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Autore: Nackros    06/06/2011    11 recensioni
Ripenso al mio passato.
Il problema è che l'ultima volta che abbiamo parlato, la notte che me ne sono andata,
brucia come il ferro nella mia mente

Certi sentimenti sono troppo forti per permettere che il tempo li cancelli.
E a volte basta una scintilla per riaccendere la luce e riscoprirli ancora li, in fondo al cuore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen, Trent | Coppie: Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono a 10 miglia dalla città ed ho bucato.

Accosto al bordo della strada e guardo le macchine scorrere veloci davanti a me.
Non provo neanche a ripararla, quella stupida gomma.
Non sono stata una brava ragazza, questo è vero, ma sono stata così cattiva da meritarmi questo?
Proprio ora che avevo intenzione di rimediare qualcosa.
Dannazione a me.
A me che mi sono svegliata la mattina con questa strana idea in testa.
A me che mi sono lasciata prendere dall'entusiasmo.
A me che mi sono incasinata la vita da sola.
Scendo dall'auto; la gomma è proprio a terra, dubito che riuscirò a far muovere ancora quella vecchia ferraglia.
Guardo dietro di me;
Ormai buona parte della strada è fatta.
Guardo davanti a me;
Ormai manca poco.
Chissà perchè non mi piace lasciare le cose a metà.
Ed inizio a camminare, lungo il bordo della strada.
Io ho sempre vissuto ai bordi di tutto, mantenendo le distanze con chiunque.
Eppure per una volta ho deciso di avvicinarmi, senza scappare via.
Devi proprio avermi fatto qualcosa di strano per farmi cambiare così.
O forse sono i rimorsi per non essermi mai scusata con te che dopo tanti anni tornano a farsi sentire.

 

Sono a 5 miglia della città ed i piedi mi fanno male.

La mia macchina l'ho lasciata abbandonata lungo il ciglio di un marciapiede.
Sono stanca, ma manca poco.
Non provo neanche a fare l'autostop; chi mai vorrebbe darmi un passaggio?
E poi non ho voglia di sentire le solite stupide domande: "Come ti chiami?", "Dove vai?", "Perchè?".
Voglio fare tutto da sola questa volta.

 

Sono a 3 miglia dalla città, ed inizio ad intravedere i palazzi in lontananza.

Più vado avanti e più mi chiedo se quello che sto facendo è una grandissima cazzata.
Ma ora che sono così vicina a te tanto vale provare, no?

 

Sono ad 1 miglio dalla città e guardo indietro.

Ripenso al mio passato.
Il problema è che l'ultima volta che abbiamo parlato, la notte che me ne sono andata,
brucia come il ferro nella mia mente.
Avevi provato a baciarmi; "Non possiamo stare insieme" ti avevo detto.
E poi io ero già fidanzata. Non volevo di nuovo essere la traditrice.

 

Sono a pochi metri da te, sotto casa tua.

E' sera. La notte ha avvolto tutto e la città ha messo in mostra le luci colorate dei locali.
Salgo le scale lentamente, stremata dalla fatica dovuta alla lunga camminata.
I ricordi mi assalgono. Le immagini dei momenti passati insieme tra le mura di quel palazzo mi invadono.
Non predo l'ascensore; la claustrofobia si farebbe sentire.
Tu mi prendevi sempre in giro per questo, dicevi che era una scusa per fare le scale e dimagrire.
Sorrido al pensiero.

 

Sono arrivata, sono davanti alla tua porta.

Rieccola, quella sensazione opprimente che preme sullo stomaco.
Sfioro il campanello e ripercorro con la mano tremante le iniziali incise sopra.
Ci penso un pò prima di suonare. Poi mi decido e premo il tasto con il polpastrello.
Silenzio.
Attendo un po', ma ancora niente. L'ansia inizia a farsi sentire.
Probabilmente mi avrai visto dallo spioncino. Per questo non apri, non vuoi vedermi.
E lo ammetto, hai anche ragione.
Faccio per andarmene quando le porte dell'ascensore iniziano ad aprirsi.
Riesco a scorgere la tua figura, il cuore inizia a battermi ancora più forte nel petto.
Sono quasi due anni che non ci vediamo.
Ti sento ridere.
Le porte sono completamente aperte.
Ti giri e mi guardi sorpreso.
Dopo vedo lei, bionda, con due begli occhi azzurri ed un sorriso splendente.
Ed allora il mondo comincia a cadermi addosso.
Delusioni, solo delusioni! Una dopo l'altra!
Stupida, stupida, stupida! Perchè mi ero fatta trasportare da quell'inutile sensazione di ottimismo?
Cosa pensavo, che dopo due anni tu non ti fossi già trovato qualcun'altra?
Tu ti avvicini a me.
Gwen!” esclami sorpreso.
Io invece fisso la ragazza al tuo fianco.
Per quanto sia invidiosa, non posso negare la sua bellezza.
Io non avevo di sicuro quel bel corpo.
Lei probabilmente si accorge dei miei sguardi e, capendo la situazione, ti saluta ed entra nell'appartamento davanti al tuo.
Sempre più sorpreso mi continui a guardare. Oh, non devo essere una bellezza dopo quella terribile giornata!
Mi chiedi cosa ci faccio qui.
"Niente" ti rispondo.
"Gwen, abiti dall'altra parte del Canada e vieni qui per... niente?"
Non sono mai stata brava a mentire, lo capiva sempre quando lo facevo.
"Niente di importante, mi sembra che adesso non conti più di tanto" e detto questo faccio per scendere gli scalini, ma inciampo.
Mi prendi al volo, impedendomi di cadere. Io ti guardo sorpresa; due anni che non sentivo la tua voce, due anni che non ti vedevo, due anni che non ci sfioravamo.
Noti la mia espressione meravigliata ed allenti la presa.
"Ti lascio andare solo se prima mi dici perchè sei qui".
"Ti ho detto per niente!" ti grido irritata.
Ad un certo punto sembri avere un'illuminazione.
"Ma che cosa hai capito, lei è soltanto la mia vicina di casa!"
"Oh certo, e a chi non capita di avere come vicina una fighissima ragazza con una quarta, come minimo!"
"Sei gelosa". Non è una domanda, è un'affermazione.
"No".
"Gwen, lo sai che non riesci a mentire".
"Non è vero" dico rassegnata; so già di aver perso.
Mi siedo su uno scalino, con l'aria afflitta, e tu ti metti a fianco a me.
"Me lo vuoi dire perchè sei qui?".
Me lo chiedi con quel tono di voce tranquillo e rassicurante che usavi sempre.
Sospiro.
"Okay, la mia vita fa schifo; Mi si è rotta la macchina, ho fatto 10 miglia a piedi, in quella sottospecie di casa dove vivo non si può più stare, la mia vita sociale fa schifo e ho scoperto qualche mese fa che Duncan mi tradiva. Quello stronzo!" dico stringendo i pugni.
"E perchè hai deciso di venire qui... Da me?" Mi domandi visibilmente incuriosito.
Chiudo gli occhi e mi lascio scivolare sulla scala.
"Sei l'unico di cui io mi possa fidare... So che non ci sentiamo da tempo, so di doverti delle scuse, so che con te mi sono comportata da..."
Non faccio in tempo a finire la frase che mi baci.
Rimango immobile, non me lo sarei mai aspettato.
Mi guardi con quei tuoi profondi occhi verdi.
"Scusami..." mi dici preoccupato "Non dovevo, mi sono lasciato and..."
Questa volta sono io che non ti lascio finire.
Quanto mi mancavano le tue labbra!
Mi baci con passione, stringendomi a te.
"Sono io quella che deve delle scuse" sussurro.
"Mi sembra più che ovvio che le tue scuse siano accettate".
E sorridi. Cavoli quanto amo il tuo sorriso!
Riprendi a sfiorarmi le labbra, come per provare a colmare quel vuoto durato due lunghi anni.

 

Ora sono a 10 miglia dal resto del mondo e a pochi passi dal Paradiso.

 


 

   
 
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