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Autore: Strega_Mogana    01/06/2011    0 recensioni
Serie di flash fic (max 750 parole) incentrate su Severus Piton.
Storie partecipanti al concorso "Lotta all'ultimo inchiostro" del Magie Sinister Forum
Dall'ultima one shot postata: [...] Il mondo traballa, quando lo si guarda attraverso un bicchiere di whisky.
E’ avvolto da un velo ambrato; è freddo come il ghiaccio che si sta dolcemente sciogliendo, infuocato come il liquido che ti brucia la gola, annebbiandoti la mente.
[...] personaggio: Tobias Piton
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Tema: Severus e il molliccio


Portatore di morte



Si avvicinava a lui lentamente.
Un ossuto dito annerito lo puntava minaccioso.
Severus sapeva che era solo frutto delle sue paure. Sapeva che quello che vedeva non era reale, eppure dentro di lui qualcosa si era spezzato nel momento in cui si era aperto quel vecchio baule dove da qualche giorno si era annidato un molliccio.
Uno stupido molliccio.
Eppure quel ridicolo essere era stato in grado di paralizzare la sua mente analitica, di congelare ogni suo pensiero e la sua bacchetta restava inerme lungo il fianco, stretta da una mano fredda come quella di un cadavere.
Ma tu sei un morto che cammina…
Le iridi celesti del molliccio brillarono maligne dietro le lenti a mezzaluna.
Un incubo.
Solo un incubo. Un parto della sua mente ormai sull’orlo dell’oblio.
Mi hai ucciso…
Le labbra restavano immobili, sigillate sul volto allungato della sua ultima vittima.
Sono una tua vittima…
Eppure sentiva la sua voce nella mente, rimbombava nel suo animo lacerato, in quell’ultimo brandello di umanità che voleva – doveva – celare a tutti.
Fece un passo indietro mentre la creatura si avvicinava. Il dito nero lo indicava di nuovo. Accusatorio e maligno che lo putava come una vecchia bacchetta ringrinzita.
Assassino…
Una condanna nella sua mente stanca.
Un epiteto che rimbombava nelle vie di Londra, per i corridoi della scuola che l’aveva accolto quando il mondo lo aveva abbandonato; un’accusa sulle labbra dei maghi che proteggeva facendosi odiare.
Assassino…
Lo era davvero. Uno sporco assassino. Un orrendo essere che non aveva battuto ciglio sulla quella Torre.
Un mago che non si era fatto scrupoli ad uccidere l’unico che poteva salvarlo dalla sua stessa anima nera.
Solo una pedina che aveva risposto ad un ordine.
Debole…
Fece un altro passo indietro mentre quella mano annerita e raggrinzita come quella di un Dissennatore si avvicinava sempre di più fin quasi a sfiorargli la veste nera; drappo della notte che aveva rubato nella vana speranza di sparire, annullando la sua esistenza.
Portatore di morte…
Avrebbe voluto tapparsi le orecchie e urlare per far tacere quella voce, ma sapeva che nessun rumore poteva attutire lo stridio dei brandelli della sua anima.
La gente attorno a te muore…
Aumentò la presa attorno alla bacchetta fino a far diventare bianche le nocche della mano.
Muoiono tutti per causa tua…
Le iridi scintillarono e il celeste lasciò il posto allo smeraldo.
Indietreggiò ancora trattenendo a stento un gemito di dolore.
Per causa tua…
Chiuse gli occhi, cercò nella sua mente qualcosa a cui aggrapparsi con tutte le sue forze. Un’immagine, un ricordo, un momento felice per cercare di scacciare quella paura: la consapevolezza che chiunque lo amasse prima o poi moriva, la maggior parte delle volte per causa sua.
La sua vita non era costellata da momenti felici, i suoi ricordi più piacevoli erano ancora legati all’infanzia quando gli unici segni sul suo corpo erano i lividi che gli lasciava suo padre. Ma ogni livido corrispondeva ad una carezza di Lily, ogni delusione ad una sua parola di conforto; non era poi così doloroso rimembrare il passato.
La mano che stringeva la bacchetta si alzò mente il molliccio si avvicinava e i capelli argentei di Silente mutavano in lunghi fili ramati.
“Riddi…”
Severus… ti prego…
I vestiti di Albus mutarono in una nube di fumo per prendere poi le fattezze degli abiti che indossava Charity Burbage. Due lacrime rigarono il volto della creatura.
Non più Albus. Non più Lily. Non più Charity.
Ma solo morte.
Morti che lui non era stato in grado di evitare.
La tua mente brillante non è stata in grado di fermare la maledizione che mi stava consumando…
Sibilò la voce di Albus.
Il tuo amore mi ha ucciso…
Sussurrò la voce di Lily.
Sei rimasto a guardare…
Esalò Charity.
Velocemente le fattezze del molliccio iniziarono a mutare diventando i volti degli studenti che aveva giurato di proteggere; i colleghi da cui si era fatto odiare.
I membri dell’Ordine che si sentivano traditi.
Potter con il suo sguardo carico d’odio.
Tu ci hai ucciso…
Tutti sarebbero morti a causa sua. Tutte morti che non sarebbe stato in grado di fermare.
La mano che stringeva la bacchetta tremò appena.
“Expulso!”
Il molliccio esplose come una nuvola di polvere.
Severus osservò il punto dove pochi istanti prima c’era il molliccio. Uscì dall’aula prima che la creatura potesse ricomporsi e rintanarsi di nuovo nel baule.

Infelice il Paese che non ha eroi.
No, beato il Paese che non ha bisogno di eroi.*

________________________________________
* citazione di Bertold Brecht – Vita di Galileo

Fine

   
 
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