto una palla da baseball?

Kate rimase senza parole, quell’uomo aveva prenotato un intero stadio per lei.

-Volevo fare qualcosa per te! Per distrarti … Lo so che non posso neanche lontanamente immaginare quello che provi ma devi smetterla di rimuginare, di chiuderti in te stessa, dovresti essere meno razionale, vivere d’istinto. Non so prendere a pugni qualcuno, ubriacarti … Fare qualcosa di stupido ma che ti faccia sentire viva, che ti faccia tornare a ridere. Dio Kate se solo sapessi quanto sei bella quando ridi …

Kate aveva lo sguardo incatenato alla bocca di lui, sembrava perdersi nelle sue parole. Poi Castle, dopo una pausa, aggiunse:

-Ah tra le cose stupide, per la cronaca, c’è vedermi colpire una palla da baseball. Sono negato, davvero! Non puoi tirarti indietro. Necessito di una personalissima rivincita per tutte le volte che nessuno mi sceglieva in squadra alle gare scolastiche.
Kate sorrise appena, ma rimase in silenzio
-Ovviamente ho la tuta in macchina, - Disse guardandosi il costosissimo vestito che indossava – che, se te lo stai chiedendo, è la Ferrari, sì. E puoi guidarla tu. Eh, allora? Dimmi che vuoi andare ancora all’appuntamento adesso! – Disse con un fare sornione

Kate in quei giorni aveva pensato a tante cose, molte delle quali dolorose; aveva messo in conto di dover fare delle scelte anche drastiche e, in tutto quel turbinio di pensieri, aveva sempre cercato di tenere Castle fuori, perché lui la confondeva, le faceva perdere di vista il suo obiettivo che era ritrovarsi, capire chi era. Ma quando arrivò così dolce, così preoccupato, così semplicemente e meravigliosamente lui, Kate decise che doveva lasciarsi andare, gli doveva almeno questo ...

Lo prese per mano e disse:
-Siediti qui un attimo, torno subito –Lo fece sedere sul divano, che era l’unico mobile superstite della casa, poi si diresse nell’altra stanza, chiusa da una porta scorrevole. Quando riapparve aveva un libro in mano, si sedette accanto allo scrittore e glielo diede. Castle la guardò con aria confusa, era “Non c’è furia all’inferno”, il testo a cui si era ispirato Tisdale nel suo secondo omicidio, in quel caso che li aveva fatti incontrare
-Non capisco …
-Aprilo, prima pagina!
Castle lo aprì, c’era una dedica, non ci mise molto a riconoscere la sua grafia, lesse a voce alta quello che diceva
-“A Katherine, speriamo non ti venga un raffreddore, Richard Castle!”. E’ la dedica peggiore che abbia mai scritto ma che vuol dire e come mai hai una mia dedica?

-Era il 23 Marzo di 10 anni fa, me lo ricordo ancora. Eri alla libreria Sunnydale, sulla Westwood, incontravi le fan per autografare il tuo libro appena uscito. Uscii di casa prestissimo e nella fretta dimenticai l’ombrello! Quando arrivai c’erano almeno duecento persone in attesa e di lì a poco scoppiò un temporale. Ricordo che ero completamente fradicia e continuavo a guardarti firmare gli autografi dalla porta … Mi accorsi che liquidavi in fretta gli uomini e le donne anziane per dedicarti ad autografare con perizia le curve delle giovani affascinanti che ti lusingavano con moine e strusciamenti.

Rick rimase tutto il tempo in silenzio ad ascoltarla ammirato, abbassò la testa appena, come se fosse stato colto sul fatto, in occasione dell’ultima frase di Kate

-Quando toccò a me, e mi hai visto completamente fradicia, hai scritto quella dedica; anche piuttosto di corsa, mentre flirtavi con una bionda con un reggiseno a balconcino

Castle era bloccato, completamente in estasi, si stava chiedendo perché Kate si fosse aperta a tal punto da fargli quella confessione e si sentiva così idiota perché non si ricordava quell’episodio e perché proprio mentre parlava con lei stava facendo il cretino con un’altra

-Ho aspettato un’ora in fila, sotto la pioggia battente, per una mezza occhiata e questa frase. Le gambe mi sostenevano appena quando mi sono avvicinata, ti ho ripetuto il mio nome due volte perché, per quanto mi tremava la voce, non riuscivi a capirlo … Ebbene sì Castle, avevi ragione, ero una tua fan prima che ci incontrassimo, e non ho smesso di esserlo, anche se sono stata tentata, un paio di volte!

Castle era totalmente spiazzato da quell’ammissione, il modo in cui gli parlava, quell’inflessione dolce della voce, era come se fosse un’altra Kate:
-Non capisco, io, sono un tantino confuso. Perché me lo fai vedere solo adesso? Perché mi stai dicendo questo?
-Perché tu fai già qualcosa per me Castle, lo fai continuamente, anche con piccoli gesti come portarmi il caffè la mattina! Non serve affittare uno stadio, tu mi hai aiutato più di chiunque altro, l’hai fatto in passato, senza esserne cosciente, e questo libro ne è la prova, e continui a farlo adesso.

Castle era senza parole, totalmente spiazzato
-Ok Kate, sono un po’ spaventato, perché mi stai dicendo queste cose? No … Non vorrai mica fare un gesto estremo? – Disse con la solita aria da catastrofista, pensando a chissà quale terribile scenario
Kate sorrise e disse:
-Sì, decisamente estremo – Fece una pausa e poi aggiunse:
-Vieni qui … -Invitandolo ad avvicinarsi

Castle deglutì vistosamente e scivolò piano verso di lei. Kate pose un ginocchio sul divano e l’altra gamba tra quelle di Castle, che rimase a guardarla con un’aria imbambolata. Appoggiò le sue mani sul volto di lui, per poi scendere con una carezza fino al colletto della camicia, che usò per avvicinarlo a sé, annullare gli ultimi centimetri di distanza che ancora li separavano, e baciarlo.

Il bacio era carico di desiderio e trasporto, come se tutto quello che era rimasto sepolto per mesi stesse affiorando in superficie rapidamente. Si strinse sempre di più a lui, cercando il suo viso, volendo le sue labbra disperatamente, quasi in quel contatto tentasse di annullare il dolore di quei giorni. Castle le cinse la schiena con le mani con fare deciso, per poi accarezzarla fin sopra le spalle, quasi per tranquillizzarla, come se avvertisse il bisogno di Kate di averlo vicino per placare il suo tormento.
Le mani di lei affondarono nei suoi capelli, spingendo il viso di Rick con maggiore forza contro di lei, sulla sua bocca, mai sazia del suo sapore. La lingua di lei avvolgeva quella di lui che rispondeva timidamente al suo richiamo intenso e incontrollato. Dopo alcuni istanti, Kate dolorosamente si separò da lui, dalle sue labbra ed emise un sospiro affannato, misto a piacere e cedimento... Con la punta del naso gli accarezzò la fronte fino scivolare sul mento, sul quale stampò un deciso bacio a labbra semichiuse. Avvertiva calore sul viso, frutto non solo dell’eccitazione ma anche della barba di lui, che aveva reso quel contatto più ruvido ma non per questo meno bello.

Castle rimase serio a guardarla, poi disse:
-Non mi sono neanche rasato questa mattina, sono davvero un disastro! - Notando come la delicata pelle di Kate fosse arrossata al contatto con la sua barba
-Mi piaci con un filo di barba, mi piace sentirla sul mio viso. - Disse lei con un tono di voce caldo e seducente.

Castle avrebbe voluto baciarla per tutto il giorno, ma la detective riportò radenti al suolo i pensieri dello scrittore che avevano già toccato alte quote. Lei abbandonò quel comodo appoggio, scavalcando con la gamba, come era solita fare con la sua Harley; tornò al suo posto, appoggiò la testa allo schienale del divano, si passò le mani sul viso e poi tra i capelli e, quasi disperata, disse, voltandosi verso di lui:
-Ho un appuntamento tra mezz’ora, Rick. Devo andare.
-Permettimi di farti notare che i gesti estremi non vanno lasciati a metà. –Disse cercando di restare serio e di regolarizzare le pulsazioni
-E’ un impegno che non posso rimandare. Sono costretta a lasciare questa “conversazione” in sospeso, sono un disastro, vero? – Disse sorridendo in modo ammiccante, soprattutto quando pronunciò la parola conversazione e Rick non poté fare a meno di sorridere di rimando, perso nel volto radioso della sua musa, fonte di ispirazione sotto molteplici punti di vista!

Castle ci mise qualche secondo per alzarsi in piedi, gli serviva del tempo per stemperare l’eccitazione di prima. Si avviò tristemente verso la porta, seguito da Kate. Si fermarono entrambi sull’uscio e quando furono uno di fronte all’altra, lui disse:
- Mi chiami appena ti liberi, non farmi aspettare fino a Lunedì, ti prego!
Si avvicinò timidamente e le diede un bacio sulle labbra, quando si staccò da lei, Kate lo cinse subito con le braccia per una replica più decisa che lasciò lo scrittore senza fiato
-Guarda che se continui così non ti lascio andare all’appuntamento!
Non volle chiedere con chi fosse né perché sembrasse così importante, non voleva forzarla.
Lei lo guardò come non aveva mai fatto prima, in un modo così intenso come se volesse imprimersi quell’immagine nella mente, poi disse:
-Ciao Rick!
Quel ciao aveva il sapore di un addio. E forse lo era, anche se uno dei due non lo sapeva ancora!





Ciao a tutti,
che dire … Questa storia sovverte un pochino i miei soliti schemi, mi sono voluta mettere in gioco sotto diversi aspetti:
  • Non è una storia che fa molto ridere (di solito mi piace lavorare sul lato comico)
  • Ci saranno più di 10 capitoli (e di norma preferisco le one shot)
  • Non pubblico mai senza aver prima scritto il finale (stavolta la storia è ancora un work in progress)
Per cui se vi sentite spiazzati nella lettura, vi capisco, sono spiazzata anch’io!
Questo è la mia idea di come le cose sarebbero dovute andare nel finale di stagione e non è detto che sia meno crudele di Marlowe, questa cosa mi lascia sconvolta!
ps: il rating diventerà più acceso, un po' più avanti ...

Grazie della lettura e dei commenti se vorrete lasciarne.
Un ringraziamento particolare a Lucia e alla mia musa psicologa :)

Remember: keep calm, there’s a season 4!
   
 
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