-Cosa c’è, James?- gli rispose l’amico, voltandosi in maniera microscopica.
-Pad...- disse di nuovo, come un automa.
-James, ora che abbiamo capito che tu sai il mio nome ti dispiacerebbe dirmi cosa c’è?- disse un alquanto piccato Sirius Black, immaginando
già la seconda parte del discorso.
-Pad, ho un problema...- annunciò, sorridendo compiaciuto.
Com’è che si diceva?
Ah sì: Aver capito di avere un problema è il primo passo per risolverlo.
-Bene, ora potresti dirmelo così ci evitiamo tutto questo?- replicò, rassegnato.
Il suo destino era ormai tracciato.
Il miglior amico di un cervo depresso con manie di protagonismo.
Ed evidentemente alcolizzato.
-Il fatto è che lei è così.. così... così dannatamente... e poi, non dimentichiamoci il suo modo di fare così... così tanto... senza contare che ogni volta che parla è così... così... che, per la miseria, non fa altro che guardarsi intorno in maniera così.. così...- disse, con la fronte corrucciata e con le mani che si aprivano e si chiudevano, forse uno strano tentativo di praticare yoga.
-Posso darti un consiglio, Prongs?- chiese Sirius, girandosi completamente ed ignorando la professoressa nel bel mezzo delle sue spiegazioni.
-Sì, ti prego, Sir!- esclamò James, senza abbassare la testa quando una decina di occhi gli si puntò addosso.
-Ecco, magari io comincerei con il trovare un aggettivo. Poi, se non ti dispiace, aggiungerei un soggetto e completerei il tutto con il riordinare le parole così da formare una frase compiuta...- brontolò lui, mentre l’amico arrossiva violentemente.
Ecco, ci era riuscita di nuovo.
Gli faceva saltare i nervi, per i mutandoni di flanella di Merlino!
-Scusa... ecco, il fatto è che quell’idiota di Lily Evans è dannatamente saccente ed ha un modo di fare autoritario e parla come se sapesse tutto e, Morgana tinta, e poi, ti guarda con quegli occhi verdi che quasi ti spaventano, ad essere sincero, perché sembra.. non so, sembra che ti stia somministrando il Veritasserum!- disse, imbronciandosi come un bambino e facendo ridere il suo migliore amico.
Vedere James Potter in difficoltà era una delle mille cose da fare almeno una volta nella vita...
-Oh, ora ragioniamo. Beh, innanzitutto potresti cominciare con lo spiegarmi perché pensi questo di lei?- gli domandò, abbassando un po’ la voce e sospirando leggermente.
-Sirius, la smetti di cercare di essere uno psicologo e ti concentri su questo mio problema?!- esclamò James, schiaffeggiando le mani del ragazzo di fronte a lui per fargliele abbassare.
-Ahi, ok, non c’è bisogno di essere violenti. James, io credo che ti piaccia la Evans...- disse lui, senza mezzi termini.
Si scostò i capelli dalla fronte pensando che forse avrebbe dovuto accorciarli un po’.. certo, non tanto da assomigliare a un chihuahua, ecco...
-Tu cosa? L’ho sempre detto, io, che tu non sei fatto per pensare, Sirius!- replicò l’amico.
Assurdo.
Assurdamente patetico.
Cavolo.
Questo lo diceva sempre anche lei.
Mannaggia alla Evans.
Un giorno o l’altro si sarebbe dovuto vendicare.
Le avrebbe fatto saltare i nervetti uno per uno... plin plin plin
Ma cosa stava dicendo?!
-Andiamo, come puoi pensare che a me piaccia la Evans?- domandò, indignato, rifiutandosi di guardare il suo migliore amico, che sospirò per l’ennesima volta.
Poveri alberi, hanno bisogno di un aiutino con la fotosintesi...
-Quand’è stata l’ultima volta che l’hai guardata?- gli chiese, girandosi ancora, consapevole di quello che l’amico avrebbe fatto.
-Non lo so, Pad, pensi che io conti i minuti che passano senza la sua irritante presenza nella mia testa?- replicò, mandando a quel paese i suoi neuroni.
Certo che lo fai, James. Non è difficile contare fino a uno...
-Bene, perciò se io ti chiedessi di dirmi dov’è tu lo sapresti fare?- chiese, voltandosi a guardarlo.
-Sinistra, terzo banco dalla cattedra, accanto ad Alice...- brontolò, senza staccare gli occhi dal banco.
Sirius sollevò le sopracciglia, pregustandosi la sua imminente vittoria.
-E la Prewett?- domandò, ancora.
James alzò la testa, aggrottando la fronte.
Che razza di domanda era?
Povero cucciolo, il canile dev’essere stato un trauma...
-Te l’ho detto, accanto alla Evans!- rispose, tornando a contare i buchi sopra il suo tavolo.
Quindici, sedici, diciassette...
Lily del cavolo...
-Ti piace la Evans...- affermò Sirius, soddisfatto, prima di tornare a pensare al suo nuovo taglio di capelli.
-Sirius, a me non piace Lily!- ribattè, spintonandolo e facendogli mentalmente trinciare una ciocca dei suoi adorati capelli.
-Infatti, io non ho detto che ti piace Lily. Ho solo detto che ti piace la Evans...- rispose.
E mentre quell’idiota del suo migliore amico cominciava a boccheggiare guardando alternativamente lui e la Evans pensò che forse si sarebbe accontentato di spuntarli un po’, quei capelli...