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Autore: SoulSEARCHER    29/05/2011    9 recensioni
Raccolta di spaccati di vita di due ragazze. Fotografie. Nessun filo logico solo Brittany, Santana e la loro vita insieme.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Drawing

Personaggi: Santana Lopez, Brittany Pierce.

Genere: Generale, Commedia.

Rating: Verde.

Avvertimenti: Raccolta, Oneshot.

Disclaimer: Nope, questi personaggi non sono miei, ma appartengono al malefico trio RIB. Sono mesi che prego per avere Brittany e Santana, ma nessuno sembra ascoltarmi. Dovrebbero esserci delle loro versioni tascabili. Yep.  

 

Drawing

 

 

Alle 18.20 del 24 Marzo 1994 Maria e Guillermo Lopez diventarono genitori di una simpatica bimba dalla carnagione ambrata e gli occhietti corvini e vivaci, la chiamarono Santana. Volendo essere precisi Guillermo aveva letteralmente implorato la moglie finchè la povera donna, esasperata, aveva ceduto, perchè desse quel nome alla loro primogenita perchè, diamine, Moonflower era il suo album preferito e Dio solo sa quante sere aveva speso ascoltando e strimpellando alla chitarra I'll be waitingEd ora eccola lì, la sua piccola Santana. Con gli occhietti spalancati, mentre agitava i pugnetti chiusi e le gambette paffute in attesa della sua poppata.

 

Esattamente un mese e tre giorni dopo, il 27 Aprile, nello stesso ospedale, con un pianto a pieni polmoni e mostrando delle bellissime gengive, un pulcino con gli occhi azzurri e la testolina spelacchiata su cui campeggiavano pochissimi capelli biondi, annunciava la sua presenza al mondo. Ellen Pierce, sorridendo con aria stanca ma contenta al giovane Hernan, cullando il suo frugoletto addormentato avvolto in una copertina rosa, mormorò piano: “Brittany”.

 

Circa tre anni dopo la piccola Santana camminava mano nella mano con il suo papà mentre stringeva forte a sé un coniglio di peluche bianco mostrando tutta tronfia e orgogliosa il suo zainetto rosa che si abbinava perfettamente al suo bellissimo vestitino a fiori, con le maniche a palloncino che le arrivava poco sotto il ginocchio.

Era il suo primo giorno d'asilo e Santana, che ormai si sentiva grande, si guardava intorno con gli occhi luccicanti, affascinata da tutti quei colori e quei bambini che giocavano contenti. Poco dopo si trovarono davanti ad una grossa porta verde spalancata al cui interno la piccola Santana vedeva piccoli tavoli attorno al quale sedevano tanti bimbi della sua età concentrati a scarabocchiare sui loro fogli con i pastelli colorati.

La bimbetta si strinse di più al suo coniglietto e tirando suo padre per la manica della camicia lo costrinse ad entrare. Fatto il suo ingresso nella classe il suo sguardo allegro si posò su una giovane donna alta con i capelli rossi che, avendola notata, le si avvicinò piegandosi sulle ginocchia per guardarla negli occhi. Le poggiò un dito sul naso e le sorrise

Ciao, piccolina. Io sono Miss Watson. Come ti chiami?”

..ntana”

Rispose quel cucciolo d'uomo nascondendosi dietro la gamba del suo papà e perdendo tutta la sua adorabile spavalderia. La donna le scompigliò i capelli ricci e scuri e si riportò all'altezza del padre di Santana. La bimba li sentì mormorare qualcosa che non colse perchè si lasciò distrarre da quei pesciolini appesi al soffitto ma quando udì la donna alta dai capelli rossi dire a suo padre “Può andare” posò il suo sguardo, nel quale saettò una vena di terrore, sull'omone al suo fianco che la prese in braccio, le diede un grosso bacio sulla guancia e le sussurrò:

Papà deve andare, amore. Mi raccomando fai la brava” e con un ultimo bacio in fronte la poggiò a terra mentre la salutava con la mano prima di girare i tacchi e sparire dietro la porta.

La piccola ispanica guardava la schiena del suo papà con gli occhietti lucidi mentre fremeva di nervosismo, con la paura che nessuno sarebbe tornato a riprenderla.

 

Nel giro di qualche minuto Santana scoppiò a piangere seduta in un angolino della classe, su una di quelle piccole sedie a misura di bimbo, mentre abbracciava il suo Mr. Puffy.

Una bimba con le treccine, che l'ispanica aveva visto giocare poco prima insieme ad altri bimbi, le si avvicinò e la bimba dagli occhietti scuri non poté fare a meno di notare che era tanto bionda. Le si sedette di fianco e piegò la testolina di lato guardandola con aria curiosa.

Sai che il tuo pupazzo mi piace tanto? E anche il tuo zaino” asserì la bimbetta dagli occhi azzurri annuendo convinta e sorridente.

Santana si asciugò le lacrime e tirò su col naso rumorosamente.

Vuoi giocare con me?” continuò la biondina con quel suo sorriso bellissimo.

Santana senza dire niente si alzò e la trascinò con sé vicino alla scatola del pongo e un quarto d'ora dopo il rossore era scomparso dagli occhi della bimba dai capelli corvini, portando via con sé le lacrime e quell'ombra che le adombrava gli occhietti neri, ora sorridenti.

 

Passarono tutta la giornata a modellare il pongo, giocare nel piccolo giardino dell'asilo e a rotolarsi sull'erba, ottenendo il prevedibile risultato di sembrare due piccole reduci di guerra. Quando Guillermo entrò nella classe di Santana, quel pomeriggio, si aspettava che la sua figlioletta gli corresse incontro impaziente di abbracciarlo, ma le sue aspettative vennero incredibilmente deluse quando, apparendo sulla soglia, Santana nemmeno lo notò. Era infatti tutta impegnata a disegnare mentre al suo fianco sedeva una bambina poco più alta di lei con i capelli biondi che la guardava interessata ed ammirata.

Guillermo così decise di avvicinarsi alla maestra per chiedere come fosse andata la giornata.

Giudichi lei, signor Lopez” rispose la maestra divertita, mentre con un cenno del capo indicava le due bambine ora concentrate a fare uno strano giochetto con le loro manine paffute. Poco dopo le sentì scoppiare a ridere mentre guardavano tutte contente i loro mignoli uniti.

Quando Santana finalmente alzò lo sguardo notò la figura del suo papà che si stagliava vicino alla porta e lasciando il mignolo della sua nuovissima amica corse ad abbracciarlo, mentre lui, orgoglioso della sua piccolina la sollevava in alto facendola ridere.

 

Dopo poco però l'ispanica sembrò ricordarsi di qualcosa, iniziò a scalciare perchè suo padre la mettesse a terra e quando i suoi piedini toccarono il suolo schizzò verso la bimba dagli occhi azzurri, che nel frattempo stava scrivendo qualcosa sul disegno di Santana, e la trascinò vicino al suo papà che si inginocchiò e le chiese chi fosse. Santana corrugò le sopracciglia confusa. Poi guardò la sua amica e disse:

Ma tu.. Come ti chiami?”

Brittany” rispose lei

Io sono Santana” fece l'altra, sorridendo.

 

E mentre stava andando via, mano nella mano con suo padre, Brittany la chiamò. Santana si girò e la guardò con aria interrogativa mentre questa le correva incontro portandole il disegno che aveva fatto poco prima.

Il disegno” disse l'altra ansimando leggermente per la corsa

Santana lo guardò.

Te lo regalo” disse poi, facendo illuminare lo sguardo della più alta.

Grazie!” esclamò Brittany piazzandole un bacetto sulla guancia paffuta e correndo di nuovo in classe.

 

 

Papà vero che domani mi ci porti ancora?”

 

Note:

Boh, stamattina mi sono svegliata ed ho avuto un momento eureka. Mi sono detta “perchè non andare a infestare il fandom di Glee con una raccolta senza un briciolo di senso logico?” e così fu. Niente, penso che qui ci metterò le radici perchè il Brittana Glee è fenomenaaaale! Ho intenzione di scrivere una storia per ogni anno assieme di B e S. Una faticaccia, già lo so. Sono ragionevolmente convinta che un gran bel “duh” alla Cordelia Chase vi stia lampeggiando in fronte. “Non potevi leggerti un libro ed evitare di ammorbarci i cosiddetti” direte voi? “Nope” rispondo io, mi piace infastidire la gente, mi diverto davvero un sacco. Per questo tutti quelli che mi stanno intorno mi odiano. u_ù

[Giuro che ci provo ad evitare di sembrare una demente. Ma ci sto ancora lavorando. Sorry me.]

  
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