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Autore: xenascully    03/06/2011    5 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia non mi appartiene, è una traduzione dell'omonima storia di xenascully (potete trovarla su FanFiction.net). I personaggi di questa storia come la serie a cui appartengono non sono miei, né sono usati a scopo di lucro.                                                         

                                                                                                                        All The King’s Horses

                                                                                                                              11 00 11 00 11

L’Agente Molto Speciale Anthony DiNozzo uscì furtivamente dall’ascensore e arrivò al suo tavolo, osservato nel mentre da un leggermente divertito Agente Speciale McGee.

“Buongiorno, Tony.” Salutò l’Agente più giovane con un lieve sogghigno. “Sei in ritardo.” Puntualizzò, anche se era ovvio che l’Agente Anziano ne era già pienamente consapevole.

“Di cinque minuti, Pivello. Non incominciare; ho avuto una mattinata incredibilmente oscena. Dov’è Gibbs?” Chiese mentre riponeva il suo zaino di fianco al tavolo e sprofondava nella sua sedia accendendo il computer. “MTAC*?”

“No, non l’ho visto stamattina.” Replicò McGee. “Oscena? Qual è il problema; hai avuto un’esperienza alla ‘Coyote Ugly’?” Sorrise.

“Coyote Ugly equivarrebbe comunque a più azione di quella che tu mai vedrai, McPeggioriamolasituazione. Comunque no, non ha niente a che fare con quello. E cosa vuoi dire con ‘non l’ho visto’? La sua macchina è giù nel parcheggio.”

Tim corrugò le sopracciglia. “Beh, sono qui da più di un’ora, e lui qui non c’è stato e nemmeno giù in laboratorio da Abby…”

“Hai provato il suo cellulare?”

“Non ho davvero una ragione per disturbarlo per il momento…Perché sei così ansioso di trovarlo? Questa è la tua occasione perfetta per riuscire a scamparla di essere arrivato in ritardo.”

“Come se una stupidaggine come il non avermi visto arrivare significhi per forza che non lo sappia.” Sbuffò. In quel momento, l’ascensore suonò e ne fuoriuscì Ziva, con un aspetto disordinato mentre si affrettava a raggiungere il suo tavolo. “È bello sapere che almeno non sono l’ultimo ad essere arrivato a lavoro oggi.” Sogghignò Tony.

“Scusa.” Disse lei sedendosi al suo tavolo. “Non avevo previsto di essere attaccata da un cane durante la mia corsa mattutina.”

“Oh mio Dio, Ziva, stai bene?” Chiese McGee alzandosi per avvicinarsi al suo tavolo con un’espressione preoccupata in viso.

“Sto bene, McGee.” Disse lei, alzando lo sguardo su di lui da dov’era seduta, guardando poi Tony, che aveva reagito esattamente come il collega avvicinandosi per osservarla meglio. “Il cane, tuttavia, non è altrettanto fortunato.”

“Cos’hai fatto al cane?” Chiese Tony.

“Oh Dio…qualsiasi cosa tu gli abbia fatto, non permettere che lo sappia Abby.” La avvisò McGee.

“Che io sappia cosa?” Abby Sciuto fece la sua entrata in ufficio.

“Uh…niente, Abby.” Sorrise Ziva.  “Cosa possiamo fare per te?” Chiese, cambiando rapidamente argomento mentre gli altri due Agenti si ritiravano ai loro tavoli.

“Sto cercando Gibbs. Doveva venire giù da me…Beh, non è che doveva, ma in genere lo fa. A meno che non siate davvero occupati con un caso e non stiate aspettando dei risultati da me. Il che è piuttosto raro, onestamente…Non- non che non siate mai occupati con un caso! Ma che non abbiate bisogno di me per qualcosa mentre siete anche occupati con un caso-”

“Abby!” Tony pose fine al suo discorso incoerente.

“Scusa…Ma comunque, sì. Gibbs passa sempre da me per quest’ora…è solo un po’ strano, ecco.”

“Sei sicuro che non sia in MTAC o con Vance?” Chiese Tony a Tim.

“Piuttosto sicuro.” Replicò McGee. “Non c’era niente di programmato in MTAC, e anche Vance è passato a cercarlo qui.”

Tony cominciò a sentire le budella che gli si contorcevano. Si avvicinò al tavolo di Gibbs e rapidamente lo analizzò. “Non è stato qui.” Concluse. “Niente caffè vuoto nel cestino. Il tavolo non è stato toccato da ieri sera.”

“Come fai a dirlo?” Chiese Tim.

“Perché sono un bravo osservatore.” Ritorse lui. “Parte del mio lavoro.” Lo fissò ferocemente per un momento. Tim abbassò gli occhi; vergognandosi di non essersene accorto lui stesso. “La sua macchina è nello stesso parcheggio di ieri. Non è andato a casa?”

“Ha detto che sarebbe andato a casa intorno alle 1900.” Disse loro Abby. “È passato in laboratorio per salutarmi. Aveva lo zaino e tutto.”

“Ora basta; lo chiamo.” Tony ritornò al suo tavolo e prese in mano il telefono, digitando il numero di Gibbs. Dopo un momento, incontrò gli occhi dei suoi compagni. “Va dritto in segreteria.”

“Nessuno risponde a casa sua.” Disse loro Ziva mettendo giù il suo telefono.

“Gibbs non spegne mai il suo cellulare.” Disse Abby, preoccupata. “Eccetto durante un anniversario, e oggi non ce n’è nessuno…”

“McGoo, puoi farci vedere le telecamere di sicurezza?” Tony aveva il cuore che batteva all’impazzata ormai. “Le 1900 è l’ultimo momento in cui è stato visto; in laboratorio da Abby. Incomincia con l’ascensore di quel piano.”

Registrazioni in bianco e nero apparvero sullo schermo del computer di Tim e Tony si chinò sul tavolo, una mano appoggiata sul bordo, l’altra sullo schienale della sedia di McGee, per guardarle attentamente. Ziva e Abby erano alle loro spalle anche loro intente ad osservare.

Ed eccolo, Gibbs comparve nel video mentre si dirigeva verso l’ascensore. Aveva in mano un bicchiere di caffè preso nella saletta per la pausa, notò Tony. Premette il bottone dell’ascensore con la mano libera, poi si aggiustò lo zaino in spalla mentre aspettava. Una volta entrato in ascensore, McGee cambiò telecamera, e Gibbs poté essere visto mentre prendeva un lungo sorso dal suo caffè prima che le porte si chiudessero e la telecamera cambiasse.

“Questo è il seminterrato.” Verificò Tim quando le immagini ricominciarono. L’ascensore si aprì e Gibbs ne uscì. Si fermò un momento, guardandosi attorno, poi finì il suo caffè e lo gettò nel bidone delle immondizie accanto alle porte dell’ascensore.

Tony strinse gli occhi quando Gibbs si passò una mano sul viso e sbadigliò, scuotendo la testa come per svegliarsi.

“È stata una lunga giornata.” Commentò Ziva.

“Mmhm.” Replicò Tony, brevemente. Una volta che Gibbs scomparve dalla telecamera, Tim la cambiò ancora, spostandosi su quella nel parcheggio. Videro Gibbs uscire dalla porta e dirigersi verso il parcheggio. Sembrò inciampare sui suoi stessi piedi, riguadagnando l’equilibrio per un momento prima di appoggiarsi al bagagliaio di una macchina lì accanto.

“Cos’ha che non va?” Chiese McGee.

“Quella è più di semplice stanchezza.” Concordò Ziva.

Guardarono con orrore come Gibbs collassò a terra. E improvvisamente, da fuori la visuale della telecamera, comparve un uomo mascherato che con disinvoltura sollevò l’Agente Supervisore, e lo portò via.

“Altre telecamere, McGee.” Disse Tony studiando attentamente lo schermo.

“Le altre telecamere erano spente per manutenzione ieri sera fra le 1800 e le 2100.” Fece rapporto Tim, con riluttanza.

Tony si raddrizzò e si passò nervosamente una mano fra i capelli, afferrandoli da dietro frustrato. I suoi colleghi era spaventati quanto lui. Lasciati senza parole da quello che avevano appena visto…

…Gibbs era stato rapito…

                                                                                                                           11 00 11 00 11

*MTAC sta per Multiple Threat Alert Center, ovvero il Centro Allerta Minacce Multiple la sala al piano di sopra dell’NCIS.

Ed eccoci qua con la nuova storia, come sempre fatemi sapere cosa ne pensate e se avete per caso dei suggerimenti per la traduzione! XD

  
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