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Autore: Gale_Eidos    28/05/2011    1 recensioni
Descrizione di una mattina come tante altre
Storia ispirata dalla poesia "Déjeuner du matin" di Jacques Prévert (alla quale deve anche il titolo), ma soprattutto da una lezione di francese con la lettrice madrelingua e dalla quotidiana ora e mezza in treno.
Genere: Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DÉJEUNER DU MATIN

                                                                                                                                                                                                                                                                                        

Il a mis le café

Dans la tasse

Il a mis le lait

Dans la tasse de café

La caffettiera gorgoglia sul fornello, il caffè sta per traboccare.

Versa il caffè nella tazza bianca. Un regalo, un ricordo di Berlino.

 

Caffè nero come  i suoi occhi, profondi e silenziosi. Mai mi è stato permesso di esplorare i loro angoli più nascosti.

Sempre solo la superficie fredda e dura.

 

Caffè nero come i suoi capelli corti e morbidi, ormai ingrigiti dal tempo e dalla vita.

 

Il a mis le sucre

Dans le café au lait

 

Scende la polvere bianca nell’oscurità del liquido scuro; nel silenzio affonda e affoga, si scioglie e si mescola alle molecole distruttive.

Lascerà un dolce retrogusto, un ricordo della dolcezza pura e irriverente.

Dimmi, amore, l’hai mai conosciuta questa dolcezza?

Avec la petite cuillière

Il a tourné

 

La lucentezza ferrea del cucchiaino brilla nella calda luce artificiale del piccolo cucinino, prima di tuffarsi nel caffè e rimestare in un vortice i suoi atomi.

Dimmi, amore, ti specchi ancora sulla superficie concava come facevi un tempo?

Il a bu le café

Et il a reposé la tasse

La gola possente sussulta al passaggio del caffè.

La mascella forte. La folta barba scura.

La tazza sbatte sul tavolo con un rumore sordo.

Le mani grandi. Le braccia muscolose.

Sans me parler

Il a allumé

Une cigarette

 

Allunga una mano verso il pacchetto morbido di Lucky sul davanzale della finestra. Prende l’accendino azzurro di Parigi, un mio regalo, e fa scattare la scintilla. Aspira forte e lascia andare il fumo.

Odio l’odore del fumo nella stessa misura in cui amo il profumo del tabacco asciutto.

Il a fait des ronds

Avec la fumée

Leva la testa al soffitto e fa scattare più volte la mandibola.

I piccoli cerchietti si espandono e svaniscono nell’aria della cucina.

Ho sempre ammirato questa sua capacità. Quando vedo i ragazzi ai giardinetti, intenti nella prova guardando invidiosi i pochi che riescono, penso a lui.

Il a mis les cendres

Dans le cendrier

Prende il posacenere verde dal davanzale.

Le ceneri cadono grigie. Un cumulo di macerie e rovine polverizzate.

Ancora qualche tiro e la spegnerà, lo so. E con il mozzicone radunerà la cenere e ci disegnerà un cerchio.

Sans me  parler

Sans me regarder

Il s’est levé

Il a mis

Son chapeau sur sa tête

Il a mis son manteau de pluie

Facendo leva con le mani sul tavolo si alza.

Sistema la sedia, facendo fremere le gambe sul pavimento.

Va piano verso l’attaccapanni, prende il suo cappello nero, sgualcito dal tempo e dalla vita. Glielo ha lasciato suo nonno, me lo ricordo quel giorno.

Dai suoi occhi scorrevano fiumi di lacrime, mentre le sue mani torturavano i miei capelli rossi.

L’impermeabile, certo, anche quando non piove. Un regalo di sua madre, mai deludere la mamma.

Parce qu’il pleuvait

Anche oggi piove.

Piove da una settimana.

Le gocce fitte battono sui vetri della finestra, sui vetri della porta.

E’ una musica continua, monotona, distante.

Est il est parti

Sous la pluie

Ora è uscito.

Lo immagino chino sotto il peso della pioggia, il bavero rialzato, le mani sprofondate nelle tasche, la mente sprofondata in chissà quali pensieri.

La pioggia è una cortina grigia e impenetrabile.

La pioggia è un  muro invalicabile. 

Sans une parole

Sans me regarder

Et moi j’ai pris

Ma tête dans mes mains

 

Sola in questa casa vuota, guardo le tazze della colazione ancora sul tavolo, il posacenere ancora sul tavolo, il pacchetto di sigarette ancora sul tavolo.

Le mie mani sgraziate tremano sulle mie ginocchia.

Le mie spalle sussultano, ora impercettibilmente, ora con violenza.

Butto la testa tra le mani e piango.

Et j’ai pleuré.

  
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