Serie TV > Agente speciale Sue Thomas
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Autore: Katia R    08/06/2011    0 recensioni
DATA PUBBLICAZIONE: 2 aprile 2010.
La felicità è un attimo. E gli attimi durano poco, si sa.
Il mio è finito nel preciso istante in cui ho rivisto Jack con Ally. E non tanto perché li ho visti mano nella mano, ma perché ho capito che io ero stata, forse, solo sua per una notte.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sue Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sue Thomas\\Che peccato TITOLO: "Che peccato".
AUTORE: 
Katia R.
DATA FINE:
2 aprile 2010
PERSONAGGI:
 Sue Thomas {Agente speciale Sue Thomas [Sue Thomas FBEye]}
Premessa: 
Storia malinconica su uno dei miei telefilm preferiti!

CHE PECCATO

Sono passati esattamente tre anni da quel maledetto giorno.
Tre anni da quando tutto è finito e tutto ha avuto inizio.

Mi chiamo Sue Thomas, ho ormai 40 anni e vivo in un piccola casa a New York.
Sono cambiate tante cose. Tre anni fa ho preso la decisione di trasferirmi qui e lasciare l’F.B.I. di Washington DC e tutti i miei amici. Con Lucy mi sento spesso, anzi, quasi ogni giorno! Con gli altri un po’ meno.
C’è una sola persona che non sento da tre anni.
Non un messaggio. Non una chiamata. Niente. Di lui mi è rimasto solo il ricordo. E non solo quello.
Il “lui” in questione è Jack Hudson!
L’ho lasciato apparentemente tranquillo. So che non gli aveva fatto piacere che io lasciassi tutto. Il punto è uno: non sa che io l’ho fatto per lui. E forse non lo saprà mai.
All’epoca lui usciva con Ally, la sua vecchia fiamma ed era felice, le era mancata, ma contemporaneamente io non riuscivo a capirlo. Gli sguardi che mi lanciava mentre lavoravamo insieme, il modo in cui mi proteggeva e mi faceva sentire speciale, il suo modo di sapermi stare vicino ogni singolo momento.
Ho solo frainteso forse, se non fosse stato per quella notte.
Ally era fuori per un convegno e io e Jack dovevamo finire un lavoro.
Sono andata a casa sua e abbiamo iniziato subito per poi fare un piccolo “break”. Jack ha ordinato una pizza per poi mangiarcela davanti alla TV.
E poi non lo so come è potuto accadere. Ci siamo ritrovati vicini, troppo vicini.
Ci siamo ritrovati a fare l’amore e abbiamo capito che lo desideravamo da tempo.
Ma si sa. Presto i sogni finiscono e inevitabilmente ti ritrovi ad affrontare al realtà.
Mi sono risvegliata in piena notte, mi sono rivestita e sono andata via come un ladro. Mi sentivo strana. Mille emozioni diverse facevano parte di me, ma solo una mi sembrava che sovrastava le altre: felicità.
La felicità è un attimo. E gli attimi durano poco, si sa.
Il mio è finito nel preciso istante in cui ho rivisto Jack con Ally. E non tanto perché li ho visti mano nella mano, ma perché ho capito che io ero stata, forse, solo sua per una notte.
Mi ricorderò sempre di quel giorno. Perché è stato da lì che tutto è cambiato. Che la mia vita è cambiata.
Jack non aveva avuto il coraggio di dirmelo, e quindi mi è toccato saperlo da Ally. Lei e Jack si sarebbero sposati. L’avevano deciso da mesi ormai, ma lui ha fatto l’amore con me. Come si dice “sedotta e abbandonata”, ed io ero stata abbandonata nei peggiori dei modi.
Per circa un mese non ha avuto il coraggio di rimanere solo con me. Non ha avuto il coraggio di guardarmi negli occhi. Non ha avuto il coraggio di fermarmi quando ho preso la decisione di andarmene.
Sono stata io a fermarlo e a dirgli tutto ciò che pensavo.
Ho usato semplici parole e l’ultima frase la ricordo ancora: “Sii felice con Ally. Siete perfetti insieme”. Ho sperato che dal mio sguardo capisse che non era così. Ho sperato che ancora una volta sapesse leggermi dentro. Ma non è stato così. E l’unica cosa che è riuscito a dirmi è stata “Grazie. Allora vai via, hai deciso!”, ed è stato lì che mi è crollato tutto.
Non aveva capito. E non potevo fare nulla.
Lui aveva fatto una scelta. Io la mia.
La sua dettata da non so cosa.
La mia dettata per la sua felicità.
Si, sembra strano a dirlo, ma rimanere avrebbe solo causato guai.
Il motivo era semplice.
Erano passati circa due mesi da quella sera e io portavo dentro di me il frutto del peccato di quella notte. Quell’unica notte a cui sono appartenuta a Jack Hudson.
Il mio ricordo vivente: Serenity Eveline.
L’ho chiamata così perché è stata lei a donarmi la serenità che avevo perso. E il secondo nome è per ricordarmi di quella notte, del “peccato” commesso.
È una splendida bambina di quasi tre anni, capelli biondi con i miei ma un unico particolare che non mi farà dimenticare chi è suo padre: gli occhi. Sono identici a quelli di Jack.
A volte la fisso mentre gioca e mi viene un vuoto enorme se penso che non conoscerà suo padre. E tutto perché lui ha preferito dare peso alle parole, invece che a ciò che provavo realmente.

“Tra mille cose che ti ho dato
hai scelto le parole, ma che peccato
Che peccato, oggi c’è anche il sole.
Se guardavi meglio, dietro c’era il cuore.
Ma che peccato… Oggi c’è anche il sole”.
“Che peccato” - Alessandra Amoroso
   
 
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