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Autore: KuroiNamida_    25/05/2011    3 recensioni
Un Robert diverso, un rapporto di amicizia visto differentemente. Non è la verità ok, ma potrebbe essere una possibilità, non tanto per Robert e Tom ma per qualsiasi amico.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Robert Pattinson
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio

Le luci del cinema si riaccesero quando ancora scorrevano i titoli di coda e il suo nome si leggeva a fatica, ma eccolo là che spunta per secondo.
Nonostante la produzione indipendente e la distribuzione moto limitata, era orgoglioso di questo lavoro, aveva dovuto aspettare dei mesi per farlo vedere sul grande schermo al suo migliore amico, ma ora, in quel piccolo cinema di Londra, aveva potuto soddisfare la curiosità del coinquilino di sempre.
Si alzarono in silenzio dai divanetti polverosi ritornando alla luce del tramonto che avrebbe illuminato ancora per poco quel cielo lattiginoso.
Robert in silenzio accese una sigaretta aspettando il commento di Tom, ma quest'ultimo taceva.
Due silenzi diversi che iniziarono subito a fraintendersi a vicenda.
Robert si convinse che, infondo, non era un gran lavoro, che la sua recitazione era pessima e che la pellicola non era buona, per questo motivo l'amico non parlava, non voleva ferirlo, soprattutto ora che c'era in ballo quel film sui vampiri che lo avrebbe costretto in America per un bel po'.
Invece Tom taceva, aveva paura di esprimersi perché sentiva già nel silenzio dell'amico una punta di delusione. Il film gli era piaciuto molto, soprattutto la scena finale, trasmetteva tutte le emozioni presenti all'interno, ma qualcosa l'aveva turbato. Il suo amico in quel film aveva baciato un altro uomo, aveva finto di amare un uomo. Non è ciò che Robert aveva fatto, ma ciò che aveva scatenato in lui che lo preoccupava. Mentre la storia procedeva, la trama si infittiva e i sentimenti dei due protagonisti crescevano, dentro Tom cresceva un malessere, non disgusto, ma qualcosa che ricordava la...gelosia. Si era sentito geloso dell'attore che interpretava Lorca.
«Birra?» chiese Robert rompendo il silenzio
«Birra» rispose automaticamente Tom
Passarono la serata al soluto pub in silenzio, bevendo birra in silenzio, uscendo a fumare una sigaretta in silenzio e, con un tacito accordo, decisero di tornare silenziosamente a casa.
Robert era sempre più convinto di non aver fatto un buon lavoro, Tom sempre più tentato di chiamare Jenny per riacquistare la sua virilità tra le gambe della ragazza, scordandosi tutti i sproloqui mentali di quella serata, dimenticandosi di essere geloso di Robert, geloso del fatto che un altro uomo l'avesse baciato.
Nel suo immaginario, se proprio uno dei due avesse voluto baciare un uomo, così per provare, l'avrebbe chiesto all'amico. Invece Robert aveva baciato un altro. Si sentiva tradito e confuso. Lui non era gay, bastava chiederlo a Jenny, ma in quel momento era geloso del finto rapporto che l'amico aveva interpretato su quel dannato schermo.
Arrivarono a casa avvolti in una nuvola ovattata di pensieri, e ognuno raggiunse la propria stanza.
Robert stava male. Non una parola era uscita dalla bocca di Tom, neppure una totale nota di disapprovazione. Avrebbe sofferto meno se avesse detto “Rob questo film fa cagare!”, l'avrebbe accettato e sarebbe andato avanti, invece quel silenzio lo martoriava lo riempiva di dubbi. Uno fra tutti, quello più grande che si vestiva anche di paura, era che potesse essersi sentito disgustato dalle scene omosessuali. Lui non era gay, bastava chiederlo all'amica di Jenny,  questo Tom lo sapeva benissimo. Non voleva che tutti i suoi sforzi si riducessero in quel silenzio così decise di chiarire subito iniziando a parlare.
«Posso?» entrò in camera di Tom senza bussare trovandolo sul letto con la chitarra in mano
«Dimmi» non distolse lo sguardo dallo strumento
«No dimmi te»
«Cosa?» alzò lo sguardo vedendo Rob fermo davanti a lui
«Non so, siamo usciti dal cinema e non abbiamo spiaccicato parola, volevo sapere cosa ne pensavi del film...tutto qui» si passò una mano nervosamente tra i capelli
«Carino» riabbassò lo sguardo
«Carino?»
«Si» alzò le spalle posando lo strumento ai piedi del letto.
«Nessun'altro commento?» chiese con tono incredulo
«Cosa dovrei dirti?»
«Di solito quando finisci di vedere qualcosa inizi vomitare parole e l'unico modo per zittirti è offrirti una birra»
«Diciamo che mi ha fatto strano...»
«Cosa?» aspettò una risposta dall'amico, ma non arrivò «è perché ho baciato un uomo?» ancora silenzio «Dio stavo recitando!» alzò gli occhi al cielo
«Comunque...» sussurrò e Rob lo sentì benissimo
«Perché se fossi gay non mi parleresti più?»
«Ma che discorsi! Non sai gay!» si alzò di scatto dal letto raggiungendo la cucina agitando le mani, pregando silenziosamente dentro di se di non ricevere nessuna rivelazione dell'ultimo minuto
«E se lo fossi? Non hai risposto alla mia domanda» lo seguì l'amico
«Ma certo che ti parlerei, non è questo il problema» il problema era che si era sentito geloso, ma questo non l'avrebbe mai ammesso. In compenso aprì due birre e ne porse una al coinquilino
«E qual'è?»
«Mi ha fatto strano tutto qui!» liquidò in fretta Tom
«Vebbè» concluse Rob. Non voleva litigare con Tom soprattutto per questi motivi che sembravano veramente futili, sapeva che gli dava fastidio parlare di certe cose, non perché fosse omofobico, almeno credeva, non ne avevano mai parlato seriamente. Si perse ad osservarlo mentre posava le labbra sul collo della bottiglia e beveva piccoli sorsi di birra. Dentro crebbe qualcosa, un formicolio, che Rob dovette buttare giù con un sorso generoso di bionda doppio malto, e si diresse in camera.
Silenzio.
Entrambi non avevano mai odiato e sofferto così tanto l'assenza di suono, la mancanza della voce dell'altro nell'aria, tutto ciò era un macigno sopra di loro con una scritta rossa “incomprensione”. Questa volta Robert non avrebbe mosso un dito, si sentiva la parte lesa, infondo gli aveva chiesto un parere sul film mica altro. Non gli aveva chiesto il numero di Jenny, anzi quando lo fece Tom non si offese e non si fece problemi o scenate di...gelosia! Ecco! No, ma non poteva essere, conosceva troppo bene il suo migliore amico, non poteva essere geloso di..del fatto che...no impossibile! Eppure quel mutismo, il non voler affrontare il discorso, e poi quel formicolio...dannazione!
Si alzò di scatto dirigendosi in camera dell'amico irrompendo per la seconda volta quella sera
«Ma sei geloso?» lo chiese così, a bruciapelo, provocando il soffocamento di Tom con la birra
«ma...chemchem....cazz...chemchem...» e tossiva strozzato dalla birra, dall'imbarazzo e dalla sorpresa. Era il suo migliore amico era ovvio che se ne sarebbe accorto.
«Sei geloso» non era più una domanda
«E tu sei scemo» rimase sulla difensiva
«Vabbè sarà, ma comunque ho ragione» incrociò le braccia con sguardo fiero, e silenzio. Passarono dei secondi pesanti e densi
«Diciamo che...» iniziò timido Tom «...mi ha fatto strano perché avevo sempre pensato che se fosse successo saremmo stati io e te...oddio che cosa gay che ho detto!» disse nascondendosi il volto con le mani
«Ma guarda che non vuol dire nulla, tu rimani il mio migliore amico anche così» cercò di prendere le distanze anche se qualcosa dentro di lui non voleva. Voleva prendere Tom e baciarlo, un bacio innocente per dissolvere ogni sua paura, per fargli capire che sarebbero stati amici per sempre, oltre ogni tempo, luogo, ragazza, carriera, solo Rob e Tom. Si limitò a sedersi affianco a lui dandogli una pacca sulla spalla «ma almeno ti è piaciuto il film?» era quello che gli premeva, il suo parere, sapere se era stato all'altezza
«E' stato uno dei film più emozionanti che abbia mai visto» sorrise all'amico liberandosi il volto, e silenzio.
Questo silenzio era elettrico, carico, ma non pesante; pieno di tutto eppure non gravava minaccioso.
Non seppero con esattezza come avvenne, Rob si avvicinò per imprime quel bacio casto per rassicurare l'amico, Tom forse per sentirsi più importante di Javier Beltran, per sentirsi la persona più importante per l'amico. Prima fu qualcosa a fior di labbra, simile a un intreccio di fiati, poi le loro labbra si unirono alla perfezione assaporandosi piano, senza fretta. Tom si protrasse in avanti con desiderio scoprendosi eccitato dalla situazione e percependo, sotto il suo tocco quasi casuale, che ciò stava accadendo anche a Robert. Senza sciogliere la loro unione, ma rafforzandola con le loro lingue, il moro sbottonò il primo bottone, attento a captare qualsiasi segnale di dissenso, che non venne. Continuò fino a liberare l'eccitazione nata in Rob. Quando quest'ultimo capì le intenzioni di Tom, si prodigò per donargli lo stesso piacere. Non c'era imbarazzo, non sembrava nulla di sbagliato, strano, deviato o qualsiasi altra cosa che avrebbe potuto dire la gente. Era come una suggellazione di un'amicizia che andava oltre a tale definizione, perché il loro non era un semplice sentimento. Era amore, fedeltà, cieca fiducia, fratellanza. E non era strano in quel momento provocarsi il massimo del piacere a vicenda, denudarsi delle proprie paure pur rimanendo vestiti.
Con fiato corto si staccarono e silenziosamente si ripulirono. Nessun silenzio imbarazzante. Si accesero una sigaretta e ripresero la loro vita da lì, sapendo che il ricordo di quella sera non avrebbe suscitato alcun tipo di pentimento o vergogna e soprattutto non sarebbero cambiati, o meglio, sentivano che il loro rapporto sarebbe solo potuto migliorare.


_____

Salve!
E' da molto che non pubblico qualcosa ed eccomi qua a pubblicare questo racconto diverso su Robert Pattinson. Tutte lo dipingono come il super uomo, romantico e dolce, ma anche passionale e, a volte, stronzo. Io lo ritraggo così.
Tom nel mio immaginario è molto più impulsivo dell'amico ma qui lo reinvento riflessivo.
Questa OS la dedico a Cris87_loves_Rob la quale mi ha sempre sostenuto e consigliato nonostante i suoi impegni su EFP e nella vita reale.
Commentatela anche negativamente (come avvenne per "Perché no?"), ma abbiate almeno la decenza di non cancellare i vostri commenti (come avvenne per "Perché no?).
Siccome sono tipo iper-impegnata e anche psicologicamente provata (ho subito del mobbing) non so se e quando risponderò alle recensioni.
Solo una cosa vi chiedo...siate oggettive. Se i soggetti o l'idea di essi non vi piacciono non è un motivo per sparare a zero su questo racconto che potrebbe anche essere ben scritto.
Detto ciò....ambarabà ciccì coccò!
KN
   
 
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