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Autore: Amber    24/05/2011    4 recensioni
Goku riacquista i ricordi e, sconvolto, cerca di evitare i propri compagni che non riescono ad aiutarlo mentre si addossa tutta la colpa dei fatti avvenuti 500 anni prima. Ad aiutarlo tornerà una vecchia conoscenza che salverà lui ma anche se stesso.
[-Goku, finalmente ti ho trovato! Ti sto cercando letteralmente da una vita-]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi è venuta questa improvvisa passione per Saiyuki e ho deciso di scrivere, così, di getto.
Un Goku che riacquista i ricordi non l’ho mai visto ma ho cercato di immaginarlo.
Forse ognuno di voi ha una propria idea e non sarà d’accordo con questa versione, ma spero possiate dirmi cosa ne pensate (anche perché è la prima esperienza con Goku!).
Negli avvertimenti ho messo shonen perché… beh, Saiyuki dal mio punto di vista è questo e altro!
Grazie a chi leggerà queste pagine, spero possa piacervi.
 
Owari
Amber
 

“Come il Sole”

 
A pensarci bene Goku non aveva mai preteso nulla dalla vita.
Essa era stata fin troppo ingiusta a parer suo e aveva imparato in fretta che non c’era da aspettarsi alcunché da niente e da nessuno e che sperare invano in fortuiti avvenimenti era una cosa assolutamente stupida e inutile.
Bisognava raggiungere i propri obbiettivi con le sole proprie forze. Questa era l’unica legge che conosceva.
Per questo era rimasto stupito quando Homura gli aveva offerto di rivelargli il suo passato.
Ma, lui lo sapeva,  non aveva rifiutato solo a causa dell’inaccettabile proposta fattagli dal Dio della Guerra. Dentro di se aveva avvertito chiaramente una sensazione, fino ad allora sconosciuta, che lo aveva lasciato senza fiato. Poi, ripensandoci e analizzando il ricordo di quel sentimento quella stessa notte, era riuscito a dargli un nome: paura.
Son Goku, l’eretico, il figlio generato dalla Terra stessa, aveva avuto paura del suo stesso passato. Lui, che non aveva alcun timore.
Perché?
Capiva perfettamente che sapere era sempre meglio dell’ignoranza, glielo aveva detto perfino Hakkai durante una delle loro innumerevoli lezioni, ma… e se poi avesse scoperto qualcosa di così terribile da doversene vergognare? O peggio, qualcosa per cui dopo i suoi compagni non l’avrebbero più voluto al loro fianco?
Sapeva che era da codardi e che non era da lui un discorso del genere, ma non poteva fare a meno di immaginarsi una simile eventualità.
Insomma, se aveva scordato tutto un motivo doveva esserci per forza! E poi lui era comunque vivo, no?
La verità era che se Sanzo l’avesse respinto definitivamente lui non avrebbe mai potuto contestarlo, perché sapeva benissimo di essere una semplice palla al piede per il bonzo da cui dipendeva completamente.
Ma lui era il suo Sole, la persona a cui voleva stare più vicino, sempre e ovunque.
Non gli importava che lo picchiasse, che gli desse della baka saru ogni santo giorno o che alle volte lo trattasse male. Il bonzo era quello che era, con i suoi pregi e difetti e lui lo adorava anche per quello, c’era poco da fare.
Cosa avrebbe fatto se Sanzo fosse stato disgustato da lui?
Alla fine non era sempre vero che il sapere era meglio dell’ignoranza… A lui non importava nulla del suo passato, del perché fosse stato rinchiuso su quella montagna o di recuperare la memoria, l’unica cosa che desiderava e che chiedeva era di rimanere con il suo bonzo, il Kappa pervertito e Hakkai.
Tutto il resto poteva anche scomparire.
 
-Saru, se pensi ancora un po’ vedremo il poco cervello che hai evaporare- lo prese in giro Gojyo riscuotendo il ragazzino da quei pensieri poco felici
-Eh?-
-Ecco appunto, lo abbiamo perso- rise il rosso
-Non mi sono affatto perso! Sono di fianco a te!- esclamò Goku imbronciandosi ma aumentando il passo per non rimanere troppo indietro dal resto del gruppo –Pervertito di un Kappa comprati un paio di occhiali!-
-Non ricominciate!- li rimproverò Sanzo con un’occhiataccia –Già il fatto di dover camminare fino a valle è irritante, se poi devo anche sentire i vostri battibecchi è la volta buona che vi ammazzo!-
-Povero bonzo, che ragazza delicato- ridacchiò Gojyo prendendolo in giro
-Su su, state calmi- li quietò Hakkai vedendo il biondo tirare fuori la propria Shoreijyu –Dobbiamo solo arrivare su un terreno meno tortuoso in modo che Jeep possa tornare ad essere una macchina-
-Effettivamente però stiamo camminando da questa mattina-
-Ormai dovremmo esserci- affermò il moro immergendosi nella cartina –Tranquilli, mal che vada ci siamo persi- disse ridendo
-Hakkai non dirlo con quella faccia rilassata!- esclamò Goku –E poi io ho una fame terribile!-
-Mi pareva strano che non l’avessi ancora detto!- sbuffò il Kappa ricevendo una fulminata dal ragazzino
-Senti, non posso farci niente se ho fame! Non posso di certo chiedere al mio stomaco di non brontolare, non pensi?-
-Eppure hai resistito 500 anni senza mangiare niente. Mi chiedo come tu abbia fatto visto che sei un pozzo senza fondo-
Goku ammutolì e questa volta fu Hakkai a lanciare una pessima occhiata al rosso che si morse la lingua
-Appena siamo fuori da questa montagna facciamo rifornimento anche perché inizio anch’io ad essere affamato- decise Sanzo affrettandosi
-Non avevo fame perché non mi ricordavo cosa fosse il cibo o cosa volesse dire mangiare- rispose Goku all’improvviso ricevendo l’attenzione di tutti –Quando non conosci una cosa non ne senti il bisogno. Per esempio, se non esistesse il tabacco tu non sentiresti il bisogno di fumare perché non lo conosceresti, capisci?- spiegò impensierendosi “E la stessa cosa riguarda i miei ricordi. Devo smetterla di pensare troppo a cosa ho o non ho fatto. Ormai è passato e devo solo vivere nel mio presente” Sorrise –Ma la sostanza non cambia, ho comunque fame!- esclamò.
Stupiti per il pensiero fin troppo profondo dell’eretico nessuno volle commentare, ma si levarono lunghi sospiri di sollievo nel vedere, dopo lunghe ore di marcia, la fine di quella tortuosa montagna.
 
Alla sera, il gruppetto riuscì a scorgere delle luci in lontananza e, ringraziando di non dover passare un'altra notte all’aperto, intimarono Jeep di accelerare e il draghetto fu ben felice di acconsentire alla richiesta agognando anche lui un posto caldo per dormire, ma dopo appena qualche metro furono fermati da una figura incappucciata
-Fermatevi forestieri e non proseguite oltre!- intimò lo sconosciuto con voce profonda
-E tu chi sei?- domandò Sanzo seccato
-La domanda è: chi siete voi?-
-Siamo solo dei viaggiatori in cerca di alloggio- spiegò pacato Hakkai –Abbiamo viaggiato per tutto il giorno e quello è il primo paesino che vediamo da quasi tre giorni-
-Sanzo, io ho fame- si lamentò Goku –Sverrò se non metto subito qualcosa sotto i denti!-
-Taci baka saru!- esclamò il bonzo tirando fuori l’harisen colpendolo
-Ahia Sanzo! Mi hai fatto malissimo!!-
-Non importa da quanto tempo viaggiate, fermarvi in quel villaggio è proibito ai forestieri- disse lo sconosciuto
-E perché mai?- domandò Gojyo divertito
-E non ti hanno mai detto che è maleducazione parlare alla gente senza guardarla in faccia?- lo riprese Sanzo portando tranquillamente la mano verso la propria pistola
-Non è mia abitudine rivelare la mia identità-
-Invece non è mia abitudine prendere ordini- Dall’arma partì un proiettile verso il petto della figura, che rimase immobile, lasciando che fosse una barriera invisibile ad assorbire il colpo
-Ehi!- esclamò Gojyo seccato
-Questo non vale- rise Hakkai
-Sbaglio o ultimamente di questi Dei ne vediamo fin troppi?- sbottò il biondo riponendo la propria arma seccamente
-Effettivamente non dovrebbero restare nel loro Paradiso e basta?-
-A quanto pare no Goku- rispose Hakkai
-Allora, che cosa vuole un Dio da noi?- chiese Sanzo non badando all’irrigidimento dello sconosciuto
-Aspetta…- mormorò facendo un passo avanti –Hai detto Goku? Son Goku? Il Seiten Taisei?-
Il ragazzino sentendosi chiamato con il suo nome completo lo guardò rivolgendogli tutta la sua attenzione
-E’ il mio nome, e allora?-
Lo sconosciuto strinse i pugni e si tolse di scatto il cappuccio rivelando un volto… di drago.
Tutto in lui sembrava richiamare l’animale mitologico, anche la smorfia di rabbia che gli piegava le labbra e addirittura la cicatrice sul suo occhio ormai cieco gridava quanto fosse regale e forte.
Il mantello gli copriva i vestiti ma dalla scollatura poteva vedersi l’accenno di un’armatura, i capelli lunghi e bianchi gli fluttuavano attorno mossi da un vento invisibile incorniciando il fiammeggiante occhio rosso
-Son Goku, cosa ci fai qui?- domandò
-Non so nemmeno chi sei, potresti degnarti di presentarti almeno-
-Non c’è bisogno che ti riveli chi il mio nome- Lo fulminò –Dopo tutti i disordini e le perdite, venne deciso che avresti dovuto passare l’eternità rinchiuso nella tua prigione di terra e roccia e invece dopo appena 500 anni sei libero?-
“Questo tizio conosce Goku” pensò Sanzo avvertendo una spiacevole sensazione alla bocca dello stomaco
-Ehi, 500 anni non sono mica una bazzecola!- esclamò intanto Gojyo –E poi se è fuori vuol dire che la pena è stata scontata non ti pare?-
Lo sconosciuto sorrise sgradevolmente
-500 anni per un Dio o per un Eretico come Son Goku sono eguagliabili a una manciata di minuti. Per di più…- Il Dio si interruppe osservando con più attenzione Gojyo, per poi passare ad Hakkai e soffermarsi su Sanzo che alzò il sopracciglio seccato
-Anche fissare è maleducazione- lo rimproverò Hakkai gentilmente
-Ma dai… E così ce l’avete fatta- mormorò il drago –Io non ne sapevo niente e invece voi… dopo soli 500 anni…- Rise –Bosatsu deve essere proprio divertita da tutta questa situazione. Chissà se lo è anche Nataku?-
Hakkai, al nome della Dea della Misericordia si fece più attento.
La situazione era sempre meno chiara.
-Non capisco niente di quello che stai dicendo- affermò Goku –E mi stai facendo perdere tempo. Se la locanda chiude e non riesco a mangiare, ti assicuro che non ti perdonerò mai!-
-Certo che non capisci. Come puoi quando ogni ricordo ti è stato sigillato?- lo riprese incrociando le braccia –Personalmente votai contro il sigillo, dopotutto che punizione è se, durante una reclusione, il condannato non ha modo di riflettere sui propri errori?- domandò –Ma Bosatsu è stata irremovibile perché: “quel povero bambino dovrà assolutamente rifarsi una vita in un futuro, in modo da avere una seconda chance”- Fece una smorfia di disappunto scimmiottandola –Al solo vedervi questa cicatrice torna a farmi male-
-Allora perché non ti levi da qui? Anche la tua vista comincia proprio ad annoiarmi- ringhiò Gojyo facendo apparire la propria falce
-Me ne vado subito Kenren, non temere, e con me vengono anche i miei soldati- affermò
-No invece, perché non passi un po’ di tempo con noi?- domandò Goku facendo comparire il nyoibo e preparandosi ad attaccare.
Il drago scoppiò a ridere scuotendo il capo
-Ma sentitelo che arie si da!- esclamò –Essere riuscito a battere quell’inetto di Homura non ti fa diventare automaticamente più forte di me. Diventando il Seiten ne potremmo parlare, ma nelle tue attuali condizioni fai solo pena-
-Questo è davvero troppo- Hakkai iniziò a concentrare la propria energia sulle mani ma venne prontamente formato da una penetrante occhiata
-Non lo farei se fossi in te Tenpou-
-Il mio nome è Cho Hakkai-
-Puoi anche cambiare nome, ma tanto la sostanza non cambia- confermò –Prima di lasciarti Son Goku, vorrei che tu accettassi un omaggio visto che non ci vediamo da così tanto tempo-
-Non voglio niente da te-
-Non si dovrebbe mai rifiutare un regalo, soprattutto se questo ti viene offerto da uno del mio rango- Mormorò qualche parola e nella sua mano comparve un bagliore dorato che mise tutti in allerta, ma non ci fu bisogno di alcuna mossa perché, così come era comparso, esso si dissolse e con lui anche il Dio che fece un ironico mezzo inchino –I miei ossequi-
-Ma chi diavolo era quello?- sbottò Sanzo girandosi verso un Goku ammutolito che fissava a terra con gli occhi spalancati trattenendo il respiro
-Non dare troppo peso a quello che ha detto saru- affermò Gojyo dopo qualche istante di tensione scompigliando i capelli del ragazzino facendo annuire Hakkai
-Si Goku, vedrai che non lo rincontreremo più-
-Eh? Ah si, fa davvero freddo - rispose il castano dopo qualche secondo di silenzio senza non averli veramente uditi. Scostò con un gesto sgarbato la mano del Kappa e si sedette al suo posto mentre i tre si guardavano preoccupati
-Forza raggiungiamo il villaggio e andiamo a mangiare- disse Sanzo salendo su Jeep che si mise automaticamente in moto
-Avrai fame, eh Goku?- gli chiese Hakkai guidando
-Non proprio. Mi sento improvvisamente stanco, quindi direi che appena arrivati andrò a letto-
Gojyo quasi si strozzò tossendo furiosamente, il bonzo lanciò una lunga occhiata al ragazzino che li ignorò e Hakkai alzò entrambe le sopracciglia
-Guarda che non devi dare peso alle parole di quel tizio- ripeté il rosso –Chissà chi diavolo è poi, sicuramente un cretino!-
-Ho solo sonno davvero. Domani sarò di nuovo in super forma- rispose l’eretico guardando un punto imprecisato nel paesaggio che gli scorreva a fianco
-Guarda che quello che hai fatto 500 anni fa non interessa minimamente a nessuno- disse Sanzo di punto in bianco.
Goku strinse le labbra e si sforzò di sorridere verso i suoi… i suoi cosa?
-Tranquillo Sanzo, è tutto a posto. Semplicemente quel tizio mi ha fatto passare l’appetito-
E pure lui si rese conto di quanto fosse falso il suo sorriso in quel momento.
 
La locanda era ancora aperta quando la raggiunsero nel più completo silenzio.
Sanzo pagò le due camere e diede i bagagli a Goku che li salutò agitando con fin troppo entusiasmo la mano, fingendo una tranquillità che non aveva, prima di portare le sacche di Gojyo e Hakkai nella prima stanza e la sua insieme a quella di Sanzo in quella di fronte.
Chiuse la porta alle proprie spalle e solo allora, lontano da loro, nel silenzio di una stanza vuota, il ragazzo si permise di crollare.
Scivolò a terra e i pezzi di tutta la sua vita mancante trovarono posto nella sua memoria: la nascita sul monte Kaka, il Mondo Celeste, Konzen, Ten-chan, Ken nii-chan, Nataku…
-Sono morti tutti- mormorò con gli occhi pieni di lacrime. Singhiozzò senza sosta, piegandosi su se stesso, quasi senza riuscire a respirare –Per colpa mia-
E pianse per quel lutto assopito nel suo cuore da oltre 500 anni.
 
“La fioritura dei ciliegi nel mondo inferiore è molto più bella di qui”
“Il tipo di albero è lo stesso, no?”
“Ma è il modo in cui vivono che è diverso”
“Davvero? Credo che mi piacerebbe vederli”
 
“Quando mi sarò ripreso, ti farò vedere il regno celeste. Ti porterò nei posti che nessuno conosce, un posto dove crescono alberi alti, un posto dove ci sono molte bacche selvatiche”
 
“E’ una promessa Goku”
 
“Non preoccuparti Goku, noi rimarremo per sempre con te”
 
“Goku… guarda… su quell’albero… sulla cima… c’è un nido… Riesci a vederlo?”
 
“Se tu pensi che io sia una persona strana… assumitene la responsabilità e rimani qui”
 
“Oh, tu sei davvero… come il Sole”
 
Goku si ritrovò a sedere, con l’eco delle sue stesse grida nelle orecchie, mentre le immagini del proprio passato gli scorrevano davanti agli occhi. Scalciò lontano le coperte cercando di riprendere fiato rendendosi conto che era madido di sudore.
Alla fine si era addormentato piangendo.
Si passò una mano sul viso tremando e si asciugò i residui delle lacrime
-Così è… impossibile- mormorò sentendo gli occhi pizzicare
-Cosa è impossibile?-
L’eretico sussultò e alzò gli occhi verso l’intruso che stava fumando alla finestra accanto al suo letto
-San…zo- mormorò. Guardò quel viso, quei lineamenti così simili a quelli di Konzen, i suoi gesti dolorosamente famigliari… ogni cosa ora gli ricordava quel sole che lui stesso aveva aiutato a spegnere. Distolse lo sguardo in fretta e si alzò vestendosi –Non è meglio che ci muoviamo a partire?- domandò invece con voce incrinata
-Impossibile, siamo bloccati per la neve- rispose il biondo spegnendo la sigaretta sul davanzale. Goku lanciò un’occhiata all’esterno rendendosi conto che c’erano almeno 40 centimetri di coltre bianca a bloccare qualunque pazzo che intendesse viaggiare con quel tempo.
La neve scendeva lenta in grossi fiocchi gelidi e il ragazzino si rese conto che mai come in quel momento la odiava
-Quindi rimaniamo qui?- Il bonzo non rispose ma il ragazzino avvertì comunque la risposta sottopelle –Beh, allora vado a fare una passeggiata-
Tutto pur di non rimanere lì a non fare niente, ad agevolare i pensieri e a rimuginare con accanto il bonzo e gli altri che lo avrebbero scrutato silenziosamente
-Fermati Goku-
Faceva male.
Malissimo.
Il tono di voce, l’inflessione, i passi, l’odore, perfino il modo con cui pronunciava il suo nome… ogni minima cosa gli ricordava Konzen.
Come avrebbe fatto a viaggiare con loro, addirittura insieme a Gojyo e Hakkai, quando ora sapeva di essere stato lui la causa della loro morte?
Tremò.
No. Sarebbe diventato pazzo se prima non si metteva in chiaro con se stesso. Se non ce l’avesse fatta allora non sarebbe più riuscito nemmeno a parlarci.
Che qualcuno gli dicesse cosa doveva fare!
I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dal biondo che lo prese per il braccio girandolo verso di lui
-Concentrati su di me baka saru-
Erano uguali pure in quello. Distolse lo sguardo in fretta per paura che Sanzo potesse arrivare a leggergli cose che non voleva sapesse
-Ti sto ascoltando- mormorò il ragazzino –Ma intanto lasciami per favore-
Sanzo, perplesso, ubbidì per poi sedersi pesantemente sul letto dietro di lui
-Allora, perché non ne parliamo? Il tuo umore comincia a darmi sui nervi-
-Non ho niente da dire-
-Mi pare di averti già detto più volte che non mi interessa il tuo passato-
“Solo perché non lo conosci” pensò -Si, lo hai detto. Ma non so davvero di cosa parli- mentì
-Ah si? E gridare per la maggior parte della notte non è un chiaro segno che ti è tornata la memoria?-
Il ragazzino strinse le labbra e le nocche sbiancarono mentre cercava di contenere la propria frustrazione notando appena le occhiaie del biondo
-Ho avuto dei semplici incubi-
-Goku, vuoi mentirmi? Va bene, ma finiscila con questo gioco: è davvero irritante-
-Non è un gioco!- urlò affrontandolo –Perché non mi ascolti mai!? Lo hai sempre fatto! Io non voglio parlarne, men che meno con te! Non sei solo tu che puoi avere una giornata storta ogni tanto, non è una tua prerogativa! E anche se mi fosse tornata…!- ammutolì. Sanzo era impassibile, ma alzò lievemente il sopracciglio –Non volevo urlare o darti addosso. Tu non centri niente-
-Ma lo hai fatto-
-Ragazzi, non per dire, ma potreste abbassare il tono della voce? Vi si sente fin dalle scale!- Gojyo fece il suo ingresso trionfale seguito da Hakkai che richiuse la porta alle sue spalle docilmente ricevendo l’attenzione di entrambi i presenti –Capisco che chiedervelo è come parlare ad un muro, ma un minimo di contegno e… ehi, che facce!- Il rosso incontrò lo sguardo del bonzo che scosse appena il capo
-Goku, di sotto c’è la colazione pronta che ti aspetta- lo informò Hakkai premuroso
-No grazie, mangerò dopo- rispose. Il silenzio si espanse nella stanza a macchia d’olio e l’eretico, distogliendo lo sguardo, trattenne il fiato –Vado a fare un giro-
Passò davanti ai due compagni e, senza voltarsi indietro una sola volta, sparì giù per le scale
-Andiamo malissimo- sbuffò Gojyo –Se stasera non cena lo porto di peso dal primo medico raggiungibile-
 
Goku aveva il fiatone quando decise di fermarsi.
Si era allontanato parecchio dal centro del paesino e in giro non c’era nemmeno un’anima.
Meglio.
La neve rendeva tutto estremamente silenzioso e attutito, quasi come una magia.
La scalciò e rabbrividì mentre si sfregava le mani vigorosamente.
Durante la sua prigionia gli inverni, con il loro gelo e quella immensa coltre bianca, lo avevano sempre demoralizzato. Il sole pareva non voler mai comparire e la natura si dissolveva per tornare sempre troppo tardi a suo parere.
Camminò senza avere una meta precisa e si permise, finalmente, di ricordare.
Ricordare un amico trafitto dalla sua stessa spada.
Ricordare un amico divorato da un mostro.
Ricordare un amico sviscerato.
Ricordare il suo sole polverizzato tra le sue mani.
E di piangere quelle lacrime che parevano essere inconsolabili.
 
Prima di tornare alla locanda, il castano si era preoccupato di far sparire ogni traccia di pianto dal proprio volto.
Era notte inoltrata quindi sapeva che ormai erano tutti a letto così, in punta di piedi, raggiunse la sua camera. Aveva prolungato il più a lungo possibile la sua uscita in modo da evitare i suoi compagni, ma ormai il freddo era davvero insostenibile.
Fuori però aveva smesso di nevicare e, se il tempo reggeva, probabilmente entro due giorni sarebbero ripartiti. Questo avrebbe permesso a Goku di non pensare troppo visto che il viaggio verso Ovest era ancora lungo e i nemici non si sarebbero fatti di certo indietro.
L’unica cosa che temeva erano le domande, o le occhiate silenziose, o gesti inconsci che lo avrebbero riportato al passato, come quella volta in cui aveva curato le ferite di Gojyo sotto ordine di Hakkai. Beh, almeno stavolta non lo aveva dovuto legare!
Entrando nella stanza buia sorrise.
Ironia della sorte?
Beh, probabilmente qualcuno, da qualche parte, si divertiva molto a prendersi gioco di lui.
Nemmeno a dirlo la luce si accese e il ragazzino sussultò voltandosi di scatto.
Sanzo era appoggiato al muro accanto alla porta e lo squadrava dalla testa ai piedi visibilmente arrabbiato
-Ti pare l’ora di tornare baka saru?-
-E’ stato un giro piuttosto lungo- rispose lui “In cui non ho risolto nulla accidenti”
-Beh, spero che ora ti senta soddisfatto e che non si ripeta mai più una cosa del genere. Hakkai e Gojyo oggi erano piuttosto preoccupati saru-
Il biondo non aveva parlato di se, ma dall’occhiata era chiaro che anche lui era stato inquieto per la maggior parte del tempo
-Sono in grado di badare a me stesso. Non sono più un bambino da un sacco di tempo- sospirò
-Non lo stai dimostrando con il tuo comportamento da irresponsabile- disse andando verso il proprio letto –Vedi di dormire adesso. La scorsa notte non ho dormito per niente da quanto eri rumoroso-
 
­-Ora basta Goku, vedi di dormire!- esclamò Konzen irritato. Il più piccolo sbuffò incrociando le braccia e avvicinandosi maggiormente al biondo
-Insomma, perché non vuoi starmi a sentire?-
-Perché è notte fonda e io ho sonno! Mi puoi parlare domani di qualunque cosa mi stessi dicendo!-
-Ma io voglio vedere Nataku!-
-Ti ho già detto che è nel mondo sottostante. Non puoi vederlo!-
-Uffa, ma è sempre laggiù! Ok, allora facciamo un gioco?- chiese speranzoso
-Si, il gioco del silenzio!-
-E’ noiosissimo! E poi l’abbiamo fatto anche ieri sera-
-E tu, chissà perché, hai perso…- borbottò sdraiandosi e dandogli le spalle
-Dai, ma non ho sonno…-
-Buona notte rumorosa di una saru. Il gioco comincia ora-
Goku rimase indeciso per qualche istante, poi sogghignando si infilò sotto le coperte con il più grande che lo fulminò
-Scendi immediatamente baka saru!-
-Ah! Stasera hai perso tu! Ti ho battuto hai visto?- trillò il castano felice
-Fai come ti pare ma per una volta stai zitto!- Esasperato il biondo fece sorridere vittorioso l’eretico che si appiccicò ben bene alla schiena del più grande chiudendo gli occhi e ascoltando il pulsare ritmico e tranquillo di quel cuore che tanto adorava
-Sogni d’oro Konzen…- mormorò sbadigliando e abbandonandosi finalmente a un lungo sonno ristoratore proprio come un bambino, accompagnato dal’invisibile sorriso dolce del Dio.
 
Gli scappò un involontario sorriso e, quando si rese conto di stare fissando il vuoto, alzò gli occhi verso il bonzo che lo stava scrutando rabbuiato
-Si, va bene, andiamo pure a letto-
-Piuttosto Goku… Hai notato qualcosa di strano al villaggio?-
-Eh? Strano in che senso?-
-Strano, anomalo, improbabile-
-Oggi nella mia passeggiata era tutto tranquillo, anche perché con la neve non c’era nessuno in giro- affermò. Il biondo annuì –Perché?-
-Niente di particolare e…- Si zittì e il castano, perplesso, attese –… e io sono qui, se hai bisogno-
Goku, sorpreso, trattenne il fiato.
Erano davvero poche le volte in cui Sanzo si lasciva andare così apertamente a certe frasi e quando lo faceva il castano non riusciva a negargli nulla.
Una volta era addirittura successo con Konzen.
Ma quella volta proprio non poteva confidarsi. Non ce l’avrebbe fatta in ogni caso.
Cosa avrebbe pensato? Come avrebbe reagito? Non poteva davvero.
Chiuse gli occhi e scosse il capo debolmente voltandosi
-No, adesso no… e poi davvero, non avrei nulla da…- si interruppe stringendo le labbra. Ormai l’avevano capito tutti. Il suo comportamento era strano perfino per lui ma… ma non sapeva cosa doveva fare. O cosa doveva dire. Tutti quei ricordi, la vita di 500 anni prima, gli avvenimenti dolorosi che gli erano piombati addosso tutti insieme, gli pesavano sul petto come un macigno e non sapeva come fare per attenuarli. In più la vista dei suoi tre compagni non lo stava per niente aiutando. Se lui non fosse mai stato lassù, Konzen, Ten-chan e Ken nii-chan sarebbero stati ancora vivi e nessuno avrebbe mai dovuto soffrire. Maledizione, gli tornava ancora da piangere! –Sanzo la verità è che…- Continuò a dargli le spalle e sospirò, calmando la voce che già gli tremava –…io in realtà ho ricordato certe cose- ammise –Ma non posso parlartene adesso perché io non so… come affrontarlo e parlarne a te, o ad Hakkai o a Gojyo senza nemmeno sapere da dove iniziare o con che sentimenti esprimermi…- Si voltò verso di lui trattenendo il fiato –Non voglio farlo adesso perché non sono nemmeno pronto all’eventualità che voi possiate odiarmi-
Il bonzo si alzò silenziosamente e gli si avvicinò
-Perché dovremmo odiarti? Goku, tra noi non cambia niente, quello che c’è stato tra noi non si dissolverà solo perché tu hai memoria di un’altra vita-
-Ma per me cambia tutto. Proprio perché tu non sai niente di ciò che è successo allora… adesso il pensiero di espormi troppo mi spaventa Kon… Sanzo- Goku si corresse immediatamente, ma sapeva che il biondo aveva capito –Scusa, non volevo- mormorò abbassando il capo –Ora dormiamo per favore e lasciamo perdere tutto questo discorso, ok? Mi passerà prima o poi-
Il bonzo però non lo fece muovere prendendogli entrambe le spalle e avvicinandolo a lui fino ad essere un soffio dal suo viso
-Guardami- ordinò –Questa è la realtà, questa è la tua vita adesso. Non gli Dei e nemmeno persone di cui non voglio nemmeno avere memoria. Io sono qui, sono reale, come Hakkai e Gojyo. Tu sei qui adesso, sei con me e non con una vaga ombra del passato che non tornerà mai più- affermò a fatica –Quindi guarda me-
Perché Goku non lo stava guardando, oppure si, lo guardava diritto negli occhi, con l’espressione sorpresa e anche un po’ stupita, ma poi sul suo viso calò di nuovo un ombra che lo trascinò ancora via, lontano, in un luogo dove il biondo non poteva raggiungerlo
-Ma anche il peso che ho qui è reale e mi ricorda che quei ricordi non fanno parte di un brutto sogno, ma di un passato vero-
Gli posò una mano sul petto, all’altezza del cuore che batteva all’impazzata e Goku si chiese di nuovo il perché.
Quella sera, anche il cuore di Konzen batteva regolare e forte… eppure si era fermato, anzi, polverizzato.
Il Dio si era tramutato in polvere sotto i suoi occhi senza che potesse fare nulla. Perché era morto? Perché aveva dovuto perdere la testa alla vista del sangue di Nataku? Perché non era riuscito a controllarsi? Perché erano morti tutti? Perché nessuno aveva impedito quelle atrocità?
Konzen prima di morire gli aveva detto che lui era come il sole. Ma era una bugia. Lui aveva spento il sole, con le sue stesse mani. Perché il biondo era morto a causa sua, per salvarlo, e con lui anche Ten-chan e Ken nii-chan
-Goku…-
-Mi passerà- ripeté, senza crederci realmente, distogliendo lo sguardo e allontanandosi “Mi fa male anche solo guardarlo. Forse l’unica soluzione è che me ne vadia lontano da loro. Chissà, forse così vivranno più a lungo…?”
-Rimarrà invece- Sanzo andò alla finestra –Ho un peso formatosi anni fa che è ancora lì-
-No Sanzo, tu non capisci- Goku si stese sotto le coperte dandogli le spalle –Tu non avevi scelta: potevi solo rimanere a guardare. Era il tuo maestro che aveva due possibilità e ha deciso di salvarti la vita. Anche io potevo scegliere e ho preso la decisione sbagliata. Se avessi avuto più controllo, se fossi stato più attento e se…-
-Se, se, se! Non si risolve nulla con i se!- esclamò una voce sconosciuta nella stanza.
L’eretico scattò in piedi facendo comparire nelle proprie mani il nyoibo mentre Sanzo prese la sua pistola puntandola verso una sfera luminosa che si era materializzata a mezz’aria davanti a loro.
Gojyo e Hakkai entrarono subito dopo facendo sbattere la porta dietro di loro con un’espressione grave in volto
-Voi che cosa ci facevate lì dietro la porta?- chiese Goku perplesso
-Non stavamo di certo origliando- si difese il rosso ricevendo un’occhiataccia dal più piccolo –Piuttosto che cavolo è?- domandò il rosso puntando anche lui la propria falce
-Quella sfera di luce mi ricorda…- sussurrò Hakkai perplesso
-Homura- concluse il biondo pronto a sparare
-Ma no, sono solo io!-
La sfera prese forma umana e quando la luce cessò Goku sentì le gambe improvvisamente molli. C’era un ragazzo davanti a loro che sorrideva, guardando l’eretico con i suoi grandi occhi dorati. I capelli viola erano raccolti alla sommità del capo, lasciando libera una strana frangia sbarazzina che gli ricadeva davanti al viso
-Ehi, ma tu non sei…?- Il bonzo abbassò appena l’arma
-Chi è Sanzo?- domandò Hakkai
-Sono Nataku, Dio della Guerra- si presentò il ragazzino alzando subito le mani in segno di resa –E sono venuto in pace! Ok, detto da me è assurdo ma è la verità quindi via le armi ragazzi!- esclamò per poi rivolgere la sua completa attenzione al castano davanti a lui –Goku, finalmente ti ho trovato! Ti sto cercando letteralmente da una vita- disse con entusiasmo
Il gruppo scrutò perplesso l’eretico che si riscosse in fretta mentre gli occhi si incupivano pericolosamente
-Non so chi diavolo sei, ma non è davvero giornata per i giochetti. Vedi di tornare da dove sei venuto e non azzardarti mai più a presentarti davanti a me con quell’aspetto- ringhiò
-Giochetti? Guarda che sono davvero io!- esclamò il Dio indicandosi e facendo un passo verso di lui –Non puoi non riconoscermi!-
Goku lanciò il nyoibo dall’altra parte della stanza con rabbia colpendo il muro su cui si formò una profonda crepa
-Non credere di potermi prendere in giro! Nataku è morto! Si è infilzato con la propria spada davanti a me!- gridò tremando di rabbia.
Hakkai, Gojyo e Sanzo lo guardarono. Era la prima volta che il ragazzo accennava a un suo ricordo: questo voleva dire che aveva realmente ricordato ogni cosa
-Oh si, lo ricordo bene… e ha fatto pure male. Ho ancora la cicatrice sai?- rispose grattandosi il capo con una smorfia di dolore –Ma ora sono qui e sono davvero io-
-Sanzo, fallo fuori o ti assicuro che non rispondo più di me. Questo è davvero troppo per una sola giornata- disse rimettendosi a letto –Ora dormo e se ti rivedo di nuovo con quell’aspetto o con quello di chiunque altro giuro che ti ammazzo-
-Oh, e va bene. Visto che non mi credi devo dimostrarti che sono io no? Dunque…- L’estraneo passeggiò per la stanza prima di bloccarsi colpendo con il pugno la propria mano aperta -Ah si! La prima volta che ci siamo visti io stavo scappando perché aveva scarabocchiato la faccia dell’Imperatore Celeste e tu per aver fatto degli aereoplanini di carta con dei documenti di Konzen. Ti ho spinto dietro una statua e tu mi hai detto che il mio scherzo era divertente-
-Baggianate, lo potrebbe sapere chiunque lassù ed evitati questa umiliazione che tanto è inutile-
-Ok ok, aspetta. Al ritorno dalla battaglia contro Gyumaou ero ferito e tu sei stato con me nella mia stanza e tu mi hai detto che eri felice di essere mio amico- Goku si mise a sedere e lo fissò stranito –E ricordo che lì ci siamo promessi che appena fossi guarito saremmo andati in giro per il Mondo Celeste e ti avrei fatto vedere…-
-…posti che nessuno conosce- concluse apatico
-Esatto!! Che poi non siamo riusciti a fare niente a causa di tutto quel casino…- Sorrise –E quando stavo, diciamo così, morendo ti ho preso la mano dicendoti che c’era un nido sulla cim…- Nataku non poté concludere la frase perché Goku gli corse incontro abbracciandolo stretto. I due si sbilanciarono e caddero a terra facendo ridere il più grande –Aspetta, così non respiro Goku!-
-Oddio! Tu sei vivo!- esclamò con gli occhi spalancati prendendolo per le braccia scuotendolo e guardandolo fin nei minimi particolari –Sei… ma com’è possibile? Ti ho visto… eri… insomma eri morto! Ti sei colpito da solo e… c’era un sacco di sangue!-
-Oh, è una storia piuttosto lunga. Goku, respira se no vai in iperventilazione- minimizzò
-No, ma tu non capisci! Sei vivo! Respiri e cammini e… Ma dove cavolo sei stato per tutto questo tempo!?- chiese ridendo e toccandogli il viso, le mani, le braccia.
Era davvero lui!
 -Si, anche io sono felice di vederti, ma forse sarebbe il caso che ne parlassimo dopo in separata sede. Che dici? Mi sento un po’ osservato!- esclamò indicando intorno a loro.
Goku alzò gli occhi incontrando lo sguardo perplesso dei presenti e arrossì senza riuscire a smettere di ridere felice
-Ah, si! E’ meglio!- Si alzò aiutando l’amico –Nataku loro sono Sanzo, Gojyo e Hakkai. Ragazzi lui è Nataku. Lui è…- Lo guardò e il ragazzino annuì –…il mio migliore amico!- affermò orgoglioso
-Oh si, li conosco. Praticamente li conoscono tutti. Lassù fanno sempre del gran casino quando si parla di voi e Kanzeon Bosatsu è la prima a guardarvi sempre… anche se, a dire il vero, lei si fa solo delle gran risate- spiegò perplesso
-Perché dovrebbero interessarsi a noi?- domandò Gojyo
-Beh…- Goku e Nataku si scrutarono –Perché state svolgendo una missione importantissima ovviamente- affermò sorridendo
-Che cosa sei venuto a fare qui?- chiese Sanzo scorbutico accendendosi una sigaretta
-Ah giusto, la tua è una domanda lecita e me ne stavo anche per scordare vista l’accoglienza- Il Dio si voltò verso l’amico incontrando subito i suoi occhi e lo colpì in testa con tutta la sua forza scaraventandolo a terra
-EHI!- gridò Gojyo puntandogli addosso la falce imitato da Sanzo e Hakkai pronto con una sfera di energia
-Che male Nataku! Ma perché?- domandò massaggiandosi la testa il castano che ignorò, così come l’amico, il restante gruppo
-Perché mi chiedi?! Cos’è questa storia che ho sentito sul fatto che ti stai incolpando per quello che è successo 500 anni fa?- domandò arrabbiato
-Oh beh, dobbiamo proprio parlarne adesso?- borbottò
-Certo che dobbiamo farlo adesso! Se no quando?-
-Mai, per esempio-
-Scherzerai! Sono venuto apposta per sgridarti dopo averti cercato con un ossesso dappertutto!-
-Beh, non puoi negare che sia la verità-
-La nego eccome! Si può sapere perché lo pensi? Chi te lo ha detto? Cioè, ok, hai ucciso degli Dei, ma lo hai fatto perché non eri davvero tu! E poi hai già scontato la tua pena non credi? 500 anni rinchiuso e perdita della memoria non ti paiono sufficienti?-
-Grandioso, quindi sarebbe tutto a posto solo perché ho passato qualche annetto in una prigione senza ricordi? Non trovi che ci sia qualcosa che non va in questo ragionamento contorto che solo gli Dei sanno fare!?- esclamò scattando in piedi
-Non è affatto contorto! L’hanno deciso all’unanimità e ormai ti hanno perdonato, quindi anche tu dovresti farlo con te stesso!
-Favoloso, allora tutti amici come prima? Ma per piacere! E per tutto il resto invece cosa mi dici? Non ho scontato alcuna pena per quello! E tra una cosa e l’altra tutto riconduce a me. Ammettilo: è colpa mia!-
-Beh, siamo tutti vivi no?-
-Non sono affatto vivi! Se non ricordo male per due di loro è stato proprio tuo padre a darmi la bella notizia: uno divorato e l’altro affettato! Mentre il terzo mi si è polverizzato davanti!!- gridò con il fiatone. Si fronteggiarono con lo sguardo per diversi secondi poi sospirò tremante –Ok usciamo- decise rivestendosi in fretta
-Voi due non andate da nessuna parte insieme- lo bloccò Sanzo
-Torneremo domattina, in tempo per fare colazione- affermò Nataku –E poi io e Goku abbiamo davvero bisogno di parlare in privato e con voi la cosa è abbastanza difficile-
-E non potete farlo qui? Fuori si gela- disse Hakkai tentando di farli ragionare.
E ci riuscì. I due ragazzi guardarono la neve fuori e sbuffarono
-Effettivamente-
-Si non mi pare il caso-
-Quindi come facciamo Nataku?- domandò Goku
-Sanzo viene di là con me e Hakkai mentre voi rimanete qui- rispose Gojyo
-Cosa?- sbottò il bonzo contrariato
-Così rimangono qui sotto la nostra supervisione no?- gli sussurrò Hakkai avvicinandolo –Bene, mi raccomando vedete anche di dormire un po’ e non urlate altrimenti svegliate tutta la locanda- esclamò
-Nessun problema!- esclamò il Dio sorridendo e prendendo Goku sottobraccio mentre il moro e il Kappa uscivano lasciando la porta aperta
Sanzo guardò ancora per un istante Goku poi seguì gli amici, richiudendosi la porta alle spalle
-Accidenti, a guardarli mi manca il fiato- affermò Nataku sedendosi sul letto di Goku che lo imitò
-Non dirlo a me…-
-Non è stata colpa tua-
-Invece si. Se solo fossi stato più attento, se non li avessi lasciati soli, se…-
-Smettila con questi se- Lo fece voltare verso di lui –Loro hanno deciso di proteggerti e hanno deciso loro come morire-
-Non volevano morire. Volevano vivere-
-Si, ma con te. Come lo avrei voluto io- Nataku sospirò –Ma io non potevo perché mio padre mi controllava e…-
-Non parlarmi di quell’uomo- sibilò Goku stringendo i pugni –Se solo lui non avesse preso tutte quelle decisioni…-
-Io non sarei vivo se non fosse stato per lui-
Si sdraiarono uno accanto all’altro guardando il soffitto
-Mettere incinta tua madre forse è l’unica cosa che ha fatto di buono nella sua vita- affermò seriamente il ragazzino.
Nataku rise
-Non lo credo possibile visto che io non ce l’ho una madre- Il castano lo guardò, confuso –Non sono un essere vivente, sono una cosa artificiale a cui hanno dato un anima, ecco perché 500 anni fa non sono morto. Semplicemente non posso morire- Si zittì –Mio padre ha costruito una bambola pezzo dopo pezzo per riuscire a scalare la tortuosa piramide del potere. Sono solo un oggetto-
-Mh, non capisco molto di quello che dici, ma questo vuol dire che tu sei un essere unico al mondo no? Non esiste nessuno come te che ti possa sostituire. Non è fantastico?-
Nataku lo guardò e sorrise
-Si, è così. Io e te siamo proprio simili non credi?-
-Hai proprio ragione!- affermò ridendo
-Dai raccontami: cos’hai fatto ultimamente?-
-Beh, la prima parte è davvero poco interessante: 500 anni rinchiuso nello stesso posto non porta grandi emozioni. Al contrario questi ultimi anni con Sanzo, Gojyo e Hakkai sono stati molto divertenti!-
-Voglio che mi racconti tutto!-
E Goku parlò tutta la notte, ridendo a crepapelle o piangendo quando ricollegava certi avvenimenti con il passato e Nataku lo ascoltò, rise e, ricordando, pianse con lui.
 
All’alba della mattina dopo Sanzo, che non aveva chiuso occhio tutta la notte, entrò di soppiatto nella stanza.
Se era per controllare che fosse tutto a posto, o se voleva essere sicuro che Goku non se ne fosse andato non si sa, ma nel vedere i due addormentati nello stesso letto con espressione serena, il bonzo non poté contenere uno sbuffo
-Ora gli animali sono due- borbottò uscendo e richiudendo la porta dietro di se.
 
Quando Goku aprì gli occhi seppe subito cosa avrebbe trovato alla sua destra e la gioia che gli colmò il cuore nel vedere Nataku lo lasciò senza fiato.
Lui era la prova che la sua vita passata non era stata un’illusione e anche se questo gli comportava un dolore sordo al petto per la morte del suo sole e dei suoi due amici, il fatto che Nataku fosse vivo gli lasciava una piccola speranza.
Era vivo e sarebbero rimasti insieme, finalmente.
La storia poteva riprendere proprio da lì, così come si era interrotta 500 anni prima.
-Nataku, svegliati su! Ho una fame da lupo!- esclamò scuotendolo.
 
Quando scesero per la colazione stavano ridendo come pazzi mentre Nataku gli stava finendo di raccontare un vecchio avvenimento avvenuto con l’Imperatore Celeste e alcuni sottoposti.
Molti occhi si alzarono verso di loro e Sanzo, Gojyo e Hakkai non fecero eccezione mentre i due si andavano a sedere sul loro tavolo
-Cosa vi dà tutta questa energia di primo mattino?- si lamentò il Kappa crollando sul tavolo
-Oh Gojyo, Nataku mi stava raccontando di alcune figuracce che aveva fatto fare all’Imperatore-
-Ma non è la più alta carica lassù?- domandò Hakkai perplesso
-Oh si, ma se non si stacca un po’ dalla solita routine lassù diventa davvero troppo noioso. Senza contare che avevo un certo talento nello scarabocchiargli la faccia- affermò pavoneggiandosi –Una volta con l’indelebile gli ho disegnato i baffi e un bel sorriso con i dentoni!-
-Effettivamente era sempre così serio- pensò l’eretico ridendo subito dopo
-Quindi fammi capire. Sei Nataku, il Dio della Guerra, predecessore di Homura, che ha sconfitto Gyumaou, è corretto?- chiese Sanzo interrompendo gli idilli dei compagni
-Esatto- rispose il ragazzino addentando un panino
-Ma se Homura ha preso il tuo posto tu non dovresti essere morto?- domandò Hakkai
-Tecnicamente. Ma per un certo periodo sono stato fuori combattimento, ecco perché al mio posto è subentrato lui. A proposito Goku! Ho sentito che vi siete scontrati e sei riuscito a ucciderlo!- esclamò meravigliato –Sei un grande, ti stimo un sacco!-
-Veramente è morto per il suo cuore debole- affermò il ragazzino –Io non ho fatto nulla se non dargli qualche pugno. Più che altro le ho prese io-
-Beh il fatto che gli hai tenuto testa è favoloso lo stesso. Non tutti ci riuscirebbero sai? Dopotutto era il Dio della Guerra! Devi essere diventato forte con tutte le battaglie a cui hai partecipato! Dovremmo proprio batterci un giorno o l’altro!-
-Scherzi? Come minimo mi ammazzi dopo due minuti!-
-O forse tu uccidi me no?-
-E se non ci ammazzassimo direttamente?-
-Questa tua regola mi piace un sacco!- esclamò Nataku annuendo –Allora ne metto una io: niente armi-
-Solo calci e pugni?-
-Esatto! Così ci si scarica, è stato provato scientificamente- affermò ridendo
-Si ok, ma allora niente arti magiche o evocazioni-
-Ehh? Perché?- domandò imbronciandosi
-Perché se te le lascio saresti già avvantaggiato ancora prima di iniziare!-
-Ma dai, non sono così cattivo da evocare un demone di livello superiore… anche perché è controproducente per l’evocatore sai? Ti prende un sacco di energia e in un corpo a corpo non è consigliato-
-Non è consigliabile neppure un vostro combattimento- affermò Hakkai
-Si si, molto interessante- li troncò Sanzo –Voglio sapere di Gyumaou visto che sei qui a disposizione-
-Oh beh, non c’è molto da dire. È il demone più forte che conosca, ci ho impiegato tutte le mie energie per farlo fuori e sapere che vogliono riportarlo in vita non mi rende di certo felice. Ma lassù mi hanno ordinato di non darvi dritte di alcun genere mi dispiace. Posso solo dirvi che questo viaggio vi serve per diventare sempre più forti in modo da arrivare là… preparati diciamo. La strada però è ancora lunga quindi non preoccupatevi, avete tempo per affinare le vostre capacità e conoscenze in tempo per fermare quei pazzi- sospirò –E poi alla fine sono qui solo per sgridare Goku-
-Come sei qui solo per sgridarmi? Non rimani con me?-
Nataku sorrise
-Mi piacerebbe. Ma mi è impossibile-
-Se è per gli Dei lassù…- iniziò alzandosi di scatto dalla sedia
-Oh no, loro non centrano affatto. È un problema mio Goku… sai, anche se non sembra, non mi sono ancora ripreso del tutto- disse indicandosi
-Allora fammi…- si interruppe ammutolendosi. Guardò il tavolo corrugando le sopracciglia e si risedette –Scusa-
-Non chiedermi scusa. Ti avrei comunque detto di no. Tu hai da finire la tua missione e anche se non fossi legato ai tuoi compagni non saresti comunque potuto venire con me là dove devo andare-
-Ma non per questo non ci possiamo più vedere no? Mi verrai a trovare!-
-Beh, intanto oggi voglio portarvi in un posto bellissimo non molto lontano da qui- disse il ragazzino senza rispondergli –E’ così importante che viene custodito perfino dagli Dei-
-Per questo abbiamo incontrato quel tizio l’altro giorno?-
-Oh si, era il suo turno diciamo. Però lo dovete scusare, so che non si è comportato molto bene. È un tipo burbero, ma non è cattivo-
-Gojun non mi piaceva prima e adesso mi piace ancora meno- sbottò l’eretico incrociando le braccia al petto –Un altro idiota che non ha capito niente-
Nataku lo guardò, perplesso
-A me non pare un idiota… ha solo l’aria del gran tenebroso-
Gojyo scoppiò a ridere
-Ma per favore! Se è tenebroso lui il nostro Venerabile Sanzo cos’è?-
-Ti ammazzo, è la volta buona che ti uccido!- esclamò il biondo puntandogli contro la pistola
-Perdonami se ritorno sull’argomento Nataku- iniziò Hakkai ignorando i due amici –Ma non ho ben capito cosa hai fatto per tutto questo tempo se eri fuori combattimento. Ti sei allenato o cosa?-
-Oh no affatto, nessun allenamento particolare. Ho solo cercato Goku ininterrottamente per ben 500 anni- Il ragazzo guardò l’amico diritto negli occhi –E se pensi che per questo io sia una persona strana prenditi le tue responsabilità-
Il ragazzino sorrise
-Ehi, guarda che, ovunque lui sia, sicuramente starà sbottando per avere i diritti d’autore-
-Credo proprio tu abbia ragione- affermò Nataku lanciando un’occhiata a Sanzo che si era fatto rigido sulla sedia
-In più sono stato fermo per un sacco di tempo! Ero nascosto così bene da non farmi trovare?- domandò sorridendogli l’eretico che, ovviamente, non aveva colto il sottinteso nascosto nella frase facendo sospirare il suo interlocutore
-Si Goku e poi cosa ti dicevo? “Ciao Goku, ti ricordi di me? Sono Nataku e sono venuto qui per farti compagnia visto che non è ancora il momento di tirarti fuori!”! Come minimo lassù mi avrebbero ucciso di nuovo!-
Hakkai sorrise e Gojyo non poté fare altro che alzare gli occhi al cielo
-Sei proprio una baka saru-
-Non chiamarmi saru!-
-Lo faccio se mi rendo conto che non capisci niente!- lo riprese il Kappa.
A quel punto Sanzo si alzò, lasciando la stanza irritato
-Cos’ha?- domandò l’eretico pronto a seguirlo
-Niente. Lascialo stare, gli passerà- affermò Hakkai senza alzare gli occhi dalla sua tazza di caffè che sorseggiò.
 
Con Nataku accanto Goku stava bene.
Poteva tranquillamente parlare con lui del loro passato senza preoccuparsi di come l’altro avrebbe reagito e dialogare con lui era divertente e facile.
Ridevano spesso e questo aveva aiutato l’eretico a tornare, momentaneamente, quello di prima.
Quando era con l’amico pareva che nessun passato avesse mai sconvolto la sua anima.
Contrariamente notava che quanto più lui stava bene, tanto più Sanzo diventava irritabile.
Che avesse ricordato qualcosa?
Che avesse lui fatto intendere chissà cosa in un discorso con Nataku?
E se voleva allontanarlo per sempre?
Dopotutto in passato l’aveva ucciso lui…
-Goku!-
Il ragazzino si voltò di scattò verso la voce che così imperiosamente l’aveva riportato alla realtà rendendosi conto che Nataku lo guardava rabbuiato.
Erano tutti e cinque a passeggio verso il confine del villaggio cercando di porre fine all’insistenza del Dio che li aveva praticamente costretti a seguirlo.
La neve aveva cessato totalmente di cadere e ora un timido sole faceva capolino tra le nuvole grigie di quella giornata
-Eh? Hai detto qualcosa?-
-No, ma hai di nuovo quella faccia!-
-Non ho nessuna faccia in particolare-
-Si invece. Hai la faccia che hai usato anche ieri sera mentre parlavamo io e te!-
-Oh, stavo solo pensando…-
-Pensavi certamente male-
-Piuttosto ma dov’è che andiamo di preciso?- chiese Gojyo accendendosi una sigaretta e rabbrividendo dal freddo
-In un posto splendido su quella montagna laggiù!- disse indicandola fieramente
-E’ quella che abbiamo attraversato a piedi per venire qui. Lassù non c’è niente- affermò Goku pensieroso
-Non c’è niente per la gente comune. Nemmeno questo villaggio sa che tesoro inestimabile ha a due passi. Per noi Dei è un luogo molto importante, ecco perché lo teniamo sempre sotto stretta sorveglianza-
-Non ne ho mai sentito parlare- affermò il biondo.
Nataku gli sorrise
-Non puoi pretendere di conoscere tutti i segreti di noi Dei-
Il biondo, irritato, non gli rispose facendosi accendere una sigaretta dal Kappa che si limitò a sorridere sotto i baffi.
Il gruppetto continuò a camminare, ma abbandonarono presto il sentiero, introducendosi nel bosco della montagna
-Ehi, ma non rischiamo di perderci?- domandò seccato Sanzo
-Impossibile. La via è una sola- rispose il Dio fermandosi –Ora attenzione- Si guardò in giro, poi sorridendo tornò a camminare –Muovetevi!!- li incitò aumentando il passo –Ci siamo! Lo sentite?-
Goku chiuse gli occhi e avvertì un lento scrosciare
-Ma c’è un fiume?- domandò raggiungendolo.
L’amico si limitò a sorridergli e indicò davanti a se. L’eretico lo superò e si trovò davanti a un ponte che sovrastava un fiume enorme che scorreva tranquillo, mentre tutto intorno, dalla neve, sbocciavano milioni di gigli e i ciliegi in fiore accompagnavano quel paesaggio surreale
-Com’è possibile che attraversando la montagna non l’abbiamo sentito? Nemmeno sulla cartina è segnato- affermò Hakkai perplesso mentre tutti insieme salivano sul ponte solido
-Perché è protetto da una barriera molto potente. Questo fiume è la cosa più sacra che esista- affermò Nataku appoggiandosi alla balaustra e guardando sotto di loro
-Beh, ma cos’ha di così… sacro?- chiese Goku perplesso imitandolo senza capire
-Lassù c’è uno specchio d’acqua da cui gli Dei possono vedere questo mondo. Quello specchio è direttamente collegato a questo fiume che percorre tutta la Terra- Nataku sorrise –E non solo. Il fiume collega il Mondo Celeste con la Terra, ma anche il mondo Astrale, ovvero quello dei defunti- Il ragazzino sorrise all’amico –Capisci ora perché ti ho portato qui?- Goku spalancò gli occhi e guardò il fiume con una nuova luce negli occhi –E’ il momento di dire addio a certe persone- disse raccogliendo 4 gigli e allungandone 3 al moretto a cui tremarono le mani
-Io… non so…-
-Goku, non hai mai reso loro un adeguato omaggio. Questo è il momento e il luogo adatto- Gli sorrise –Ti sentiranno, te lo prometto. Qui ti sentiranno- ripeté.
L’eretico strinse i gambi tra le mani
-Ma non so come si fa- affermò con la voce incrinata
-Allora inizierò io- lo anticipò. Accarezzò distrattamente i petali bianchi e tutti attesero le sue parole –A Li Touten, un padre severo che mi ha donato la vita. A suo modo mi amava e anche io l’ho amato- Il Dio si ammutolì cercando le parole adatte –Per tutto ciò che hai fatto… io ti perdono padre e grazie per quei momenti di gioia e di amore- concluse lasciando cadere il fiore nel fiume che ondeggiò per poi scomparire appena toccò la superficie
-Nataku…-
-Visto Goku? Non è difficile e puoi dire tutto ciò che vuoi- affermò il Dio –Dopotutto lui… era comunque mio padre-
L’eretico guardò l’amico per poi passare ai suoi compagni di viaggio. Infine annuì.
Chiuse gli occhi e davanti a se vide Ten-chan.
Il modo dolce con cui gli parlava, la premura nei suoi riguardi, il modo buffo con cui scherzava, ma anche la serietà che aveva in ogni sua decisione
-A Ten-chan…- iniziò –Un amico, un compagno fidato… una delle persone più coraggiose che io conosca e…- Sbatté le palpebre più volte deglutendo
-Su Goku, è ok, lui ti sta ascoltando- mormorò Nataku
-…che mi ha insegnato cosa voglia dire avere fiducia nei propri compagni e in se stessi. Perciò grazie Ten-chan per essermi stato amico e per essere rimasto indietro per salvarci… Perdonami per averti lasciato da solo-
E lasciò cadere il primo fiore che tremò e scomparve sotto di loro senza un rumore.
L’eretico di asciugò gli occhi e vide Ken nii-chan sorridergli scompigliandogli i capelli, stringergli un mignolo cercando di mantenere una promessa che alla fine nessuno dei due aveva mantenuto e impegnarsi nei combattimenti con il divertimento di un bambino
-A Ken nii-chan… il fratello che non ho mai avuto- affermò –Mi hai insegnato un sacco di cose e sei stato sempre quello che mi è rimasto più vicino. Sei stato il primo ad andartene, il primo che si è sacrificato per ciò in cui credeva e lo hai fatto a modo tuo- Gli venne quasi da ridere tra le lacrime –La verità è che hai sempre fatto ciò che volevi proprio come volevi tu- Strinse le labbra –E il Mondo Celeste era troppo piccolo per l’uomo incredibile che eri. Lo giuro, non ti dimenticherò mai-
Lasciò cadere il secondo fiore e lo guardò sparire con gli occhi appannati mentre rigirava l’ultimo fiore tra le mani.
Il cuore gli si strinse in una morsa e singhiozzò piangendo, scuotendo il capo più volte
-Goku…-
-Nataku non posso!- esclamò stringendo la ringhiera –Come posso lasciarli indietro?-
-Non li lascerai indietro- rispose –Semplicemente li accetterai nella loro pienezza e renderai loro onore- Gli asciugò il viso con la manica e lo scosse dolcemente –Salutalo, fallo per loro-
L’eretico respirò forte e profondamente. Guardò i compagni dietro di lui che erano rimasti in silenzio tutto il tempo, poi si concentrò sull’ultimo fiore.
Konzen… La persona più importante di tutta la sua vita
-A Konzen- iniziò con gli occhi pieni di lacrime –Al mio sole. Al mio splendente e incredibile sole. Ti voglio bene e…  mi dispiace. Mi dispiace così tanto!- esclamò singhiozzando –Non avrei mai voluto che finisse così. Non volevo che morissi, nessuno di voi doveva morire a causa mia, per salvare me a causa di un mio stupido errore! Perché mi hai lasciato da solo?! Perché non sei rimasto con me? Insieme avremmo dovuto fare un sacco di cose! Avevi detto che saremmo rimasti insieme che ci saremmo ritrovati nel mondo sottostante e invece… sei morto senza vedermi crescere, senza vedermi diventare forte e… Konzen, mi manchi così tanto!- esclamò piangendo –Ti prego, non odiarmi per essermi scordato di te, per aver dimenticato che proprio tu mi hai dato un nome! Io ti voglio davvero bene, voglio bene a tutti e tre- Si ammutolì e fu colto da un’illuminazione. Che stupido che era –Non scorderò mai ciò che hai fatto per me e un giorno Konzen te lo giuro, noi due ci incontreremo di nuovo- affermò lasciando cadere l’ultimo giglio che increspò la superficie del fiume per poi sparire.
Finalmente aveva capito.
Sanzo, Hakkai e Gojyo avevano la stessa anima di Konzen, Ten-chan e Ken nii-chan e anche se erano loro al contempo non lo erano.
Quelle anime avevano sfidato l’eternità e lo avevano ritrovato per poter mantenere quella preziosa promessa, per rimanere insieme, proprio come avrebbe dovuto essere 500 anni prima, ma i suoi compagni possedevano un passato tutto loro, caratteristiche che appartenevano a loro soltanto e caratteri che si erano fermati a causa delle loro esperienze.
Certo, avvertiva Konzen e gli altri dentro di loro, ma avevano dato loro solo i primi passi. Tutto il resto era ben diverso da ciò che erano stati.
Il suo sole e i suoi vecchi amici sarebbero rimasti per sempre una parte indelebile in lui, ma ora poteva finalmente conviverci anche se in alcuni momenti sarebbe stato difficile e penoso.
Ecco. Ora sarebbero ripartiti tutti insieme da lì.
Guardò Nataku senza più alcun dubbio e gli sorrise
-Hai capito- affermò il Dio corrispondendo
-Si. Ora… non ho più paura- disse.
Guardò Hakkai, ricordando gli insegnamenti e le chiacchierate; Gojyo, con le loro azzuffate e il suo strano modo nel dimostrargli affetto; e Sanzo, il sole che lo aveva liberato da quella prigione di terra.
Con loro aveva dei ricordi importanti e in futuro ce ne sarebbero stati altrettanti, ne era sicuro
-Loro hanno mantenuto la vostra promessa- affermò Nataku dietro di lui –E’ il momento che lo faccia anche tu- disse dandogli una leggera spinta per avvicinarlo al gruppo.
Goku non si voltò indietro e li raggiunse sorridendo. I ciliegi intorno a loro vennero scossi da una leggera brezza che fece ondeggiare i petali fino a loro
-Ehi ragazzi! Ehm… lo so che forse non è il momento adatto ma… ho una fameeee!!- esclamò –Che ne dite se prima di partire ripassiamo dalla locanda a mangiare?- domandò.
Hakkai rise e annuì
-Ma certo che andiamo a pranzare Goku, e poi dobbiamo ancora fare le spese necessarie per il viaggio!-
-Maledetta saru- sbottò Gojyo scompigliandogli i capelli –Non farci preoccupare mai più così, hai capito? Mai!-
-Ahia! Mi dispiace davvero- affermò guardandoli e concentrandosi su Sanzo che non aveva detto ancora una parola.
Ma non ce ne fu bisogno. L’harisen del bonzo calò con precisione sul moro togliendo ogni dubbio
-Baka saru- sillabò. Ma gli occhi ametista erano tornati a essere quelli di sempre nel vedere che Goku era tornato quello di sempre.
Finalmente stava guardando lui e nessun’altro
-Ehi!- esclamò Gojyo indicando dietro di loro.
Goku si voltò di scatto e vide Nataku, immerso in una dolce luce argentea, che gli sorrideva
-Ora devo andare- affermò –Goku, perdonami ma non posso rimanere con te-
-Aspetta! Nataku, dove vai?- domandò cercando di toccarlo, ma lo attraversò, afferrando solo aria
-Scusami davvero. Sappi però che ti proteggerò e rimarrò sempre al tuo fianco perché ti voglio davvero bene- I contorni del Dio erano sempre più confusi mentre alzava il braccio sfiorando il viso dell’eretico
-Nataku aspetta per favore… non lasciarmi di nuovo!- esclamò
-Non devi piangere per me. Questo è il modo giusto in cui doveva finire- Sorrise –Prenditi cura di loro Goku e anche di te stesso- Ormai di lui era rimasta solo una vaga e indefinita forma –Hai visto?- chiese ridendo e spalancando le braccia –Finalmente sono riuscito anche io a mantenere la nostra promessa!-
E scomparve.
Goku vide gli ultimi riflessi argentati sparire e abbassò il capo piangendo
-Era felice perché era insieme a te- disse Gojyo tristemente
-La sua anima ha sentito che soffrivi e ti ha raggiunto per aiutarti Goku- spiegò Hakkai –Probabilmente quel giorno era davvero morto-
-Si, lo so- mormorò l’eretico asciugandosi il viso. Prese un giglio e si avvicinò alla balaustra –A Nataku. Hai sfidato la morte per tornare da me e mi hai dato un ulteriore prova di ciò che sei realmente: non un Dio della Guerra e nemmeno un essere artificiale, sei solo il mio migliore amico. Grazie per avermi accettato e per essermi stato accanto e perdonami se per un istante ho dubitato di te- mormorò.
Lasciò cadere il fiore che seguì quelli precedenti e rimase immobile per un lungo attimo prima di voltò verso i suoi amici e verso il suo sole, rivolto distrattamente verso i petali intorno a loro.
Alla fine, in un modo o nell’altro, erano riusciti a rimanere insieme, incontrandosi sotto un ciliegio.
-Allora, questo pranzo?- domandò sorridendo.
Non sarebbe mai più stato triste, non avrebbe più pianto per il suo passato.
Aveva camminato con degli eroi, con le persone più coraggiose che avesse mai incontrato e lui sarebbe diventato più forte per loro e per non farli vergognare dovunque fossero.
E sarebbe diventato più forte per le persone che ora camminavano accanto a lui.
A testa alta.
 
Kanzeon Bosatsu sorrise nel vedere Goku crescere ulteriormente e accettò quei gigli nello specchio d’acqua davanti a se, permettendosi anche lei di dare un ulteriore omaggio alla anime di Tenpou, Kenren e di suo nipote Konzen.
Goku aveva imparato una lezione molto importante e lei ne era felice, perché ora potevano davvero tutti tornare a vivere.
Guardò il corpo senza anima di Nataku e, mentre un nuovo giglio si faceva strada in mezzo ai suoi fratelli, osservò come quel viso inespressivo da fin troppo tempo veniva incurvato da un sorriso dolce e pieno di vita.
Gli occhi si chiusero e Nataku lasciò infine quel mondo, finalmente libero.
 
Konzen aveva sempre avuto ragione.
Goku era davvero come il Sole.
  
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