A
volte ritornano.
Salve
a tutti! Solitamente non
scrivo note all’inizio del capitolo,ma per questa sento di
dover fare un’eccezione..Probabilmente
durante la lettura ne capirete il perché,asd.
L’unica cosa che mi preme
veramente dirvi è: niente in questa one shot
è come sembra. Tenetevi
bene impressa nella mente questa cosa.. Fatto? Bbbene
*Fiorello/Muciaccia
style* Vi dico anche già da adesso che alla fine potrete
insultarmi,odiarmi,trucidarmi..okay,forse trucidarmi no,ma lanciarmi
qualsiasi
oggetto possibile sì XD Vi sto spaventando? Naaa,non
preoccupatevi! Sto solo
mettendo le mani avanti XD
Detto questo... Buona lettura!
~
Dark truth.
Parlate e scherzate lungo il
tragitto,incuranti di tutto il resto. Pensate solo a quanto state bene
adesso,scansando ogni più piccolo riferimento al futuro.
Perché nessuno sa mai
cosa potrebbe accadere,come potrebbe concludersi una giornata. Nessuno.
Nemmeno
il camionista che,scopertosi in ritardo sulle consegne,attraversa in
tutta
fretta quell’incrocio,non curandosi del semaforo rosso.
No. Non era possibile prevedere
che in quello stesso istante vi
sareste trovati a quello stesso incrocio.
Per questo,nonostante tu abbia sterzato,non riesci ad evitarlo in tempo
e
andate a collidere.
Lo schianto è assordante. Il caos
che improvvisamente ti circonda è indescrivibile,come anche
il dolore che
improvvisamente si
è impossessato di
ogni centimetro del tuo corpo. Non sai bene in quale momento e come hai
perso i
sensi,ma quando riapri gli occhi non sei più nella tua auto
e puoi vedere il
cielo cinereo torreggiare su di te,mentre nuvole di fumo aleggiano
tutto
intorno,accompagnate dall’odore acre del bruciato.
Il dolore è insostenibile. Ti
senti quasi come se ti fossero stati strappati tutti gli arti. Anche
se,riflettendoci bene,non è una teoria poi così
azzardata. Sbatti le
palpebre,ancora stordito. Comincia a giungerti alle orecchie il suono
indistinto del vociare e delle sirene in lontananza. Torna a farsi
strada in te
un po’ di lucidità e consapevolezza. E ti ricordi.
Ti ricordi di lui,che stava
viaggiando accanto a te.
Di lui,che ti stava sorridendo
proprio un attimo prima che…
Con tutta la buona volontà di cui
sei munito,riesci a voltare il capo,non senza atroci conseguenze. La
vista ti
si annebbia dal dolore,facendoti desiderare per un attimo di non aver
avuto la
sconsiderata idea di farlo. A poco a poco,la patina bianca che si era
formata
davanti ai tuoi occhi si dissipa e lascia spazio alla
realtà. Il sangue ti si
gela nelle vene e il cuore viene trafitto da più di mille
lame quando posi lo
sguardo su di lui,riverso
sull’asfalto a pochi passi da te. E’ immobile,con
la testa leggermente
inclinata dal lato opposto al tuo e il corpo ricoperto di sangue. Hai
sgranato
gli occhi in un gesto involontario,del tutto giustificabile,ed
adesso,senza un
fil di voce in gola,inizi a muovere le labbra per formulare il suo
nome.
Vorresti urlare,disperarti. Alzarti e correre da lui. Ma non ne sei in
grado.
Il dolore non sembra essere intenzionato a scemare
minimamente,costringendoti
li a terra,completamente inerme. Il desiderio di andare da lui
è però troppo
forte e non hai nessuna intenzione di lasciarti abbattere
così facilmente. Chiudi
gli occhi e prendi un respiro profondo,per poi voltarti su un fianco e
lasciarti ricadere a faccia in giù. Ti sembra che qualcuno
ti stia
chiamando,ammonendoti di stare fermo,ma tu lo ignori. Alzi di nuovo lo
sguardo
verso di lui e tenti di alzarti sulle braccia,che cedono sotto il tuo
peso. Non
ti arrendi. Non hai nessuna intenzione di farlo. Concentri tutta la
forza sugli
avambracci ed inizi a trascinarti verso il suo corpo. Pessima scelta di
parole.
Lui non è solo un corpo. Lui non è morto. Non esistono
parole per
descrivere quello che stai provando adesso. Sia fisicamente che
emotivamente.
Riesci a raggiungerlo e,con un ultimo grande sforzo,cerchi nuovamente
di
issarti sulle mani per poterlo sovrastare un poco. Inizi a chiamare il
suo
nome. Prima piano,poi sempre più forte,mentre le prime
lacrime iniziano a
pungerti gli occhi. Non sei in grado di dire quante volte hai ripetuto
il suo
nome prima che le sue palpebre abbiano iniziato a schiudersi
leggermente. Cerca
faticosamente di voltarsi verso di te,fino a quando i suoi occhi vacui
incontrano i tuoi. Piangi,ormai incontrollato,le lacrime che si
mescolano allo
sporco e al sangue,mentre continui a chiamarlo e a dirgli di
guardarti,che non
deve perdere i sensi. Lui ti guarda,boccheggiando e con gli occhi che
minacciano di chiudersi di nuovo da un momento all’altro. Lo
preghi. Lo
scongiuri di non lasciarti. Desideri baciarlo,ma non riesci
più a muoverti.
Poi,dalle sue labbra un po’ sciupate,esce
finalmente,flebile,un suono.
“Ti amo”
In questo stesso momento,pronunciata
l’ultima sillaba,i suoi occhi si velano leggermente e si
riversano
all’indietro,per poi venire coperti dalle palpebre. Rimani
immobile,a fissare il
suo volto,per qualche attimo,prima che il cervello riesca ad
immagazzinare la
verità. E quando questo accade,cominci ad urlare come un
pazzo,piangendo,non
riuscendo a credere a quello che è successo. E non senti
nemmen più il dolore
fisico quando inizi a dimenarti per liberarti dalla presa di due uomini
che
vogliono portarti via da lui. No. Non possono farlo. Non possono
separarvi. Che
diritto hanno per farlo? Poi,improvvisamente,il buio.
*
Apri gli occhi. Il bianco davanti
a te ti acceca,costringendoti a socchiuderli in un gesto automatico. Ti
ci
vogliono una manciata di secondi prima di capire che non ti trovi in
Paradiso,ma in un letto di ospedale. Certo. Quando morirai non ci
sarà certamente
il Paradiso ad attenderti. Invece per Jude sì. Ci
sarà sicuramente il Paradiso…Jude.
Sbatti le palpebre un paio di
volte,mentre i ricordi ti colpiscono come uno schiaffo.
L’invito. Il camion. Lo
scontro. Stringi i pugni e i denti,provocando una contrazione muscolare
che ti
provoca un lieve dolore lungo il corpo. Devono averti imbottito di
farmaci se
non senti poi così tanto male.
“Robert?”
Inclini leggermente il capo alla
tua destra. Quel tanto che basta per vedere Susan seduta su una sedia
accanto
al tuo letto,il viso segnato dalla preoccupazione e chissà
quante notti
insonni. Non le rispondi. La guardi e basta. Non sei nemmeno del tutto
certo di
riuscire a parlare. Si sporge leggermente verso di te e prende la tua
mano tra
le sue.
“Oh,Robert! Finalmente ti sei
svegliato…Non sai quanto sono stata in
pena…”
Un singhiozzo le sfugge dalle
labbra e tu non puoi fare a meno di pensare che no,non lo sai. E in
realtà non
sai nemmeno da quanto tempo ti trovi li. O come stia Jude.
“Jude -”
Sussurri. Susan si irrigidisce
leggermente,in maniera quasi impercettibile. Ma tu lo noti ugualmente.
“Tesoro,non ho capito. Potresti
ripetere?”
Sbatti le palpebre ancora una
volta ed ingoi ripetutamente cercando di ritrovare la voce,che sembra
essersi
sperduta da qualche parte infondo alla gola.
“Jude” Scandisci al meglio
possibile. “Era in macchina…con me-”
Si morde il labbro inferiore e
stringe più forte la tua mano,abbassando per un attimo lo
sguardo. Tutto questo
non ti piace affatto. Il cuore comincia a battere più forte
del normale ed il
respiro ad accelerarsi. Improvvisamente,nella tua mente,inizia ad
affiorare un
ricordo che non c’era.
“Ti amo”
“Rob. Mi dispiace…”
Parole sbagliate. Decisamente
sbagliate. Non riesci più a pensare. Non riesci
più a respirare.
L’elettrocardiogramma suona veloce al ritmo dei tuoi
battiti,mentre vieni preso
da un attacco di panico.
“Robert”
Cammini lungo il viale che
attraversa il giardino. Non hai una meta precisa. Cammini e basta. Hai
le
braccia ancora bendate e un grosso cerotto sulla guancia sinistra ed i
medici
hanno detto che starai bene entro una settimana. O,perlomeno,fisicamente sarà così.
Dopo il giorno
del tuo risveglio non hai più parlato di Jude con Susan. Non
ti senti in grado
di sostenere una conversazione del genere con lei. Con
lei che tradivi. Ti fermi di colpo,sentendo un groppo alla
gola. Non meritava tutto questo. Dopo tutto quello che ha fatto per
te,non si
sarebbe meritata di essere tradita. Ma non è stato
premeditato. E’ successo e
basta. Tra te e Jude c’è stata fin da subito
quell’alchimia che si trova solo
tra poche persone. Un’alchimia che vi ha tenuti per mano fino
a portarvi ad
amarvi. Adesso,però,non c’è
più niente di tutto questo. Non
c’è più Jude. Questa oscura
verità ti lascia sempre senza
fiato. Ti guardi intorno,per un attimo spaesato. Come
sei arrivato qui? Ma,soprattutto,dov’è qui? Ti volti a guardare indietro.
Oh,certo. La villa di Tony
Stark. L’avete comprata il mese scorso. A Susan piaceva
così tanto. Ricominci a
camminare. Un senso di oppressione preme sul tuo stomaco. Sempre.
Incessantemente. Non riesci a fare a meno di pensare che è
colpa tua. Perché è stata
colpa tua. Sei tu che hai
insistito per farlo venire con te. A salire su quella
macchina…
“Robert”
Se non ti fossi comportato come
un bambino viziato lui sarebbe ancora vivo. Nessuno riuscirà
a toglierti dalla
testa questa certezza.
Il sentiero è scomparso ed ora ti
trovi sul ciglio della scogliera. Basterebbe così poco per
andare giù,non è
vero?
“Torna da me”
“E’ una bellissima giornata,non
trovi?”
Sei seduto ad un tavolino
,all’aperto,sotto uno stupendo gazebo color avorio. Come ci sei arrivato qui? Susan indossa
un adorabile vestito estivo
a fiori,con colori che variano val verde al blu. Sorride,tenendo tra le
mani un
bicchiere di tè freddo. Tè.
Londra.
La guardi e sì,ti stai chiedendo cosa cazzo ha da sorridere.
A te sembra una
giornata di merda come le altre. Ma
quante altre?
“Robert”
Senti la testa pulsare e ti porti
una mano alla fronte,sperando che quel dolore passi in fretta. Almeno quello.
“Ti senti bene,tesoro?”
E’ preoccupata. Niente di
strano,anzi,direi che è più che normale e lo
pensi anche tu. Ti alzi dalla
sedia,dicendole che vai a fare quattro passi ed inspiegabilmente
ti ritrovi sul sentiero di prima,vicino alla
scogliera.
“Robert”
Un’altra fitta. Sembra quasi che
ti stiano perforando il cervello con un ago. Ti senti strano. Quella
sensazione
di spaesamento ti colpisce ancora mentre guardi la scogliera davanti a
te. Come ci sei arrivato? Avanzi
ancora,con
lo sguardo perso nella distesa d’acqua.
“Robert”
Il dolore alla testa è così forte
che per un attimo ti manca il respiro. E’ stato talmente
acuto che per un
attimo ti è parso quasi di udire qualcosa. Ma ci sei solo tu
qui.
“Robert”
Boccheggi. E’ successo di nuovo.
Questa volta,però,sei sicuro di aver sentito qualcosa.
Qualcosa di indistinto.
Come una voce lontana.
“Robert”
La senti ancora,più chiara e
nitida. E’ una cosa impossibile. Eppure tu la senti. Ed
è così incredibilmente
reale.
“Non lasciarmi”
C’è qualcosa di familiare in
quelle parole. In quel timbro di voce. Ti sforzi di riconoscerlo,ma
invano.
“Robert”
“Robert?”
Ti volti di scatto e vedi
Susan,distante qualche passo da te,che ti guarda,preoccupata.
“Qualcosa non va?”
“Non la senti?”
Non avresti dovuto farle questa
domanda. Ti prenderà per pazzo. Ma forse è
proprio questo che vuoi. Essere
internato in un luogo dove poter continuare a commiserarti per il resto
della
vita.
“Che cosa?”
Chiede ovviamente lei.
“Questa voce”
Rispondi,senza esitazioni. Ormai
il dado è tratto. Non ti resta che aspettare che ti dica che
non c’è nessuna
voce. Ed invece la sua risposta smentisce ogni tuo pensiero.
“Che cosa ti dice?”
Resti interdetto. Totalmente
spiazzato. Ti inumidisci le labbra e la guardi,scorgendo nel suo
sguardo una
qualche consapevolezza che a te sfugge.
“Mi chiama. Ripete il mio nome”
Rispondi,infine.
“E mi ha detto…”
“Torna da me”
“…di tornare. Di non lasciarlo”
“Quindi si tratta di un uomo”
Sbatti le palpebre,sorpreso. Non
avevi minimamente fatto caso a questo particolare e lei sembra averlo
notato.
“C-Come?”
“Hai detto lasciarlo.
Deve trattarsi di una voce maschile,di conseguenza”
Voce. Voce maschile. Uomo.
Familiarità. Voce. Voce. Uomo. Jude. Jude.
Quella è la voce di Jude.
E’ assurdo.
Completamente assurdo. Ma non hai alcun dubbio. Quella è la
voce di Jude. Del
tuo Jude. E’ lui che ti sta chiamando,che ti sta chiedendo di
tornare da lui.
Tornare. Tornare dove?
Dov’è Jude? O
forse dovresti chiederti dove sei tu.
Come sei arrivato li,Robert? Quando hai
lasciato l’ospedale? Boccheggi ed indietreggi
inconsciamente,mentre quelle
domande si insinuano nella tua testa e,inevitabilmente,ti allontani da
Susan.
“Robert” Fa qualche passo verso
di te. “Il tuo posto è qui con me. Lo
sai,vero?”
Ti sorride,cercando d’essere
incoraggiante,ma riesce solo ad inquietarti di più.
Indietreggi ancora.
“Siamo fatti per stare insieme.
Io mi prendo cura di te e tu di me. Te lo ricordi? E’ per
questo che ci siamo
sposati”
La testa ti scoppia. Non riesci
più a capire cosa sta accadendo. Sei forse impazzito
realmente? Oltre ad udire
parole che non esistono inizi ad avere allucinazioni visive? Eppure
Susan è
così reale. E così anche la voce di Jude.
“Robert”
“Robert”
“Robert”
“Resta con me. Qui c’è tutto
quello che abbiamo sempre desiderato”
“Torna da me”
Improvvisamente qualcosa si fa
strada dentro di te. Una consapevolezza che non riesci a cogliere nella
sua interezza,ma
sai che c’è. Ed è per questo che
continui ad indietreggiare.
“Non posso”
Le rispondi soltanto,mentre un
passo dietro l’altro ti allontani da lei e ti avvicini al
precipizio. Susan
pare capire le tue intenzioni e sul suo volto si dipinge una maschera
di
terrore.
“Non farlo!Resta con me!”
“Non lasciarmi”
Avanza verso di te,ma ormai è
troppo tardi. Hai aperto le braccia e ti sei lasciato cadere nel vuoto.
Sorridi,mentre l’aria ti sferza contro e il nulla ti
circonda. Sorridi e sai di
aver fatto la cosa giusta. Sai che è così che
doveva andare.
“Robert”
“Jude”
*
“Jude-”
Sussurri. Lui si muove
appena,senza svegliarsi,percependo la tua voce.
“Jude”
Cerchi di stringere la mano
intorno alla sua,riuscendo solamente a far aderire le dita con la sua
pelle.
Questo,però,pare bastare e rimani piacevolmente sorpreso nel
sentirlo
ricambiare la tua flebile stretta. Un leggero suono esce dalle sue
labbra ed i
suoi occhi si aprono in due fessure. Non si muove,ma alza lo sguardo su
di te
in un gesto quasi automatico,carico di aspettativa e speranza. I vostri
occhi
si incontrano e a Jude gli ci vogliono alcuni istanti per rendersi
conto che
no,non sta sognando,ti sei davvero svegliato. Raddrizza la schiena di
scatto,guardandoti con gli occhi sgranati. Adesso che puoi vederlo
bene,noti le
sue profonde occhiaie e la barba incolta. Chissà da quanto
tempo vi trovate lì.
“Ciao-”
Dici con voce roca. Il suo viso è
diventato in un attimo un quadro pieno di emozioni:
stupore,gioia,incredulità.
“Sei sveglio-” Gli occhi gli si
riempiono di lacrime. “Oh mio Dio,sei sveglio”
Porta la tua mano alla bocca e ne
bacia il dorso,iniziando a singhiozzare.
“Stavo iniziando a credere che
non ti saresti mai più risvegliato-”
Risvegliato.
“Ehy...Shh,è tutto apposto…non
piangere…”
“Ho avuto così paura…Sei stato
così...Una settimana” Una
settimana. “Ed
io…Oddio,Robert,è tutta colpa mia-”
Colpa mia. Come un fulmine a ciel
sereno,i ricordi – i veri ricordi
–
ti attraversano la mente. Stavi tornando all’albergo,a
piedi,e Jude ti ha
affiancato in macchina,offrendoti un passaggio,senza accettare un no
come
risposta. C’è stato lo scontro e nel breve momento
in cui hai ripreso
conoscenza Jude ti è stato
affianco,lì,sull’asfalto,finché non hai
riperso i
sensi. E’ così che andata. Era Jude che
guidava,non tu. Non sei stato tu l’unico
a sopravvivere e a sentirti in colpa per quello che è
successo,ma lui. Certo,tu
non sei morto,ma avresti potuto. Sei stato in coma per una settimana.
Per
quanto ne sapevi,i medici potevano averti già dato per
spacciato. E puoi
perfettamente capire come si è sentito Jude.
“Ho sognato che eri morto”
Esordisci ad un tratto. “Che ero io a guidare quel
giorno”
Stringe la tua mano,continuando a
piangere.
“Ero convinto che non ti avrei mai
più rivisto”
La voce ti trema. Vorresti
piangere anche tu,ma un mal riposto senso di orgoglio ti impedisce di
farlo
davanti a lui.
“Capisco perfettamente la
situazione”
Sorride tra le lacrime,cercando
di smorzare la tensione. Sorridi anche tu,ricambiando la stretta.
“Sai la cosa…che mi ha tormentato
di più in questi giorni è stato il fatto
di…di non aver avuto il tempo di dirti
una cosa”
“Di che si tratta?”
“Che ti amo anch’io”
Lo guardi un attimo,in silenzio.
“Non preoccuparti. Lo sapevo già”
Vi sorridete e lui si sporge
verso di te per un breve bacio sulle labbra.
“Vado a chiamare il dottore” Si
alza. “Tornerò presto”
Detto questo,scompare oltre la
porta della stanza,senza aspettare repliche. Chiudi gli
occhi,sospirando.
Ancora non riesci a credere di aver davvero sognato tutta quella
situazione.
Probabilmente è stato per il senso di colpa che provi verso
di Susan che il tuo
subconscio ha creato quell’incubo –
perché di questo si trattava. Odi un rumore
di passi e riapri gli occhi nello stesso momento in cui
un’infermiera entra
nella stanza.
“Ben tornato tra noi,signor
Downey” Ti dice,sorridendo. “Come si
sente?”
“Come se mi avesse schiacciato un
treno”
Rispondi,ironico,mentre lei
controlla la tua flebo.
“Posso immaginare” Sorride. “Lo
sa,il signor Law non l’ha mai lasciato da solo. E’
sempre stato accanto a lei e
continuava a parlarle”
“Mi parlava?”
“Robert…Non
lasciarmi…Torna da me…”
“Sì. Ha preso alla lettera il
consiglio del Dottor Smith di parlarle e non ha mai smesso. Direi che
ha
funzionato,non trova?”
Sorridi,ripensando alle parole di
Jude.
“Già. E’ stato il mio faro nella
notte. In un’oscura verità”
Spazio della
sadica autrice.
e stronza
che abbia mai scritto. Vi dirò,è da
circa due mesi che ci rimugino sopra e che la scanso perché
veramente troppo
triste. Ma quella bastarda della mia ispirazione domenica è
venuta a farmi
visita e non ho saputo dirle di no. Quindi..eccoci qui. Alla fine di
questa
shot tristissima. Perlomeno ha un lieto fine,no? XD *scappa,correndo a
slalom,per evitare oggetti contundenti*
Spero che non ce l’abbiate troppo
con me e che decidiate di lasciarmi almeno un piccolo commentino *sob*
Adesso mi levo da tre piedi.
Grazie
a chi ha letto fin qui e a chi commenterà.
~ Bye.