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Autore: crazyhorse    23/05/2011    1 recensioni
La storia è molto semplice: la Colt è in pericolo e Sam la deve salvare. Per farlo però ha bisogno di aiuto, e le persone che glielo daranno saranno molto speciali.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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FEEL THE AIR UP ABOVE FEEL THE AIR UP ABOVE....FILL THE AIR UP WITH LOVE(1)

-Hai provato a chiamare Cass? Magari a te da ascolto!- ringhiò nervosamente Dean al volante dell'Impala rivolto ad Allison seduta accanto a lui.
-Dean, ci ho provato sei volte! Niente, non risponde...- ribattè lei esasperata e nervosa, poi: -....strano perchè in genere invece viene subito quando lo chiamo....- concluse pensierosa oltre che preoccupata sopra ogni limite di sopportazione umana per l'improvvisa scomparsa di Sam.
-Giuro che quando si degnerà di farsi vivo gli strappo le ali con le mie mani!!- continuò il cacciatore stringendo il volante con tutte le sue forze.
-Ok...allora ora andiamo alla polizia? Sei sicuro...-
Dean aveva passato le ultime tre ore a convincere Allison che andare alla polizia presentandosi come due agenti dell'FBI era la soluzione migliore; in fondo se era successo qualcosa a Sam, la polizia avrebbe dovuto saperlo.
-Senti, lo so, non piace neanche a me, ti assicuro, ma non abbiamo alternative, se....- Dean dovette prendersi un secondo prima di dire le parole che avrebbero concretizzato la sua paura più terrificante, ma alla fine: -....se gli è successo qualcosa, se è in ospedale e non sanno chi sia o se l'hanno arrestato per qualche motivo....Allison è un tentativo che dobbiamo fare!-
-Lo so, lo so, hai ragione! E' solo che non posso pensare che gli sia successo qualcosa!- ribattè lei con la voce che le tremava al solo pensiero di non rivedere più Sam.
-Non dirlo a me! Senti ce l'hai il distint...-
Dean non ebbe modo di finire la frase perchè la voce di Sam proveniente dal sedile posteriore dove il cacciatore si era appena materializzato lo interruppe:
-....prenderti a calci!- stava ancora dicendo.
-Hey, ma che diav..- urlò Dean. Poi si voltò e: -...SAM???!!!!- gridò premendo con tutte le forze il pedale del freno; l'Impala inchiodò rumorosamente mentre i pneumatici stridettero sull'asfalto.
-SAM!!!!!!!- urlò anche Allison voltandosi e vedendo il ragazzo apparire nell'abitacolo della macchina con un'espressione alquanto sconvolta stampata in volto. Stava per gettarsi indietro addosso a Sam, ma poi pensò alle imprecazione che Dean avrebbe inventato in chissà quale nuova lingua straniera se per caso uno dei suoi piedi fosse finito sul cruscotto dell'Impala, per cui non attese neanche che la macchina fosse completamente ferma, ma si catapultò fuori dall'auto, aprì la porta posteriore e si fiondò addosso a Sam abbracicandolo e baciandolo come fosse una visione divina:
-Oddio Sam! Abbiamo avuto tanta paura! Ma dove diavolo ti eri cacciato!!!???-
Inizialmente lui rispose all'abbraccio, ma poi il dolore alla spalla ebbe il sopravvento e cercò di protestare:
-Ahi, Ally,  piano mi fai male. Piano, aspetta!!-  
-Accidenti ma sei ferito! Fammi vedere! Dobbiamo andare all'ospedale?! Come ti sei ferito? Hai perso molto sangue? Cosa ti è successo? Hai bisogno di qualche medicinale? Come ti senti ora? Fammi vedere!- lei chiaramente stava attraversando la fase "iperprotezione materna" del ritrovamento di Sam, e senza esitazione, gli aprì piano la camicia in modo da poter vedere bene la ferita. Nel frattempo anche Dean era sceso dalla macchina ed aveva aperto l'altra porta:
-Sam! Ci hai fatto prendere un colpo! Dove accidenti sei stato?-
Inizialmente lo rimproverò, poi però si sentì sopraffatto da quel senso di sollievo nel vedere che il fratello era tutto intero, sensazione che lui conosceva benissimo tra l'altro, e lo abbracciò anche lui.
-Hey, Dean! Basta! Mi fate male!- protestò ancora, poi: -Sto bene, sopravviverò!-
-Sam ma come te la sei fatta questa ferita? E' un colpo di pistola...è stato ricucito bene...- constatò Allison osservando la spalla di Sam, poi: -...ma aspetta, questo non è filo di sutura che si usa adesso! Sam cosa ti è successo?- Allison non riusciva a smettere di fare domande. E anche a Dean premeva sapere cosa era successo, quindi pensò bene di aggiungere qualche domanda a cui il fratello scomparso avrebbe dovuto rispondere:
-Sam ti abbiamo cercato dappertutto! Ti sei letteralmente volatilizzato da quel sedile la notte scorsa, sotto i miei occhi! Abbiamo perlustrato palmo a palmo tutta la zona intorno al fiume! Non sapevamo più cosa fare, stavamo andando alla polizia di Topeka!-
Sam li guadò tutti e due incerto se raccontare loro esattamente quello che gli era capitato, in fondo non sapeva se gli avessero creduto.
Per fortuna arrivò in suo aiuto Castiel; l'angelo si materializzò accanto a lui nell'Impala. Dean reagì con i riflessi di un centometrista, vomitandogli addosso tutta la rabbia che aveva covato per la sua latitanza ingiustificata:
-CASS!!!- latrò indignato, poi: -Allora c'entri tu in questa dannata storia!! Dovevo immaginarlo! Sai quante volte ti abbiamo chiamato? Beh, neanche io perchè abbiamo smesso di contarle! Ci porti via Sam così, senza dire niente? Maledizione eppure dovresti saperlo che ci sarebbe venuto un colpo! Fallo un'altra volta e giuro che...-
Intevenne Sam a placare l'ira del fratello. Ok, anche lui era arrabbiato con Castiel, ma d'altra parte i modi...come dire...criptici dell'angelo non lo sconvolgevano più di tanto ormai. E poi doveva ammettere che lui aveva avuto un buon motivo per spararlo nel 1835, per cui:
-Dean...aspetta...Cass aveva bisogno che io facessi una cosa....nel....- esitò; come non aveva potuto dire a Colt che lui veniva dal futuro non avrebbe certo potuto dire a Dean che lui era Samuel Colt nel 1835 e che era sposato con Allison...va bene, Sam aveva un po' di confusione in testa in quel momento, ma poi fu investito dai ricordi della sua avventura nel tempo, di come Samuel e Rachel Colt si erano istintivamente (più o meno nel caso di Samuel) fidati di lui, quindi decise di dire la verità. Prese un profondo respiro  e cominciò:
-Cass mi ha portato indietro nel 1835 e...beh, non ci crederete, ma ho conosciuto Samuel Colt!- terminata la frase vide l'espressione sbigottita da "forse era meglio contattare l'ospedale psichiatrico invece che la polizia" stampata sui volti di Allison e di Dean che lo stavano fissando, per cui decise di precisare gli avvenimenti. Anche se "precisare" non sarebbe il termine più adatto da utilizzare in questo caso, perchè quello che disse risultò tutt'altro che chiaro come il sole, per lo meno nell'immediato:
-Ok una cosa alla volta! Cass mi ha...scaraventato nel vero senso della parola....nel 1835 e più esattamente durante il viaggio che Samuel Colt e sua moglie Rachel stavano facendo per consegnare La Pistola a....accidenti...a....insomma la dovevano consegnare ai nostri antenati, Ally, c'erano anche i tuoi...capite?-
Siccome i due cacciatori in ascolto rimasero a bocca aperta, Sam proseguì: -...le nostre famiglie sono sempre state vicine...ok, io non voglio credere che il mio destino sia già stato scritto, ma i Campbell e i Carter hanno ricevuto la Colt direttamente dalle mani di Rachel...insomma per farla breve voi....cioè Colt e Rachel...eravate voi...cioè loro avevano il vostro aspetto...e poi ci siamo fermati per la notte in quest'albergo dove lavorava Bela...allora ho capito subito che lei voleva rubare la Colt. Per fortuna però Ally tu sei stata grande! Ti sei fidata di me fin dall'inizio! Accidenti è stato grandioso, mentre tu consegnavi la pistola, io e te fratello abbiamo tenuto a bada Bela e....e io mi sono beccato una pallottola! Ma è stato...fantastico!-
Mentre Sam parlava come fiume in piena, Dean ed Allison si scambiarono diverse occhiate e sui loro visi questa volta c'era stampata un'espressione che diceva: "Ok, tu lo tieni stretto e io lo lego! Poi lo facciamo ricoverare!"
Al termine del racconto Dean ed Allison riuscirono solo a dire in coro:
-Io cosa???!!!- con espressioni disgustate.
Poi Dean precisò: -Sam stai parlando di reincarnazione o cosa di preciso?- chiese un po' incerto.
-Dean non lo so! Ma il fatto è che tu ERI Samuel Colt nel 1835!- poi si voltò verso Allison e: -...e tu ERI Rachel....ehm sua...moglie...- concluse infine senza riuscire a nascondere un po' di imbarazzo e gelosia.
Allison rimase a bocca aperta; non avendo ancora abbastanta esperienza di cose assurde come Dean non seppe cosa dire lì per lì. Dean, invece, reagì immediatamente ripetendo ancora più disgustato di prima: -IO COSA???? E LEI ERA...? Oh, mi prendi in giro vero?-
-Hey! Non sono poi così male sai?- si difese Allison che cominciava a capire cosa volesse dire Sam e sentiva un germe di orgoglio cresere dento di sè per essere stata la moglie di Colt in una vita precedente.
Dean la ignorò e proseguì: -Ma perchè?- si rivolse all'angelo in particolare: -Voglio dire, Cass perchè avevi bisogno di portarlo nel 1835 dove io ero...- deglutì nervosamente immaginando quello che suo fratello aveva appena detto loro -...e lei..oddio non ci voglio neanche pensare!- terminò lui inorridito mentre un brivido gli correva freddo come ghiaccio lungo la schiena.
Visto che Castiel sembrava non aver intenzione di rispondere ci pensò Sam a farlo; e parlò come se quello che stava dicendo fosse scontato:
-Beh, per aiutarvi, no?...cioè aiutare loro a mettere al sicuro la pistola! Dean pensaci non avrebbe potuto mandaci là tutti e tre? Come avremmo spiegato a Colt e Rachel che tu ed Ally eravate la loro reincarnazione o qualcosa del genere?-
-In effetti se nel 1835 eri testone come lo sei ora...- si vendicò Allison scoccando un'occhiata offesa alla "il ragionamento non fa un plissè" a Dean. Poi uno strano sorriso affiorò sulle sue labbra, mentre si rivolgeva a Sam: -Così, nel 1835 ero una tosta? Medico, eh? Beh, direi che in quasi due secoli le cose non sono cambiate!- e rise abbracciando forte Sam con il cuore di nuovo sereno dopo quasi ventiquattro ore di terrore allo stato puro per il pensiero di averlo perso.
A quel punto Castiel ritenne quel momento opportuno per intervenire:
-Grazie, Sam.- disse semplicemente.
Per fortuna Sam aveva avuto modo di sfogarsi con Dean ed Allison, perchè se quelle parole l'angelo le avesse dette solo cinque minuti prima, lui gli sarebbe saltato alla gola in un tempo da record. Era invece solo indispettito quando rispose:
-Sì beh prego, però la prossima volta chiedi e basta ok? Mi sono beccato una pallottola in corpo...da Bela...un'altra volta...e tutto quello che mi dici è "grazie Sam"??? Dobbiamo rivedere il tuo concetto di gratitudine Cass!! E anche quello di chiedere il permesso prima di prendere la gente e lanciarla nel tempo!-
Castiel rispose di getto e perdendo per un secondo la sua proverbiale compostezza:
-La pistola era in pericolo! Se l'avessero rubata il mondo non sarebbe come lo conosciete voi ora!!- si fermò, poi si rese conto che Sam lo stava fissando ancora irritato, per cui ritenne opportuno spolverare un paio di regole di buone maniere che metteva troppo spesso da parte:
-Mi dispiace, ma come hai detto tu non potevo mandare indietro nè tuo fratello, nè Allison...-
-Già...- un attimo di pausa prima di: -...quindi la pistola è salva? Voglio dire questo mondo è esattamente come l'ho lasciato ieri, vero?- volle assicurarsi il ragazzo.
-Sì.- tipica risposta lapidaria di Castiel.
Sam respiò profondamente. In fondo si sentiva orgoglioso di quello che aveva appena fatto, e un sorriso di soddisfazione si dipinse sul suo volto. Evidentemente l'angelo se ne accorse, perchè in un imprevedibile slancio di eloquenza disse:
-Vuoi sapere perchè nella tua famiglia ed anche in quella di Allison ci sono così tante persone che si chiamano Sam? Vuoi sapere perchè Rachel e Samuel Colt chiamarono il loro primogenito Sam? Perchè tu hai praticamente salvato le loro vite. Se tu non li avessi aiutati la Colt sarebbe stata rubata, venduta al miglior offerente che, nella migliore delle ipotesi, l'avrebbe messa in mostra in una teca ed il mondo sarebbe stato dominato e distrutto dalle forze del male. E' stato tutto merito tuo Sam.- concludendo il suo discorso lo fissò negli occhi , poi per convincerlo di quello che aveva appena detto: -...te lo posso mostrare se vuoi...- e fece per allungare un braccio verso il giovane cacciatore che, però, reagì quasi terrorizzato:
-NO! No per carità....mi fido...- si affrettò a rispondere Sam togliendosi dal raggio d'azione dell'angelo.
-Come vuoi.- rispose Castiel e orbitò via senza salutare. Nessuno ci fece caso, ormai erano abituati alle sue istantanee dipartite.
A questo punto erano tutti e tre un po' più rilassati, quindi decisero che forse sarebbe stato meglio togliere l'Impala dal centro della strada e accostarla sulla banchina a destra.
Era pomeriggio presto, faceva caldo ed il sole splendeva prepotente nel cielo con il suo giallo migliore. L'aria era limpida e frizzante e i tre ragazzi non resistettero alla tentazione di spingersi un po' all'interno verso la riva del Kansas River che scorreva tranquillo e ignaro di tutto quello che gli succedeva intorno. Si sedettero sotto la rassicurante ombra di un'enorme quercia secolare accomodandosi sulla tenera e fresca erba, ascoltando l'unico rumare che arrivava alle loro orecchie, e cioè il docile sciaquio delle acque del fiume che scorrevano imperterrite e rilassanti. Dean e Sam si appoggiarono contro il tronco dell'albero, mentre Allison si sdraiò beatamente a terra appoggiando la testa sulle gambe di Sam, mentre lui le accarezzava dolcemente i capelli. Erano tutti e tre in silenzio, perchè le parole, almeno per il momento, avrebbero solo potuto rovinare quell'istante di pura pace. Ognuno di loro si concentrò nell'assaporare il proprio personale godimento da quella idilliaca situazione, indipendetemente dal fatto che sarebbe durata poco. Dean stava semplicemente riprendendo a respirare dopo che aveva, per l'ennesima volta, perso suo fratello. Per quanto fosse abituato ad affrontare situazioni folli, le scomparse di Sam erano sempre un trauma non da poco, soprattutto perchè cominciava immediatamente a sentirsi inutile e a colpevolizzarsi, perchè il suo compito era stato, in passato, e sarebbe sempre stato, per il futuro, quello di difendere Sam. Ok, lui non era più il bambino che Dean doveva proteggere quando loro padre rimaneva fuori a caccia per giorni; ormai Sam era un uomo che avrebbe saputo badare a sè stesso, ma lui sarebbe sempre rimasto il fratello maggiore ed il compito di un fratello maggiore era quello di proteggere il fratellino....se poi capitava che entrambi erano cacciatori allora la parola "proteggere" assumeva un significato amplificato di mille volte.
Allison, invece non aveva mai sperimentato prima di allora la volatilizzazione di qualcuno. Quella volta, sfortunatamente, era toccato a Sam, per cui oltre allo stress dovuto al fatto che lui era scomparso pochi secondi dopo che loro si erano parlati al telefono, si aggiungeva il panico che le aveva avvolto il cuore ed il cervello come una nebbia fitta, al pensiero che non l'avrebbe più rivisto. In quel momento la cacciatrice aveva gli occhi chiusi e, semplicemente, si stava concentrando su ogni singolo atomo dellla mano di Sam che le accarezzava i capelli. Decise che, se voleva continuare a fare quella vita, e lo voleva con tutta sè stessa, non avrebbe mai più dato nulla per scontato, e avrebbe ricordato i momenti come quello come un tesoro che nessuno avrebbe potuto rubarle. Sam, invece, pensava a quello  che gli era appena successo. Cercò di non pensare ad ogni secondo in cui, durante il suo viaggio nel tempo, aveva visto Allison e Dean...cioè Samuel e Rachel (continuava a ripeterselo ma non c'era verso che il suo cervello non collegasse quei due visi a suo fratello e alla sua ragazza) così affiatati ed innamorati, e si concentrò sul fatto che entrambi alla fine si erano fidati di lui, cioè un tizio pescato dalla strada che nel 1835 andava in giro in jeans e scarponcini e con una pistola semiautomatica in tasca. E non  solo si erano fidati, ma avevano seguito i suoi suggerimenti per portare a termine una consegna di importanza vitale per loro. Improvvisamente disse:
-Ragazzi, volevo ringraziarvi.-
Quando i suoi compagni si voltarono verso di lui, Sam si accorse delle loro espressioni interrogative, per cui si spiegò meglio:
-Voglio dire...lo so che non eravate veramente voi...comunque vi siete trovati di fronte uno sconosciuto, e dovevo anche sembrare uno spiantato nel 1835, ma voi vi siete comunque fidati di me, quindi grazie a tutti e due.-
Dean, che si stava godendo quei 5 minuti di pace, rispose con la sua proverbiale aria spavalda:
-Non dirlo neache!- e tornò a chiudere gli occhi lasciando che la brezza proveniente dal fiume gli accarezzasse il viso.
Allison invece, stupita per quella strana frase, si mise a sedere e lo fissò negli occhi, quei fanali chiari e luminosi che la fecero innamorare di lui fin dal primo sguardo, e rispose:
-Tesoro, se nel 1835 mi hai guardato come mi stai guardando ora, non potevo non fidarmi di te!- disse scherzosamente allungandogli un bacio. Poi, per sfogare l'autentica angoscia che aveva accumulato nelle ore precendenti lo abbracciò dicendo: -Dio, Sam mi sei mancato così tanto, ho avuto paura di non rivederti mai più!-
Lui la strinse forte a sè e le disse piano all'orecchio:
-Ora sono qui e non ti lascio più!- poi l'allontanò quel tanto che bastava per fissarla nuovamente negli occhi e disse:
-Ally, ti amo. Ti amo da morire!-
-Anche io ti amo Sam!-

(1) Da "Unthought Known" - Pearl Jam
  
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