Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: RosenQuartz    05/06/2011    4 recensioni
«Non sai che cosa significa l’amore, Gellert. Non lo saprai mai.»
«Sai una cosa, Al? Ho scoperto che, forse, non mi interessa»

La mia primissima Grindeldore sulle note di "I'm Still Standing" di Elton John.
Questa fanfiction ha partecipato al "Musica e Parole Contest" indetto da Medusanoir sul forum di EFP classificandosi prima e al 10 Hours contest indetto da SeleneLightwood sul forum di EFP classificandosi quarta e vincendo i premi "Pensatoio" per il miglior Silente e "Miglior Slash".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





A true survivor










You could never know what it’s like
Your blood like winter freezes
just like ice
And there’s a cold lonely light
that shines from you
You’ll wind up like the wreck you hide
behind that mask you use

«Non sai che cosa significa l’amore, Gellert. Non lo saprai mai.»

«Sai una cosa, Al? Ho scoperto che, forse, non mi interessa» ribatte l’uomo biondo di fronte a me. «Dimmi un po’, giusto per farmi un’idea, davvero credevi che sarei tornato da te?»

«L’ho sempre sperato» sussurro.

«E avevi ragione. Ma non per il motivo che credevi.»

Rabbrividisco. «Come fai ad essere così freddo? Il tuo sangue è freddo come l’inverno. Il tuo cuore non è nient’altro che un pezzo di ghiaccio.»

«Il ghiaccio sarà anche freddo, ma è anche molto difficile da ingannare» risponde ridendo. «Invece tu…»

«Invece io cosa?» gli domando con irritazione. Non posso accettare che sia lui ad accusarmi. Non dopo quello che ho dovuto subire a causa sua. «Avrò anche fatto degli errori, ma almeno ho tentato di rimediare. Almeno, sono stato sincero.»

«Sincero? Tu?! Ma vogliamo scherzare?» riprende a ridere come se abbia appena ascoltato qualcosa di molto divertente. «La tua è soltanto una maschera e presto sarai costretto a toglierla. Non potrai indossarla per sempre.»

«Qui l’unico ad indossare una maschera sei tu. Ma non è in grado di coprire ciò che sei veramente. Tu non sei questo, Gellert. Non sei quello che ti sei costretto a diventare.»

Lo dico con quanta più fermezza possibile, ma non ne sono poi così certo dentro di me. La vita impone di scegliere e lui l’ha fatto. Sono le scelte che davvero dimostrano chi siamo. Non lo dimenticherò più.

La sua voce interrompe ancora una volta i miei pensieri: «Avanti Al! Ancora con questo fatto della luce interiore?»

«La tua non è una luce interiore» gli rispondo stancamente. «Se lo fosse, non mi sarebbe possibile vederla con tale chiarezza.»

«E ti eccita vederla?» chiede maliziosamente. Da giovane adoravo la smorfia che è sul suo volto in questo momento, ma ora mi ritrovo ad odiarla.

«No. Non l’ha mai fatto. Non sono solito eccitarmi per qualcosa di così freddo e solitario» ribatto senza quasi rendermene conto. E’ vero. Se c’è una cosa che di lui non ho mai amato, è proprio questa.

Grindelwald contrae la mascella e impugna la bacchetta.

Non fa in tempo a pronunciare le parole della maledizione che io lo immobilizzo con una fattura.

Lo vedo liberarsi con un incantesimo non verbale giusto in tempo per scansare il mio immediato attacco.

Frusto l’aria con la bacchetta e un fiotto di luce rossa per poco non lo colpisce. Vedo il mio avversario grugnire dal disappunto. Inizia a muoversi con sempre maggiore velocità girandomi intorno e scagliandomi contro maledizioni una dopo l’altra. E’ buffo vedere come anche i maghi più dotati si ostinino a duellare sempre nella stessa maniera. Non posso fare a meno di neutralizzare ogni suo tentativo.

Alla fine lo vedo fermarsi e urlare al cielo: «Sciocco! Non potrai mai sconfiggermi! Senza di me non saresti quello che sei adesso.»

Annuisco. «Su questo hai ragione. Sarei una persona migliore se non ti avessi incontrato. Ma io ho avuto il coraggio di proseguire per la mia strada.»

«Forse dimentichi che sono stato io ad averti lasciato, Albus?» obietta con un’inflessione ironica nella voce. «Mi sei sempre sembrato piuttosto a tuo agio in mia compagnia. Non credo di averti mai sentito dire di stare lontano da te. Anzi, ricordo che semmai mi implorassi del contrario!»

Rimango impassibile. Ha ragione, ma per lui sarebbe una vittoria se lo riconoscessi. Non posso permettermi di farlo. «Se amare è mai stato uno sbaglio, allora riconosco il mio errore.»

Lo vedo esitare un attimo prima di rispondere: «Sei incredibile! Come fai a tirare sempre in ballo l’amore?»

«Perché è l’unica cosa che conta» replico con orgoglio. «E se tu vi avessi dato un’importanza maggiore, ora non saresti per terra a implorarmi di risparmiarti la vita.»

Grindelwald non fa in tempo ad assumere un’espressione sbigottita, che io lo atterro con un incantesimo.

 

And did you think
this fool could never win?
Well, look at me, I’m coming back again
I got a taste of love in a simple way
And if you need to know,
while I’m still standing
you just fade away



 

Mi avvicino a lui con passi lenti e misurati senza mai abbassare la bacchetta.

«Non sono uno sciocco, Gellert. Forse lo sono stato una volta, ma ora non più.»

«Non hai ancora vinto, Albus» mi risponde, ma in realtà mi accorgo di quanto anche a lui stesso suonino false le sue parole.

«Invece sì. Ma tu continua a pensarlo se vuoi.»

«Non puoi essere così felice di avermi battuto» dice a disagio. Pensavi forse che non sarei arrivato a tanto, Gellert? «Allora è questo il grande amore che andavi decantando per me?»

«Io non l’ho mai decantato» ribatto con naturalezza. «Sono sempre stato il più realista tra noi due. Ti ho sempre amato in modo semplice. Mi sono affezionato a te, più che a chiunque altro. Ma è proprio perché ti ho amato più di quanto meritassi che ora sono pronto a lasciarti andare via.»

«Non puoi davvero volermi uccidere» dice sbigottito.

«E non lo farò. Ma tu sarai portato via, mentre io rimarrò qui. In piedi, come sono sempre stato.»


 

(Chorus)

Don’t you know I’m still standing better
than I ever did
I’m looking like a true survivor,
feeling like a little kid
I’m still standing
after all this time
picking up the pieces of my life,
without you on my mind
I’m still standing, yeah, yeah, yeah
I’m still standing, yeah, yeah, yeah

 

Mi siedo per terra accanto a lui, ancora immobilizzato. Gli prendo la bacchetta e me la rigiro tra le mani.

«Troppa fatica stare in piedi?» chiede ironicamente.

Ora lo riconosco. E’ lui il ragazzo di cui mi sono innamorato, quello brillante e divertente in apparenza, ma con un mare burrascoso celato dietro lo sguardo. Non riesco a trattenermi dall’accarezzargli una guancia mentre nella mente mi scorrono le immagini dei tempi passati, quelle di tempi molto più lieti di questo. Momenti che non faranno mai più ritorno.

So che posso lasciarlo andare. So di avere la forza per farlo. Ma è così tremendamente difficile!

Dal modo in cui mi guarda, mi rendo conto di essere un libro aperto per lui. Voglio che sappia che non ho più bisogno di lui. Voglio che sappia che sono io ad aver vinto. «Sai una cosa? In questo momento sono più in piedi di prima» gli riferisco. «Ogni momento che passa, mi sento sempre più in piedi.»

Grindelwald sogghigna. «E questa cosa sarebbe? Una delle tue metafore?»

Non posso impedirmi anch’io di ridacchiare alla sua domanda. «Più o meno» gli rispondo. «Sono un sopravvissuto, Gellert. E’ per questo che sono ancora in piedi.»

«Sei solo un bambino» proclama con sufficienza distogliendo lo sguardo da me.

«Mi sento un bambino» affermo giocherellando con la bacchetta lontano dalla sua portata. «Ma a quanti bambini costa raccogliere i pezzi della propria vita? E per me è ancora più difficile.»

Mi accorgo che le sue labbra si sono piegate in un mezzo sorriso a quella rivelazione. «Non riesci a liberarti di me, giusto?»

«Mi toccherà farlo, prima o poi.»

«Quindi ho vinto io.»

Non ci sono dubbi: in fondo è rimasto proprio come allora. «No» mi sento in dovere di precisare. «Sono io ad essere in piedi, non tu.»


 

Once I never could hope to win
You starting down the road leaving me again
The threats you made were meant to cut me down
And if our love was just a circus
you’d be a clown by now




«Ma non ci speravi» mormora.

«Una volta non ci ho sperato» puntualizzo.

«Quando ti ho lasciato?»

Di nuovo quell’espressione maliziosa. Dovrebbero dichiararla illegale su volti perfetti come il suo. «Ti ho odiato allora. Perché non era la prima volta, ma in quel momento sapevo che non avrei potuto perdonarti di nuovo.»

«Che strano» dice con una falsa espressione meditabonda. «Quando ti minacciavo, riuscivi subito a perdonarmi.»

«Eri incostante, lo sapevo. Il tuo amore era come un circo: si accampava dovunque trovasse posto.»

«E io ero il proprietario del circo?»

«No. Tu eri il clown.»

«E perché mai?» mi chiede, questa volta davvero sorpreso.

«Perché non eri tu a possedere lui, ma lui a possedere te.»

Sbuffa. «Avrei preferito essere paragonato ad una tigre che ad un clown.»

«Oh, no» replico con un sorriso stanco. «Non ti sei mai lasciato addestrare dal tuo amore o non avresti avuto la forza di tradirmi.»

«Mi hai sempre capito troppo bene.»

«Se ti avessi davvero capito, avrei capito che cosa saresti diventato e avrei evitato che accadesse.»

«Sei un mago, non Dio.»

«Avrei voluto esserlo in quel momento» mi sento sussurrare.

So che mi ha sentito, ma non mi importa. Sa che l’ho amato più di quanto meritasse, ma sa anche quanto significhi questa frase al passato. Non sono più suo, così come lui non è mai stato mio. E’ sempre stato un’anima libera ed ora spero di esserlo diventato anch’io.


 

 

Don’t you know I’m still standing better
than I ever did
I’m looking like a true survivor,
feeling like a little kid
I’m still standing
after all this time
picking up the pieces of my life,
without you on my mind
I’m still standing, yeah, yeah, yeah
I’m still standing, yeah, yeah, yeah

Don’t you know I’m still standing better
than I ever did
I’m looking like a true survivor,
feeling like a little kid
I’m still standing
after all this time
picking up the pieces of my life,
without you on my mind
I’m still standing, yeah, yeah, yeah
I’m still standing, yeah, yeah, yeah
I’m still standing, yeah, yeah, yeah
I’m still standing, yeah, yeah, yeah
I’m still standing, yeah, yeah, yeah
I’m still standing, yeah, yeah, yeah

Silente riemerse dal bacile di colpo. Cercò la bacchetta sulla scrivania e la strinse spasmodicamente tra le dita. Recuperato il controllo, si passò una mano sul viso e si accorse delle lacrime che gli rigavano le guance.

Non l’aveva mai dimenticato e mai l’avrebbe fatto, ma era riuscito ad andare avanti. Giorno dopo giorno si era sforzato di estirpare dalla mente ogni ricordo di lui. Quella che fino a qualche momento prima si contorceva tra i suoi pensieri era l’ultima immagine di loro due insieme.

Non poté impedirsi di tirare un sospiro di sollievo mentre riponeva il Pensatoio fra i tanti strumenti sul ripiano nel suo ufficio. Ce l’aveva fatta. Era ancora in piedi a raccogliere i pezzi della propria vita. E nella sua vita non ci sarebbe stato più posto per lui. Perché per stare in piedi non avvertiva più il bisogno di nessuno al proprio fianco.














Angolo Autrice


Questa ff viene ascritta a mio primato assoluto in quanto prima song-fiction e prima Slash (non riesco a crederci neanch'io).
Ringrazio chiunque abbia deciso di perdere qualche minuto per leggerla e chi avrà voglia di recensire. Oh, e chiaramente un saluto va anche a Medusanoir e a SeleneLightwood che ci hanno giudicate (ognuna per il proprio contest, ovviamente).
Prima... *__*
E subito dopo quarta!
Non riesco ancora a crederci!!

Ecco i giudizi:


Medusanoir:

Prima classificata:

Fata Blu94 – A true survivor


Grammatica e punteggiatura: 10/10
Originalità della trama: 10/10
Forma e stile: 10/10
Caratterizzazione: 9.9/10
Gradimento personale: 10/10
Totale: 49.9/50

Che dire? Mi volete morta con queste Albus/Gellert che mi avete inviato?
Non avevo mai letto sul loro scontro – o forse sì… ho la memoria corta, si sa – e l’ho trovata un’idea originale. La caratterizzazione? Perfetta nell’amore di Silente e nella malizia di Grindelwald; ho dovuto togliere qualcosa (pochissimo) solo perché, quando Silente parlava di lui, lo chiamava per cognome e ho trovato un po’ strano che, dopo aver passato anni a chiamarlo per nome, ora cambiasse. Stile bellissimo!


SeleneLightwood:

4° posto, vincitrice premio “pensatoio”, e del premio “Miglior Slash”


- Autore: Fata Blu
- Titolo: A True Survivor


GIUDIZIO
- Grammatica: 10/10
-Punteggiatura 9,8/10
- Stile: 10/10
-Lessico: 9,5/10
- Originalità: 9/10
- Caratterizzazione personaggi: 10/10
- Gradimento personale: 10/10
TOTALE: 68,3/70
Bello bello bello. Personalmente, adoro le Gellert/Albus. Questa poi era fantastica.
Ti ho tolto lo 0,2 sulla punteggiatura per un errore di battitura, ma non è niente di che.
Lo stile è perfetto, il lessico quasi (forse mancava quel non so che che gli desse l’aria di appartenere agli inizi del ‘900).
L’originalità è alta, ma ti ho tolto quel punto per lo stesso motivo di molte altre: purtroppo è un argomento parecchio trattato. Tu, tuttavia, l’hai trattato benissimo!
La caratterizzazione dei personaggi è perfetta, e anche il gradimento personale. Fantastica storia, complimenti!





Grazie ancora di tutto, soprattutto a chi ha recensito prima di sapere il risultato!!


A presto!!


Fata Blu


 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: RosenQuartz