Anche nei giorni di vento
A Sam.
Continua a crederci, perché l'amore esiste.
So che può non sembrare, che fa male e tutto il resto.
Ma so anche che c'è. Deve esserci.
Ti voglio bene.
Si chiamava Elisa e viveva solo nei giorni di vento. Negli altri si limitava a sopravvivere.
Aveva grandi occhi scuri e profondi, come pozzi riempiti di terra umida.
Metteva virgole ovunque, perché diceva che ogni parola ha bisogno della sua pausa, del suo respiro e del suo sospiro.
Amava le parole più del sole che, a dir la verità, odiava.
Sbuffava spesso e beveva quasi solo tè freddo.
L'acqua è per le piante, esclamava allegra.
Lis, nel tè freddo c'è l'acqua, le rispondevano.
Lei si stringeva nelle spalle. Cosa importava, dopotutto?
Il tè non sapeva per niente d'acqua. Quello importava.
È perché l'acqua non sa di niente, le dicevano.
Lei allora rideva. Ogni cosa ha un suo sapore.
Anche l'acqua. Anche il sole e l'aria di pioggia.
-E poi sopravviverò solo nei giorni di vento e negli altri vivrò.- sbuffò un pomeriggio, osservando indecisa le boccette di smalto colorato disposte in ordine sulla sua scrivania.
-Non puoi vivere tutto il tempo?- chiese ingenuamente Joe, guardandola negli occhi.
Elisa rise.
-Nessuno può vivere tutto il tempo.-
-E questo “poi” sarà meglio?- domandò il ragazzo, incuriosito da quella moltitudine di colori e di frasi sconnesse che era Lis.
-No, sarà terribile.- rispose la ragazza con un sospiro, optando per un fresco verde primavera.
Elisa era sintetica, silenziosa e isterica e ironica e un milione di altre cose.
Tutte con una “e” di mezzo a separarle.
I sui difetti superavano di numero le sue qualità, ma non le importava.
Le sue parole conoscevano giorni di sole e di pioggia e vivevano nascoste nel vento, fra una folata e l'altra.
Avrebbe avuto diciassette anni per sempre, si diceva.
Ovviamente, sapeva che il mondo non funzionava così. E le dispiaceva, ma non poteva farci niente.
Quindi era cresciuta. Passata l'adolescenza era arrivata l'età adulta.
Passata l'eccentricità era arrivata la vita vera e aveva cominciato a respirare nei giorni di sole e a sopravvivere in quelli ventosi, come aveva detto quel lontano pomeriggio primaverile a Joe.
-E adesso, Lis?-
-Adesso niente. Si continua a respirare.-
-Si respira bene?-
-Non tanto, J. È più difficile ora.-
-E noi due?-
-Ci amiamo. Questo non cambia.-
-Anche nei giorni di vento?-
-Anche nei giorni di vento.-
Se avesse avuto diciassette anni e un libro di letteratura sotto il braccio avrebbe detto soprattutto nei giorni di vento. Ma era cresciuta.
Aveva imparato ad inspirare ed espirare ogni giorno allo stesso modo.
E Joe era colui che le ricordava che non tutto cambia. Qualcosa resta.
Qualcuno resta.