Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Electra_Gaunt    25/05/2011    6 recensioni
Rabbrividì al pensiero dei suoi raggi caldi, brucianti.
Gli Anziani narravano, spesso, della crudeltà di quei fasci luminosi, capaci di annientare un solo demone in pochi attimi.
La loro pelle non era fatta per rimanere esposta alla Luce, come neanche i loro occhi.
Doveva trovare Cornwell.
Doveva correre, sperando poi che Madre Luna riuscisse a trattenere l’Impetuoso Sole per qualche minuto.
Il tempo necessario per dare l’opportunità ai suoi figli di mettersi in salvo.
[PRIMA CLASSIFICATA al "Dualismo Contest - Il contest degli Opposti" ]
Genere: Guerra, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 - The Infinite War - 




C’era stato un tempo, era esistita un’epoca lontana e ormai perduta per sempre, in cui tutto era perfetto. Ogni cosa era gestita da una tale Armonia, che rendeva possibile una convivenza pacifica tra l’Oscurità e la Luce. Il Sole sorgeva sempre puntualmente, portando con sé un piacevole tepore e facendo risplendere anche i più remoti anfratti della Terra: dai petali dei fiori, alle fronde degli alberi, alle superfici liquide dei laghi e dei torrenti.
Poi, con estrema tempestività, tramontava, donando alle sue creature un ultimo tiepido (e struggente) raggio di calore, come fosse l’addio di una madre premurosa verso i suoi pargoli.
Il cielo, allora, si adombrava lentamente, lasciando che il nero delle Tenebre potesse regnare sovrano su di lui, per mezzo dì.
Proprio come il Sole, proprio come la Luce.
Nei brevi istanti, però, nei quali le Tenebre incontravano il loro opposto, il clima diveniva più teso: in fondo, la Notte non poteva andare d’accordo con il Giorno. Ma dopo questi rari dissidi, tutto rientrava nella norma. Gli Angeli, da sempre discendenti e seguaci della Luce, erano eccelsi e incontrastati.
Questi ultimi dominavano su ciò che di più puro e nobile vi fosse nel mondo. Erano, di conseguenza, agli antipodi dei Demoni. Loro rappresentavano la reincarnazione del Male ed erano fedeli solo a se stessi.
Nonostante questo particolare, nel momento del bisogno, tendevano a chiudersi a riccio e, soprattutto, ad aiutarsi vicendevolmente. La più deleteria differenza che li contraddistingueva dalle Candide Creature, era la loro assoluta opposizione al perdono.
Gli Angeli sapevano rimettere i peccati, riuscivano ad essere indulgenti poiché, in verità, pensavano non spettasse a loro scegliere né chi punire né come farlo. I Demoni, invece, no.
In compenso, però, erano potenti ed ammalianti, inumanamente belli.




Krascow incominciò a guardarsi attorno con fare circospetto.
Il giovane demone, per la prima volta in centinaia di anni, odiò la poca luminosità della quale il suo regno era provvisto. Si maledì un’altra volta d’aver abbandonato la corte del Signore della Notte, di essersi allontanato da quel castello così austero.
Il cielo era rossiccio e nero. Quel dì, notò Krascow, la volta celeste era ancora più ombrosa del solito, e questo non era assolutamente un buon segno. L’aria era fredda, ghiacciata e penetrante come spilli nella carne viva. Avrebbe voluto ripercorrere la strada a ritroso e tornare da dove era venuto. Abbandonare il bosco (florido e fitto di strane erbe sconosciute ai più) sarebbe stato un sollievo impagabile.
Ma non poteva farlo, non poteva proprio.
Doveva trovare Cornwell, il suo migliore amico. Non lo vedeva dall’inizio della festa a corte e, ovviamente, questo non lo metteva di buon umore.
Krascow sapeva cosa vi fosse fuori dalle mura rassicuranti del Castello della Notte, sapeva delle strane creature che popolavano le periferie del regno.
Era preoccupato, ansioso di trovarlo e timoroso di scoprire qualcosa di spiacevole. Continuò a rovistare dappertutto, come un ossesso, senza però trovare niente di rassicurante. Cercò di urlare il suo nome, ma la paura era troppa e gli bloccava il respiro in gola, negandogli la possibilità di reagire in maniera totalmente lucida. Non riusciva mai ad essere obiettivo quando si parlava delle persone cui teneva, soprattutto quando si trattava di Cornwell.
Si conoscevano da tempo immemore e si potevano considerare fratelli, ormai. Era sicuro che, se si fosse presentata la situazione inversa, Cornwell avrebbe fatto lo stesso. Improvvisamente si rese conto di un particolare che, sino ad allora, non aveva tenuto presente: il Sole. Rabbrividì al pensiero dei suoi raggi caldi, brucianti.
Gli Anziani narravano, spesso, della crudeltà di quei fasci luminosi, capaci di annientare un solo demone in pochi attimi. La loro pelle non era fatta per rimanere esposta alla Luce, come neanche i loro occhi.
Doveva trovare Cornwell.
Doveva correre, sperando poi che Madre Luna riuscisse a trattenere l’Impetuoso Sole per qualche minuto.
Il tempo necessario per dare l’opportunità ai suoi figli di mettersi in salvo.



Si raccontò che il Giorno, sin troppo prepotente nei confronti di sua Sorella Notte, spinse via l’Oscurità e scorse immediatamente la creatura che non le apparteneva. Il Sole, luminoso e magnifico, comprese inoltre la grande opportunità che gli si prostrava innanzi e decise di raccoglierla, come un frutto appena caduto dall’albero ed, ormai, eccessivamente maturo.
La Luce, vogliosa di possedere tutto il dì, decise di sconfiggere definitivamente le Tenebre ed estinguere i suoi figli e le sue figlie. Il meschino obiettivo che si era prefissata, interruppe il precedente equilibrio e lo incrinò tanto da non dare più la possibilità all’Armonia di riassestare le concezioni. Non fu colpa né della disonestà dei Signori della Notte né dell’infinita accondiscendenza dei Candidi Angeli.
L’errore fu commesso dall’altissima aspirazione del Sole, il quale era disposto a dichiarare guerra alla Luna, per riuscire a riconquistare tutte le terre del globo.
Così i raggi luminosi sfiorarono il demone, distruggendolo.
La Luna, addolorata per la scomparsa d’un suo figlio, accusò suo Fratello di quella morte ingiusta. La battaglia prese vita da qui: tra i fulmini e i lampi ed i raggi scarlatti del tramonto.
La fine dell’equilibrio eterno, l’inizio dell’infinita guerra.
La conclusione di tutti i freni, in precedenza imposti da quell’entità sconosciuta ma terribilmente giusta: l’Armonia.
Ogni pacifico proposito cessò d’esistere e si dissolse nel nulla.
Il sangue, intanto, incominciò ad essere versato.

Le battaglie erano divenute sempre più brutali.
Le due fazioni erano così orgogliose, così ostinate, da rendere vano qualsiasi tentativo di chetare gli animi e di stipulate un armistizio. Tutti coloro che ancora vi speravano, compresero, con il trascorrere dei millenni, quanto fossero mal riposte le loro aspettative: quella faida si protraeva da tempo immemore, non avrebbero potuto porvi rimedio in nessun modo.
Il Sole e la Luna, ormai, non prendevano più parte ai duelli ma guidavano i loro figli verso una meta ipotetica, un futuro irraggiungibile.
La prevalsa degli uni sugl’altri.
Gli Angeli, che inizialmente erano classificati per la loro accondiscendenza e benevolenza, avevano imparato a difendersi, cercando di superare il senso di colpa che gli sconquassava il petto ogni qual volta si trovavano ad affondare le Lame Celesti nelle carni di un Dannato. Le Candide Creature, nonostante uccidessero i loro nemici, non provavano piacere nel farlo. Mentre i Demoni erano animati da un desiderio di morte e distruzione impagabile. Erano le Tenebre più profonde, non temevano nulla, nessuna preoccupazione.
Dentro le loro anime, bruciava una smania di vendetta talmente ardente da non estinguersi mai. Nasceva dal profondo dei loro cuori e si propagava in tutto il corpo, come un veleno terribilmente contaminante da intaccare la mente stessa.
Le motivazioni,però, per le quali quell’infinita lotta era cominciata, non esistevano più: perdute tra antiche generazioni fondamentaliste, nascoste nelle profondità di un etica falsata.
Vi era solo odio, puro ed incondizionato.
A capo delle Forze Angeliche vi era Aniael, ultimo discendente della dinastia che il Sole stesso instaurò dopo la dichiarazione di guerra.
Nicholaj, invece, era il sovrano incontrastato della Corte della Notte. Egli aveva immenso potere decisionale, nonostante apparisse come un ragazzo di appena 20 anni. Controllava le Potenze Demoniache ed era il primo ad avviarsi, ad ogni tramonto, contro i persecutori della Luce.
Il Tempo trascorreva frenetico, districandosi con eleganza tra le vite immortali di quegl’esseri ed infervorandosi alla vista della propria inutilità.
La durata vitale, per tutti Loro, non valeva niente.

 


E i conflitti continuarono ad essere combattuti da entrambe le fazioni, con energia e con audacia. Si poteva considerare Destino, probabilmente. Forse sbagliato, forse no.
Probabilmente quelli che videro la desolazione dei campi di battaglia si chiesero il perché, senza potersi dare una risposta certa. Perché, checché se ne dica, non si può riunire ciò che è già stato diviso.
Distrutto dalle proprie ragioni, così assolute ed immutabili.


Non si conosce ancora la conclusione di quella faida infinita ma posso affermare, quasi certamente, che la Vittoria non si è ancora concessa né agli Angeli né ai Demoni.






 

Note dell'autrice:
Questa storia si è classificata prima al "Dualismo Contest" indetto da Herit e valutato dalla gentilissa PaytonSawyer,che ringrazio infinitamente.
Fatemi sapere cosa ne pensate^^

kisses

_Electra_

  
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