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Autore: ShunLi    02/06/2011    0 recensioni
“E alla fine siamo sempre qui. Tendo la mia unica mano, stringendo quello che per te è un simbolo, mentre per me è l’unico appiglio rimastomi a questo mondo. Aiutami.
Aiutami”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Dannato Novizio!"
Disse Malik, in un impeto di rabbia. Raccolse quelle poche carte che aveva sul tavolo con l'unica mano e lì posizionò vicino ad Altair, che lo guardava con un aria piuttosto irritata.
La giornata non era delle migliori. Il cielo minacciava di una pioggia così spaventosa che poteva allagare tutta Masyaf. Ciò non fece altro che innervosire Malik e combinata alla presenza di Altair, pareva ci fosse l'uragano nel bureau. Ma in realtà l'uragano era solo nella sua testa. Attese che Altair si rendesse conto del suo compito realizzato a metà, invece si giustificò inutilmente.
"Dov'è che ho sbagliato stavolta? Ho ucciso il mercenario, senza farmi vedere."
"Leggi bene le carte e guarda cosa dovevi fare dopo." Sbottò Malik. Odiava ripetere le stesse cose. Specie ad Altair, che disprezzava ogni giorno di più. Una vita non sarebbe bastata per perdonarlo.  Non c'era cellula del suo corpo che non dicesse la stessa medesima cosa.
-Ti ha tolto chi ti è caro, ti ha fatto perdere un braccio. Bastardo, bastardo.- E via, con altre imprecazioni più colorite.
Altair fissò le carte per un altro minuto, fino a che non parlò.
"Mi stai prendendo in giro forse?"
"Quelli erano gli ordini e tu come al solito non li hai seguiti." Malik poggiò il mento alla mano.
"E secondo te salvare un gatto è una missione?"
Il silenzio piombò nel bureau. Malik si pinzò il naso con le dita, guardando altrove. Altair capì che l'uomo lo stava leteralmente prendendo in giro.
"Fratello questo è un colpo basso."
"Si, ma mi è d'intrattenimento." Disse Malik, con voce totalmente apatica.
"Ti è d'intrattenimento il fatto che mi affidi stupidi compiti, o non sai più come mi devi far perdere tempo, eh Malik?"
Altair strinse le carte, buttandole sopra il banco, ridotte ormai a carta straccia.
Malik non fece una piega. La sua espressione era sempre più disinteressata. Altair se ne sentiva in colpa. Ogni maledetto giorno si malediceva per ciò che aveva fatto. Però cosa poteva fare ormai, guardare Malik diventare sempre più sofferente? Guardarlo scurirsi sia nell'animo che nel cuore? Non era suo dovere come fratello, come amico, riportarlo un pò alla vita?
"Malik guardami." Disse all'improvviso Altair. I suoi occhi dorati bruciavano.
Malik non si voltò.
"Perchè non te ne vai? Averti tra i piedi è alquanto seccante."
"Guardami."
Malik rise amaramente. "Non è la risposta che mi aspettavo. Guardarti mi da il voltastomaco, come te lo devo dire?"
Strinse l'unica mano, così forte che gli si sbiancarono le nocche.
"Vattene via..." Gli disse, con un filo di voce.
"No, prima degnami di uno sguardo. Se sei un uomo, se sei mio fratell..."
"TU NON SEI MIO FRATELLO! NON SEI NESSUNO! SEI SOLO FECCIA! SEI DIVENTATO UN ESTRANEO DA QUANDO HAI DECISO DI NON AIUTARE ME E KADAR QUEL GIORNO!" Urlò Malik, con tutto il fiato che aveva in corpo.
Ecco, aveva riversato tutta la sua rabbia su di lui. Ma non si sentiva affatto meglio. Un dolore sordo cominciò a pulsargli là dove mancava l'arto, le lacrime scorrevano copiose sul suo viso. La gola bruciava e per l'impeto della confessione il suo cuore pareva volesse uscire dalla gabbia toracica.
Perchè gli provocava tutto questo?
Altair abbassò la testa. L'ombra del cappuccio gli celò totalmente il viso.
La pioggia aveva cominciato a cadere fittamente. Quando cadde un fulmine, la sua luce illuminò il bureau. Malik alzò la testa. Altair se n'era già andato.
  
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