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Autore: Ziggie    24/05/2011    3 recensioni
Sherlock e Watson sono alle prese con un'autopsia, ma mentre per il dottore è un atto di comune routine, per il detective pura e semplice noia, dato che tramite le sue innate doti investigative, ha già risolto il caso.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                     Pipa, violino e autopsie
 
Una carrozza corre veloce sull’acciottolato urbano della City, schizzando di acqua e fango un povero mendicante che chiede l’elemosina all’angolo della strada. Gli spazzacamini fischiettano tristi, cercando lavoro di casa in casa e un gruppo di poliziotti corre a perdifiato dietro a un poco di buono. L’atmosfera di Londra è cupa e plumbea, frutto delle nebbie e delle ciminiere delle fabbriche, di un opulento regno sempre in crescita, che ha affrontato guerre e rivoluzioni, ma non è mai caduto, e che ora si avvia verso un nuovo traguardo: il nuovo secolo.
Poco importa delle condizioni precarie e misere del popolo, poco importa degli omicidi, delle rapine, dei disordini, ormai all’ordine del giorno, è Scotland Yard ad occuparsi di questo, con i Bobby pronti ad eseguire ogni singolo ordine dei superiori: arrestare, manganellare o sparare, non fa differenza, un sottoposto esegue soltanto, non chiede.
Luogo abbandonato da dio e dagli uomini, ecco come è considerata la prigione centrale, difficile uscirne, ma una bazzecola entrarvi. Avvolto dal fumo di una pipa e impregnato dall’odore acre e forte del tabacco, un uomo alto, slanciato, con una bombetta in testa e un soprabito nero, camminava verso quell’inferno, accompagnato da quello che sembra essere un medico.
- Come è industrioso questo impero! E’ così impegnato a mantenere salda la propria fama che non considera le condizioni precarie del popolo, poi si lamentano delle rivolte!- commentò sarcastico, Sherlock Holmes alzando il bavero del colletto.
- Non si può dire che questa situazione dispiaccia però – osservò il suo amico e collega, dottor Watson – con i tempi che corrono, il suo lavoro continua ad essere stabile -.
- Da questo punto di vista non mi posso lamentare – annuì il detective – ma dall’altro … - fece una pausa, fumando la sua pipa – sa bene quanto mi costa venire a Scotland Yard, i nuovi ispettori non vedono ad un palmo del loro naso e danno tutto per scontato -.
Watson annuì ridendo – è solo una semplice autopsia caro collega, poi potrà tornare a Baker Street a strimpellare il suo violino -.
- Ci sarà un motivo per cui sono investigatore privato! – commentò poi Holmes.
- L’uniforme non le si addice- rispose divertito il dottore – e credo anche che la paga di un poliziotto sia troppo bassa, per i suoi gusti- .
- Ottima deduzione dottore – si complimentò .
- Ho solo imparato a conoscerla -.
- Me ne compiaccio allora – sorrise – autopsia avete detto? – tornò attento.
- Esattamente- confermò Watson – l’ennesima persona vittima di omicidio- .
Holmes si fermò, picchiettò le dita sulla pipa e sorrise fissando il cielo. – Credo che la nostra amica, perché suppongo sia una donna, non abbia bisogno né dei suoi attrezzi né delle mie deduzioni, è stata uccisa questa notte, dopo una lunga lite, con un colpo di pistola alla testa. Stesso quadro dei precedenti omicidi, vuole proprio sezionarla per ripetere le stesse battute e ricevere le stesse risposte?-. Watson lo guardò alzando un sopracciglio, era vero ormai lavorava con lui da anni, aveva imparato a conoscerlo, ma le sue deduzioni, il suo modo di risolvere i casi, lo lasciavano sempre stupito, tentò di rispondere, ma l’amico non gli diede il tempo. –Rifletta caro collega, è tre giorni che veniamo in questo maledetto posto e tre notti che avvengono omicidi uguali, stesso metodo, stesse vittime, stesso luogo. Credo che l’ispettore Lestrade debba imparare che nelle indagini sono i piccoli dettagli che fanno le grandi differenze-.
- Quindi mi faccia capire una cosa, lei sapeva già come erano andati i fatti prima di uscire di casa e mi ha fatto venire fin qui solo per farsi una passeggiata?-.
- Elementare Watson - esclamò con un sorriso Holmes guardando l’orologio da taschino,  le 5 – Gradisce una tazza di the? -. 
 

  
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