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Autore: Haibara Stark    08/06/2011    8 recensioni
E’ stato più forte di te. Quando l’hai visto camminare da solo sul marciapiede hai dovuto accostare e chiedergli di salire. Inizialmente aveva cortesemente denigrato l’offerta,ma tu sai essere terribilmente insistente quando vuoi e l’hai portato a cedere. E’ salito in macchina,sbuffando,ma sai bene che in realtà è felice che tu gliel’abbia chiesto. Parlate e scherzate lungo il tragitto,incuranti di tutto il resto. Pensate solo a quanto state bene adesso,scansando ogni più piccolo riferimento al futuro. Perché nessuno sa mai cosa potrebbe accadere,come potrebbe concludersi una giornata. Nessuno. Nemmeno il camionista che,scopertosi in ritardo sulle consegne,attraversa in tutta fretta quell’incrocio,non curandosi del semaforo rosso.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte ritornano.

Salve a tutti! Solitamente non scrivo note all’inizio del capitolo,ma per questa sento di dover fare un’eccezione..Probabilmente durante la lettura ne capirete il perché,asd. L’unica cosa che mi preme veramente dirvi è: niente in questa one shot è come sembra. Tenetevi bene impressa nella mente questa cosa.. Fatto? Bbbene *Fiorello/Muciaccia style* Vi dico anche già da adesso che alla fine potrete insultarmi,odiarmi,trucidarmi..okay,forse trucidarmi no,ma lanciarmi qualsiasi oggetto possibile sì XD Vi sto spaventando? Naaa,non preoccupatevi! Sto solo mettendo le mani avanti XD
Detto questo... Buona lettura!

 

~ Dark truth.

 

E’ stato più forte di te. Quando l’hai visto camminare da solo sul marciapiede hai dovuto accostare e chiedergli di salire. Inizialmente aveva cortesemente denigrato l’offerta,ma tu sai essere terribilmente insistente quando vuoi e l’hai portato a cedere. E’ salito in macchina,sbuffando,ma sai bene che in realtà è felice che tu gliel’abbia chiesto.
Parlate e scherzate lungo il tragitto,incuranti di tutto il resto. Pensate solo a quanto state bene adesso,scansando ogni più piccolo riferimento al futuro. Perché nessuno sa mai cosa potrebbe accadere,come potrebbe concludersi una giornata. Nessuno. Nemmeno il camionista che,scopertosi in ritardo sulle consegne,attraversa in tutta fretta quell’incrocio,non curandosi del semaforo rosso.
No. Non era possibile prevedere che in quello stesso istante vi sareste trovati a quello stesso incrocio. Per questo,nonostante tu abbia sterzato,non riesci ad evitarlo in tempo e andate a collidere.
Lo schianto è assordante. Il caos che improvvisamente ti circonda è indescrivibile,come anche il dolore che improvvisamente  si è impossessato di ogni centimetro del tuo corpo. Non sai bene in quale momento e come hai perso i sensi,ma quando riapri gli occhi non sei più nella tua auto e puoi vedere il cielo cinereo torreggiare su di te,mentre nuvole di fumo aleggiano tutto intorno,accompagnate dall’odore acre del bruciato.
Il dolore è insostenibile. Ti senti quasi come se ti fossero stati strappati tutti gli arti. Anche se,riflettendoci bene,non è una teoria poi così azzardata. Sbatti le palpebre,ancora stordito. Comincia a giungerti alle orecchie il suono indistinto del vociare e delle sirene in lontananza. Torna a farsi strada in te un po’ di lucidità e consapevolezza. E ti ricordi. Ti ricordi di lui,che stava viaggiando accanto a te. Di lui,che ti stava sorridendo proprio un attimo prima che…
Con tutta la buona volontà di cui sei munito,riesci a voltare il capo,non senza atroci conseguenze. La vista ti si annebbia dal dolore,facendoti desiderare per un attimo di non aver avuto la sconsiderata idea di farlo. A poco a poco,la patina bianca che si era formata davanti ai tuoi occhi si dissipa e lascia spazio alla realtà. Il sangue ti si gela nelle vene e il cuore viene trafitto da più di mille lame quando posi lo sguardo su di lui,riverso sull’asfalto a pochi passi da te. E’ immobile,con la testa leggermente inclinata dal lato opposto al tuo e il corpo ricoperto di sangue. Hai sgranato gli occhi in un gesto involontario,del tutto giustificabile,ed adesso,senza un fil di voce in gola,inizi a muovere le labbra per formulare il suo nome. Vorresti urlare,disperarti. Alzarti e correre da lui. Ma non ne sei in grado. Il dolore non sembra essere intenzionato a scemare minimamente,costringendoti li a terra,completamente inerme. Il desiderio di andare da lui è però troppo forte e non hai nessuna intenzione di lasciarti abbattere così facilmente. Chiudi gli occhi e prendi un respiro profondo,per poi voltarti su un fianco e lasciarti ricadere a faccia in giù. Ti sembra che qualcuno ti stia chiamando,ammonendoti di stare fermo,ma tu lo ignori. Alzi di nuovo lo sguardo verso di lui e tenti di alzarti sulle braccia,che cedono sotto il tuo peso. Non ti arrendi. Non hai nessuna intenzione di farlo. Concentri tutta la forza sugli avambracci ed inizi a trascinarti verso il suo corpo. Pessima scelta di parole. Lui non è solo un corpo. Lui non è morto. Non esistono parole per descrivere quello che stai provando adesso. Sia fisicamente che emotivamente. Riesci a raggiungerlo e,con un ultimo grande sforzo,cerchi nuovamente di issarti sulle mani per poterlo sovrastare un poco. Inizi a chiamare il suo nome. Prima piano,poi sempre più forte,mentre le prime lacrime iniziano a pungerti gli occhi. Non sei in grado di dire quante volte hai ripetuto il suo nome prima che le sue palpebre abbiano iniziato a schiudersi leggermente. Cerca faticosamente di voltarsi verso di te,fino a quando i suoi occhi vacui incontrano i tuoi. Piangi,ormai incontrollato,le lacrime che si mescolano allo sporco e al sangue,mentre continui a chiamarlo e a dirgli di guardarti,che non deve perdere i sensi. Lui ti guarda,boccheggiando e con gli occhi che minacciano di chiudersi di nuovo da un momento all’altro. Lo preghi. Lo scongiuri di non lasciarti. Desideri baciarlo,ma non riesci più a muoverti. Poi,dalle sue labbra un po’ sciupate,esce finalmente,flebile,un suono.
“Ti amo”
In questo stesso momento,pronunciata l’ultima sillaba,i suoi occhi si velano leggermente e si riversano all’indietro,per poi venire coperti dalle palpebre. Rimani immobile,a fissare il suo volto,per qualche attimo,prima che il cervello riesca ad immagazzinare la verità. E quando questo accade,cominci ad urlare come un pazzo,piangendo,non riuscendo a credere a quello che è successo. E non senti nemmen più il dolore fisico quando inizi a dimenarti per liberarti dalla presa di due uomini che vogliono portarti via da lui. No. Non possono farlo. Non possono separarvi. Che diritto hanno per farlo? Poi,improvvisamente,il buio.

*

“Ti amo”
Apri gli occhi. Il bianco davanti a te ti acceca,costringendoti a socchiuderli in un gesto automatico. Ti ci vogliono una manciata di secondi prima di capire che non ti trovi in Paradiso,ma in un letto di ospedale. Certo. Quando morirai non ci sarà certamente il Paradiso ad attenderti. Invece per Jude sì. Ci sarà sicuramente il Paradiso…Jude.
Sbatti le palpebre un paio di volte,mentre i ricordi ti colpiscono come uno schiaffo. L’invito. Il camion. Lo scontro. Stringi i pugni e i denti,provocando una contrazione muscolare che ti provoca un lieve dolore lungo il corpo. Devono averti imbottito di farmaci se non senti poi così tanto male.
“Robert?”
Inclini leggermente il capo alla tua destra. Quel tanto che basta per vedere Susan seduta su una sedia accanto al tuo letto,il viso segnato dalla preoccupazione e chissà quante notti insonni. Non le rispondi. La guardi e basta. Non sei nemmeno del tutto certo di riuscire a parlare. Si sporge leggermente verso di te e prende la tua mano tra le sue.
“Oh,Robert! Finalmente ti sei svegliato…Non sai quanto sono stata in pena…”
Un singhiozzo le sfugge dalle labbra e tu non puoi fare a meno di pensare che no,non lo sai. E in realtà non sai nemmeno da quanto tempo ti trovi li. O come stia Jude.
“Jude -”
Sussurri. Susan si irrigidisce leggermente,in maniera quasi impercettibile. Ma tu lo noti ugualmente.
“Tesoro,non ho capito. Potresti ripetere?”
Sbatti le palpebre ancora una volta ed ingoi ripetutamente cercando di ritrovare la voce,che sembra essersi sperduta da qualche parte infondo alla gola.
“Jude” Scandisci al meglio possibile. “Era in macchina…con me-”
Si morde il labbro inferiore e stringe più forte la tua mano,abbassando per un attimo lo sguardo. Tutto questo non ti piace affatto. Il cuore comincia a battere più forte del normale ed il respiro ad accelerarsi. Improvvisamente,nella tua mente,inizia ad affiorare un ricordo che non c’era.
“Ti amo”
“Rob. Mi dispiace…”
Parole sbagliate. Decisamente sbagliate. Non riesci più a pensare. Non riesci più a respirare. L’elettrocardiogramma suona veloce al ritmo dei tuoi battiti,mentre vieni preso da un attacco di panico.
“Robert”
Cammini lungo il viale che attraversa il giardino. Non hai una meta precisa. Cammini e basta. Hai le braccia ancora bendate e un grosso cerotto sulla guancia sinistra ed i medici hanno detto che starai bene entro una settimana. O,perlomeno,fisicamente sarà così. Dopo il giorno del tuo risveglio non hai più parlato di Jude con Susan. Non ti senti in grado di sostenere una conversazione del genere con lei. Con lei che tradivi. Ti fermi di colpo,sentendo un groppo alla gola. Non meritava tutto questo. Dopo tutto quello che ha fatto per te,non si sarebbe meritata di essere tradita. Ma non è stato premeditato. E’ successo e basta. Tra te e Jude c’è stata fin da subito quell’alchimia che si trova solo tra poche persone. Un’alchimia che vi ha tenuti per mano fino a portarvi ad amarvi. Adesso,però,non c’è più niente di tutto questo. Non c’è più Jude. Questa oscura verità ti lascia sempre senza fiato. Ti guardi intorno,per un attimo spaesato. Come sei arrivato qui? Ma,soprattutto,dov’è qui? Ti volti a guardare indietro. Oh,certo. La villa di Tony Stark. L’avete comprata il mese scorso. A Susan piaceva così tanto. Ricominci a camminare. Un senso di oppressione preme sul tuo stomaco. Sempre. Incessantemente. Non riesci a fare a meno di pensare che è colpa tua. Perché è stata colpa tua. Sei tu che hai insistito per farlo venire con te. A salire su quella macchina…
“Robert”
Se non ti fossi comportato come un bambino viziato lui sarebbe ancora vivo. Nessuno riuscirà a toglierti dalla testa questa certezza.
Il sentiero è scomparso ed ora ti trovi sul ciglio della scogliera. Basterebbe così poco per andare giù,non è vero?
“Torna da me”
“E’ una bellissima giornata,non trovi?”
Sei seduto ad un tavolino ,all’aperto,sotto uno stupendo gazebo color avorio. Come ci sei arrivato qui? Susan indossa un adorabile vestito estivo a fiori,con colori che variano val verde al blu. Sorride,tenendo tra le mani un bicchiere di tè freddo. Tè. Londra. La guardi e sì,ti stai chiedendo cosa cazzo ha da sorridere. A te sembra una giornata di merda come le altre. Ma quante altre?
“Robert”

Senti la testa pulsare e ti porti una mano alla fronte,sperando che quel dolore passi in fretta. Almeno quello.
“Ti senti bene,tesoro?”
E’ preoccupata. Niente di strano,anzi,direi che è più che normale e lo pensi anche tu. Ti alzi dalla sedia,dicendole che vai a fare quattro passi ed inspiegabilmente ti ritrovi sul sentiero di prima,vicino alla scogliera.
“Robert”
Un’altra fitta. Sembra quasi che ti stiano perforando il cervello con un ago. Ti senti strano. Quella sensazione di spaesamento ti colpisce ancora mentre guardi la scogliera davanti a te. Come ci sei arrivato? Avanzi ancora,con lo sguardo perso nella distesa d’acqua.
“Robert”
Il dolore alla testa è così forte che per un attimo ti manca il respiro. E’ stato talmente acuto che per un attimo ti è parso quasi di udire qualcosa. Ma ci sei solo tu qui.
“Robert”
Boccheggi. E’ successo di nuovo. Questa volta,però,sei sicuro di aver sentito qualcosa. Qualcosa di indistinto. Come una voce lontana.
“Robert”
La senti ancora,più chiara e nitida. E’ una cosa impossibile. Eppure tu la senti. Ed è così incredibilmente reale.
“Non lasciarmi”
C’è qualcosa di familiare in quelle parole. In quel timbro di voce. Ti sforzi di riconoscerlo,ma invano.
“Robert”
“Robert?”
Ti volti di scatto e vedi Susan,distante qualche passo da te,che ti guarda,preoccupata.
“Qualcosa non va?”
“Non la senti?”
Non avresti dovuto farle questa domanda. Ti prenderà per pazzo. Ma forse è proprio questo che vuoi. Essere internato in un luogo dove poter continuare a commiserarti per il resto della vita.
“Che cosa?”
Chiede ovviamente lei.
“Questa voce”
Rispondi,senza esitazioni. Ormai il dado è tratto. Non ti resta che aspettare che ti dica che non c’è nessuna voce. Ed invece la sua risposta smentisce ogni tuo pensiero.
“Che cosa ti dice?”
Resti interdetto. Totalmente spiazzato. Ti inumidisci le labbra e la guardi,scorgendo nel suo sguardo una qualche consapevolezza che a te sfugge.
“Mi chiama. Ripete il mio nome”
Rispondi,infine.
“E mi ha detto…”
“Torna da me”
“…di tornare. Di non lasciarlo”
“Quindi si tratta di un uomo”
Sbatti le palpebre,sorpreso. Non avevi minimamente fatto caso a questo particolare e lei sembra averlo notato.
“C-Come?”
“Hai detto lasciarlo. Deve trattarsi di una voce maschile,di conseguenza”
Voce. Voce maschile. Uomo. Familiarità. Voce. Voce. Uomo. Jude. Jude. Quella è la voce di Jude. E’ assurdo. Completamente assurdo. Ma non hai alcun dubbio. Quella è la voce di Jude. Del tuo Jude. E’ lui che ti sta chiamando,che ti sta chiedendo di tornare da lui. Tornare. Tornare dove? Dov’è Jude? O forse dovresti chiederti dove sei tu. Come sei arrivato li,Robert? Quando hai lasciato l’ospedale? Boccheggi ed indietreggi inconsciamente,mentre quelle domande si insinuano nella tua testa e,inevitabilmente,ti allontani da Susan.
“Robert” Fa qualche passo verso di te. “Il tuo posto è qui con me. Lo sai,vero?”
Ti sorride,cercando d’essere incoraggiante,ma riesce solo ad inquietarti di più. Indietreggi ancora.
“Siamo fatti per stare insieme. Io mi prendo cura di te e tu di me. Te lo ricordi? E’ per questo che ci siamo sposati”
La testa ti scoppia. Non riesci più a capire cosa sta accadendo. Sei forse impazzito realmente? Oltre ad udire parole che non esistono inizi ad avere allucinazioni visive? Eppure Susan è così reale. E così anche la voce di Jude.
“Robert”
“Robert”
“Robert”
“Resta con me. Qui c’è tutto quello che abbiamo sempre desiderato”
“Torna da me”
Improvvisamente qualcosa si fa strada dentro di te. Una consapevolezza che non riesci a cogliere nella sua interezza,ma sai che c’è. Ed è per questo che continui ad indietreggiare.
“Non posso”
Le rispondi soltanto,mentre un passo dietro l’altro ti allontani da lei e ti avvicini al precipizio. Susan pare capire le tue intenzioni e sul suo volto si dipinge una maschera di terrore.
“Non farlo!Resta con me!”
“Non lasciarmi”
Avanza verso di te,ma ormai è troppo tardi. Hai aperto le braccia e ti sei lasciato cadere nel vuoto. Sorridi,mentre l’aria ti sferza contro e il nulla ti circonda. Sorridi e sai di aver fatto la cosa giusta. Sai che è così che doveva andare.
“Robert”
“Jude”

*

Apri gli occhi e un senso di déjà vu ti accoglie. Davanti a te,il muro fin troppo bianco dell’ospedale è riuscito nuovamente nell’intento di accecarti e sei stato costretto a richiudere subito gli occhi. Nuovamente. Siamo sicuri che sia già successo?Li riapri più cautamente e in questo momento paiono risvegliarsi anche gli altri sensi,ancora un po’ tramortiti. Riesci a sentire il suono regolare dell’elettrocardiogramma e l’odore pungente tipico dell’ospedale. Sulla mano destra avverti una leggera pressione,ma sei troppo debole anche solo per pensare di muoverti. Chiudi gli occhi. Ti senti debole,come se non ti fossi mai mosso per settimane,però vuoi assolutamente sapere chi è che ti sta tenendo la mano. Respiri ed inspiri un paio di volte,per poi tentare di voltare la testa. Lasci ricadere la guancia sul cuscino ed apri gli occhi. Il cuore fa un capolino e ti si colma di gioia quando riconosci il suo viso. Ha le braccia incrociate sul letto ed il volto appoggiato su di esse,dormendo un sonno non troppo tranquillo a giudicare dalla sua espressione un po’ contrita. Sorridi lievemente e boccheggi cercando di chiamarlo,ma tutto quello che esce è solo un basso suono gutturale. Non ti arrendi e provi un’altra volta.
“Jude-”
Sussurri. Lui si muove appena,senza svegliarsi,percependo la tua voce.
“Jude”
Cerchi di stringere la mano intorno alla sua,riuscendo solamente a far aderire le dita con la sua pelle. Questo,però,pare bastare e rimani piacevolmente sorpreso nel sentirlo ricambiare la tua flebile stretta. Un leggero suono esce dalle sue labbra ed i suoi occhi si aprono in due fessure. Non si muove,ma alza lo sguardo su di te in un gesto quasi automatico,carico di aspettativa e speranza. I vostri occhi si incontrano e a Jude gli ci vogliono alcuni istanti per rendersi conto che no,non sta sognando,ti sei davvero svegliato. Raddrizza la schiena di scatto,guardandoti con gli occhi sgranati. Adesso che puoi vederlo bene,noti le sue profonde occhiaie e la barba incolta. Chissà da quanto tempo vi trovate lì.
“Ciao-”
Dici con voce roca. Il suo viso è diventato in un attimo un quadro pieno di emozioni: stupore,gioia,incredulità.
“Sei sveglio-” Gli occhi gli si riempiono di lacrime. “Oh mio Dio,sei sveglio”
Porta la tua mano alla bocca e ne bacia il dorso,iniziando a singhiozzare.
“Stavo iniziando a credere che non ti saresti mai più risvegliato-”
Risvegliato.
“Ehy...Shh,è tutto apposto…non piangere…”
“Ho avuto così paura…Sei stato così...Una settimana” Una settimana. “Ed io…Oddio,Robert,è tutta colpa mia-”
Colpa mia. Come un fulmine a ciel sereno,i ricordi – i veri ricordi – ti attraversano la mente. Stavi tornando all’albergo,a piedi,e Jude ti ha affiancato in macchina,offrendoti un passaggio,senza accettare un no come risposta. C’è stato lo scontro e nel breve momento in cui hai ripreso conoscenza Jude ti è stato affianco,lì,sull’asfalto,finché non hai riperso i sensi. E’ così che andata. Era Jude che guidava,non tu. Non sei stato tu l’unico a sopravvivere e a sentirti in colpa per quello che è successo,ma lui. Certo,tu non sei morto,ma avresti potuto. Sei stato in coma per una settimana. Per quanto ne sapevi,i medici potevano averti già dato per spacciato. E puoi perfettamente capire come si è sentito Jude.
“Ho sognato che eri morto” Esordisci ad un tratto. “Che ero io a guidare quel giorno”
Stringe la tua mano,continuando a piangere.
“Ero convinto che non ti avrei mai più rivisto”
La voce ti trema. Vorresti piangere anche tu,ma un mal riposto senso di orgoglio ti impedisce di farlo davanti a lui.
“Capisco perfettamente la situazione”
Sorride tra le lacrime,cercando di smorzare la tensione. Sorridi anche tu,ricambiando la stretta.
“Sai la cosa…che mi ha tormentato di più in questi giorni è stato il fatto di…di non aver avuto il tempo di dirti una cosa”
“Di che si tratta?”
“Che ti amo anch’io”
Lo guardi un attimo,in silenzio.
“Non preoccuparti. Lo sapevo già”
Vi sorridete e lui si sporge verso di te per un breve bacio sulle labbra.
“Vado a chiamare il dottore” Si alza. “Tornerò presto”
Detto questo,scompare oltre la porta della stanza,senza aspettare repliche. Chiudi gli occhi,sospirando. Ancora non riesci a credere di aver davvero sognato tutta quella situazione. Probabilmente è stato per il senso di colpa che provi verso di Susan che il tuo subconscio ha creato quell’incubo – perché di questo si trattava. Odi un rumore di passi e riapri gli occhi nello stesso momento in cui un’infermiera entra nella stanza.
“Ben tornato tra noi,signor Downey” Ti dice,sorridendo. “Come si sente?”
“Come se mi avesse schiacciato un treno”
Rispondi,ironico,mentre lei controlla la tua flebo.
“Posso immaginare” Sorride. “Lo sa,il signor Law non l’ha mai lasciato da solo. E’ sempre stato accanto a lei e continuava a parlarle”
“Mi parlava?”
“Robert…Non lasciarmi…Torna da me…”
“Sì. Ha preso alla lettera il consiglio del Dottor Smith di parlarle e non ha mai smesso. Direi che ha funzionato,non trova?”
Sorridi,ripensando alle parole di Jude.
“Già. E’ stato il mio faro nella notte. In un’oscura verità”

 

Spazio della sadica autrice.

Lo so. Lo so,sì,avete pienamente ragione. Questo è sadismo puro u.u Tra l’altro posso asserire con certezza che questa è la cosa più angst e stronza che abbia mai scritto. Vi dirò,è da circa due mesi che ci rimugino sopra e che la scanso perché veramente troppo triste. Ma quella bastarda della mia ispirazione domenica è venuta a farmi visita e non ho saputo dirle di no. Quindi..eccoci qui. Alla fine di questa shot tristissima. Perlomeno ha un lieto fine,no? XD *scappa,correndo a slalom,per evitare oggetti contundenti*
Spero che non ce l’abbiate troppo con me e che decidiate di lasciarmi almeno un piccolo commentino *sob*
Adesso mi levo da tre piedi.

Grazie a chi ha letto fin qui e a chi commenterà.
 

~ Bye.

 

 

  
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