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Autore: CantanteMaledetta    07/06/2011    4 recensioni
Sora stava facendo il mio errore. Anch’io mi ero lasciato abbindolare dai dubbi, perdendo cosi di vista ciò che era davvero importante, ma quando lo capì per era troppo tardi, non esisteva più nessuna possibilità per rimediare. Vero Axel?
la mia ultima song fic, accompagnato delle note di Lacrymosa degli Evanescence
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Riku, Roxas, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Ed ecco la mia terza e ultima song-fic!!! Questa fic è un collegamento con le due precedenti che ho scritto “Dormi Amore- al chiaro di luna” ed “Ed Ero…”, però potrebbe essere benissimo considerato anche una song-fic a se!!
Le coppie saranno SoraRiku e AkuRoku dentro una solo song-fic, spero vi piaccia!!! Spero che la leggerete in tantissimi e soprattutto, commentate, commentate, commentate in tantissimi, la canzone che ho utilizzato è Lacrymosa degli Evanescence.
P.S. questo è il mio regalo di compleanno per ROXXYNEKO!!! ^.^ auguriiiiiiiiiiiiiiiiii, spero che ti piacerà ma spero anche che piacerà a tutti voi!!! 




 

Chi ero io? Solo uno spettatore involontario che osservava tutto da dietro una finestra. Il mondo esterno mi era preclusa, quello che doveva essere il mio cuore negato. Ero solo un guscio vuoto senza un destino a cui aggrapparmi, perché mi era stato strappato in una tortura che trasformava la disperazione in piacere. La realtà si mescolava al buio pieno d’attesa, dove aspettava trepidante l’ordine di mettere fine a questa non-esistenza che, lentamente, lo stava divorando.
Mi sento perso …
Dov’ero davvero? Nel corpo del mio “originale” sotto forma di una coscienza dai ascoltata. Ero lo spettatore della sua vita, che vedevo solo attraverso quella finestra. La voce, i pensieri, l’agire tutto smentito per colpa sua. Non provavo altra emozione che il vuoto mi circondava. Anche la mia anima era scomparsa inghiottita nel nulla? Anche l’ultima speranza che mi albergava in corpo mi aveva abbandonata, ma sapevo il motivo … ne ero ben consapevole. Accadde tutto in quel giorno …
Non volevo ricordare, mi faceva ancora male.
In questa stanza adornate da candide pareti bianchi, entrava solo ciò che per Sora contava davvero; l’immagine del banco di scuola seguita dal desiderio di normalità che albergava in lui. Le foto dei suoi amici e la più importante, quella di Riku. Il suo unico amore, colui che aveva risvegliato i miei sentimenti, che temevo non avrei mai più sentito, anche se quell’emozione non mi apparteneva.  In realtà, assomiglia più un ricordo lontano, che mi lacerava il petto mescolandosi con i miei, diventando cosi veleno che mi trapanava la mente e il corpo.
Chiuso nel cuore di Sora tenevo ben d’occhio quella foto, che via via bruciava lentamente. Ogni giorno una parte diventava cenere, e danzanti volante di fumo si alzano verso il soffitto sparendo per sempre. Sora era diviso fra il senso di colpa e un incredibile confusione, il tutto scatenato da Kairi. La sua ex-migliore amica. Erano passati alcuni mesi da quando Riku l’aveva rincorso per dimostrargli il suo amore e in quel giorno, Sora aveva toccato la vera felicità. Ma un cuore umano era sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, e quel nuovo … lo stava allontanando da ciò che gli stava più a cuore.
Sora stava facendo il mio errore. Anch’io mi ero lasciato abbindolare dai dubbi, perdendo cosi di vista ciò che era davvero importante, ma quando lo capì per era troppo tardi, non esisteva più nessuna possibilità per rimediare.
Vero Axel?
 
Out on your own
cold and alone again
can this be what you really wanted, baby?

 

A causa della sua storia con Riku, presto divenne lo zimbello della scuola adocchiato e deriso per la sua omosessualità. Ma non era questo che gli faceva male. La sua più cara amica Kairi, aveva iniziato a prenderlo di mira, dandogli colpe che non aveva e sfogando i suoi malumori con cattiveria indicibile. E anche quel giorno non sarebbe stato diverso dagli altri …
«Come posso perdonarti per avermi portato via Riku? Sei un dannato egoista, pensi solo a te stesso! Io ti odio Sora» era la sua frase abitudinale. E lui ci credeva, credeva a ogni parola, troppo buono per pensare che fosse tutta una recita costruita ad arte per dividerli. E infatti nella sua voce si poteva sempre notare il dolore per la perdita dell’amica. Solo lui non coglieva la velenosa gelosia, che Kairi voleva scagliargli addosso. Lui che aveva sempre sofferto in silenzio, mentre li vedeva insieme, sperando in qualche modo nella loro felicità.
Non era questo il trattamento che Sora si meritava.
Avvicinandomi alla finestra, notai che il mio “originale” sprizzava di felicità ogni qual volta vedeva Riku e che lui, ricambiava quell’amore in pubblico senza mostrare alcuna vergogna, e ignorando i commenti negativi di tutti quelli che avevano intorno.
La popolarità di Riku ebbe un drastico calo, alla scoperta del sua vera sessualità, ma nonostante questo i loro compagni di scuola avevano paura; di lui. Alcuni però divennero arroganti desiderosi di farsi un nome battendo la fama che deteneva prima il ragazzo. E Sora aveva paura, di quella arroganza, tanto da allontanare Riku e farlo soffrire per i suoi dubbi.
“E se stessi sbagliando?” si chiedeva “E se tutto quello che sto provando fosse un capriccio?” si tormentava sempre con le stesse domande, che giorno dopo giorno, non facevano altro che accrescere le sue incertezze. “Riku ha perso la loro stima per colpa mia, viene deriso come me … forse è meglio separarmene … cosa devo fare?” quella voce piena di dolore echeggiò per tutta l’anima, scemando verso un finissimo e desolato eco. Strinsi le mani a pugno, ritornando a guardare l’immagine del volto di Riku, che lentamente spariva sempre di più lasciando dietro di se, amarezza del vago ricordo. Non potevo permettergli che diventasse cenere … 

Blame it on me
set your guilt free
nothing can hold you back now



Non doveva fare il mio stesso errore. Quante occasioni avrà per rimediare al dolore che ha provocato prima che diventi troppo tardi?
Il mio unico rimpianto è non essermi accorto prima, della mia stupidità, incapace di affrontare la verità. Non ero abbastanza forte per stare con colui che amavo, tanto da non comprendere ciò che mi diversificavano dagli altri. All’inizio era tutto bellissimo. Quando mi aveva sussurrato quelle parole, avrei potuto toccare con le dita il suo amore. Ma poi per la colpa della mia stupidità, presi ad aver paura delle chiacchiere degli altri ed ebbi paura, iniziai ad aggredirlo e allontanarlo mentre lui invano testava di restarmi accanto io ero troppo cieco per capirlo, per capire davvero …
Mi fu tutto chiaro, quando lo vidi morire davanti ai miei occhi.
Non avevo mosso un dio per aiutarlo. Semplicemente rimasi a guardare la sua partita come spettatore passivo, piangendo in silenzio lacrime amare.


Now that you're gone
I feel like myself again
grieving the things I can't repair and willing ...
 


«Stupido …» mormorai con voce strozzata troppo bassa per arrivare alla sua mente. Alle sue orecchie ero totalmente muto … ma stavolta avrei imposto la mia voce e mi sarei fatto ascoltare. Mi avvicinai alla foto di Riku deciso a non permettergli di rovinarsi per stupide paure, allungai la mano e cercai di prenderla ma era avvolta da qualcosa di trasparente e potente, che non mi permetteva di avvicinarmi. Quello scudo, era la forza dell’amore di Sora, nonostante fosse pervasa dal dubbio che rendevano tutto invisibile.
«Sora» la voce di Riku invase la mia prigione, attirando la mia attenzione. Mi avvicinai velocemente alla finestra, sperando che almeno lui riuscisse a fargli cambiare idea. «Ti vedo un po’ pallido, stai bene?» dopo quelle parole gentili una mano si alzò e, gli accarezzò una guancia con fare preoccupato. In un momento la stanza fu invasa dai pensieri di Sora, l’uno che attaccava l’altro diventando puro caos. Sora indietreggiò di un passo, schivando con sguardo basso il contatto. «Non molto, credo che andrò in infermeria» mentì e Riku si insospettì. Lo prese per un polso trattenendolo con forza, desideroso d’incrociare il suo sguardo, per capire il perché si allontanava sempre di più da lui. «È da un po’ che ti comporti in modo strano, che cos’hai?»
«Diglielo» urla, con tutto il fiato che avevo in corpo, sperando che mi sentisse. Doveva scaricare tutta la pressione che aveva accumulato in corpo, ma Sora si limitò ad un sorriso tirato, sfuggendo velocemente alla sua presa. «Voglio solo andare in infermeria» sussurrò falsamente tranquillo girandosi per andarsene velocemente, nascosto e imprigionato nella sua anime. Strinsi le mani a pugno avvicinandomi alla finestra e con ira diedi un forte calcio al muro. «STUPIDO» urlai più forte fino a sgolarmi.
Sora si fermò, e confuso si guardò intorno cercando l’origine della mia voce. Sgranai leggermente gli occhi non riuscendo a trattenere un mezzo sorriso, pieno di speranza. Finalmente mi aveva sentito. «Non scappare, prendi una decisione! Quante occasioni avrai ancora da sprecare?» urlai a pieni polmoni, fino a sentire la gola bruciare.
 
to let you blame it on me
and set your guilt free
I don't want to hold you back now love

 

Sollevato quando sentì la mia voce echeggiare per la stanza, simile a un forte richiamo. Preparandomi psicologicamente, mi voltai lentamente, mentre l’immaginazione riflessa dell’anima di Sora si fece presente nella stanza, proprio davanti a me con lo sguardo cupo ad oscurargli il viso. La prima cosa che vide fu la foto di Riku, che bruciava più velocemente di prima e a quella vista, Sora venne colpito da un incredibile senso di panico che si mescolava a profonda tristezza.
«C’è ancora tempo. Puoi far si che tutto cambi, solo facendo chiarezza nel tuo cuore» Sora si girò di scatto in direzione della mia voce. Si avvicinò di qualche passo, osservando incredulo la stanza bianca in cui ci trovavamo. Bhe … ero il suo Nessuno, dove voleva che fossi? «Roxas, dove sono?» si guardò in giro notando tutto quello che per lui era importante. Tutta la stanza era gremita di oggetti e foto, e in un posto del genere abitavo io, ero prigioniero. «Nel tuo cuore Sora. Le mura sono bianche per la luce del Keyblade e gli oggetti sono quelli che consideri più importanti … io sono intrappolato qui tra gli oggetti, ricordi e desideri. Quella finestra mi permette di guardare fuori» dissi indicandola con un dito. Sora girò lo sguardo, fissando cioè che gli stava intorno, poi, tornò a fissarmi un po’ inquieto. «Perché sono qui?» chiese di nuovo.
Sospirai, sedendomi a gambe incrociate sul banco di scuola. Per un istante chiusi gli occhi vagando nei ricordi e il viso di Axel fece capolino dandomi un po’ di conforto. «Capisco quello che provi, ci sono passato anch’io. Ma non lasciare che siano gli altri a condizionare i tuoi pensieri, altrimenti perderai ogni occasione di essere felice» Sora sgranò gli occhi e chinò lo sguardo senza dire nulla. Ero nel suo cuore, non aveva segreti per me. «È tutto complicato» mormorò.
«È sempre difficile, e lo so più di tutti … quante occasioni avrai ancora 1, 2, 50? Se ripartirai in missione e non ritorni più che succederà? Cosa farai se Riku dovesse morire? Lo capisci che stai solo sprecando tempo?» chiesi con voce più viva. Non stavo sgridando solo lui, ma anche me stesso, ce lo meritavamo entrambi … «Smettila, sei un Nessuno! Cosa ne vuoi sapere tu?»
«Non avrò cuore, ma l’anima mi appartiene!» dissi tranquillo ma deciso, mentre la mia voce faceva eco nella stanza. Quando tornò il silenzio, l’aria era tesa. «Anch’io avevo paura e, per colpa della mia arroganza ho perso l’unica persona che amavo» nel ripensarci sentivo gli occhi pungermi, gonfiandosi per colpa delle lacrime. «Tentava di restarmi accanto nonostante lo allontanassi con tutte le forze, ero testardo! Condizionato dal pensiero degli altri … e l’ultima volta che l’ho visto è quando è morto per salvarmi» dissi amareggiato coprì gli occhi, mentre con una manica mi asciugavo con violenza le lacrime che cadevano.
«Non ho fatto nulla per salvarlo, meritavo io di morire» Sora si avvicinò di qualche passo, con la mano alzata a mezz’aria per poi fermarsi di botto non sapeva cosa dire, per confortarmi. «Di sicuro Axel mi odierà per questo»
«Hai ragione Roxas, non posso scappare … però ho paura … paura delle possibili rappresaglie da parte degli altri nei suoi confronti e di perderlo» mi asciugai gli occhi, incrociando il suo sguardo. Strinse le mani a pugno, con la voce piena di determinazione. «Axel non ti odia! Non lo conosco davvero ma so che è cosi … me l’ha detto prima di morire»  chinai lo sguardo, chiudendo gli occhi. Quelle parole in parte alleviano la mia colpa.  
 

 

I can't change who I am
not this time, I wont lie to keep you near me
and in this short life, there's no time to waste on giving up
my love wasn't enough

 


 

Lasciandomi solo con i miei pensieri, Sora si avvicinò alla foto di Riku, e dopo averla presa con qualche difficoltà, la strinse al petto. Improvvisamente la stanza si riempì dei suoi pensieri invadendo anche la mia mente. In silenzio saltai giù dal banco avvicinandomi di qualche passo, mentre affondavo le mani in tasca. «Per una volta non pensare agli altri, pensa a te alla tua felicità … facendo cosi di sicuro non avrai rimpianti» Sora si girò verso di me, esibendo un enorme e gentile sorriso.
 

«Te lo prometto Roxas» sussurrò con sguardo caldo. «Però … vorrei fare qualcosa per te» era gentile da parte sua, un bel pensiero. Ma ormai Axel era morto e non c’era più nulla da fare. «So che Axel è da qualche passo lassù, e attraverso te guarda me, non è molto … ma è comunque una magra consolazione» alzai gli occhi verso al soffitto, sorridendo al nulla. «Vivrà per sempre nella mia anima ed è come se fosse qui insieme a me» sospirai chinando lo sguardo, malinconico. Dovevo essere forte anche per lui, Axel non avrebbe voluto che io mi piangessi addosso.
 

Sora annuì avvicinandosi all’unica via d’uscita, creata solo per lui. «Se avrò altri dubbi, potrò venirti a trovare?» chiese prima di uscire e lasciarmi nuovamente da solo. «Purtroppo sarà qui, tutte le volte che vorrai» risposi. Lui accennò a un mezzo ghigno, uscì e la porta con esso scomparve, mi avvicinai lentamente alla finestra e vidi tornare Sora in se e guardandosi in giro cercò rassicurante capire se era tornato alla realtà.
Poi, fece un respiro profondo e accennando ad un sorriso liberatorio lentamente si avviò per andare a pranzo. Prima di entrare incrociò Riku e avvicinandosi a lui con fare colpevole chinò lo sguardo. «Andiamo a mangiare?» gli chiese accennando un leggero sorriso timido. Riku si avvicinò a Sora mettendogli le mani sulle spalle. «Tutto bene?» sussurrò vicino all’orecchio facendo arrossire appena il ragazzo. «Certo, grazie a qualcuno ho finalmente compreso tutto» rispose Sora, ringraziandomi più volte nel silenzio della mente. «Cosa?» chiese Riku non capendo alzando appena un sopracciglio, Sora allora lo prese per la vita sorridendo. «È un segreto» sussurrò. Riku insistette per sapere di cosa stava parlando, ma Sora se ne rimase zitto per tutto il tempo.
Sorrisi quando vidi tutta l’anima di Sora, completamente concentrata su Riku, ignoro dei commenti cattivi degli altri.

 
 

and you can blame it on me
just set your guilt free, honey
I don't want to hold you back now
love
 


 

Guardai lo foto di Riku, ricomporsi pezzo dopo pezzo, ritornando velocemente come prima. La cosa che però attirò la mia attenzione, fu un’altra foto accanto alla precedente. Alcune lacrime scesero lente, quando vidi che nel cuore di Sora aveva messo la mia foto accanto a quella di un Axel sorridente.

Mi avvicinai prendendola tra le dita, accarezzando il suo viso con il pollice. Era stupendo rivederlo in quella foto, cosi felice e sorridente.

Grazie Sora! 



e per finire la traduzione della canzone:

Sotto le tue responsabilità
freddo e di nuovo solo

 

può essere questo ciò che
hai realmente voluto, baby?

mi incolpi, liberi la tua colpa
niente può trattenerti adesso
adesso che te ne sei andato


mi sento di nuovo me stessa
mi affliggo per le cose che
non posso risolvere e voglio...

che continui ad incolpare me
e a liberare la tua colpa
non voglio trattenerti adesso, amore

non posso cambiare quel che sono
non questa volta, non mentirò per  mantenerti vicino a me
e in questa breve vita non c’è tempo da sprecare per arrendersi
il mio amore non era abbastanza

e tu puoi incolparmi
ma libera la tua colpa, tesoro
non voglio trattenerti adesso, amore 



 

  
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