Lasciarsi… per poi ritrovarsi
Lo
sapevo… lo sapevo ancora prima che ricominciasse
tutto, eppure ora ero lì, sotto la pioggia a piangere come uno stupido.
Ed
era esattamente come mi sentivo io.
Uno
stupido.
Sapevo
che se ne sarebbe andato via, di nuovo… allora perché?
Perché
faceva ancora così male il mio petto?!
Avrei
dovuto saperlo, avrei dovuto prepararmi al fatto che
sarebbe di nuovo partito… ma nulla.
Nel
profondo del mio cuore… non lo so nemmeno io.
Forse speravo
in un miracolo.
Forse
speravo che per qualche strano motivo rimanesse… questa volta per sempre.
Ma
non era stato così.
I
miracoli non esistono o, se esistono… non
succedono a me.
Questo
era quello che pensavo.
Quella
sera piansi come mai avevo fatto in tutta la mia vita.
Piansi
anche più della prima volta che se n’era andato.
Non
sapevo come fermare quelle lacrime che cadevano copiose, senza freno.
Così
piansi, ininterrottamente.
E
così mi trovò Hermione, quando arrivò a Grimmauld Place, la
mattina dopo: con il viso rigato di lacrime, rannicchiato in un letto ormai
troppo grande per me da solo.
Avvertii
la sua presenza, ma non alzai la faccia, non volevo farmi vedere in quello
stato.
Lei
entrò e mi venne incontro.
Mi
accarezzò prima una guancia e poi l’altra asciugandomele poi,
senza proferire parola, andò in cucina.
La
sentii trafficare con pentole, piatti e posate, ma la
mia mente era come ovattata.
Riuscivo
a vedere solo un volto.
Potevo
sentire solo una voce.
Avvertivo
solamente il suo profumo che ancora aleggiava leggero nella stanza.
Il suo
volto apparve nitido nella mia mente come se lo avessi appena visto: i suoi
capelli biondissimi e lisci, i suoi occhi così magnetici, il suo modo di
fare dolce, il suo tocco lieve ma pieno d’amore.
Ricominciai
a piangere ancora più disperatamente di prima.
Mi
mancava… maledizione, se n’era andato via da pochissime ore ed io
già morivo per la sua assenza.
Arrivò
Hermione, con un vassoio di roba da mangiare.
Non
avevo nemmeno la forza di parlare, altrimenti le avrei
chiesto che cosa pensava che avrei fatto con quel cibo.
Sicuramente
non avrei mangiato.
Il mio
stomaco era in uno stato davvero pietoso.
Un
groviglio unico.
La sua
voce dolce mi arrivò lontana, tanto che dovetti fare attenzione per ascoltare
e recepire quello che mi disse.
-
Harry…
mangia qualcosa, per favore… e non dire di no. Guarda che ti lego alla
sedia piuttosto!-
Per la
prima volta alzai gli occhi per guardarla in faccia: gli occhi
brillavano di determinazione, ma soprattutto stillavano apprensione e
tristezza.
Le
sorrisi lievemente… dopotutto perché no?
Se riuscivo a mettere nello stomaco qualcosa non mi sarebbe mica
successo niente di male, no?
Lei
rimase lì a guardarmi, mentre spiluccavo qualcosa qua e la di quello che
mi aveva preparato.
Quando
finii portò via il vassoio poi prese una poltrona e la mise al fianco
del mio letto e vi si sedette.
La
guardai male.
Volevo
restare solo.
Hermione
sorrise e rimase lì.
Incrociò
le gambe in segno di comodità e per farmi capire che non se ne sarebbe
andata via tanto presto.
Cosa
voleva?
Non
capiva che volevo solo stare da solo, nel mio maledettissimo dolore?
Nonostante i miei pensieri fui io ad interrompere il silenzio.
Non lo
sopporto, se c’è qualcun altro nella stessa stanza con me.
-
Perché sei qui, Herm?-
La mia
voce era bassa e roca. Segno che non usavo le corde vocali da un po’ troppo
tempo.
-
Perché
sono la tua migliore amica… e perché me lo ha chiesto lui.-
Sbarrai
gli occhi a quelle parole.
-
Come?
Perché?! Quando te lo ha
detto?-
-
Poco prima che partisse, ci siamo incrociati senza volerlo e mi
ha chiesto di starti vicino.-
Di nuovo le lacrime ebbero il sopravvento e mi rimisi a
piangere come un bambino di cinque anni.
Lei sorrise.
-
Harry…
ti va di ascoltarmi?-
Nonostante tutto annuii con la
testa.
Non so perché lo feci, ma la sua voce calma e
dolce leniva, anche se per poco, la ferita del mio
cuore.
-
Dimmi…
perché piangi?-
Ora la guardai sconvolto.
Era diventata scema?
Come poteva chiedermelo?
-
Che domanda è?-
-
Rispondimi.-
-
… perché se n’è andato.-
-
Ma lo sapevi, non è vero? Te lo aveva detto che sarebbe di nuovo partito.-
-
Si, lo so… ma… ma… oh, Hermione! Anche
se lo sapevo mi ha fatto male lo stesso, ok?!-
-
Per
me è ok… ma per te?-
Di nuovo la osservai basito.
Aveva capito.
Aveva capito che ero arrabbiato con me stesso perché
piangevo nonostante lo sapessi.
-
Io…
mi sento un stupido. Proprio perché lo sapevo non dovrei piangere. Me ne dovevo fare una ragione.
Sapevo che non sarebbe rimasto, eppure ora sono qui, a piangere come una donnetta isterica!-
Lei rise lievemente.
Poi mi guardò, sempre con quello sguardo calmo e
dolce.
-
E
chi ha detto che piangere sia sbagliato, Harry? Sai perché
piangi? Perché lo ami veramente. E questa è la cosa più bella.-
-
Come
puoi dirlo? Se n’è andato! Non lo
rivedrò mai più! La persona che è per me come un angelo è andata via e tu mi dici che è bello
che io lo ami veramente?!-
-
A
quanto mi risulta, non si è trasferito in un altro pianeta.-
-
No
certo… solo dall’altra parte del mondo…-
-
Non
esagerare adesso. Non dovresti disperarti così tanto,
sai?-
-
Perchè
no? Mi ha detto addio, Hermione. Mi ha detto addio mia piccola dolce rosa… sai cosa vuol dire? Che non lo rivedrò mai più!-
-
E perché mai? Solo perché
lui non verrà mai più qui?-
-
Solo…?
Solo?!-
-
Esatto.
Solo. Và tu da lui.-
Sbarrai gli occhi e sorpresa fu tanta che smisi addirittura
di piangere.
-
Ma ti rendi conto di quello che mi stai dicendo? Andare…
IO da lui? Sai che non posso!-
-
Cosa te lo impedisce? Nn mi sembri legato con una catena a
questa casa, o a questa città.-
-
Ma… ma…-
-
Ma cosa? Harry… io sono la tua migliore amica,
giusto? - accennai un si con la testa, - Bene. In
quanto tale è mio dovere aiutarti, soprattutto i
queste situazioni. Vai da lui. Hai paura, forse? Fai una
pazzia… per amore si fanno tante cose, la maggior parte sciocche. E
a me questa idea sembra tutto fuorché sciocca.-
Per un tempo che mi parve interminabile, scese il
silenzio nella camera.
La mia mente stava elaborando quell’ipotesi
così impossibile, improponibile, avventata… così maledettamente
invitante.
Ancora una volta lei mi sorrise.
-
Se davvero lui è il tuo angelo e tu sei la sua piccola
dolce rosa… non vedo perché dobbiate stare lontani. La prima volta
che se ne andò non fu per sua scelta ma per
problemi familiari. Nulla ha ostacolato il vostro sentimento, se ancora vi
amate nonostante la distanza. Allora.. perché non
vai da lui?-
-
Perché devo finire la scuola, Hermione. Perchè non posso
andarmene in giro per il mondo come mi pare. Sono solo un ragazzo!-
-
La
scuola… Harry. Siamo all’ultimo anno. Ed
anche lui quest’anno la finirà. Vai da lui, vallo a trovare. Poi,
quando potrete fare come volete, stareste assieme. Ma
fino ad allora incontratevi ogni volta che potete. Siete
vivi, avete la possibilità di vedervi… perché non farlo?-
Dopo quelle parole, una nuova luce cominciò ad
illuminare il mio cuore.
Hermione aveva ragione.
Dovevo solo resistere ancora un
po’, poi avremmo sistemato tutto, io e lui.
Le sorrisi, finalmente.
E lei ricambiò.
Andai da lui durante le mie vacanze di Pasqua.
Era felicissimo, mi disse che
non si aspettava di vedermi più.
Gli dissi quello che mi aveva detto Hermione, che dopo
la scuola avremmo potuto stare assieme.
Lui era contentissimo, quasi più di me.
Con il ricordo dei suoi bellissimi sorrisi e di tutti i
momenti magici che avevamo passato riuscii a resistere fino alla fine della
scuola.
Quando potemmo fare di testa nostra
ci mettemmo insieme seriamente.
Fu più difficile del previsto, i suoi non
volevano che stesse lontano da loro.
Comprensibile.
Dopotutto eravamo entrambi giovani.
Però avevamo accanto a noi tutti i amici ed il nostro amore.
Così riuscimmo a coronare il nostro sogno.
Ora viviamo insieme.
Lui lavora, mentre io sto studiando per specializzarmi in
medimago.
Ogni tanto andiamo dalla sua famiglia.
All’inizio non mi vedevano di
buon occhi perché avevo allontanato da loro Draco.
Ma ora mi reputano come uno della
famiglia.
Sono felice come non lo sono mai stato.
E tutto grazie ad Hermione.
Non la ringrazierò mai abbastanza.
Quest’esperienza personale mi ha fatto capire una
cosa: finché c’è vita, c’è speranza.
Ho scritto questa storia non per manie di egocentrismo ma solo per fare capire a te che stai
leggendo che nulla è impossibile, se lo si vuole veramente.
Quindi ti do un consiglio: provaci.
Pensa se io non lo avessi fatto.
Avrei perso la stupenda vita che sto vivendo ora.
E non me lo sarei mai perdonato.
Salve
gente…
Allora…
questa ficcy non ha nessuno scopo speciale se non per far stare un po’ meglio
la mia shipperina…
O
almeno era questo il mio intento…
Naturalmente
recensite e commentate se vi piace o meno, se la
pensate diversamente… ma in questa storia, per la prima volta, non m’interessano
le recensioni.
Voglio
solo sapere se sono riuscita nel mio intento…
Quindi,
ele… mi fai sapere se ti è piaciuta?
Ti
chiedo scusa se mi sono presa la libertà di
scrivere queste cose… indi se non ti piace la cancellerò, ok?…
BaX
tvb….
A
presto, gente… ek