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Autore: Gea_Kristh    25/05/2011    6 recensioni
Una visione. Un amore che trascende il tempo. Un uomo prigioniero del proprio cuore. Un vecchio, in bilico tra sogno e realtà, perso in una foresta di ricordi.
Prima classificata per lo "Scegli l'immagine... Contest". Quinta classificata per il "Contest Stranamore".
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Dream Within - Gea Kristh

La foresta scorreva davanti ai suoi occhi, veloce ed inafferrabile. Scorreva in lui, attraverso lui: per brevi, fugaci istanti, la foresta era lui.

Era confuso: il sole l’accecò, il vento sussurrò parole indistinte alle sue orecchie.

Sentì lentamente il terreno farsi solido sotto ai piedi. Respirò appieno, ed i suoi polmoni furono colmi di aria e di profumi – l’autunno sapeva di cose antiche, di terra e di freddo.

 

Dentro di lui.

 

Camminava, in bilico tra sogno e realtà.

Camminava e vedeva la foresta davanti a sé: il sole brillava, alto, dietro le fronde, e creava giochi di luce sul terreno scosceso.

Lui camminava. Camminava e la sentiva – come fosse stata ancora accanto a lui.

Vedeva – ricordava – il suo sorriso; ed era come il sole per lui: lo riscaldava.

 

La sua anima.

 

Quando era scomparsa aveva avuto freddo; ne aveva ancora – lo sentiva penetrare nelle ossa, laddove l’ombra gli colorava di nero la pelle.

La luce si faceva più fioca, nel lento calare del sole, e il vento batteva la terra cosparsa d’autunno – giocava, in vortici confusi  di foglie colorate.

 

Un quieto sussurro.

– Vivi. –

Un mormorio perso nel silenzio della morte. Per lui, solo per lui – perché lo aveva amato, ed era morta amandolo.

Lui aveva vissuto – perso nel suo ricordo, pregno delle emozioni che aveva provato in giovinezza, era andato avanti.

 

Solo.

 

Era vecchio ormai. Si sentiva stanco: stanco della vita, stanco anche di sé stesso – stanco dei suoi inutili occhi, incapaci di vedere che lei.

Carezzò l’aria – gli sembrò quasi di sfiorare la sua guancia di rosa; gli sembrò quasi di vedere, mentre il sole moriva, quel suo ultimo sorriso – quell’ultimo raggio di luce.

Stanco.

 

Si accorse di stare piangendo.

Le lacrime gli sfioravano il volto come carezze amare – gli tornarono alla mente altre carezze, pregne di altre emozioni, e questo gli fece male.

Era solo. Era stanco. Aveva freddo.

Tremava.

Piangeva.

Infine, innalzò gli occhi al cielo e sorrise.

Vecchio.

 

La vedeva mentre, sotto i suoi piedi, sul manto della foresta, scricchiolavano le foglie. La luce calava, e l’ombra dipingeva trame oscure sulla terra fredda.

Lui sorrideva – sorrideva in quel pianto perché sapeva che presto l’avrebbe trovata.

Prese, tra i singhiozzi, un respiro tremante – gli fece male.

La sua immagine era fosca, davanti a lui: così leggera che un alito di vento sembrò spazzarla via, assieme alle foglie autunnali. Quello stesso vento gli arrivò alle narici – si trovò a respirare la sua fragranza di rose e di lavanda.

Un singhiozzo.

 

Lei era stata come un bocciolo: era fiorita presto, in tenera età; ed era appassita altrettanto in fretta – piccola rosa d’inverno.

L’aveva vista avvizzire – perdere d’un tratto i petali, assieme alla vita.

Nonostante tutto, anche nella morte, la bellezza non l’aveva abbandonata: l’avrebbe per sempre ricordata come un angelo – stanca, spenta, ma pregna di una purezza che nemmeno la malattia avrebbe potuto strapparle.

– Vivi. –

 

L’aveva amata. Nulla più.

L’aveva amata e non avrebbe mai smesso di amarla perché, per lui, vivere nel suo ricordo era come il più anelato dei respiri: essenziale.

Amaramente senza di lei.

 

Vedeva la foresta, nella fioca luce del crepuscolo – la foresta in cui lei gli aveva detto “Sì” in un sussurro flebile – gli occhi sgranati, le guance imporporate.

Avevano camminato assieme, in quella stessa foresta; mano nella mano, e quasi poteva sentirla – sentire le sue dita fredde intrecciate alle proprie.

Pregno di dolce dimenticanza.

 

L’aveva amata in vita, e l’aveva amata oltre la morte – aveva ghiacciato il suo cuore, per lei.

Non era stato concesso loro molto tempo, ma lui l’aveva portata con sé, sempre.

Non aveva mai rimpianto la sua vita. Perché avrebbe dovuto? Gli era stata concessa la pura gioia.

Solitario ed immobile – ibernato nell’attesa.

 

Ricordando il suo sorriso – il sole – lei sarebbe vissuta: solo per lui, immortale ed angelica.

Ogni cosa era pregna di lei – del suo profumo, dei suoi occhi: i suoi occhi scuri, così dolci e sereni, così vivi anche nella morte.

Nell’oblio di sé.

 

L’aveva guardato – l’aveva amato.

Non avevano parlato – non c’era nulla di inespresso tra loro: si amavano, e avrebbero continuato a farlo anche l’indomani, e il giorno dopo, e quello dopo ancora – anche se lei non gli sarebbe più stata accanto.

– Vivi. –

 

Non le aveva detto addio, non avrebbe potuto, perché si sarebbero rivisti. Lui lo sapeva.

Quel momento non era ormai lontano; e lui gioiva – gioiva mentre piangeva di disperazione e di contentezza – il suo cuore straziato, dilaniato dal dolore e dall’ebbrezza della felicità.

Piangeva. Piangeva e rideva.

Presto si sarebbero rivisti, ed anche lei lo sapeva – mentre il sole moriva.

Sospeso tra la vita e la morte.

 

Batteva forte il suo cuore. Forte. Forte. Forte. Forte, finché non batté più.

Morì in una stanza d’ospedale che sapeva d’autunno. Morì: felice, disperato, gioioso, piangente.

Morì con la consapevolezza di poterla vedere, mentre il sole che tramontava dietro le fronde degli alberi era ormai sparito alla sua vista, e sopra di lui c’era solo il viso affannato di qualcuno che gridava il suo nome.

Non lo poteva più sentire ormai – era tra le sue braccia.

Pace.

Dopo un secolo e mezzo di inattività eccomi qui a pubblicare questa piccola one-shot.

The Dream Within è una storia alla quale sono molto legata; scriverla è stato difficile, ma credo ne sia valsa la pena.
Questo per me è stato un esperimento, sia di stile che di tematica. Per non parlare poi del fatto che è stato il mio primo approccio ad un contest!

Sono fiera quando dico che questa storia è riuscita a raggiungere il primo posto per lo Scegli l'immagine... Contest indetto da Taminia e, dopo questo, il quinto posto per il Contest Stranamore di AkaneMikael - la quale ha anche fatto il bel banner che vedete qui sotto.

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Ringrazio ancora mille volte le giudici per la loro gentilezza e disponibilità, sono state davvero esperienze divertenti.

Qualcuno di voi forse intuirà la fonte del titolo di questa one-shot! Ebbene, si tratta proprio della bellissima "The Dream Within" di Lara Fabian, direttamente dalla colonna sonora di Final Fantasy - il film.

   
 
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