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Autore: Charlene    27/05/2011    13 recensioni
-Siamo quasi arrivati. Neri neri nuvoloni, pioggia, vento, lampi e tuoni... Il fantasma del castello è rimasto senza ombrello- canticchiò, dondolando il braccio avanti e indietro.
-...dalla torre fa cù-cù e poi cade a testa in giù! E' caduto nel fossato, tutto quanto si è bagnato, si è pigliato il raffreddore, ma non c'è nessun dottore... Hilary, canti con me?-
La ragazza scosse la testa, fra le lacrime: -Non... non conosco questa filastrocca, mi dispiace-
-Oh. E va be', non importa. Ora vedrete i miei amici!- cantilenò, mentre il corridoio si esauriva e li conduceva in una stanza addossata alla parete, sul fondo. Aprì la porta. Hilary gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
Fanfiction prima classificata al contest "Trick or Treat"
Genere: Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Takao Kinomiya, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IN TRAPPOLA



Il sinistro ed improvviso rombo di un tuono fece sobbalzare l'intera tavolata, interrompendo le chiacchiere spensierate e l'abbuffata più colossale dell'anno.

-Come al solito, vi scomponete per un nonnulla.- disse Kei, che non aveva fatto una piega e aveva continuato a mangiare come se non fosse accaduto niente.

-Sei tu che hai qualcosa di anormale- rispose Takao, guardando poi fuori dalla finestra: -Strano, il cielo da questa parte è sereno. Il temporale deve essere ancora lontano.- constatò, riprendendo a far sparire le melanzane fritte. Ormai avevano quasi tutti terminato di cenare, e naturalmente Takao era rimasto per ultimo. Non tanto perché mangiasse lentamente, quanto perché divorava cibo in quantità industriali.

-Che facciamo adesso? Non ho voglia di guardare film.- intervenne Julia posando definitivamente la forchetta sul piatto vuoto e osservando gli amici uno per uno. Hilary e Mao alzarono le spalle, mentre Takao prese la parola: -Andiamo a fare un giro.- propose.

-Però facciamo qualcosa di adatto alla serata. Dopotutto è la notte di Halloween.- aggiunse Rei con un sorriso enigmatico.

-A meno che non vogliate passare la festa a mangiare tonnellate di roba e a guardare film fino alla mattina, come al solito.- concluse Takao alzando le spalle.

Hilary lo guardò, seccata: -Detto da te è buffo. Ad ogni modo non ho voglia di fare niente di rischioso o spaventoso, quindi tenetelo a mente!-

-Oh, avanti! È Halloween!- ripetè Takao, con un tono insistente.

-Ho detto di no.-

Mao si intromise: -Dài, Hilary. Tanto uccideranno prima loro.-

-Di che diavolo stai parlando??- esclamò la castana, fra il divertito e il terrorizzato.

-Lo sapevo, voi ragazze siete paurosissime.- buttò lì Takao, ben consapevole di ciò che avrebbe scatenato. -Cosa? Nemmeno per sogno, io sono d'accordo, qualunque cosa vogliate fare!- protestò Julia, fulminandolo con i grandi occhi dorati e minacciosi.

-Ok, allora...che ne dite di andare ad esplorare la villa abbandonata?- le sfidò Takao in risposta.

-Mh... quella nel bosco a nord?- chiese Mao, titubante.

-Esattamente. In macchina ci arriveremo in una mezz'ora.-

-Quindici anni fa dei ragazzi hanno fatto la stessa cosa e non li hanno più trovati- li informò Hilary, evidentemente seccata.

-Bah, saranno le solite leggende metropolitane. Non ne ho mai sentito parlare!- insistette Takao.

-Me l'aveva raccontato mia madre quando ero piccola. In più è devastata, ti ricordo che è sprofondata nel terreno e come minimo ci crolla addosso. Senza contare che una bambina, poco tempo dopo che le fondamenta della casa avevano ceduto, stava giocando lì. Non ha visto un buco, è caduta dal secondo piano ed è morta. Non so in che modo, ma si è impiccata. Dicono che quella casa sia maledetta, date le disgrazie che sono successe-

Takao non si arrese: -Ooh, avanti. Evidentemente è una di quelle storie che si raccontano ai bambini per farli stare alla larga da posti strani. Come si sarebbe impotuta impiccare per sbaglio?!-

-Intendo dire che potremmo farci male anche noi, a quest'ora e con questo buio. E no, non voglio sparire misteriosamente nel bosco, se non ti dispiace!-

-Hilary, nessuno è mai sparito nel bosco. Staremo attenti a non lanciarci da qualche finestra e se il pavimento finisce credo di potermene accorgere e non cadere nel vuoto. Appurato questo, cosa mi dite, andiamo? O avete troppa paura?-

Le tre ragazze si guardarono. Era evidente che la meno convinta fosse Hilary, tuttavia alzò lo sguardo ed annuì: -D'accordo.Tanto, come ha detto Mao, faremo in modo che prendano prima voi.-

Max, in preda agli atroci dolori di una forte indigestione, rimase a casa, coricato sul divano e insistendo perché andassero lo stesso anche senza di lui. Hilary, dal canto suo, avrebbe preferito essere al suo posto. Si impose di prendere la cosa come meritava, ovvero come una sciocchezza. Sarebbero arrivati alla villa, avrebbero fatto un giro e poi sarebbero tornati a casa a vedere il film, come al solito. Nulla di cui preoccuparsi.

Avevano recuperato due o tre torce dall'armadio di Takao, dal momento che era ormai notte fonda e il bosco sarebbe stato ben poco illuminato.

-È tetro. Inizio a percepire l'inquietudine.- annunciò Julia una volta che si furono inoltrati fra i primi alberi, illuminando con le torce il sentiero tracciato.

-Ormai è tardi.- rispose Rei, il cui umore non era invece minimamente scalfito. Quanto a Kei, la sua indifferenza alla situazione risultava impressionante. I ragazzi camminavano fra gli alti arbusti che assumevano forme spettrali per via della tremolante e scarsa illuminazione.

-Oh!!- esclamò Takao, facendo spaventare a morte Hilary, Mao e Julia che si fermarono di botto e strillarono. -Che succede??- chiese la prima con voce acuta, illuminando l'amico.

-Niente, mi chiedevo se avessi chiuso a chiave la porta d'ingresso. Siete un po' tese o sbaglio?- sogghignò Takao riprendendo a camminare, fra le risate di Rei.

-Idiota...- bofonchiò la ragazza, seguendolo. La distanza non era affatto indifferente, dato che stavano camminando da almeno un quarto d'ora e per il momento non vi era traccia di case diroccate o edifici simili. Le aree sembravano sempre uguali, ogni ombra acquistava forme spaventose agli occhi di Hilary che afferrò il primo braccio che gli capitò a tiro, nel tentativo di rassicurarsi. -Sei una fifona.- le sussurrò Kei, che tuttavia non la allontanò e lasciò che continuasse a camminare attaccata al suo polso.

-Io l'avevo detto che non ci volevo venire.-

-Ragazzi, non è che ci stiamo allontanando troppo?- chiese Mao incerta, cercando di ignorare un movimento che aveva scorto alla sua destra, tra gli alberi, ma che al novanta per cento era solo frutto della suggestione.

-Macché, so dove stiamo andando. Fidatevi.- rispose tranquillo Takao, che camminava un po' più avanti rispetto agli altri, insieme a Julia.

-Comincia a rallentare il passo, non mi va di correre!- si lamentò Mao, mentre il un fruscio alla sua sinistra la fece sudare freddo. -Avete sentito?- mormorò, fermandosi.

-No. Che cosa?-chiese Rei, puntandole la torcia addosso. -Un rumore... aspettate-

Sempre dalla stessa direzione udirono distintamente un respiro, che in quel silenzio tombale echeggiava senza difficoltà. Hilary trattenne il fiato, stringendo con forza il braccio di Kei.

-Che diavolo è?- chiese, tesissima. -Non mi piace, andiamo via!-

-Sarà stato un animaletto notturno! Santo cielo non pensavo fossi così...-

-Takao, prova a dire di nuovo che sono una fifona e ti spacco la torcia in testa.- ringhiò la ragazza, riprendendo a camminare dietro di lui. Julia si unì nella protesta: -E sei pregato anche di smetterla.-

-Di fare cosa?- chiese Takao perplesso, voltandosi verso di lei. La spagnola si sentì gelare.

-Sei lì. Sei lì! Quindi non puoi essere qui!- esclamò, alludendo al fatto che l'amico non fosse accanto a lei, dov'era fino a un attimo prima. Ma allora chi diavolo le aveva toccato i capelli?

-Chi mi ha sfiorato i capelli? Non fate gli idioti!- continuò, guardandosi intorno in maniera convulsa. Gli altri sembravano saperne meno di lei.

-Julia, eri due passi indietro rispetto a noi...- mormorò Rei.

Qualcosa scricchiolò alle spalle della ragazza, che sentì chiaramente uno spostamento d'aria dietro di sé: urlò con tutto il fiato che aveva in gola e scattò a tutta velocità, superando gli altri.

-Julia!!- esclamò Rei andandole dietro, mentre Kei si ritrovava Hilary praticamente addosso, tremante: la castana avrebbe avuto la stessa reazione dell'amica, se non avesse avuto paura di muovere un passo in qualunque direzione.

-Fermi, non separiamoci!- strillò Mao, rincorrendo a sua volta Rei.

Julia intanto udiva indistintamente i passi che la seguivano, e senza pensare se appartenessero ai suoi amici o a qualunque cosa ci fosse in quel bosco, continuò a correre, tenendo la torcia davanti a sé. Doveva andare piano per non sbattere contro qualche tronco d'albero, stando attenta a dove metteva i piedi e a non cadere. Alzò la torcia e si fermò di scatto, aprendo la bocca ma senza riuscire ad emettere alcun suono. Fra due arbusti molto vicini tra loro stava in piedi e la fissava una sagoma spaventosa. Dal poco che vide per via della fioca illuminazione, al posto della testa aveva una grande zucca arancione, con una smorfia terrificante.

Indietreggiò, mormorando parole senza senso. La creatura fece un passo verso di lei, che finalmente trovò le forze di lanciare un urlo che squarciò l'aria.

-JULIA!!- esclamò Mao cercando di raggiungerla. Tuttavia non aveva la torcia, e si rese conto troppo tardi di essersi allontanata troppo. Il buio la circondava, e le voci degli amici sembravano davvero troppo lontane. Quella di Julia invece, acuta e terrorizzata, pareva provenire da ogni angolo. -Dove siete?!- gridò la cinese procedendo a tentoni.

Nel frattempo Hilary, Kei e Takao erano rimasti indietro.

-Julia! Avete sentito...?- mormorò Hilary, tremante.

-Adesso la ripeschiamo, sono sicuro che era solo una corrente d'aria e che si è spaventata per niente.- disse Takao, andando a sbattere contro qualcosa e sobbalzando: -Ehi!-

-Siete qua... le ho perse.- annunciò Rei, ansimante per la corsa.

-Come hai fatto a perderle?- chiese Kei perplesso. Poi puntò la torcia, guardò oltre le spalle di Hilary e sgranò gli occhi. La ragazza si voltò di scatto e sentì il cuore balzarle dritto in gola, mentre il volto...sempre che di volto si potesse parlare, di un orrendo mostro era rivolto verso di lei. Distinse chiaramente la strana forma della testa, che pareva una zucca orribile. Due buchi neri al posto degli occhi sembravano fissarla, maligni, e una bocca dai contorni affilati e irregolari completava la visione. Urlò forte come non aveva mai fatto in vita sua, mentre con un agile scatto quell'essere spariva di nuovo fra gli alberi. La ragazza arretrò, finendo addosso a Kei. Non se ne curò e indicò un punto imprecisato, sconvolta: -Cosa...cosa diavolo era?!-

Takao, turbato quasi quanto lei, le mise una mano sulla spalla: -Non ne ho idea...-

-Troviamo gli altri e andiamocene- stabilì Kei, deciso come al solito. Rei annuì e si voltò verso la parte del bosco in cui Mao e Julia si erano allontanate. Le chiamò a gran voce, e i quattro udirono una fioca risposta.

-Bene, forse ce la caviamo in fretta. Ragazze, da questa parte!!- esclamò Takao sventolando la torcia nel tentativo di farsi notare.

-No, no smettila! Attirerai quella... quella cosa!!- piagnucolò Hilary tirandogli insistentemente la manica. L'altro si voltò e cercò di tranquillizzarla: -Se n'è andato, hai visto? Dobbiamo recuperare quelle due e andare avanti-

La ragazza spalancò la bocca: -Cosa?! Non ne hai abbastanza?! Torniamo subito a casa, Takao!-




-Merda... merda- imprecò Julia, procedendo piuttosto decisa fra gli alberi e seguendo le voci dei suoi amici che la chiamavano. Il terrore che quell'essere le comparisse davanti dapprima quasi le aveva impedito di fare una qualunque mossa che non fosse stare immobile in mezzo alla radura. Poi era bastato un fruscìo proveniente da qualche parte intorno a lei e si era fiondata verso quella che riteneva essere la direzione da cui era venuta. Nello stesso momento Mao, fino a quel momento sola e al buio, quasi gioì nel vedere a qualche metro di distanza qualcuno del suo gruppo, che brandiva una torcia e si muoveva a passo affrettato. Corse, ansimando per la fatica, e afferrò Julia per un braccio, naturalmente facendola morire di paura: -Oddio!! Mao, sei tu!-

-Sì! Dove sono gli altri?- chiese, finalmente un pochino rilassata.

-Da quella parte... Mao, tu non l'hai visto?- chiese piano Julia riprendendo a camminare.

-Visto cosa?- A quella risposta la spagnola deglutì, illuminando davanti a sé e abbagliando Kei.

-Ehi, abbassala- protestò, mentre Hilary lo superava e abbracciava le altre due.

-Grazie al cielo, siete qua...- sospirò Julia. -Non avete idea di cosa ho visto-

La castana annuì: -L'abbiamo visto anche noi. Difatti ora ce ne andiamo, e di corsa!- stabilì, puntando la torcia di Julia dritta in faccia a Takao con fare minaccioso.

-Che palle, Hilary! Proprio sul più bello!- ebbe il coraggio di protestare l'altro, e ricevette un calcio negli stinchi che lo fece gemere dal dolore. -Ahi! Sei matta?!-

-Ascoltami bene, c'è una... una roba indefinita discretamente spaventosa che ci sta inseguendo da mezz'ora, e tu ancora vuoi infilarti in quella accidenti di casa?! Ma che hai nel cervello? Adesso ce ne andiamo, e non mi interessa quello che la tua mente distorta vuole fare!- esclamò, ricevendo consensi da Julia e Mao, che non capiva di cosa stesse parlando dal momento che era l'unica a non aver visto il mostro dalla testa di zucca, ma che comunque era abbastanza spaventata da voler andarsene.

-Ooh, che palle...- ripetè Takao, scontento. Mao intanto continuava a guardarsi attorno: -Posso sapere di cosa state parlando? Io non ho visto niente-

Rei prese la parola: -Girati e lo scoprirai-

Mao, sempre più perplessa, aggrottò le sopracciglia e si voltò, così come fecero gli altri. Le tre ragazze gridarono per l'ennesima volta in un coro perfettamente sincronizzato. Mentre Julia e Mao iniziavano a darsela a gambe, Hilary fece un passo verso la famigerata creatura e le diede un forte colpo sulla testa che... cadde per terra, accompagnata da una sonora imprecazione. Julia alzò la torcià e la puntò in faccia a un Max decisamente stordito e dolorante.

-Hilary, sei sempre così delicata!- la apostrofò l'americano, massaggiandosi la testa bionda.

-Max?!- esclamò Mao, incredula. Hilary scosse la testa, furiosa: -Non ci posso credere...- mormorò, in una perfetta dimostrazione della quiete prima della tempesta.

Takao scoppiò a ridere, imitato ben presto da Rei: -Ci siete cascate! Bella interpretazione, Max!- esclamò il giapponese, correndo dall'amico e dandogli un cinque. -Grazie, grazie!-

-Voi... maledetti...- ringhiò Hilary voltandosi lentamente e guardandoli uno per uno: -Si può sapere cosa diavolo vi è saltato in mente?! Idioti!!-

Takao era letteralmente piegato in due dal ridere. Perfino Kei sembrava divertito dalla cosa.

-Eravate tutti d'accordo! Kei! Perfino tu?- chiese Hilary, sfinita.

Il ragazzo alzò le spalle, vago: -È Halloween-

-Siete degli imbecilli! Stavo per perdermi da sola nel bosco, per poco non mi è venuto un infarto e voi... smettetela di ridere!- protestò Julia tirando un calcio alla zucca di Max, che rotolò tra gli alberi. -Ehi, quella mi piace! Volevo tenerla!- disse l'americano.

-Avanti, era solo uno scherzo! Siamo stati bravi, no?- chiese Rei, cercando di utilizzare un tono estremamente ragionevole.

-"Uno scherzo" un corno. Stavo per rimancerci secca!- gli fece notare Mao, che per alcuni lunghi momenti aveva temuto che sarebbe rimasta da sola a vagare in eterno in quel bosco.

-Ragazzi, smettiamola di litigare e in marcia! Ho intenzione di esplorare quella casa e ora che non c'è più nessun... mostro- intervenne Takao, soffermandosi in particolare sulla parola mostro e lanciando un'occhiata eloquente ad Hilary -... direi di andare!-

La castana, provocata ormai fin troppo, scosse la testa: -Neanche per sogno. Pretendi anche che ti seguiamo? Così ci fai morire di nuovo di paura?- chiese, ironica.

-Se anche non volessi seguirci, direi che ormai ci siamo.- rispose l'altro, indicando un punto poco lontano da loro. La villa si ergeva in tutta la sua antica maestosità alle loro spalle. Era evidentemente in rovina, coperta di piante rampicanti e ben poco attraente, almeno così sembrava, dal momento che era immersa nell'oscurità parzialmente attenuata dalla luce della luna che spuntava fra le nuvole nere.

-Santo cielo...- mormorò Mao, lasciando la bocca leggermente aperta.

-Ok, torniamo indietro! Io là dentro non ci voglio entrare, lo volete capire?! E non cambio idea- insistette Hilary, esasperata.




Takao si issò sul basso cornicione del primo piano e chinò la testa per non sbatterla sul legno. Avevano trovato un'entrata sul retro, una finestra al primo piano priva del vetro. Stando attenti alle schegge e ad eventuali frammenti di varia origine entrarono tutti, aiutandosi a vicenda e illuminando l'area con le torce. Hilary entrò per ultima, odiando Takao con tutte le sue forze anche quando lui le tese una mano e la aiutò a salire. Ma fu Kei ad attutirle la caduta quando la ragazza saltò dentro. -Tutto ok?- le chiese, atono. Lei annuì, troppo offesa per spiccicare parola che non fosse un insulto o un'imprecazione. In quel momento avrebbe volentieri preso a padellate tutti e quattro i ragazzi. Loro, i loro stupidi scherzi e quella stupida ricorrenza di Halloween.

Erano entrati in una stanza enorme, che a giudicare dalle dimensioni e dai lampadari che pendevano dal soffitto pareva un salone. Julia illuminò le pareti dall'intonaco ingiallito che cadeva a pezzi e con dei quadri completamente rovinati ancora appesi. L'arredamento era scarso, dal momento che gran parte del contenuto della casa era stato portato via anni prima. Alle altre finestre c'erano ancora le tende, un tempo bianche come lo erano state le mura. Ondeggiavano sinistramente, trascinate mollemente dalla corrente d'aria continua che penetrava da ogni angolo della casa diroccata.

Hilary sentì un brivido percorrerle la schiena, e non fu provocato solo dal freddo. Cercò con lo sguardo un modo per uscire dalla stanza: -Da quella parte! Se la porta è chiusa voglio vederti piangere, Takao- disse, indicando la porta scura sulla destra.

Il ragazzo si affrettò, abbassò la maniglia e riuscì ad aprirla, per poi guardare l'amica con aria arrogante: -Piangere, io? Ma per favore- disse, poi uscì, ritrovandosi in un lunghissimo corridoio buio. Gli altri lo seguirono e illuminarono maggiormente l'area. Mao sobbalzò, osservando il muro e incrociando lo sguardo della sua immagine riflessa su un vecchio specchio pieno di crepe.

-Un classico.- disse Rei, ridacchiando e mettendole una mano sulla spalla. Lei sbuffò e forzò un sorriso, tranquillizzata comunque dalla presenza fisica del proprio ragazzo accanto a lei.

-Non mi piace. Ci crollerà tutto in testa. È fatiscente- constatò Julia, nelle orecchie il suono sinistro dello scricchiolio dei loro passi sul legno del pavimento.

-Non ci sono divieti. Evidentemente non è a rischio- disse Kei, conciso come al solito.

Superarono una serie impressionante di porte che collegavano l'andito ad altrettante stanze. Takao e Max provarono ad aprirle, ma una dopo l'altra le trovarono chiuse.

-Merda. Al primo piano sono tutte chiuse- protestò Takao provando ad aprire l'ultima porta in fondo al corridoio, senza successo. Gettò un'occhiata alle scale, di cui non riusciva a distinguere la fine, e poggiò un piede sul primo gradino. Lo scricchiolio non lo intimidì e prese a salire, seguito dagli altri. Nello stesso momento Max, ancora nel corridoio, abbassò con decisione la maniglia di una porta, che si aprì: -Yes!- gioì, affacciandosi all'interno della camera insieme a Julia.

-Cosa c'è qui dentro?- sussurrò la ragazza, accostandosi all'amico e facendo un po' di luce. Max alzò le spalle ed entrò, mentre Julia faceva un cenno a Rei, l'ultimo del gruppetto che si era avventurato verso le scale. Il cinese non la scorse e scomparve al piano superiore. -Uff... Aspettami, Max!-

La spagnola raggiunse l'altro all'interno della stanza, sentendo subito un'aria più fredda.

-Che freddo, accidenti. Ma da dove arriva quest'aria? Le finestre da fuori sembravano tutte ch...- non terminò la frase perché la porta si chiuse di colpo, sbattendo forte e facendoli sobbalzare.

-Queste correnti sono strane! Continuo a dirlo!- sbottò Julia.

Max sospirò per lo spavento e corse a riaprire la porta. La tirò verso di sé ma non accadde nulla. Ritentò, forzando di più la pressione sulla maniglia e trafficando con la serratura, ma fu tutto vano.

-Non si apre...- mormorò.

-Non prendermi in giro, apri quella porta-

L'americano tirò, spinse, forzò, per poi lasciar provare Julia. Dopo pochi secondi e tanti tentativi si guardarono, desolati. -Non ci credo... ok, chiamiamo gli altri. Magari da fuori si apre-

Julia annuì e prese il cellulare dalla tasca per poi cercare in rubrica il numero di Mao.

-Non c'è campo- annunciò, atona. Scrisse un sms che puntualmente non fu inviato e rimase salvato nella posta in uscita. Max rimase zitto e pensieroso per un attimo, dopodiché iniziò a picchiare sul legno della porta: -Ragazzi!! Siamo qui!! Ehi, mi sentite??- esclamò, battendo forte. Julia annuì, fissando le tende che oscillavano ininterrottamente.

-Torneranno subito indietro. Si accorgeranno che non ci siamo e scenderanno giù subito-




-Come hai fatto a non accorgerti che non c'era nessuno dietro di te?- chiese Mao, perplessa, mentre scendeva di nuovo le scale assieme a Rei.

-Non lo so, stavo ascoltando voi e mi sono distratto. Avranno trovato una stanza e staranno cercando passaggi segreti o cose del genere...-

-Meno male che ce ne siamo resi conto quasi subito. Max? Julia!?- chiamò Mao, camminando rasente il muro per orientarsi meglio alla fioca luce della torcia, la cui batteria stava esaurendosi.

-Li avete ripescati?- chiese ad alta voce Takao, che li aspettava in cima alle scale insieme a Kei ed Hilary. Mao rispose negativamente, abbassando tutte le maniglie che le capitavano a tiro.

-Ragazzi!? Dove siete?- esclamò Rei bussando alle porte. Nello stesso istante Max e Julia li sentirono e sorrisero, un po' rassicurati: -Siamo qui dentro!- urlò la ragazza, battendo il pugno.

Udirono la voce di Rei che continuava a chiamarli, nonstante fosse esattamente dietro la porta.

-Sei diventato sordo?! Siamo qui!- insistette Julia, prendendola a colpi talmente forti da poterla buttare giù, cosa a cui sarebbero presto ricorsi, dal momento che dall'esterno continuarono a non sentirli.

-Non ci posso credere! EHI!- gridò Max imitando Julia. Le botte sul legno divennero spallate.

-Rei! Mao! Ragazzi!-

Le voci dei due si stavano gradualmente allontanando. Continuavano a chiamarli, ed era decisamente impossibile che non li avessero sentiti. Julia si mise una mano in fronte, senza capire cosa stesse succedendo.

-Usciamo dalla finestra, no?- disse Max, illuminandosi. Giusto, come avevano fatto ad essere così stupidi? La spagnola sorrise di rimando e si fiondò verso la tenda. La scostò e sentì un gelo improvviso nello stomaco. In quella stanza non c'erano finestre.




-Sono scomparsi. Dovevamo rimanere tutti insieme!- protestò Rei, continuando a percorrere il corridoio del primo piano insieme a Mao. Le porte erano tutte chiuse, esattamente come prima, e di Max e Julia non c'era nessuna traccia. Controllarono ogni angolo, lottando contro la penombra che li circondava: -Torniamo da Hilary e gli altri, magari sono su con loro...- propose la ragazza levandosi della polvere dalla spalla.

-Va ben..aspetta, prima non abbiamo esplorato da quella parte, siamo andati direttamente verso le scale. Andiamo a vedere!- propose, avventurandosi verso quello che pareva un tunnel privo di lampioni e invitando l'altra a seguirlo.

-Non mi sembrava così lungo quando siamo arrivati. Guarda, ci sono scale anche per scendere! Dev'essere una specie di seminterrato- notò Mao, indicando la fine dell'andito.

-Saranno scesi lì, è ovvio. Troviamoli in fretta-

Mao andò dietro a Rei ed entrambi sparirono giù per le scale.




Julia fissava il muro, iniziando a sudare freddo. Non era possibile che non ci fossero finestre, aveva sentito chiaramente il vento e visto le tende muoversi. La porta aveva sbattuto a causa della corrente. Tutto quello che stava accadendo era privo di senso. A meno che...

-Max, sei un idiota. Mi avete seccato con i vostri scherzi ridicoli! Ora fammi il favore di dire a quegli altri di smetterla di fare finta di non sentirci e aprire questa porta, non è più divertente!-

-Non c'è nessuno scherzo! A meno che non ci abbiano chiusi dentro per farci spaventare... io in ogni caso non ne so niente, te lo giuro!- rispose Max, e il turbamento nella sua voce convinse l'amica.

-Ok, evidentemente avevano voglia di divertirsi. Ma non ci possono tenere chiusi dentro ancora per molto, vedrai che ora torneranno-

Max annuì lentamente e cercò di concentrarsi sulla stanza in cui si trovavano. Era più piccola dell'altra e ancora più spoglia. C'era solo un armadio gigantesco addossato alla parete, sul fondo.

-Fermo dove sei. Non aprirlo- ordinò Julia, trattenendo Max per la manica del maglione.

-Ma dài! Siamo qui per esplorare, in attesa che quelli la smettano con i loro scherzi esploriamo, no?- Detto questo l'Americano si accostò all'armadio e lo illuminò, sfiorandolo con le dita.

-Strano, non c'è polvere. È nuovo ed è davvero bello, chissà perché l'hanno lasciato qui-

-Non mi interessa saperlo. Magari il proprietario della villa era un pazzo e lì dentro ci sono i cadaveri, non aprirlo!- fu la supplica fantasiosa di Julia.

-Accidenti, hai una fervida immaginazione!-

La spagnola fece due passi indietro, scuotendo la testa e osservandolo da lontano. La luce era davvero poca, e la torcia era tenuta da Max.

-Posso uscire?-

L'americano si voltò verso Julia: -Come?-

-Non ho detto niente...- rispose la ragazza, perplessa.

-Mi hai chiesto se puoi uscire...- insistette l'americano.

Julia scosse la testa con vigore: -Piantala, non ho detto nulla-

-Posso uscire adesso?-

Sobbalzarono entrambi, guardandosi intorno:

-Chi c'è? Chi sei?!- esclamò Max illuminando dappertutto. La stanza era vuota, su questo non c'era dubbio.

-Posso uscire?-

Era una voce abbastanza infantile, femminile. I due si guardarono, senza sapere cosa fare.

-Viene... viene da lì?- chiese piano Julia, indicando l'armadio.

-Mi sembra di sì...-

Nessuno dei due si sognò di controllare. Rimasero impietriti a fissare a distanza l'oggetto della loro paura, puntando la torcia. La domanda fu ripetuta ancora, con lo stesso tono di prima.

"NO!!" fece per rispondere Julia, ma non riuscì a dire nulla, era troppo impegnata a respirare.

L'anta dell'armadio si aprì lentamente, con un cigolio che nel buio risuonò in maniera esagerata. Julia strinse il polso di Max fino a fargli male, mentre lo sportello si aprì il tanto che bastava per permettere loro di scorgere un'ombra scura.

-Allora esco. Invece voi non uscirete mai più di qui-




-Oh insomma, ma sono diventati tutti scemi?! Avevamo detto di stare uniti e scompaiono per i cavoli loro- protestò Takao, alzando gli occhi al cielo.

-Invece sarebbe proprio una cosa da te, lo sai? Scomparire per i cavoli tuoi,intendo- lo ammonì Hilary. L'altro ignorò quella giusta osservazione e si rivolse a Kei:

-Aspettiamoli qui e nel frattempo diamo un'occhiata a questo piano. È un quarto d'ora che non si fanno vivi-

-Mh. Ok. Mi chiedo come sia possibile perdersi in un posto del genere-

Hilary era perfettamente d'accordo: -Non si sono persi, di sicuro stanno girovagando senza preoccuparsi minimamente di noi, come al solito...-

-E facciamolo anche noi, no?- propose Takao, incamminandosi. Gli altri due lo seguirono senza fare storie, anche se Hilary era sempre più propensa a correre fuori da quella casa e tornare a immergersi nel calduccio delle sue coperte. -Non andate così veloci, non vedo nulla!- si lamentò, esasperata. Kei rallentò e le tese una mano senza dire nulla. Mano che lei afferrò, sollevata.

Takao era entusiasta come un bambino a Natale mentre osservava i quadri e le ombre che avrebbero quantomento spaventato chiunque altro, ma non lui. Adorava l'avventura e i brividi.

-La sentite anche voi?- chiese a un tratto Kei, tendendo le orecchie. Gli altri due si fermarono e fecero lo stesso, udendo a loro volta una musica tenue e lontana. Pareva una canzoncina per bambini.

-Ok, andiamocene subito- ordinò Hilary, tossendo per la quantità incredibile di polvere che stava inalando quella sera. -Non ce la faccio più, questo posto è troppo inquietante-

-Su questo sono d'accordo. Guardate!- Takao indicò una porta aperta da cui fuoriusciva uno spiraglio di luce. Vi si fiondò immediatamente e gli altri due dovettero accelerare il passo per stargli dietro. Entrarono nella stanza e ciò che videro li lasciò interdetti.

A terra c'era una moquette rossa e pulita; la carta da parati era beige a fiori chiari, perfettamente intatta; dei divani bianchi e mobili pregiati altrettanto ben tenuti facevano pensare che qualcuno li sistemasse tutti i giorni. Un giradischi in funzione emanava la musica che avevano sentito poco prima. Infine, il caminetto era acceso e scoppiettava vivacemente.

-Ma... io credevo che fosse abbandonata...- mormorò Hilary, guardandosi intorno.

-Evidentemente non lo è- rispose Kei, spegnendo il giradischi e fermando quella musica fastidiosa.

Takao tentennò: -Però è davvero strano...-

-Per favore, andiamocene. Ve lo chiedo per favore- implorò Hilary, spaventata.

-Sì... va bene, andiamocene- acconsentì Takao, mettendole una mano sulla spalla.

Nello stesso momento la ragazza sentì qualcosa tirarle la maglietta e si voltò di scatto. Come aveva pensato, non erano soli in quella stanza. Una bambina la fissava con aria incuriosita. Sembrava non avere più di otto anni, aveva un vestitino bianco tutto sporco e i capelli neri, disordinati.

-Oddio! Mi hai spaventata! Chi sei? E cosa ci fai in un posto come questo, piccolina?- chiese Hilary, la voce che le tremava.

La bambina fece un sorriso sghembo e non rispose.

-Ehi? Sta parlando con te- insistette Takao. Quella portò lo sguardo su di lui, e il sorriso si spense:

-Avete tolto voi la canzoncina di Aiko?- chiese, con voce acuta.

-Eh? Sì... Aiko saresti tu?- chiese Hilary in risposta, lanciando un'occhiata a Kei.

-Perché l'avete fatto? Siete cattivi. Non dovevate venire qui-

Non aveva smesso di tenere il lembo della maglietta di Hilary, che tirò leggermente perché la lasciasse. Ma la ragazzina non mollava.

-Infatti ce ne stavamo giusto andando- intervenne Kei, e la bambina lo guardò con odio. Hilary ebbe un tremito, ma cercò di continuare la conversazione: -Senti, ma dove sono i tuoi genitori? Ovviamente non vivi qui da sola... vuoi dirci perché sei in questa casa?- chiese.

-I miei genitori non ci sono. Ma non sono qui da sola, ho tanti amici con me. Li volete vedere?- chiese, con un sorriso che le arrivava da un orecchio all'altro. I tre ragazzi ebbero la stessa reazione nel vedere che la ragazzina di nome Aiko aveva tutti i denti marci. Sgranarono gli occhi e cercarono la porta con lo sguardo.

-Ehm, noi in realtà avremmo fretta...- tentò Takao, facendo un passo verso la porta. Aiko tese una mano e quella si chiuse, sbattendo forte. Hilary sobbalzò e trattenne a stento le lacrime.

-Non è vero che avete fretta. Voi non volete vedere i miei amici! Siete cattivi-

Kei aveva l'aria di uno che da un momento all'altro avrebbe preso quella bambina per i capelli e l'avrebbe lanciata giù da una finestra, nonostante l'inquietudine che gli provocava. Perché che non fosse una bambina normale ormai era appurato.

-Va bene, va bene! Facci vedere i tuoi amici!- disse Hilary con tono accondiscendente ma rotto dai singhiozzi.

-Evviva! Su, venite con me!-

Aiko prese per mano Hilary e i tre furono costretti a seguirla nel corridoio. La castana lanciò uno sguardo di pura disperazione verso Kei e Takao, che dal canto loro non erano meno terrorizzati.

-Siamo quasi arrivati. Neri neri nuvoloni, pioggia, vento, lampi e tuoni... Il fantasma del castello
è rimasto senza ombrello
- canticchiò, dondolando il braccio avanti e indietro.
-...dalla torre fa cù-cù e poi cade a testa in giù! E' caduto nel fossato, tutto quanto si è bagnato, si è pigliato il raffreddore, ma non c'è nessun dottore... Hilary, canti con me?-

La ragazza scosse la testa, fra le lacrime: -Non... non conosco questa filastrocca, mi dispiace-

-Oh. E va be', non importa. Ora vedrete i miei amici!- cantilenò, mentre il corridoio si esauriva e li conduceva in una stanza addossata alla parete, sul fondo. Aprì la porta: anche lì il caminetto era acceso. Hilary gridò con tutto il fiato che aveva in gola e cercò di fare un passo indietro, ma la bambina la trattenne con una forza inaudita e la spinse dentro, per poi fare lo stesso con gli altri.

Kei e Takao non urlarono, ma solo perché erano troppo sconvolti per farlo. Appesi alle travi del soffito c'erano una decina di corpi che dondolavano, accompagnati dallo scricchiolio del legno.

-Non vi piacciono i miei amici?- chiese Aiko, accigliandosi. Hilary si accorse solo allora che aveva il collo ferito, come se fosse stata strangolata. E che le macchie sul vestito sembravano essere sangue rappreso. Nessuno dei tre ebbe la forza di rispondere o di muovere un dito. Kei non riusciva a schiodare lo sguardo dal cadavere di Rei che dondolava sinistramente, appeso per il collo: gli occhi erano spalancati e sembrava quasi che lo stesse fissando. Mao, Max e Julia (o meglio, i loro corpi senza vita) erano nelle stesse condizioni.

-Perché non parlate più?!- strillò all'improvviso la ragazzina, pestando i piedi a terra.

Takao strinse i denti e parlò, mentre lacrime calde gli inondavano il viso: -Sono... sono bellissimi- mormorò, chiudendo gli occhi e ficcandosi le unghie nella carne della mano.

-Adesso staranno qui con me a farmi compagnia per sempre. All'inizio non volevano! Hanno cercato di andarsene via, non mi hanno voluta seguire. Anch'io tanto tempo fa non sono potuta andare via, lo sapete?- chiese, sorridendo ad Hilary.

-Ah, sì? E come è successo?- intervenne Kei fingendosi disinvolto e salvando l'amica -incapace di aprire bocca- dall'ira di quel piccolo mostro. In realtà dentro si sentiva morire, ma occorreva mantenersi razionali.

-Saltavo con la corda, stavo giocando. Poi non so cosa sia successo, credo di essere caduta in un buco. La corda si è impigliata in una trave del soffito, e poi... Ricordo solo un grande dolore qui...- mormorò, indicandosi la gola.

-E... non sei potuta tornare a casa?- chiese Takao, devastato.

-No. E anche loro adesso sono diventati come me. Non possono tornare a casa- rispose, continuando imperterrita a sorridere. -E anche voi rimarrete qui a giocare con me. Non tornerete a casa-

Hilary parlò, ritornando in sé: -Noi non vogliamo tornare a casa. Noi vogliamo stare qui e giocare con te- le disse, recuperando un tono normale. Kei e Takao si guardarono, sconcertati. Era impazzita

dallo shock, probabilmente.

-Davvero? Che bello, nessuno prima di adesso ha voluto rimanere qui con me! Voi non siete come loro, che non volevano giocare-

-Esatto, noi non siamo come loro- rispose Hilary piano, cercando di non guardare i corpi dei suoi amici. Kei e Takao a quel punto capirono.

-A che cosa giochiamo?- chiese subito la ragazzina, riprendendo la mano di Hilary e continuando a farla dondolare avanti e indietro.

-Non lo so, dimmelo tu. A cosa possiamo giocare in una casa così grande?-

-Mmh. A nascondino!!-

Hilary finse di cadere dalle nuvole: -Oh! Ottima idea! Conto io e voi vi nascondete? Sei piccola, magari non sai contare bene- propose, forzando un sorriso che risultò più che altro una smorfia. Ma l'altra non ci fece caso e scosse la testa: -No, non voglio nascondermi, voglio contare io! Sono brava a contare-

Kei e Takao in quel momento avrebbero baciato e abbracciato la loro amica, colti da una sensazione strana. Un misto di orrore, tristezza e speranza di uscire da lì sulle proprie gambe.

-Ah, e va bene. Però dopo conto io, eh!- rispose Hilary.

-Sì! Allora io conto! So contare fino a cento- esclamò la bambina. Si accucciò in terra e chiuse gli occhi, cominciando.

Nello stesso momento Kei, Takao e Hilary si fiondarono fuori dalla stanza e corsero in corridoio, senza dire una parola. Rischiando di rompersi l'osso del collo scesero le scale a due a due.

-Sono morti... sono tutti morti...Hilary, avevi ragione! Si era davvero impiccata da sola!- mormorava Takao.

-Non pensarci. Dobbiamo andare via da qui- rispose Kei, sconvolto quanto lui.

Hilary intanto dava segni di panico puro: -Da dove siamo entrati? Non mi ricordo che porta era!!-

-Era l'unica aperta, no? La troveremo in fretta- la tranquillizzò Kei, mentre sbucavano al primo piano. Hilary scoppiò a piangere. Le porte erano tutte spalancate.

-Merda...- imprecò Kei, trascinando i due amici per un braccio e raggiungendo una stanza dall'altra parte del corridoio: -Mi ricordo. Era questa- decretò, mentre entravano dentro in fretta.

Effettivamente pareva che fosse proprio la stanza da cui erano entrati. Peccato che la finestra aveva ancora il vetro.

-Non è possibile. Sono sicuro che è questa, ne sono certo!- disse Kei, cercando di aprirla con poco successo. Probabilmente erano tutte sbarrate. Prese a pugni il vetro ma sembrava infrangibile.

-Quella bambina è... è un demonio, non ci posso credere! Non ce ne andremo mai di qui!- piagnucolò Hilary facendo marcia indietro per uscire da lì. Ma la bambina in questione era ritta di fronte a lei, e il suo sguardo trasudava ira ed odio.

-Stavate scappando!!- strillò, furiosa. Hilary dovette sforzarsi per non buttarsi a terra e piangere in eterno: -No, assolutamente no! Volevamo solo nasconderci!-

-Non è vero! Ve ne stavate andando!!-

La castana cercò di convincerla, ma ormai quella non la ascoltava più. Le si gettò addosso e fu intercettata da Kei, che le diede un pugno in piena faccia. Aiko cadde a terra, singhiozzando e tenendosi le mani sul naso: -Mi hai picchiata!! Sei cattivo, mi hai picchiata!!- ululò. Si alzò in piedi sulle gambette malferme, alzò lo sguardo e Kei fu subito scagliato contro la parete, fra le urla di Hilary. Quando la ragazzina gli si scagliò contro, lui strappò la tenda e gliela lanciò addosso, avvolgendola completamente e tenendola ferma: -Correte! Presto!!- esclamò, rivolto agli amici che non se lo fecero ripetere due volte. Kei tirò fuori dalla tasca l'accendino e appiccò fuoco alla tenda, che in pochi secondi prese a bruciare. Quando non potè più tenere il sacco informe per via del troppo calore, Kei raggiunse Takao e Hilary fuori dalla stanza.

Cercò di ignorare le urla raccapriccianti di quel mostro. -Mio dio...- mormorò, sconvolto.

-Kei, non è una bambina. È un demonio, lo sai. E al novanta per cento quello che hai fatto non le ha torto un capello!- intervenne Hilary. Takao annuì: -Aprofittiamone e cerchiamo una maledetta via d'uscita!- aggiunse, e corse verso le scale che conducevano al secondo piano, seguito dagli altri due.

-Dove stai andando?!- esclamò Hilary, facendo fatica a stargli dietro. Prima che potesse risponderle raggiunsero la stanza dove poco prima avevano trovato i cadaveri.

-Perché siamo tornati qui??!-

Takao la guardò, poi indicò la parete: -Quella è l'unica via d'uscita!-

-Ma saranno cinque metri!- piagnucolò Hilary, disperata.

-Se stiamo qui quella ci farà fuori. Andrò prima io e ti prenderò al volo, d'accordo? Stai tranquilla- disse piano Kei, mettendole le mani sulle spalle e guardandola dritto negli occhi. Lei annuì, e lo guardò superare il corpo di Mao, sedersi sul bordo, indugiare per un attimo e infine lasciarsi cadere giù. Gemette per il dolore alle gambe, ma grazie al cielo non si era rotto niente.

-No, non posso...non ce la faccio!- disse Hilary asciugandosi le lacrime. Takao la portò vicino al muro, spingendole la testa verso di lui per farle distogliere lo sguardo dai cadaveri: -Andrà tutto bene. È stata tutta colpa mia, e ora ti assicuro che ce ne andremo di qui. Ma per favore, salta- le disse, fra le lacrime. La ragazza annuì, e tremando si avvicinò al vuoto. Kei la guardava e la invitò con un gesto a fare ciò che aveva fatto lui.

-Ok... ok, ce la faccio- mormorò, per poi balzare giù. Credette che le sue ginocchia sarebbero esplose come pop corn, ma Kei come promesso la prese praticamente al volo, attutendo la caduta.

-Grazie...- gli disse, tirando su col naso. Mancava solo Takao, che stava per raggiungerli. Hilary notò in quel momento che una grande porzione della villa stava ormai bruciando.

Mentre Takao si apprestava a saltare giù, un paio di mani lo spinsero con violenza di sotto. Cadde in maniera scomposta davanti a Kei e Hilary, che urlarono. La ragazza si chinò sull'amico che sembrava privo di sensi, se non peggio: -Takao!! No!-

Alzarono lo sguardo e incrociarono quello acceso e maligno di ciò che restava di Aiko: era completamente carbonizzata, eccetto per gli occhi. Quelli erano perfettamente intatti e carichi di perfidia. Kei rabbrividì e afferrò il polso di Takao: non c'era battito. Hilary emise un verso disperato e si accasciò a terra, in uno stato semi-catatonico.

-Non abbiamo ancora finito di giocare! Ma la casa sta bruciando. Potete nascondervi nel bosco- disse la ragazzina. -Lui però non può più giocare con noi- aggiunse, fingendo un tono dispiaciuto ed alzando le spalle. Hilary strinse una mano di Takao e pianse più forte:

-Siamo finiti...- mormorò, mordendosi un labbro fino a farlo sanguinare.

-Però conto fino a dieci, stavolta! Altrimenti ve ne andate. Uno, due, tre, quattro...-

Kei si lasciò cadere accanto all'amica.

-Cinque, sei, sette, otto...-

La strinse a sé e le accarezzò la testa; lei soffocò i singhiozzi sul suo petto.

-Nove...-

-Mi dispiace...- le disse piano ad un orecchio, mentre una lacrima gli scivolava lungo il viso. Hilary annuì e lo strinse più forte.

-Dieci.-









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Salve a tutti. Dopo tanto tempo torno a pubblicare qualcosa di nuovo. Questa storia ha vinto il contest "Trick or Treat" indetto dal forum "Scrivartisti appassionati" http://scrivartistiappassionati.forumcommunity.net/?t=40788114

Riporto i tratti salienti delle caratteristiche del contest:


~ Obblighi: Devono essere presenti nel racconto, ed avere una certa rilevanza,una zucca, uno scherzo ed almeno due personaggi principali.
~ Ambientazione: L'ambientazione deve essere obbligatoriamente notturna e parte della storia deve svolgersi in almeno uno (o più) dei seguenti luoghi:
*Casa stregata
*Castello abbandonato
*Festa in maschera
*Cimitero
*Soffitta
*Festa scolastica
*Festa a casa di amici
*Bosco
*Foresta
*Casa diroccata


Io ho scelto di inserire la zucca con l'espediente dello scherzo di Max, e ho scelto la casa diroccata, il bosco e la festa a casa di amici (anche se è durata solo poche righe). Avrei voluto anche inserire il cimitero, ma non bastavano le pagine XD

Spero vi sia piaciuta, saluti a tutti!





  
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