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Autore: _Any    29/05/2011    11 recensioni
Quando mi trovavo alla The Wammy's House giravano strane leggende e tutte quante avevano come protagonista uno di noi, un assassino per l'appunto. Uno di noi che gli altri temevano, uno di quelli che nessuno avrebbe mai voluto incontrare sul proprio cammino. Persino il suo aspetto era spaventoso. Occhi rosso sangue, capaci di infondere il terrore con un solo sguardo. Malvagio, malvagio tanto da uccidere anche una ragazzina.
Devo ammettere che anche io, che mi reputo una persona alquanto razionale e non troppo timorosa, ho creduto a quelle leggende e mi sono permesso di giudicare quella persona in maniera perfida e meschina. Nessuno conosceva il suo nome, per noi era solo una lettera: B.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beyond Birthday, L, Near
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Questa storia è stata ispirata al romanzo "Another Note" di Nisioisin. La maggioranza dei personaggi non mi appartiene.




Grazie all'ultimo caso risolto la fama di L è diventata tale da non poter essere misurata. Nonostante tutto sia finito il mondo continua a dividersi tra pro-Kira e anti-Kira. Strano che alcuni umani credano ancora così tanto in lui da sperare nella sua rinascita, forse le loro speranze si sarebbero affievolite se avessi loro annunciato della morte di colui che ha dato tanta speranza ad un mondo troppo buono e colui che ha dato tanto terrore ad un mondo troppo malvagio? Chissà... Ma in fondo è meglio così. Che continuino a sperare, altrimenti si genererebbe il terrore e ci sarebbe un incremento dei crimini spaventoso.

Cosa aveva di sbagliato Kira? Che c'è di male nel lasciar morire dei criminali che infestano questo mondo? Molti lo hanno chiesto senza ottenere risposta.

L'errore principale sta nel fatto che chiunque sia colpevole di un reato dovrebbe avere diritto alla propria difesa. Una persona, anche la più pia di questo mondo, può cadere in fallo in determinate circostanze e diventare una criminale.

Affascinante la psicologia di un criminale, vero? A volte gli assassini lo sono solo per via dell'ambiente in cui vivono, o forse per motivi di sopravvivenza, o ancora per rabbia, troppo a lungo celata. Soprattutto questi ultimi sono interessanti, perché cercano non di nascondersi sapendo di essere colpevoli, ma di farsi notare. Ciò che fanno non è un reato quanto una sfida.

Quando mi trovavo alla The Wammy's House giravano strane leggende e tutte quante avevano come protagonista uno di noi, un assassino per l'appunto. Uno di noi che gli altri temevano, uno di quelli che nessuno avrebbe mai voluto incontrare sul proprio cammino. Persino il suo aspetto era spaventoso. Occhi rosso sangue, capaci di infondere il terrore con un solo sguardo. Malvagio, malvagio tanto da uccidere anche una ragazzina.

Devo ammettere che anche io, che mi reputo una persona alquanto razionale e non troppo timorosa, ho creduto a quelle leggende e mi sono permesso di giudicare quella persona in maniera perfida e meschina. Nessuno conosceva il suo nome, per noi era solo una lettera: B.

Solo andando avanti col tempo, da bambino che ero, mi sono reso conto di quanto avevo sbagliato.

Il mio pentimento è cominciato un giorno come tanti, una domenica per la precisione, riesco a ricordarlo perché non c'erano le solite lezioni. Mi alzai la mattina più presto del solito, tanto da precedere la sveglia che ci veniva data dagli adulti.

Nella stanza non penetrava molta luce attraverso le tende della finestra. In quel periodo era sempre così, l'inverno lasciava morire i raggi del sole non appena questi sfioravano l'atmosfera terrestre.

Chissà perché non avevo alcuna voglia di dormire ancora, quindi scesi dal mio letto e mi preparai come al solito, con i miei abiti candidi, che profumavano di pulito.

Per un attimo mi fermai ad osservare Mello. Mello era il mio compagno di stanza per quell'anno, insieme a un bambino di nome Matt. Non so perché, ma Mello ha sempre mostrato una certa avversione nei miei confronti, uno spirito di competitività che non si esauriva e che lo spingeva ad impegnarsi sempre di più per superare me, Near.

Anche lui stava ancora dormendo scomposto, le coperte si erano aggrovigliate per via dei suoi continui movimenti nel sonno.

Mi ripresi dal filo dei miei pensieri e mi voltai verso la porta: sarebbe stato meglio uscire, altrimenti avrei rischiato di fare rumore e svegliare tutti e di certo non avrei voluto incorrere ancora nelle ire di Mello.

Piano spinsi la porta di legno di ciliegio e la richiusi con delicatezza dietro di me. Una strana sensazione mi pervase.

Silenzio.

Solo silenzio.

Non avevo mai potuto osservare la casa così. Sembrava ancora più bella e affascinante nella mia mente di bambino. E potevo fare qualsiasi cosa avessi voluto, senza essere sgridato da nessuno degli adulti.

Ero sempre stato uno dei più tranquilli, ma chi, per una volta soltanto, non sente il bisogno di trasgredire le regole imposte dall'autorità?

Piano cominciai a muovermi, sapevo già dove andare.

Più mi rendevo conto che nessuno era nei paraggi, più mi muovevo velocemente, quasi come se avessi temuto che tutto quella meraviglia sarebbe terminata troppo in fretta.

Giunsi alla grande scala di legno che vedevo ogni giorno. Salendola si giungeva alle classi dove ogni giorno studiavamo, e salendo ancora un po' c'era una bellissima biblioteca.

Perché volevo andare in un luogo simile allora?

Semplicemente perché c'era un corridoio che non potevo visitare, ma quel giorno l'avrei fatto.

Salii le scale lentamente, appoggiando i piedi sul tappeto per non fare rumore. Superai le classi, superai la biblioteca andando ancora più su. Sempre più in alto.

La porta che chiudeva quel corridoio era sempre bloccata da un piccolo catenaccio dorato. Certo, un catenaccio così era ridicolo nella The Wammy's House, dato che lì eravamo tutti dei geni, il nostro quoziente intellettivo doveva essere al minimo di 140 punti per poter essere ammessi. Quel catenaccio serviva solo ad impedire di entrare troppo in fretta e a dare il tempo a qualcuno di intervenire in caso di violazione della regola di oltrepassare quella porta.

Lo feci.

Presi un piccolo fil di ferro che avevo ottenuto rompendo uno dei miei giocattoli, poi lo infilai nella serratura, e dopo qualche movimento studiato riuscii ad udire un piccolo “clack” e ad aprire il catenaccio.

Solo allora mi sentii pervaso da un senso di colpa che non conoscevo, non avevo mai violato una regola, e anche per questo Mello diceva di non sopportarmi, dato che lui era un ribelle a tutti gli effetti.

Avrei dovuto rinunciare?

Avrei dovuto invertire la marcia e tornare indietro alla mia stanza e al mio letto cercando di riprendere sonno in attesa della sveglia?

Ma ero già lì, non avrei mai avuto un occasione simile in tutta la mia vita nella casa forse. Più volte avevo immaginato di entrare e di scoprire chissà cosa. Dovevo sapere, in fondo la conoscenza non può fare male, no?

Spinsi la porta.

Avvertii un brivido correre lungo il mio braccio che si appoggiava sulla maniglia dorata e stavolta il mio tocco non riuscì ad essere delicato come i precedenti. Quasi mi spaventai avvertendo il rumore, pensando che qualcuno avrebbe potuto sentirmi.

No, chi poteva trovarsi lì a quell'ora?

Finalmente entrai.

L'ambiente che mi accolse non era come lo immaginavo. Era un corridoio come i precedenti, con l'unica differenza che era evidentemente stato abbandonato da chissà quanto. La polvere era ovunque e scoloriva il legno ingrigendolo.

Lo percorsi fino in fondo.

C'erano solo porte come le altre qua e là, ma su queste c'erano dei fogli quadrati sempre nello stesso punto in alto. Cos'erano? Mi avvicinai ad una porta qualsiasi tra le tante, una in fondo, e piano accarezzai il foglio. Anche al tatto si poteva sentire che aveva molti anni alle spalle e che ormai era ruvido e fragile. Il foglio era attaccato alla porta forse per coprire qualcosa? Infilai tre dita sotto di esso e sentii un qualcosa che doveva essere un'incisione. Mi decisi e lo strappai via all'improvviso.

L.

Su quella porta era incisa una grande L. Non nascondo che rimasi parecchio stupito da una simile scoperta.

L era il mio idolo e il mio sogno era quello di poter, se non incontrarlo, sostituirlo un giorno come suo erede, insieme a Mello.

Cos'era quel luogo? Aprii la porta, ma quello che c'era all'interno non era niente di più di una comunissima camera da letto. Entrai e trovai all'interno una scrivania con ancora dei fogli sopra, e un letto candido vicino alla finestra. Nel cestino della spazzatura vidi solo carte di dolci, colorate in tutti i modi possibili.

Nulla di più.

Uscii dalla stanza e cominciai, in preda alla curiosità, a strappare i fogli di tutte le porte. Fu così che trovai molte lettere che forse erano state importanti nella storia dell'istituto, ma che nessuno di noi conosceva. Visitai le loro stanze cercando di capire che tipo di persone fossero osservando tutti i dettagli che avevano lasciato in passato.

Perché un corridoio simile era stato chiuso? Erano solo camere dopotutto.

Fu quando formulai questo pensiero mi decisi a strappare l'ultimo foglio. Questo lo rimossi più lentamente, con un'improvvisa delicatezza. Piano si scoprì una figura tondeggiante, una R? No, una volta rimosso l'intero foglio, si rivelò essere una B.

Sgranai gli occhi.

B? B era il soggetto di tutte quelle leggende, B era l'assassino dagli occhi rosso sangue, malvagio tanto da arrivare ad uccidere senza pietà una ragazzina e maciullarle gli occhi, che ci faceva la sua stanza lì? Forse era arrivato davvero il momento di andare? Forse...

No, di certo non ero stato scelto come possibile successore di L per essere un codardo e se mi fossi fermato proprio adesso, lo sarei stato proprio perché non lo avrebbe saputo nessuno, no, troppo facile.

Aprii anche questa porta, ma non trovai altro che una stanza normalissima. Un armadio di legno, un letto, una finestra, una scrivania, come le altre stanze. Tutto qui? Poteva davvero contenere così poco la stanza che era appartenuta ad un assassino?

Ci passeggiai all'interno con fare irrequieto e mi sedetti infine sul letto.

Sembrava così innocente, se non fosse stato per il dettaglio di quella lettera così evidente sulla porta, quasi minacciosa. Alzai lo sguardo e solo allora mi resi conto che sull'armadio si trovava una scatola. Volevo vederne il contenuto, ma non potevo raggiungerla, quindi usai il classico sistema della sedia. Spostai quella vicino alla scrivania fino al punto che mi interessava e poi ci salii sopra. Alzandomi sulle punte sfiorai la scatola con le dita e la feci cadere tra le mie braccia. Mi lasciai cadere sul letto senza curarmi di rimettere la sedia al suo posto e aprii lo scatolone: all'interno c'erano cianfrusaglie varie, cose di poca o nulla importanza, ma la cosa che più attrasse la mia attenzione fu un quadernetto posto sul fondo del tutto, quasi come se fosse stato nascosto per non essere notato. Lo presi tra le mani e ne accarezzai la copertina nera. Solo allora lo voltai e vidi la scritta che vi campeggiava sopra, bianca, di uno stile molto raffinato ed elegante: “The story of B”.

Un... diario? Il diario di un assassino?

Lo aprii e cominciai a sfogliare le pagine osservando ancora quella bella grafia elegante, che quasi infondeva calma nel lettore, di certo dava l'impressione di essere stata usata da una persona molto lucida piuttosto che da un pazzo serial killer.

Stetti un attimo immobile per assicurarmi che nessuno fosse nei dintorni, quindi riposai tutto nella scatola, ma lasciai fuori il quaderno, quindi uscii nascondendolo sotto i miei vestiti. Richiusi ogni porta e silenziosamente mi mossi ripercorrendo i corridoi. Il percorso che avevo attraversato eccitato per la tranquillità, ora lo attraversavo per la consapevolezza di aver trasgredito e di aver rubato qualcosa di prezioso.
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Authoress' words

Buongiorno caro lettore, che sei arrivato fin qui leggendo la mia storia. Innanzitutto grazie per aver compiuto questo sforzo. Questo è il mio primissimo tentativo di fare una storia a capitoli e infatti finora ho prodotto solo una one-shot. Per di più questa è la mia prima storia su Death Note. Scritta in un momento di delirio quasi, ma avevo tanta voglia di farlo da tanto tempo e non ci sono mai riuscita a causa di vari impedimenti tra cui la scuola, la musica... Bene, spero di riuscire a portarla avanti senza troppe pause, ma il tempo è quel che è e non sono sicura di poter riuscire nell'intento dato che sono anche abbastanza inconcludente come persona (purtroppo)...

Per favore, sia che questa storia ti sia piaciuta o meno lascia una recensione.

Se la storia ti è piaciuta me lo farai sapere e la continuerò.

Se non ti è piaciuta saprò dove devo migliorare.

In tutti i casi ci guadagneremo, no? 

Grazie mille!

Any

   
 
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