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Autore: jasmine88    31/05/2011    3 recensioni
- Eric, posso farti una domanda un pò…personale? – dissi rigirandomi tra le opulente lenzuola color avorio di quello spendido letto king size. Diavolo, erano proprio le lenzuola più belle che avessi mai visto, e quel letto, quella stanza, tutto era straordinariamente perfetto. Ed io ero lì, seminuda, a pochi centimetri da Eric Northman... (Waiting Sucks!Ispirata dai promo degli ultimi giorni ho scritto una mia versione della Season 4.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eric Northman, Sookie Stackhouse
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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fae

CAPITOLO I: Fae

***

- Eric, posso farti una domanda un po’…personale? – dissi rigirandomi tra le opulente lenzuola color avorio di quello splendido letto king size. Diavolo, erano proprio le lenzuola più belle che avessi mai visto, e quel letto, quella stanza, tutto era straordinariamente perfetto. Ed io ero lì, seminuda, a pochi centimetri da Eric Northman, e l’unica stupidissima cosa alla quale riuscivo a pensare era quella fottuta proposta di matrimonio…

- Cosa pensi del matrimonio? Voglio dire… non so… Sei mai stato sposato? Non te l’ho mai chiesto… - oddio, stavo farneticando come una dodicenne davanti al primo fidanzatino – Cosa significa per te il matrimonio? Essere marito e moglie… Scusa, probabilmente è la domanda più sciocca che tu abbia mai sentito? –

Per l’amor di Dio, non riuscivo ad immaginare una persona, pardon, un vampiro meno appropriato di Eric al quale rivolgere questa domanda. Eppure non riuscivo a smettere di blaterare.

- Non è una domanda così stupida. Ad essere sincero, non è che io ci abbia mai riflettuto molto, ma ho visto così tante mogli – disse con quel suo insopportabile sopracciglio ammiccante – e anche mariti in questi ultimi mille anni… -

Io ero persa nei suoi occhi. Dannatissime luci! La profondità del suo sguardo sembrava quasi enfatizzata dallo strano gioco di luci ed ombre che si era creato attorno al nostro letto…Aspetta! Nostro letto? Che diamine mi stava succedendo? Nonostante i miei sforzi per cercare di distogliere lo sguardo non riuscivo a smettere di guardarlo… Era semplicemente bellissimo, e il meraviglioso blu dei suoi occhi non era altro che perfetto…

Lui continuò a parlare: - Quello che intendo è che in tutti questi anni ho visto bugie, tradimenti… -

Il mio cuore iniziò a tremare.

- Ho visto quello che gli umani chiamano amore trasformarsi in affetto, in routine e poi ancora in indifferenza…a volte addirittura in odio… -

Dolorose immagini della mia relazione con Bill scorrevano nella mia mente.

- Ciò nonostante – continuò lui – non posso negare che il ricordo dei miei genitori sia ancora vivido nella mia mente. So che può sembrarti terribilmente idiota, e umano, forse persino infantile, ma credo che non dimenticherò mai il modo in cui mio padre guardava mia madre… Loro si amavano veramente. –

I suoi occhi sembravano persi nel vuoto, forse immersi nel mare di lontani ricordi che aveva sepolto dentro sé troppo a lungo. Non riesco ancora a credere che proprio lui abbia usato QUELLE PAROLE! “Si amavano veramente”, ha detto proprio così! Credevo che lui non capisse l’amore. E allora lui aggiunse:

- Forse, qualche volta, ti accorgi semplicemente di appartenere ad un’altra persona. –

Stava guardando dritto nei miei occhi, con lo sguardo più serio e al tempo stesso sconvolgente che avessi mai visto. Non so perché ma ero quasi spaventata…

Poi dissi: - Appartenere ad un’altra persona… Credevo che tu odiassi questo genere di cose, beh, hai sempre odiato il fatto che io appartenessi a Bill… -

- Ed io credevo che tu avessi capito che odiavo l’intera storia del “Soooookeh’s maahh” perché tu non sei mai stata davvero sua… Tu sei nata per essere mia. –

Ok, stavo tremando ufficialmente… dannazione!

- E che mi dici di te, Mister Vampiro-Sceriffo-Maniaco-del-controllo-Non-usare-parole-che-non-capisco-come-amore? Anche tu sei nato per essere mio? – dissi quelle parole con un mezzo sorrisetto malizioso stampato sulle labbra. Volevo davvero vedere come se la sarebbe cavata davanti ad una domanda del genere…o forse, solo per un istante, volevo solo capire…

Il mio cuore stava battendo ad un ritmo spaventoso…

- Non sono mai stato così sicuro di qualcosa in vita mia. –

Mi stava ancora guardando dritto negli occhi e le sue parole erano state così scioccanti che credevo davvero che il mio cuore sarebbe esploso.

Cosa diavolo era quella? Una dichiarazione?

Ma chi stavo prendendo in giro? Stiamo parlando di Eric Northman! Non è certo un Principe azzurro che dichiara il suo amore alla gentile donzella indifesa e poi la porta in salvo sul suo cavallo bianco! Eric Northman non era altro che un arrogante bastardo manipolatore e l’unica possibilità era che mi stesse prendendo per i fondelli, punto.

Eppure, i suoi occhi…Mi stavano facendo impazzire! Potevano i suoi occhi mentirmi in quel modo? Non potevo saperlo. Sapevo solo che una piccola parte del mio cuore, una molto molto piccola, lo giuro, stava tremando, aggrappandosi con tutte le sue forze a quelle travolgenti parole.

E se stesse dicendo la verità?

 - Fidati di me, min älskling. – disse lui, come se mi avesse letto nel pensiero e avesse percepito tutti i miei dubbi e le mie incertezze.

- Eric, io non… -

- Shhhhh… Non parlare… - E in quel preciso istante si sollevò dal letto e appoggiando il suo possente braccio al lato del mio cuscino avvicinò il suo viso al mio. Continuava a fissare i miei occhi.

- E’ quasi l’alba. Dovresti dormire, min älskling. Domani sarà una lunghissima notte… - disse sollevando quel maledetto sopracciglio in quella stupida smorfia che mi faceva girare la testa dalla prima volta che l’avevo visto.

Poi si avvicinò ancora e mi sfiorò le labbra.

Fu solo un attimo, il più lungo della mia vita. Socchiusi i miei occhi e risposi al suo bacio, dolcemente, solo un paio di secondi.

Dannato sopracciglio!

Subito dopo, mi strinse la mano e si adagiò nel letto di fianco a me.

Era morto per il mondo.

L’unico contatto tra di noi erano le nostre mani intrecciate. Mi addormentai pochi attimi dopo con un sorriso idiota sulle labbra.

***

-Cazzo! Un altro di quei fottutissimi sogni! – mi svegliai con il mio ormai solito mal di testa. Mi ero appisolata solo per pochi minuti ma sognavo Eric sempre più spesso negli ultimi tempi. Questo sogno però…Non era uno dei soliti sogni che emanavano sesso e lussuria da tutti i pori. Era diverso. Mi ricordava del primo sogno che avevo fatto a Dallas dopo aver bevuto il sangue di Eric…


Eric: Un tempo pensavo che non sapessi divertirti...

Sookie: E io che tu fossi insensibile, duro come una pietra e del tutto vuoto dentro...

Eric: E ora?

Sookie: Che sai fingere molto bene... che sei sensibile, profondo... e che hai tanto amore da offrire...

Eric: Soltanto a te...


Ricordare quel sogno mi fece rabbrividire. Pensavo spesso ai giorni trascorsi a Dallas, a Godric, al modo in cui quel vampiro millenario si era fidato di me e mi aveva chiesto di prendermi cura di Eric. Ma come avrei dovuto prendermi cura di lui? Lui è così…Eric! Non permette a nessuno di avvicinarsi…o forse, non ci ho nemmeno provato. Ero talmente presa dalla mia folle relazione con Bill…Che idiota sono stata!

- Sookie! Sei sveglia? –

Oh, fantastico! È già ora di cena e non sono affatto pronta!

- Ehm…Si… Solo un momento… - Dissi mentre correvo verso il bagno, giusto per lavarmi il viso e sistemare velocemente i capelli. Poi tirai fuori dall’armadio il mio vestitino bianco e quasi mi ruppi una gamba nel tentativo di indossarlo. Infine corsi alla porta e la aprii di scatto.

- Eccomi, Claudine! Sono pronta! –

Claudine mi condusse velocemente in una piccola sala da pranzo in fondo al corridoio. Non ero mai entrata in quella stanza. Sembrava uscita da un vecchio film ambientato nell’antica Grecia o giù di lì, con tutti quei decori scolpiti nel marmo che rivestiva tutte le superfici della stanza. Claudine mi spiegò che poco dopo si sarebbe tenuto un importante incontro nel cortile principale dell’edificio e quindi avremmo dovuto cenare il più in fretta possibile. Finsi di stare male: la cena aveva un ottimo aspetto, ma considerate le stranezze alle quali avevo assistito poche ore prima non avevo alcuna intenzione di ingerire nulla di tutto ciò che mi veniva servito. Non riuscivo a smettere di pensare a ciò che avevo scoperto appena arrivata.

***


 Quando Claudine aveva preso la mia mano, in un attimo ci eravamo ritrovate catapultate in una specie di cortile. Si trattava di uno splendido patio, circondato da bellissime colonne che incorniciavano superbamente quel luogo magico. Tutti, attorno a me, indossavano dei vestiti bianchi o di colore chiaro, quindi fui molto sorpresa di vedere un uomo vestito di nero venirmi incontro pronunciando il mio nome.

- Barry? – Sembrava sorpreso di trovarsi lì quasi quanto me e accennò qualcosa sul tizio che lo accompagnava, una sorta di fata madrina, così come Claudine mi aveva spiegato pochi minuti prima. Poi farneticò qualche parola su come fosse straordinario trovarci in un luogo in cui non sembravamo dei mostri e si voltò per assaggiare uno di quegli strani frutti luminosi che ci erano stati offerti.

B : - Dovresti provarne uno. E’ come…se mangiassi pura felicità. -

Fu in quel preciso momento che mi accorsi che qualcosa non andava. Tutti sembravano come ipnotizzati, intenti a mangiare, quasi divorare quegli strani frutti, come se non potessero farne a meno. Poi scorsi qualcosa che non mi sarei mai aspettata di vedere: mio nonno, Earl, era lì, intento anche lui a divorare quei Lumieres, o almeno credo si chiamassero così. Mi avvicinai, l’ultima volta che lo avevo visto avrò avuto 5 o 6 anni al massimo. Ero totalmente sconvolta ma al tempo stesso felice di rivederlo. Lo chiamai ma lui ovviamente non mi aveva riconosciuto. Gli dissi il mio nome e lui sembrò cadere da una nuvola:

- Sookie? Ti ho vista solo la settimana scorsa. Era il tuo compleanno. – disse, lasciandomi esterrefatta. Erano passati 20 anni! Era forse impazzito?

Poi ricordai di quando ero arrivata a Fae la prima volta. Ero stata con Claudine solo pochissimi minuti eppure quando mi ero svegliata erano passate molte ore. Che il tempo trascorresse diversamente in quel luogo? Mi sembrava l’unica spiegazione plausibile, così pensai di chiedere spiegazioni alla mia “madrina”. Eppure qualcosa ancora non quadrava…

Mi guardai attorno ancora una volta e mi accorsi che continuavano ad apparire nuove persone continuamente, proprio come eravamo apparse in quel luogo io e Claudine. Che fossero altre “fate madrine” con i loro protetti? Fu allora che mi accorsi che nessuna delle “madrine” stava toccando cibo, mentre i protetti ingurgitavano chili e chili di Lumieres senza mai fermarsi. Un pensiero mi balenò nella mente: e se stessero usando quei magici frutti per intontirli, per… drogarli, per impedire loro di andare via? Con tutte le mie forze iniziai allora a concentrarmi per abbassare le mie barriere mentali e quello che sentii fu come un colpo al cuore… focalizzai la mia attenzione sui protetti e con mia enorme sorpresa mi accorsi che nelle loro menti non scorreva alcun pensiero, se non immagini felici e l’aura di quel diabolico frutto. Poi concentrai la mia attenzione sulle madrine, stando attenta che nessuno si accorgesse che stavo “origliando”, anche se telepaticamente.

Per l’amor di Dio! Avevo “intercettato” una conversazione mentale tra Claudine e Loyd, la “madrina” di Barry.

- Che razza di idioti! Sono secoli che ci cascano! Basta parlar loro di famiglia, di normalità e di stupide chiacchiere sdolcinate che subito si lasciano abbindolare! Stupidi mezzosangue! – pensò Loyd con un tono di derisione che mi avrebbe fatto venir voglia di prenderlo a calci in quel suo fottutissimo sedere fatato.

- Non dovresti parlare così. Ti ricordo che se non fosse per uno di loro noi non esisteremmo nemmeno. Se Niall non avesse trovato un modo per estrarre dal sangue ibrido la linfa vitale, non so come avremmo fatto a sopravvivere! –

- Già, Niall… Ha fatto proprio una brutta fine quell’idiota! Come aveva potuto pensare che suo figlio si sarebbe salvato visto che proprio lui era la Cura? - continuò il ragazzo noncurante di ciò che gli accadeva intorno, sorseggiando un calice di quello che sembrava champagne. Lo odiavo ancora di più. - Come ti senti sapendo che proprio la cara nipotina di Niall, la tua adorata protetta, sarà la prossima a morire? –

Il panico mi assalì all’improvviso. Poi Claudine aggiunse: - Povera ragazza… Mi spiace molto per lei, ma non abbiamo altra scelta. Lei è l’ultima prescelta della discendenza reale della famiglia Brigant.

Di che stavano parlando?

- La profezia dice che solo con il suo sangue riusciremo ad uccidere i vampiri una volta per tutte –

  
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