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Autore: Envy99    04/06/2011    4 recensioni
-Perchè mi hai salvato?
-Non è il momento Envy!
-Non avresti dovuto salvarmi a rigor di logica!
-Smettila!
-Non avresti dovuto metterti nei casini per me!
-Aaah piantala!
-Non avresti dovuto baciarmi!
-ENVY!
Torno dopo 3 anni con un'altra storia!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Envy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era dal 2008 che non scrivevo! Mmmh....ok....buona lettura...!
Si, so quanto siate stupite dalla mia agghiacciante abilità nello scirvere le introduzioni.
Ah già: storia tratta da Brotherhood...è possibile che per renderla plausibile ci sia qualche piccola imprecisione...nulla di che comunque.



-Com'è umiliante!-

-...è così deprimente che io sia invidioso di voi miseri esseri umani-

Umiliante.

Le lacrime che mi scendevano dagli occhi, quegli occhi così grandi e sporgenti, su quel corpo troppo piccolo e deforme.
Tutti mi guardavano, sembravano aver pena per me.
Agli umani basta vedere qualche lacrima, un po' di autocommiserazione per cambiare idea su qualcuno.
Quanta frustrazione nel ricevere quella compassione che ogni singola fibra del mio essere non desiderava!
Quanto disgusto nello scoprire che mentivo e che ho sempre saputo di mentire a me stesso.
Siamo davvero venuti al mondo solo per soffrire?
L'unica che ha avuto il coraggio di essere sincera è stata Lust. Lo ripeteva sempre, voleva solo essere una donna normale, un essere umano, magari avere una famiglia e dei bambini.
Greed voleva solo degli amici.
Io? Io ero troppo falso per ammettere che la mia invidia era rivolta verso coloro che più odiavo.
Se fosse stata solo gelosia l'avrei ammesso, ma l'invidia è gelosia alla quale si aggiunge l'odio, e ha logorato il mio essere.
Non ricordo nemmeno com'ero prima di diventare così.
Se veniamo da un essere umano, la nostra ragione d'esistere è solo sperare di tornare a quella forma originaria e, visto e considerato che non possiamo più riaverla indietro, finiamo per odiarla. Lei e tutti i suoi simili.
Quelli che hanno ciò che noi non possiamo avere.
Quella forza, quella capacità di risollevarsi e di non arrendersi.
Forse sono stato io il primo a nascere perchè, in effetti, c'è un po' di invidia in tutti noi homunculus. In ogni peccato che rappresentiamo, c'è sempre l'invidia verso gli esseri umani.
Allora, sono io quello che ha sofferto di più?

La cosa più orribile è che sono stato messo a nudo proprio da lui, dal piccoletto.

-Questo è più di quanto io possa sopportare-

Sono morto?
Che rabbia, non ricordo quasi nulla. La testa pulsa così tanto che sembra voler scoppiare.
Sto male, allora sono vivo?
Mi era passato per la testa di farla finita, ma anche questo mi aveva fatto arrabbiare come non mai, perchè non riuscivo a tirarmi su e a dimostrare la forza che mi vantavo di avere.
Loro non volevano che io morissi in modo tanto disonorevole. Bruciato vivo.
Hanno fermato Mustang, ora ricordo.
Sarebbe bastato un secondo perchè io morissi, piccolo e debole com'ero.
Ricordo di essermi sentito sollevare da terra e di essere stretto da qualcosa. Era l'automail del piccoletto.
Mustang era ancora sul piede di guerra, ordinava ad Acciaio di consegnarmi, con quegli occhi da pazzo.
-No!-
Gli aveva disobbedito. Mi girai a guardarlo, non capivo.

Un senso di nausea mi pervase. Venivo agitato a destra e a manca. Era scappato e io ero ancora nelle sue mani mentre correva.
Anche per questo odio quell'aspetto, è vulnerabile.
Tutto inizia a farsi buio. L'ultimo ricordo sta affiorando nella mia mente. Sono stato lanciato verso quegli esseri bianchi, quegli homunculus mal riusciti. Ebbi l'impressione di essegli stato dato in pasto. Si avventarono su di me e poi
buio.

-------

Finalmente mi sveglio. Sono vivo allora!
Poco importa in questo preciso momento, dato che non so che piega stia prendendo la mia vita.
Non so dove sono, la stanza mi è nuova. Semplice, impersonale, sembra quella di un albergo.
-Ti sei svegliato allora! Pensavo fossi morto ad un certo punto-
Quella voce! La mia mente non vuole crederci, ma quel poco che posso vedere si impone ad essa senza lasciare spazio ad equivoci. Era il piccoletto.
La situazione era talmente paradossale che non sapevo cosa dire.
Non avevo la più pallida idea di dove fossi, ero steso a letto ed ogni centimetro del mio corpo mi doleva a tal punto da farmi desiderare di non essermi mai svegliato. Per coronare questo delizioso quadretto, lui! Che ci faceva lui su una sedia di fianco al letto?
Pensai subito di essere stato portato lì per poi essere giustiziato. Quella donna bionda, Hawkeye, aveva detto che non voleva lasciarmi in vita, pur impedendo a quel colonnello schizzofrenico di ammazzarmi lì, bruciandomi vivo. Quello doveva essere il pensiero di tutti. Gli umani, per quanto male uno possa aver fatto, ritengono che ci siano sempre modi troppo "immorali" per uccidere un condannato a morte.
Un calore inusuale mi pervade la fronte, il piccoletto mi stava sentendo la temperatura. Quanta confidenza! Cercai di scansarlo ma, con mia sorpresa, non riuscii ad alzare la mano. Mossi appena il capo per evitare che quel contatto si prolungasse e per non guardarlo.
Troppa premura per uno che deve essere ucciso.

Un attimo.
Non sono riuscito ad alzare la mano!
La mano! Non una schifosa zampa verdastra! Una mano!

-Che mi è successo? Sono dinuovo io!- mi precipitai a chiedere.
Malgrado tutto consideravo quell'aspetto come il vero me stesso. Ne andavo fiero perchè l'avevo scelto io. Gli umani spesso non si piacciono o cose del genere, io ho potuto scegliere. Questa piccolezza mi dava un leggero senso di superiorità, anche se alla fine serviva solo a consolarmi.
Mi guarda con un leggero sorriso. Non capisco se sia sincero o di scherno. Mi irrita che non mi abbia risposto immediatamente, era una domanda importante!
-Ti ho fatto assorbire gli homunculus che rimanevano, ma non sono comunque abbastanza. Il tuo corpo si è ricreato, ma sta facendo fatica ad adattarsi.-
Mi risponde tranquillo come non l'ho mai visto, in mia presenza almeno.
Resto un attimo fermo. Immobile sia con il corpo che con la mente. Ero stato salvato una seconda volta. La prima era per merito mio e per l'ingenuità di quella piccola ragazzina. Ma ora? Che motivo aveva di salvarmi? Lui poi!
-Adattarsi?-
Sospira e allunga una mano verso il mio addome. Mi tocca la pancia e spinge leggermente verso il basso, sento un dolore incredibile, lasciandomi sfuggire un urlo.
-Vedi?-
Se potessi lo riempirei di pugni, ma mi devo limitare ad urlargli dietro.
-VEDI?? Ma sei stupido!? Ci arrivo da solo a capire che ho male ovunque, grazie!-
Diverita, si, la sua faccia era visibilmente divertita ed irritante.
Indica il punto che aveva toccato. Non mi avrebbe mai fatto male se fossi stato in condizioni normali, non avrebbe fatto male nemmeno ad un bambino.
Guardai il mio addome e vidi un segno rosso. Di solito ci vuole un colpo molto forte per far arrossare la pelle a quel modo, era davvero bastata solo quella pressione?
Non spariva e la cosa mi fece raggelare il sangue.
-Ora come ora non hai nemmeno l'ombra delle capacità rigenerative che avevi prima. Per riaverle avresti dovuto assorbire più homunculus, ma non cen'erano più. Se la prima volta ti fossi trattenuto e non ne avessi fatti fuori così tanti, ora non staresti così!-
Sa benissimo che mi sta infastidendo, e continua proprio per questo.
-Ora è anche colpa mia? Mustang? Ti dice nulla questo nome??-
-Hai ucciso un suo compagno, il suo migliore amico- il suo viso si incupisce -Poi hai solo peggiorato le cose con quella scena.- si riferiva a quando presi l'aspetto della moglie di quell'uomo.
-Non ci arrivi, non ci arrivi proprio.- queste parole sono l'inizo di una confessione che mai e poi mai avrei dovuto fare a lui, ma ormai, che ho da perdere?
-A cosa? A cosa non arrivo?- è abbastanza perplesso, forse io lo sono di più perchè stiamo parlando come fossimo vecchi amici.
-Sinceramente, secondo te a che mi serviva dire quelle cose? A che serviva far intendere a quello schizzato che ho anche preso l'aspetto della moglie per uccidere quell'uomo? A nulla no?-
-Io...- tentenna un po' -io credo che tu l'abbia solo fatto arrabbiare di più. Ma se lo sapevi, perchè...-
Non lascio che finisca la frase -Perchè volevo che mi odiasse ancora di più!-
Il suo sguardo passa da perplesso a sconcertato, non capisce più quello che sto dicendo.
Continuo senza nemmeno pensare a ciò che potrà dirmi -Tanto le cose non potevano prendere un'altra piega, giusto?- un tono di scherno si impossessa della mia voce, sono infastidito da me stesso.
-Odio le sfumature di grigio! Le cose non sono o bianche o nere, questo lo so, ma l'incertezza mi dà il voltastomaco! Se non c'è nessuno a volermi bene, allora meglio che mi odino tutti, almeno non sarò stupito quando cercheranno di uccidermi!-
Sorride, so perchè sorride!
-Volevi farla finita, ma non ti andava di essere tu quello che doveva prendere la decisione finale, era meglio se ti avessero ucciso. Almeno non saresti apparso come il codardo che scappa dalla realtà della vita suicidandosi!-
Colpito nel segno. Fisso per un attimo i suoi occhi, tanto diversi dai miei. Perchè i suoi e quelli di tutti sembrano sempre più veri dei miei? Per quanto cerchi di nasconderlo, tradiscono ogni suo sentimento. Gli umani si capiscono anche solo con gli occhi. Se fossi uno di loro non credo che avrei bisogno di parlare. Ormai è da così tanto che desidero avere quel potere, quella forza di esprimersi, che capisco tutto quello che provano queste creature anche solo incrociando il loro sguardo.
Sento che inizio a riacquistare la sensibilità alle dita, ma non è così importante.
-Piangevi- un'unica umiliante, piccola parola. Gli esce dalle labbra allargate in un sorriso comprensivo. Se non avessi avuto quella forma mentre piangevo, mi sarei sentito sprofondare. Il patetico si addice di più ad un mostriciattolo verdastro.
-Non hai mai pianto con l'aspetto che hai ora. Paradossalmente riesci ad essere più umano quando non sei in forma umana.-
Davanti a quella verità, riuscii solo ad urlargli dietro -Smettila! Non mi serve la tua pietà! Questi sentimentalismi mi fanno schifo! E poi perchè mi hai salvato? Ho fatto del male anche a te, no?-
-Non volevo che morissi.- Non disse altro. Niente di più e niente di meno. Perchè? Ora ero io a non capire più nulla.
Lo vedo alzarsi dalla sedia e andare verso una piccola scrivania in legno appena sotto la finestra. La luce filtra dalle fessure del balcone, illuminando il pulviscolo nell'aria. Piccoli puntini che danzano e sembrano rincorrersi. Per un momento, fissare quell'immagine mi ha dato un grande senso di pace, come se non fosse mai successo nulla di male. No mi ero mai concentrato sui dettagli attorno a me, non capisco perchè lo sto facendo proprio ora.
Torna verso di me con un vassoio, non mi ero nemmeno accorto che l'aveva sollevato dalla scrivania.
-Devi mangiare. Non puoi più rigenerarti quindi dovrai ristabilirti come gli esseri umani. Avanti!- dice portandomi un pezzo di pane alla bocca.
Avevo fame ed era strano. Sotto il mio naso passa un profumo delizioso, ma non ho intenzione di essere imboccato come un marmocchio.
Volto la testa guardando nella direzione opposta alla sua, ma sento su di me il suo sguardo. E' pesante, come se avessi un peso sulla schiena, è come quello di una madre alle prese coi capricci di un bambino. Paradossalmente avverto questo trattamento con molta meno umiliazione rispetto a ciò che era successo quando stavo in quel sotterraneo con Mustang, Scar e gli altri.
-Ti ho detto che devi mangiare!- la sua voce è più autoritaria. Mi giro e lo fisso con aria imbronciata -NO!- che senso ha mangiare? Debole come sono per i suoi amichetti militari sarà più veloce la mia esecuzione!
-Ti ho detto...- lo interrompo urlando nuovamente.
-NO! CHE SENSO HA, ME LO SPIEGHI? Tanto è solo questione di tempo perchè tu mi consegni all'esercito! Quanto ci vorrà per uccidermi, due? Tre secondi? Sarei alla mercè anche di un bambino! Dato che avevi capito che volevo andarmene e che io sono considerato un condannato a morte, avresti potuto esaudire il mio ultimo desiderio lasciandomi morire là!-
-Esercito?- domanda con aria di sufficienza premendomi un pezzo di pane sulle labbra.
-Non ho mai detto di averti salvato per consegnarti all'esercito. Se era questo quello a cui pensavi bastava dirlo subito e avrei chiarito.-
Non capisco più nulla, mi dà ai nervi. Spinto dalla fame addento il pane che era ancora premuto sulle mie labbra. Involontariamente, ma non del tutto, mordo appena anche il suo dito.
Si lascia sfuggire un flebile urlo mentre io mastico soddisfatto.
-Ahi! Cazzo è già la seconda volta che mi mordi!- dice agitandomi davanti alla faccia l'indice sinistro fasciato da un cerotto.
Mi fermo un attimo a pensare. Ah si, ora ricordo! Continuava a stringermi tra le mani e l'automail non era di certo confortevole, appena mi si avvicinò la mano buona colsi l'occasione per morderlo. Che frignone! Come se gli avessi fatto più male di tante altre volte!
Sorrido divertito, se lo merita, ma in fondo mi ha salvato la vita.
Infastidirci a vicenda ci diverte troppo, è evidente. Gli mostro la lingua canzonandolo, mentre lui mi preme dinuovo sulla bocca un altro pezzo di pane.
-Mangia e sta zitto, brutto ingrato!-
Tenendo gli occhi piantati nei suoi in segno di sfida non faccio complimenti e mangio anche quello.
Mentre ritira la mano le sue dita sfiorano le me labbra inumidendosi leggermente. Distogliamo immediatamente lo sguardo. Perchè questa sensazione?
Vedo che sta ancora facendo finta di nulla guardando altrove mentre, a fatica, mi appoggio sui gomiti e sollevandomi mi metto a sedere.
-Che male!- esclamo cercando di sviare il discorso.
-Non so quanto ti ci vorrà per rimetterti completamente...-
E poi? Che programmi ha per quando mi sarò rimesso? Per quello che ne sa potrei ucciderlo, anche se guardando la situazione attuale è più realistico pensare al contrario.
Vedendo che riesco almeno a stare seduto, mi poggia il vassoio con il cibo sulle gambe -Finisci tutto!- Roteo gli occhi davanti all'ennesimo ordine da mammina.
Mentre mangio si dirige verso la scrivania, si toglie la giacca nera appoggiandola su una sedia. Resta con la maglietta, apre i balconi venendo illuminato dalla luce rossastra del tramonto. Una leggera brezza entra dalla finestra facendo ondeggiare i suoi capelli.
Finisco di mangiare e lascio il vassoio sul comodino. Lui, dopo averlo portato dov'era prima, si siede sulla sedia che era sempre stata di fianco al mio letto tenendosi la fronte con una mano.
-Che hai?- gli domando
-Niente, lascia stare.- non è molto convinto.
-Sei preoccupato, vero? Che farai quando io mi sarò rimesso? Cosa pensi che diranno gli altri sapendo che mi hai portato via?-
Alza lo sguardo su di me, mi fissa e sbuffa.
-Al lo sa già. Ha trovato una scusa coi militari ed il tenente Hawkeye ha calmato Mustang. Mio fratello ha giustificato tutto col fatto che avessi capito che Mustang voleva ucciderti sul serio lì e che, dato che tutto il protocollo prevede che tu abbia un processo regolare, ti avessi portato via per questo. Un po' troppo corretto da parte mia, lo ammetto, ma regge.-
Ascolto con attenzione le sue parole, ma continuo a non capire perchè stia facendo questo per me.
-E...- cerco di continuare il discorso ma lui mi si avvicina guardandomi negli occhi. Poggia le mani ai lati dei miei fianchi sul letto, portando il suo viso ad una trentina di centimetri dal mio -Basta così per oggi!- esclama sospirando -Vado a farmi una doccia! Tanto non c'è pericolo che tu ti possa muovere!- Sinceramente non mi va nemmeno e, in effetti, non riesco ancora a muovere le gambe. Sento il suo respiro arrivarmi sulle guance, è stanco.
Si alza e si dirige velocemente verso il bagno, chiudendo la porta dietro di se.




Oook...fine primo capitolo. Gli altri sono già pronti, perchè so quanto sia brutto vedere una storia interrotta, quando magari si vuol vedere come va a finire.....nel remoto caso che esista un essere al quale possa interessare questa! Spero vi sia piaciuto almeno il primo capitolo! Alla prossima!


  
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